mercoledì 14 settembre 2011

Un po' di Montale...

Oggi iniziando il capitolo del nuovo libro per l'esame (Il concetto di modernità nel cinema di Giorgio deVincenti) mi sono imbattuta in una poesia che voglio qui riportarvi. Nel libro è citata solo la prima strofa, ma qui voglio postarla tutta.

I Limoni
 
Ascoltami, i poeti laureati

si muovono soltanto fra le piante

dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.

lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi

fossi dove in pozzanghere

mezzo seccate agguantanoi ragazzi

qualche sparuta anguilla:

le viuzze che seguono i ciglioni,

discendono tra i ciuffi delle canne

e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli

si spengono inghiottite dall'azzurro:

più chiaro si ascolta il susurro

dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,

e i sensi di quest'odore

che non sa staccarsi da terra

e piove in petto una dolcezza inquieta.

Qui delle divertite passioni

per miracolo tace la guerra,

qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza

ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose

s'abbandonano e sembrano vicine

a tradire il loro ultimo segreto,

talora ci si aspetta

di scoprire uno sbaglio di Natura,

il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,

il filo da disbrogliare che finalmente ci metta

nel mezzo di una verità.

Lo sguardo fruga d'intorno,

la mente indaga accorda disunisce

nel profumo che dilaga

quando il giorno piú languisce.

Sono i silenzi in cui si vede

in ogni ombra umana che si allontana

qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo

nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.

martedì 13 settembre 2011

Under...paper!

In questi giorni non sono in vena di post dattiloscritti, ma di post fotografici! =)
Le foto di oggi raccontano la storia della mia scrivania (in questo caso è il tavolo della sala) prima di iniziare a studiare.... Diciamo che mi dedico a letture di vario genere! 
Buona visione!


Ecco una panoramica del mio tavolo, perfettamente ordinato! Of course!

 
Qualche cataloghino con le collezioni invernali...


Letture seriamente serie

La mole di mensili, settimanali, periodici che sto accumulando in questi giorni.....(e ora che ci penso non sono nemmeno tutte..)


Immancabili Simpson che fanno da sottofondo, anche perchè questa puntata con Troy McClure l'ho già vista!!

venerdì 9 settembre 2011

To be or not to be....

Alzi la mano chi non ha mai sentito nominare la scrittura creativa, penso che le mani alzate siano poche, almeno lo spero. Certo, in Italia la "moda" non è così diffusa come negli USA, ma pian piano stiamo capendo anche noi che la scrittura creativa è utile come sistema di stimolazione delle idee. E' una specie di palestra di allenamento. Come gli sportivi per arrivare alle Olimpiadi si allenano, così gli scrittori, o meglio, coloro che ambiscono a diventare scrittori devono allenarsi scrivendo. Ma scrivere per scrivere non basta, a volte penso sia necessario mettersi dei paletti, sperimentare, esercitarsi. Esistono molti e molti libri su questi argomenti, alcuni funzionano altri no, fondamentalmente i manuali servono e non servono, diciamo che bisogna saperne fare un giusto uso. Secondo il mio modestissimo ed insignificante parere ognuno di noi, dopo aver letto un certo numero di libri, e con letto non intendo leggiucchiato e con libri non intendo Moccia, è in grado di percepire determinati stratagemmi, determinati stili che contraddistinguono gli scrittori.
I manuali non fanno di te il nuovo Verga o il nuovo Moravia, o lo Stephen King del vecchio continente, ma ti aiutano a capire come prendono forma i racconti, i personaggi, le descrizioni, i libri. Sono fondamentalmente delle esercitazioni che poi uno può fare o meno, uno può anche leggerli per cultura personale e poi rimetterli sulla libreria o addirittura rivenderli, altri possono impararli alla nausea per evitare i fatidici blocchi dello scrittore, ammesso che funzionino.
Diciamo che quando si scrive non va lasciato niente al caso. Lo scrittore deve sapere come, dove, quando è nato il suo personaggio, quali sono i suoi libri preferiti, quali sono i suoi gusti di gelato, le sue allergie, il suo peso, la sua altezza, il colore degli occhi, le sue passioni, etc. Lo scrittore deve sapere se la via Pincopalla incrocia via Pincopallino nella città XXX che ha creato per il suo romanzo, deve sapere cosa prova il suo cattivo quando mette in atto i piani più diabolici, deve capire che nel suo mondo le regole è lui e lui solo a dettarle, deve capire che niente è impossibile nel mondo della letteratura, ma che tutto può prendere forma se studiato con accuratezza.
Noto che ultimamente certi scrittori perdono poco tempo a delineare i personaggi, creando esseri piatti e praticamente inesistenti nella vita di tutti i giorni. Se la scrittura trae spunto dalla vita, allora il personaggio deve trarre spunto dalla gente. Qualche anno fa leggendo la raccolta di scrittura creativa realizzata presso Deagostini dalla Holden di Torino, dicevano che lo scrittore gira tra la folla e prende appunti, ascolta, osserva e soprattutto assorbe.
Lo scrittore è un ladro, un ladro di attimi di vita, di persone, di nomi, di comportamenti, lo scrittore fotografa e registra quello che gli sta attorno e sa rivoltare le situazioni ed inserirle nei suoi romanzi. Lo scrittore non sta nella torre d'avorio a guardare il mondo dall'alto, lo scrittore è nel mondo e gira, visita, scopre, conosce, legge. Ecco legge. Conosci il tuo nemico, dicevano. Lo scrittore deve conoscere quello che fanno i suoi colleghi, deve conoscere i libri che vendono, deve leggerli (Moccia si può anche non conoscere), deve capire perchè vende Tizio e non vende Caio, ma non per questo deve scendere a patti quando scrive!
Insomma lo scrittore deve vivere in questo mondo, questo è uno dei pilastri fondamendali per essere scrittore.
Riguardo i sopra citati manuali, ne esistono di ogni genere, dai meno manuali, mi viene in mente la Grammatica della fantasia di Gianni Rodari, a manuali veri e propri come quello edito da Dino Audino, Lezioni di scrittura creativa, che riporta le lezioni del Gotham Institute negli USA che dicono sia una delle più grandi ed importanti scuole di scrittura. Altro libro degno di nota è Il viaggio dell'eroe di Vogler, famoso ad Hollywood, ma anche tra i narratori perchè scritto con lo scopo di analizzare la figura del protagonista. Questi due libri dovrebbero arrivarmi presto da IBS, sono molto curiosa, soprattutto perchè il secondo che ho nominato dicono sia davvero un libro base per la formazione degli scrittori.
Per il corso di sceneggiatura poi ho avuto l'onore di leggere il celeberrimo Story di McKee, libro-bibbia per gli sceneggiatori hollywoodiani, anche questo è un ottimo manuale che viene promosso ed ampliato dallo stesso autore attraverso weekend di formazione per gli sceneggiatori. Basandosi su questo volume sono state scritte una miriade di sceneggiature per cinema e serie tv.
Vi farò presto sapere come sono i due manuali in arrivo, voi restate sempre sintonizzati e se conoscete altri manuali più o meno validi, fatemi un fischio!!



giovedì 8 settembre 2011

Boy

Tutti voi avrete letto almeno una volta nella vostra vita una storia, un racconto, un libro di Roald Dahl, qualcuno di voi magari si è seduto a pranzo con gli Sporcelli, qualcun altro ha accompagnato Charlie e il nonno durante la visita alla Fabbrica di cioccolato, qualcun altro si è innamorato della dolcezza del GGG, oppure ha odiato a morte la mefelica Spezzindue che torturava Matilda e i suoi amici, oppure si è imbarcato sul grande ascensore di cristallo per vedere cosa esisteva oltre la fabbrica di cioccolato. Ognuno di noi insomma ha avuto più o meno modo di entrare a contatto con i libri di Dahl durante la sua infanzia, se non avete mai avuto possibilità di leggerli, beh, probabilmente avete avuto un'infanzia triste! 
Se siete invece dei fan sfegatati dell'autore inglese di origini norvegesi, allora dovete assolutamente leggere, se non l'avete già fatto, la sua autobiografia: Boy.
Questo libro era stato acquistato da mia mamma un po' di tempo fa ed è rimasto per parecchio tempo intonso nella mia libreria pensando fosse una cosa più seriosa e noiosa. So che è sbagliato pensare che Roald possa scrivere cose noiose, ma essendo un'autobiografia la cosa è possibile, soprattutto se una persona ha avuto una vita noiosa. Ad esempio se uno ogni giorno della sua vita si alza, fa colazione, guarda la tele, pranza, guarda la tele, cena, guarda un film...beh, non è che un'autobiografia su di lui possa essere così interessante....
Fortunatamente Roald (scusate se lo chiamo per nome, ma infondo è un po' nostro amico) ha avuto un'infanzia e una vita decisamente avventurosa, letta a posteriori poi è praticamente come leggere uno dei suoi libri. Lungo la sua esistenza ha incontrato, a quanto dice, tutte quelle persone che hanno influenzato i suoi libri, è stato in collegi con persone che odiavano i bambini, ha partecipato a selezioni di gusti di cioccolato...insomma, ogni ingrediente delle sue storie è stato tratto dalla sua vita. Ecco perchè è consigliato ai veri fan. Di certo è una lettura un po' per ragazzi, ma rimango sempre del parere che ogni cosa se letta in determinati modi, non ha età. Non dico che è come Il piccolo principe, ma il principio è lo stesso.
Sperando di avervi innestato una briciola di interesse per questo libro, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo post! A presto!

P.S. Come tutti i libri di Dahl, anche questo in Italia è stampato da Salani.

Impariamo ad indignarci!

Ieri sera dopo la serata Corrida organizzata dalla Proloco della mia zona, vinta dal gruppo dei MusicalBox, ho parlato a lungo con una mia amica (PlayToPlay guarda caso!) riguardo il nostro futuro. Riguardo il nostro presente che ci rende impossibile immaginare o sognare un futuro. Beati i tempi in cui si potevano avere sogni nei cassetti ed era possibile tirarli fuori! Beati i tempi in cui era LEGALE che un ragazzo potesse studiare quello che voleva senza rischiare di pentirsene. Viviamo in un mondo, che denominerei Italia, in cui alle ragazze basta essere belle, magre, mezze rifatte per avere stipendi decorosi e ai ragazzi basta saper prendere a scarpate un oggetto tondo per avere stipendi miliardari.
Dobbiamo indignarci! Dobbiamo avere il coraggio di dire che a me il calciatore strapagato fa schifo! Stimo l'operaio che con 800€ al mese riesce a vivere, a sopravvivere, stimo le mamme o i papà rimasti soli ad accudire i figli, stimo le donne che scelgono di diventare mamme rinunciando a volte al lavoro. Non stimo le veline sculettanti e con il cervello pari a quello di uno scoiattolo, con tutto il rispetto per gli scoiattoli.
Dobbiamo indignarci davanti agli scalda poltrone da Roma che costringono i ragazzi a scaldare poltrone per il resto della loro vita, le poltrone di casa però, non quelle del Senato o della Camera, quelle sono già destinate ad altri, che probabilmente hanno avuto la possibilità di frequentare le mitiche università blasonate e in più hanno la fortuna di avere il papy ben fornito economicamente.
Dobbiamo indignarci di fronte a quella gente che ti dice che è inevitabile che un giovane per lavorare debba andare all'estero. Ma certo, svuotiamo l'Italia, freghiamocene dei cervelli che scappano!! Hanno ragione a scappare, ma dobbiamo proprio lasciarli andare negli altri stati? Dobbiamo per forza fare la valigia una volta laureati? Un anno, due, potrebbe essere un'esperienza interessante, ma tutta la vita...perchè non dare più soldi alla ricerca in Italia? Perchè non dare più soldi alla cultura in Italia? Vi spiego il perchè, perchè noi paghiamo i cinepanettoni, Lele Mora, le scappatelle del Berlusca, i tagli di capelli della Gelmini....eccetera eccetera. 
Dobbiamo indignarci di fronte agli stipendi dei parlamentari che aumentano in base al costo della vita...come se prendessero poco normalmente!!!!!!
Dobbiamo indignarci di fronte alle case editrici che ti pubblicano quelle stronzate firmate Moccia e poi i libri di Fitzgerald non vengono ristampati dal 77 (e sono solo esempi!).
Dobbiamo indignarci di fronte ai telegiornali che ci trattano come se fossimo idioti che pensano solo ai cani abbandonati e al tempo che farà domani, tanto se piove o c'è il sole, in Italia siamo sempre nella m**** fino al collo!
Dobbiamo indignarci più spesso, dobbiamo far valere i nostri diritti, dobbiamo fagocitare quello che la televisione non dice, dobbiamo essere capaci di spegnere quella scatola nera che ultimamente ci regala prodotti scadenti, dobbiamo accendere il nostro cervello per creare un futuro! In questi casi di crisi nera, vince chi sa rinnovarsi, chi sa essere innovativo, chi non si fa sottomettere dai grandi, perchè non si è grandi solo con 100.000€ in tasca al mese, o se si sculetta bene, o se si sa prendere a scarpate un pallone!
Dobbiamo imparare ad accendere delle luci, per fare in modo che questo periodo di notte dell'Italia possa tornare presto ad essere giorno, tanto i politici le luci non le accendono! Anzi, quelli sono buoni solo a tagliare i cavi della corrente elettrica. E non parlo solo di una fazione politica, sono tutti così! Uno peggio dell'altro! 
Accendiamo le luci, guardiamo le stelle, ricerchiamo i nostri sogni, i nostri desideri e crediamoci! Indignamoci per costruire un futuro migliore!!!!!!!!!!!


mercoledì 7 settembre 2011

Carissimi lettori e carissime lettrici è ufficiale, oggi 7 agosto 2011 è cominciata una nuova fase della vita delle mie dita..mi spiego, da oggi ha inizio per me una fantastica collaborazione con il sito Virgole nelle Virgole, vi invito quindi a visitarlo, a leggere gli articoli e a condividerlo!
E' un sito gestito da studenti, da giovani che vogliono informare in modo apartitico e apolitico le persone trattando vari temi, un'informazione libera e giusta. Un blog da leggere e seguire ogni giorno!
Io scriverò principalmente di tematiche cinematografiche e letterarie, ma voi leggete gli articoli di tutti eh!!!!!!!!
Il primo articolo pubblicato è una rivisitazione di quello su The Truman Show che avevo pubblicato qui, poi prossimamente ne arriveranno altri e altri e altri!!! 
Che dire, stay tuned anche su quello, non vi deluderemo!!!
Eccovi il link alla pagina: CLICCCCCCATE!!!

martedì 6 settembre 2011

Storia della mia gente

La settimana passata è stata un pullulare di letture, tutti romanzi brevi, certo, però tutti degni di nota e tutti di generi alquanto differenti. 
Il primo che ho divorato è stato Accabadora di Michela Murgia, di cui vi ho già parlato in un post precedente, a quello è seguito Storia della mia gente, di Edoardo Nesi e poi Boy di Roald Dahl.
In questo post darò spazio a Nesi e prossimamente al caro Roald.
Storia della mia gente non è un romanzo simpatico dal punto di vista dei contenuti, è una storia nuda e cruda dell'Italia tessile, di quell'Italia che nel giro di pochi anni ha perso tutto quello che i suoi nonni avevano costruito, quell'Italia che, a causa di scelte politiche errate, come spiega Nesi nel suo libro, è stata costretta a lasciarsi invadere dal mercato cinese che si è espanso in maniera tale da distruggere moltre industrie italiane.
Il settore tessile, di cui Nesi è nipote e figlio, è stato uno dei primi ad essere colpito da questa crisi, ma è un settore che purtroppo è sempre stato sottovalutato, è colui che crea il tessuto, la stoffa che andrà poi consegnata ai sarti che la disegneranno, la taglieranno e la faranno diventare capi di abbigliamento che verrano poi marchiati con i nomi del grande Made in Italy italiano. Un tempo era così, oggi sono sempre più gli imprenditori che investono oltreoceano o nell'est europeo e oltre pur di ridurre i costi della produzione, sfruttando a volte gli operai facendoli lavorare in condizioni precarie e con orari massacranti, pagandoli una miseria per produrre capi che magari costeranno quanto il loro stipendio di una vita intera.
Questo è diventato il settore tessile da qalche anno, non è tutto così, per carità, ma leggendo Edoardo Nesi ci rendiamo conto che il suo è un viaggio, è la storia di come la sua gente da protagonista è diventata spettatrice di un mercato che si è espanso altrove oppure è rimasto nelle mani di pochi, pochissimi. Quei telai che avevano risollevato Prato dopo la Seconda Guerra mondiale oggi non risollevano più nessuno, sono rottami abbandonati in fabbriche chiuse oppure messi in moto da mani diverse, da gente che parla lingue diverse.
Nessuno viene risparmiato in questo libro di denuncia, una parola è spesa anche a sfavore degli stilisti che tiravano il prezzo dei tessuti per poi rivenderli sotto forma di cappotti a quattro volte il valore effettivo.
Un libro, ripeto, duro che non si limita ad urlare contro chi ha visto e non ha fatto nulla, un libro però che prende in considerazione anche gli operai, non solo gli imprenditori, un libro che trasuda amore per Prato, per i Pratesi, ma amore per la nostra cara e vecchia Italia, patria tanto amata quanto odiata da molti. Un libro che guarda caso vince il premio Strega in un periodo di crisi, nell'anno dei 150 anni. 
All'inizio pensavo di non leggerlo perchè temevo fosse troppo saggistico, invece è importante leggerlo perchè fa riflettere, ci fa pensare, ricorda quello che eravamo e che non possiamo più essere.
Leggetelo e quando leggerete sulle etichette delle grandi marche "Made in China" vi arrabbierete ancora di più!

lunedì 5 settembre 2011

Cantamimi, o Diva, del Pelide Achille...

« [...] noi sappiamo dire molte menzogne simili al vero,
ma sappiamo anche, quando vogliamo, il vero cantare »
(Esiodo, Teogonia, incipit, 27-28) 


Da qualche anno a questa parte seguo con un occhio di attenzione quello che succede nel mondo dell'editoria, quali sono i libri più venduti, più criticati, più chiacchierati, più premiati. Tra i premi noti in Italia c'è il Premio Strega che da quando esiste è stato consegnato a scrittori che hanno fortemente segnato la storia della nostra letteratura italiana.
In questi ultimi anni i premi strega sono stati molto discussi, soprattutto perchè assegnati a scrittori alle prime armi e quindi poco noti nel mondo letterario. Se sia giusto o meno io non lo so, certo è un premio significativo, ma come tutti i premi, a parte il Nobel forse, lascia il tempo che trova. Nel senso che se vinci il premio Strega non è detto che sei il nuovo Moravia, hai semplicemente scritto un libro che è piaciuto più di tutti quelli selezionati per il concorso. Con questo non voglio snobbare il premio Strega, non sia mai! Anzi, tanto di cappello a chi lo vince! Quello che voglio dire io è che vincere un premio così dopo il primo romanzo ti fa un certo effetto perchè se non sei una persona mentalmente posata, ti monti la testa e credi di essere il nuovo Fitzgerald della letteratura italiana, in versione non alcolizzata (per quanto possibile). Quindi si rischia di idolatrare più lo scrittore dell'opera in sè.
Non è matematico che uno scrittore mantenga sempre lo stesso livello artistico in tutte le sue produzioni, ecco perchè nel caso dei concorsi letterari è bene considerare il libro come opera di Tizio, opera, non come Tizio scrive sempre così. Detto questo bisogna anche considerare il periodo storico, chi viene selezionato, le altre proposte letterarie, insomma tutto quello che ruota intorno al concorso. E infine c'è un tassello che è a dir poco fondamentale: l'apprezzamento da parte del lettore.
L'apprezzamento da parte del lettore è sicuramente qualcosa di molto relativo, che varia da persona a persona, varia anche a seconda di quello che sta vivendo colui che si imbatte in quel libro. Sento spesso, e penso di essere parecchio d'accordo con questa tesi, che i libri devono essere letti nei periodi giusti, è vero! Pensate a quante volte avete abbandonato un libro perchè non riuscivate proprio ad andare oltre ad un determinato punto, poi la seconda volta che lo avete preso in mano lo avete divorato nel giro di pochi giorni. Certo, ci sono poi anche libri totalmente incompatibili con i vostri gusti, che solitamente non riescono ad "andare avanti" nemmeno al secondo, terzo (se c'è) tentativo.
I gusti letterari quindi, come tutti i gusti, sono qualcosa di altamente relativo. Se per me Zafon scrive in modo meraviglioso, state pur certi che per qualcun altro è letteratura da ombrellone e nemmeno Moccia scrive così male. Ammetto che quest'ultima affermazione è azzardata...ma passatemela solo come esempio per riflettere insieme.
Qualche mese fa parlando con un don insegnante di Arte mi aveva detto che a parer suo  il miglior modo per mettere in pratica un corso di arte era il seguente: al termine delle lezioni bisognava proporre agli allievi un budget da spendere in un negozio di antiquariato, in quel momento i ragazzi sarebbero stati liberi di acquistare quell'oggetto che dava loro delle sensazioni particolari, quell'oggetto particolare che secondo loro era degno di nota. Probabilmente su una classe di venti alunni sarebbero stati selezionati venti oggetti diversi, a questo punto sarebbe stato necessario spiegare perchè era successa questa cosa. Ognuno dei venti ragazzi ha dei gusti diversi, dei canoni di valutazione differenti, quello che è arte per me per te è feccia. Questo accade in tutte i campi in cui avviene una creazione artistica, in tutti i campi artistici: cinema, arte, letteratura, musica....
Concludendo questa lunghissima riflessione posso dire che non bisogna aver paura di dire "questo mi piace" il problema è che bisogna sempre dire il perchè e questo perchè deve essere fondato e scientificamente dimostrabile. Se ad esempio dite: "Mi piace Moccia per il grande approfondimento psicologico dei personaggi", beh, sappiate che i personaggi di questo scrittore hanno lo stesso approfondimento psicologico di Pimpa, quindi forse quest'affermazione non verrà accettata positivamente dal resto del pubblico.
Insomma, non abbiate paura di crearvi delle vostre gallerie artistiche, una per ogni disciplina, una per ogni musa!
Sono davvero alla fine ora e vi lascio con i nomi delle sette muse greche che erano le protettrici delle arti. 

sabato 3 settembre 2011

Fanfiction

Mi sono resa conto che questo blog sta lentamente diventando una specie di moleskine, o, per dirla all'italiana, un taccuino dove appunto e approfondisco quello di cui parlo con gli amici, quello che trovo su altre pagine web, quello che scovosu youtube. Non so se la cosa possa piacervi o meno, ma io mi diverto parecchio. Oggi ad esempio il fulcro del post sarà costituito dalla FANFICTION, come avrete appunto letto dal titolo.
Ne parlavo giusto un paio di giorni fa con un'altra amica, che non è PlayToPlay questa volta, ma si chiama Chiara, ho scoperto che è una grandissima appassionata di queste forme..chiamiamole espressive e artistiche.
Ma per tutti i profani di questo termine: cosa sono mai queste fanfiction?
Analizziamo la parola, tranquilli, non deriva dal greco! Non so quale sia la sua radice, ma di certo temo sia inglese ed è composta da fan+fiction, e fino a qui abbiamo scoperto solo che l'acqua è bagnata.
Il fan o i fan (che si può scrivede ad libitum con o senza s finale) sono quelli che si appassionano in maniera folle ad una cosa tanto da seguirla in ogni modo, in ogni tempo e ogni spazio, nel caso di Scano in tutti i luoghi, in tutti i laghi in tutti i mari. 
La fiction: beh, qui casca l'asino. Noi italiani siamo soliti indicare con codesto termine quei meravigliosi (permettetemi merdavigliosi) surrogati cine-televisivi che ci sparano in prima serata, i miscredenti direbbero tutti incentrati su preti, santi e suore, io dico incentrati su personaggi famosi e anche qualche santo, vero, ma ultimamente non così tante! La traduzione di fiction è finzione. Effettivamente questi cosi sono dei finti film. Peccato sia finzione nel senso di "cosa costruita", "non documentario", quindi fittizia, quindi cinematografica. 
La fiction nel vocabolario inglese però indica semplicemente il termine storia: science fiction è appunto una storia di fantascienza. 
Insomma, tirando le somme: la fanfiction è una storia scritta dai fan, ma codesta storia ha come base l'argomento di cui questi fan sono fan. Comprendo che sto scrivendo cose alquanto astruse e che tu lettore stai già spostando il mouse verso la X in alto alla tua destra, ma dammi ancora qualche riga e mi spiego.
Faccio un esempio pratico.
Il caso Harry Potter ha permesso che nascessero delle storie parallele, per colmare l'attesa tra un libro e l'altro molti, anzi moltissimi ragazzi si sono dilettati a scrivere ipotetiche storie di Harry Potter, ma queste stesure proseguono anche oggi e sono frutto di quelle fantastiche frasi tipo: "E se tizio avesse saputo da caio questo allora avrebbe potuto evitare questa cosa e fare quest'altra." Insomma, i se e i ma diventano il fulcro, il mattone da cui viene sviluppata e quindi costruita la nuova storia di Harry Potter by fan. 
Queste storie esistono in forma scritta, ma anche sotto forma di video!
Concludendo e premiandovi per la pazienza dimostrata qualche istante fa non cliccando sulla X, vi regalo questo divertentissimo video su Harry Potter! 
Se non avete letto tutti i libri...state attenti: SPOILER in agguato!!!



venerdì 2 settembre 2011

Trucchi e libri: Federica Frezza

Credo sia ormai chiara la politica che ho sposato in questo blog, credo sia chiaro che mi piace leggere scrivere...e non far di conto, anche perchè scoprirei sempre che sono una spendacciona, cosa che so già e con la quale preferisco non confrontarmi troppo spesso! E' venerdì sera e sono a casa perchè ho rifiutato una serata yeah con un'amica (PlayToPlay) che non vedevo da un po' (72 ore??) a causa di un divertentERRIMO lavoretto estivo che urgeva di essere terminato per rientrare nei tempi prestabiliti, terminato il lavoretto, scusate la piccola digressione su fatti della mia noiosa vita quotidiana ma era una premessa inevitabile, sono finalmente riuscita a vedere i tre video di youtube che oggi avevo passato all'amica PlayToPlay (dopo vi spiego perchè si chiama così). Siccome dopo averli visti mi sono accorta che sono a dir poco interessanti voglio postarli qui sul mio blog! 
La ragazza dei video, al secolo Federica Frezza, dopo aver scritto e pubblicato un libro (Squeegee) ora ne sta scrivendo due in contemporanea, Mokita e Jules uno in italiano e uno in inglese e ha deciso di fare un video-diario della lavorazione. Mi sono imbattuta nel volto di Federica un giorno mentre cercavo tutorial di make up su youtube e lei, bluebeam310, mi aveva colpita particolarmente per due cose: abita a Londra, città che io amo, e ha una parlantina degna di nota, ma una parlantina che nascondeva un sottotesto, un retroscena che andava oltre ai pennelli e agli ombretti. Fu così che gira e rigira mi sono imbattutta nel suo secondo canale di youtube: prismatic310, luogo dedicato alla cultura letteraria, cinematografica, televisiva eccetera, un luogo per geek, nerd...insomma sfigati che si dedicano ancora a buone letture e buone pellicole. Lieta di essere tra loro! Diciamo che lei dimostra che le ragazze che sanno che le parole blush e fard indicano la stessa cosa non sono necessariamente le cugine delle veline o delle schedine, ma oltre il trucco c'è di più!!!
Da questi tre video si vede chiaramente che Federica si dedica a quest'arte con grande passione e dedizione, lo si capisce da come ne parla, da come le brillano gli occhi. Ama raccontare! Si appunta le cose, scrive, cancella, riscrive..come le replay! Ora però non voglio anticiparvi troppo!
Vi incollo i video in successione, armatevi di popcorn, sedia comoda perchè sono lunghetti, ma credetemi ne vale la pena.....e buona visione!
Dimenticavo... sono consigliati ad un pubblico che ha davvero una grande passione per la scrittura e vorrebbe farne, perchè no, un mestiere. Un pubblico che sa quanto sia complicato scrivere cercando di essere originali e non ridondanti o ovvi. Nel pubblico includo la mia vicina di stanza, attualmente in trasferta in England (mannaggia a lei!!) e alla mia amica sopracitata PlayToPlay, che poi è quella che ho citato anche negli ultimi post.
Ah, prima di terminare spiego: PlayToPlay grazie al cielo ha anche un nome ed è Barbara (Beba), ma l'ho soprannominata così perchè il suo blog su blogger si chiama PlayToPlay. Concludendo, guardate i video ma visitate anche il suo bellERRIMO blog!!! CLICCATE QUI PER IL BLOG!!!






Mi dia...1 kg di libri!

Ieri sera, mentre mi dilettavo a spostare file sull'hard disk esterno e mentre mi aggiornavo su vari argomenti con la mia solita amica, mi è arrivato un messaggio sul cell che mi ha fatto sorridere: [da LibreCOOP] EBBENE SI',LA CULTURA HA UN PESO!...acquista 1 kg di libri nelle LIBRERIE COOP dal 2 al 9 settembre e avrai il 15% di SCONTO. Non cumulabile con altre promo. 
Simpatici vero?
Già mi vedo entrare nella libreria Coop....
[effetto cinematografico che annuncia l'inizio di un sogno]
Io: Buongiorno!
Commesso: Buongiorno, in cosa posso esserle utile?
Io: Mi dia..1 kg di libri! Buoni eh, mi raccomando!
Commesso: Cosa preferisce? Prodotti italiani?
Io: Mah, non saprei..cos'ha di interessante?
Commesso: Qualche premio Strega degli ultimi anni?
Io: No, quelli li ho già...
Commesso: Allora un bel libro di Salinger?
Io: No senta, mi metta Dorian Gray, qualcosa della Morante...e cos'ha di Eco?
Commsso: Ho il Nome della Rosa, Il cimitero di Praga, Baudolino e bene o male tutti i suoi saggi...
Io: Mi metta Lector in fabula se ce l'ha...
Commesso: Ce l'ho..eccolo!
Io: Quanto ho ancora di peso?
Commesso: mezzo chilo circa..
Io: Guerra e pace in un'edizione leggera ce l'ha? Sa...vorrei far stare altro in quel mezzo chilo...
[fine sogno]
E così via fino al kg, insomma è un'iniziativa interessante no?
Non credo che però passerò alle librerie Coop...ho già un sacco di libri da leggere! Questa offerta potrebbe solo innalzare la catasta sul comodino, ormai diventato ideologico per motivi logistici....
Devo tenermi lontano da queste tentazioni ed esaurire i manoscritti cartacei già collezionati da mesi e mesi! 



giovedì 1 settembre 2011

Accabadora di Michela Murgia

L'estate di fatto non è ancora finita, anche se le temperature stanno iniziando a dirci che l'autunno è alle porte, ma noi non ci facciamo impressionare, perchè anche a luglio l'autunno sembrava alle porte, e continuiamo a spulciare il nostro elenco estivo di libri. 
Ieri sera ho terminato, dopo soli due giorni di lettura, Accabadora di Michela Murgia. Un romanzo breve molto interessante, vincitore del premio Campiello 2010, la Murgia ci racconta la storia di una Sardegna che ormai non esiste più, una storia fatta di religione mista a superstizione. Ci narra la vicenda di una fill'e anima, Maria che, divenuta appunto figlia d'anima di Tzia Bonaria, l'accabadora di Soreni. Ma che cos'è, chi è l'accabadora? E' l'ultima madre, una donna che metteva fine alle sofferenze dei malati agonizzanti; solitamente veniva chiamata dai famigliari del malato e dopo un rituale, che nel libro viene più volte descritto, di purificazione della stanza e del morto, in modo che non ci fosse più nulla a trattenerlo nel mondo dei vivi, praticava di fatto quella che noi oggi chiameremmo eutanasia. Una descrizione molto dettagliata è possibile trovarla sul sito centrosardegna a questa pagina CLICK!
Maria scoprirà ormai adolescente di essere figlia dell'accabadora e non sarà semplice per lei convivere con questo personaggio portatore di morte, soprattutto non accetta la possibilità di dover portar avanti la "tradizione di famiglia" diventando lei la futura accabadora di Soreni. Ma si sa che il passato non si può cancellare e che la nostra famiglia resta sempre e comunque...la nostra famiglia, qualsiasi problema abbia, qualsiasi ideologie coltivi.
Un libro che si legge tutto d'un fiato, scritto con uno stile dinamico, scorrevole e moderno. Una lettura da fare soprattutto se siete appassionati di leggende più o meno tali della storia folcloristica italiana, in questo caso la parola leggenda è un po' a sproposito perchè la figura dell'accabadora è realmente esistita e vi sono molte testimonianze a riguardo. 
Penso esistano varie letture del libro, chi non si soffermerà ai primi livelli di storia, si troverà coinvolto in riflessioni etiche che oggi invadono le pagine dei giornali e vi troverete a pensare se sia giusta o meno l'eutanasia, se sia giusto o meno che esistesse una donna che si prendeva carico di tutte queste morti.
Spero che qualche regista abbia il coraggio di realizzare un film partendo da questo libro, potrebbe essere molto interessante vedere certe scene rappresentate sullo schermo, che sicuramente avrebbero un impatto emotivo molto più forte di quello percepito attraverso la lettura.

mercoledì 31 agosto 2011

Le nuove forme di schiavitù

Tutte noi donne siamo patite per lo shopping, acquistiamo i capi che ci piacciono e spesso quelli che sembrano avere un ottimo rapporto qualità prezzo. In alcuni casi si punta sulle griffe, in altri sulle catene di abbigliamento come H&M, Camaieu, Promode, Tezenis, Calzedonia, Intimissimi, Pimkie, Jennifer, Stradivarius, Zara... Sono tutte catene che promettono di vestire la donna metropolitana, semplice, che vuole essere alla moda spendendo cifre non eccessive, variando i colori del proprio armadio da una stagione all'altra, variando magari le calzature, gli accessori. Acquistiamo senza porci eccessivi problemi riguardo il "come e da chi vengono realizzati" determinati capi, sperando che chi sta a capo della catena abbia il buon senso di non farci indossare cose tinte con sostanze nocive oppure realizzate da persone sfruttate. Uno spera che nel nome, ci sia anche una garanzia di una politica lavorativa seria  che rispetti non solo dell'ambiente che in questi ultimi anni sembra al centro delle attenzioni di mezzo mondo, ma soprattutto l'individuo che produce il capo. Sfortunatamente non è sempre così e le notizie dei giornali di oggi lo dimostrano, purtroppo!
Chiacchierando con una mia amica su facebook mi ha detto: "Hai letto di Zara?", io completamente all'oscuro da tutto le chiedo informazioni e dopo avermi indicato la bacheca di un amico comune ho notato che aveva postato questo link che vi invito a visitare: CLICCA!!! Insomma, il mitico colosso di abbigliamento spagnolo non ha tutte le carte in regola, a quanto pare nelle sue officine sudamericane, in Brasile per la precisione, si lavora in condizioni precarie e soprattutto sfruttando i bambini. Certe cose uno non vorrebbe mai scoprirle, ma purtroppo accadono tutti i giorni. Il problema è che noi che stiamo dall'altra parte restiamo un po' spiazzati domandandoci come dobbiamo comportarci nei confronti del colosso che alla fine, diciamola chiaramente, esiste grazie a noi consumatori!
Qualche anno fa avevo sentito questioni di questo genere legate ad altri due colossi, questa volta del mondo alimentare: la Nestlè e la Chiquita. 
La Nestlè nel 2005 era stata accusata di sfruttare il lavoro minorile in Africa, qui l'articolo: CLICCA!!! 
La proposta avanzata ai consumatori era stata quella di boicottare i prodotti Nestlè, a casa mia abbiamo smesso di consumare qualsiasi genere alimentare marchiato così.
La Chiquita che condannava i suoi lavoratori ad orari massacranti, condizioni precarie e soprattutto metteva in serio pericolo la loro salute bagnando, durante l'orario di lavoro, i campi con i pesticidi. Mettendo anche in pericolo la salute del consumatore stesso. (CLICCA per un piccolo approfondimento!) I mercati equosolidali si sono uniti contro questo colosso proponendo in alternativa la vendita delle loro banane coltivate in ambiente umanamente sostenibili e che tenevano in considerazione il lavoratore tanto quanto il consumatore. In casa da me questo tipo di banane non vengono più acquistate.
Un altro colosso poco affine alla tutela dei diritti dei lavoratori è la mitica CocaCola, la quale, si racconta, paghi i suoi lavoratori, in particolare questo accade nei paesi sottosviluppati, in bottiglie di CocaCola, i poveretti sono così costretti a rivenderla per avere in mano dei soldi per mantenere i famigliari.
Ma rifiutarsi di acquistare una determinata marca è in qualche modo una forma di protesta adeguata, che può effettivamente ledere ai piani alti? Bella domanda! Certo, se tutto il mondo boicottasse all'improvviso la Nestlè o la Chiquita, o Zara, di sicuro ci sarebbe un crollo nelle vendite, ma non so se questo farà capire alle alte dirigenze che la loro politica è sbagliata, e soprattutto è impensabile che tutto il mondo riesca ad unirsi per questo. E' bene quindi che i tribunali, che si prendono carico di questi processi, trovino un modo efficace per condannare chi commette queste ingiustizie. Noi come consumatori possiamo evitarli, certo! Forse dobbiamo chiedere maggiori controlli che prima di tutto aiutino i lavoratori, che facciano in modo che i bambini studino e non lavorino se sono in età scolastica, che aiutino anche noi a non cadere vittime di questi abusi di potere, in modo che non ci ritroviamo a sponsorizzarli involontariamente acquistando i loro prodotti. Attualmente noi possiamo decidere di non acquistare i marchi di cui conosciamo la storia commerciale e soprattutto la politica, ma sono certa che purtroppo sono molti i marchi che non sono proprio corretti nei confronti dei loro lavoratori, dobbiamo solo sperare che con il tempo vengano trovati e soprattutto che sia comunicato chiaramente ai consumatori! Insomma, si fanno politiche per dimostrare che i cosmetici non sono testati sugli animali, possibile che non si riesca a regolamentare lo sfruttamento lavorativo nel 2011, non solo dei bambini, ma anche degli adulti?


martedì 30 agosto 2011

The September Issue


Dopo mesi di silenzio cinematografico, si torna a parlare di un film che ho visto, in questo caso di un documentario, e che era sullo scaffale dei film da vedere da un bel po' di tempo.  Non è una pietra miliare nella storia del cinema, ma quello che racconta è un interessante spaccato del mondo della moda e dell'editoria.


Ogni mese di settembre e nel mondo della moda accade qualcosa di singolare: esce il numero di Vogue America che detterà le regole del look per molto e molto tempo. Dopo mesi e mesi di prove, foto, set fotografici, trucchi, modelle e modelli, nuovi brand, nuovi stilisti, colori, litigi e cappuccini, bevanda preferita dalla direttrice, Anna Wintour pubblica quello che è il numero più importante dell’interno anno. Se siete appassionate lettrici di Vogue, nel nostro caso probabilmente la versione italiana, dovete assolutamente guardare il documentario, anche se non molto recente, intitolato The September Issue.
Distribuito nelle sale cinematografiche nel 2009, attualmente reperibile in dvd, il documentario narra il backstage della creazione del numero settembrino di Vogue America, è un viaggio molto interessante all’interno del mondo della moda, delle modelle, dei servizi costosissimi. Con poche omissioni ci viene raccontato come vengono selezionati i capi, gli scatti, i volti che diranno quella che dovrà essere la moda dell’anno successivo. Anna Wintour, tra un cappuccino e l’altro, non si risparmia davanti alle telecamere e senza paura cancella interi servizi fotografici o boccia accostamenti di stile proposti dal suo staff. Semina il panico generale quando arriva in ufficio e non si limita nel fare terrorismo psicologico in ogni situazione. Niente di nuovo forse per chi ha avuto modo di entrare nella redazione di Runway grazie al romanzo di Lauren Weisberg, Il diavolo veste Prada, o all’omonimo film tratto dallo stesso. L’unica differenza è che, se nel momento in cui guardavamo il film o leggevamo il libro, potevamo ancora ipotizzare che molto fosse frutto della fantasia dell’autrice, con The September Issue ci rendiamo veramente conto di com’è strutturato il mondo della moda, della sua crudeltà, ma allo stesso tempo del suo diabolico fascino. Una macchina infernale produttrice e divoratrice allo stesso tempo di soldi, dove non esistono amici, ma si è tutti contro tutti, dove Anna comanda e gli altri possono solo sottostare alle sue regole, ai suoi cenni.
Riuscirà questo documentario a farvi disinnamorare del fascino di Vogue? Ne dubito, anzi! Penso che correrete tutte in edicola ad acquistare il nuovo numero, purtroppo di Vogue Italia, ma un po’ del mondo Wintour c’è anche lì, credetemi. 

Ormai l'edizione di settembre dovrebbe già essere in edicola...devo correre!!!


The kingdom of HEART!

Facciamo un gioco: andate su google e scrivete la parola HEART, quanti risultati visualizzate? Ve lo dico io 2.140.000.000 circa... ora provate a fare la stessa cosa su google immagini: i risultati sono 168.000.000 circa. Su google video sono 5.350.000 circa, su google news sono ad oggi 44.300,  e l'ultima notizia che tratta di questa parola risale solo ad oggi ed è pubbbicata da Repubblica. Che cosa sto cercando di dirvi? 
Ancora un attimo di pazienza e continuate a prestarvi al mio gioco. Quante volte incontrate il simbolo del cuore (heart) nella vostra vita? Io ad esempio in questo momento indosso una maglia con scritto I love London e la parola love è sostituita da un cuore, ho acquistato qualche giorno fa un paio di All Star tutte rivestite da cuori, mi viene in mente poi Brandy e Melville che ha un cuore nell'insegna, mi vengono in mente tutti i cuori che vengono scritti su facebook con la combinazione <3 per mandare baci o per dire alle persone ti voglio bene. 
Il cuore poi è il simbolo di chi è innamorato, Tiffany ha fatto un'intera linea con il cuore come ciondolo per i suoi gioielli, la sigla I love NY è un marchio registrato... A questo punto sono arrivata alla domanda esistenziale di oggi: quanto peso diamo a questi cuori che digitiamo, disegnamo, evochiamo, regaliamo, indossiamo o altro? Insomma, il cuore è un organo fondamentale nel corpo umano, è un po' il nostro baricentro della salute, ora io non ho nozioni di medicina, ma durante i miei trascorsi di teledipendente ho avuto modo di capire, grazie ad Esplorando il corpo umano, che il cuore è fondamentale nel nostro organismo, per non parlare poi di tutte quelle volte che la gente ti dice: "Mettici un po' di cuore, usa il cuore..." Poi ci sono gli eventi come: "La partita del cuore". Quanti cuori ci sono nella società?  Ultimamente mi sono chiesta se per caso non ci sia un abuso e quindi una successiva perdita di significato di questo simbolo, insomma, il cuore che disegno ai miei amici non è lo stesso della mia maglietta I love London... Se l'utilizzo dei cuori nella nostra società fosse direttamente proporzionale allo status di benessere e di amore intrinseco alla società stessa, a quest'ora vivremmo nel magico mondo dei Teletubbies! 
Dove voglio andare a finire?
Forse mi sto perdendo, di certo so che con gli oggetti sprizziamo amore da tutti i pori, è semplice disegnare un cuore sulla carta e poi nella vita essere peggio di un cactus ambulante! Purtroppo spendiamo meno i nostri cuori con le persone, quindi forse dovremmo farci un po' contagiare da questi cuori, dobbiamo imparare a metterli in pratica, non dobbiamo solo sfoggiarli sulle magliette o su facebook, dobbiamo insomma metterci un po' di cuore in quello che facciamo, quando agiamo, quando parliamo, quando pensiamo. Visione utopistica, lo so, però forse staremmo tutti meglio, dai capi di stato ai bambini più piccoli. Se ogni nostra azione fosse contrassegnata da un cuore...sarebbe fantastico!
A tal proposito vi ricordo il testo di una canzone di Bocelli: "Se la gente usasse il cuore".

Se la gente usasse il cuore
per decidere con semplicità
cosa è giusto e cosa no
ci sarebbe tra noi
molta più felicità

Se la gente usasse il cuore
si aprirebbe un orizzonte migliore
troppa indifferenza c'è
prova a vincerla tu
che puoi fercela se vuoi

E cerca di esser tu
il primo che ci sta
a rinunciare un po'
per dare a chi non ha
basta poco a te
ma forse non lo sai
che quello che tu dai
è quello che tu avrai
Se la gente usasse il cuore
anche l'aria prenderebbe colore
cresca la speranza in noi
e in futuro vedrà
cieli di serenità

E non ti pentirai
se adesso ti aprirai
a chi non ce la fa
e soffre accanto a te,
Forse non lo sai
ma basta poco a te
per somigliare a un re
e il cuore vincerà 

lunedì 29 agosto 2011

Hitchcock prima di Hitchcock

Qualche anno fa, leggendo il libro "Una passione infiammabile" di Paolo Cherchi Usai (libro consigliatissimo, ma purtroppo poco reperibile), appresi che il numero di pellicole del cinema muto presenti negli archivi di tutto il mondo non è attualmente quantificabile. Sono molti gli archivi privati in cui nessuno ha ancora avuto la possibilità di curiosare al fine di riportare alla luce molti capolavori che magari sono stati decretati ormai irreperibili da anni, oppure per cercare di dare un nome, come accadeva fino a qualche anno fa a Pordenone, a tutte quegli spezzoni di pellicole rinvenute in archivi già studiati e analizzati. Ogni tanto qualche archivio diventa di dominio pubblico e quando gli studiosi iniziano a metterci mano scoprono perle che molti avevano smesso anche di cercare, ahimè! 
Tutti i cine appassionati che non erano in vacanza, probabilmente si saranno accorti dell'ultima novità del mondo del cinema muto. Nei primi giorni di agosto 2011 dall'altra parte del globo, ancor più precisamente nell'emisfero australe in Nuova Zelanda è stato rinvenuto il primo film muto di Alfred Hitchcock: The White Shadow. Per essere precisi sono state rinvenute le prime tre bobine nell'archivio collezionato da un vecchio proiezionista ormai (logicamente) defunto: Jack Murtag, il quale invece di distruggere le pellicole mute, come era usanza all'epoca, aveva deciso di collezionarle, donando ai posteri capolavori che si credevano perduti ormai da anni.
Il film in questione, a quanto dicono i siti, verrà proiettato alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone. 1-8 ottobre 2011.
Se vogliamo essere precisi a proposito della pellicola The White Shadow, sappiamo che fu diretta da Graham Curtis e Hitchcock era solo un suo aiutante, per essere precisi, leggendo l'intervista fattagli da Truffaut, egli aveva svolto diverse mansioni in diversi film, oltre ad essere aiuto regista faceva anche lo scenografo e il montatore.
Non è quindi l'esordio registico di Hitchcock che avverrà poco più tardi con The Pleasure Garden, ma, a quanto pare, da alcune scene si può già scorgere l'occhio del crimine di Hitchcock. Ll'archivio di Jack Murtag non è nuovo in quanto a sorprese: qualche anno fa era stato rinvenuto Upstream di John Ford.
Il film muti di Hitchcock, ritrovamento di The White Shadow a parte, verranno restaurati in occasione dei giochi olimpici di Londra 2012, le pellicole selezionate sono le seguenti:


The Mountain Eagle non è tra questi poichè attualmente non esiste alcuna copia del film, ma secondo molti studiosi è possibile che da qualche parte nel mondo siano nascoste le bobine, bisogna soltanto avere speranza, pazienza...e qualche bravo finanziatore dei progetti di ricerca!


giovedì 25 agosto 2011

Si tirano le somme e si ricomincia!

Agosto è quasi terminato e le vacanze giungono alla fine, gli universitari tornano sui libri, le valigie si svuotano, si riguardano le foto delle vacanze e si ripensa agli amori estivi...eh, che poesia! Ma vediamo se abbiamo fatto quello ce ci eravamo proposti di fare prima di partire: che libri ho letto quest'estate?
L'elenco che avevo ipotizzato era questo
- Il diavolo veste Prada di Lauren Weisberger

- Artemis Fowl e il morbo di Atlantide di Eoin Colfer

- Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer

- Ternitti di Mario Desiati
- La vita accanto di Mariapia Veladiano

- Accabadora di Michela Murgia

- Cuore d'Inchiostro di Cornelia Funke

- Ogni Promessa di Andrea Bajani

- Il disprezzo di Alberto Moravia
- Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia 
Bene, un disastro TOTALE! Ho letto soltanto Bianca come il latte, rossa come il sangue e Il diavolo veste Prada, ho iniziato Cuore d'Inchiostro e ne ho letto un po', ma sinceramente non mi sta prendendo molto e intanto accompagno questa lettura soft con una lettura più seria ovvero "Il cinema secondo Hitchcock" di François Trouffaut che mi sta davvero appassionando moltissimo. Che dire, non sono stata molto brava a fare i compiti! Tutt'altro! Solo che come al solito il tempo è stato pochissimo e quindi non sono riuscita a leggere tutto quello che volevo! Almeno spero di riuscire a leggere Accabadora, visto che sono mesi che vegeta sulla mia libreria!! Per il resto, avrò il tempo quest'inverno, durante il quale la lista so già che crescerà spaventosamente! Detto questo prima di concludere questo primo post di ritorno al blog, vi comunico che ho scoperto una cosa fantastica: il prossimo novembre uscirà il nuovo libro di Alessandro d'Avenia! Prepariamoci perchè il prof che tutti vorrebbero non è niente male come scrittore! 
Quindi detto questo posso ribadire di restare sempre sintonizzati perchè le novità dei prossimi mesi saranno moltERRIME!! 

mercoledì 3 agosto 2011

CHIUDO (con anticipo) PER FERIE

Mi rendo conto di essere un po' assende dal mondo-blog, ma sapete, ogni giorno ne salta fuori una nuova ed essendo in vacanza non mi risparmio. Quindi non ho sempre tempo di pensare a cosa scrivere, film in questo periodo non ne sto guardando (male! Per una che studia cinema, molto male!) e non sono nemmeno riuscita a finire un libro! Insomma un mese di vacanza...e non ho fatto NULLA! Vabbè, detto questo, mi dichiaro ufficialmente in ferie da questo luogo, nel senso che magari fino al 10 agosto qualcosa potrei anche scrivere, ma attualmente dubito. Ufficialmente ci risentiamo dal 23 agosto in avanti! Intanto voi leggete il mio passato...e preparatevi per commentare il futuro!
Leggete tanti libri, rilassatevi...e preparatevi per settembre perchè ci saranno delle NOVITA' trallallero trallallà! Volete un'anteprima? 
Non posso dirvi nulla, non parlerò nemmeno sotto tortura!
Vi ricordo solo di restare sempre sintonizzati e....se vi sto simpatica di cliccare MI PIACE su FB!!! Trovate la colonnina qui di lato.
Detto questo, buone vacanze!!!
CIAO GIOVANI!!!



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