lunedì 25 novembre 2013

Tra un libro, un tupperware e la curiosità di Hunger Games

Immaginatemi così, sospesa tra un libro e un tupperware, intenta a preparare la pasta per il giorno dopo mentre leggo l'ultimo libro acquistato in libreria. Cosa che se fosse vera, il libro sarebbe pieno di impronte digitali oleose e il pranzo irrimediabilmente bruciato.
Diciamo quindi che i libri e i tupperware sono due oggetti che ultimamente mi stanno accompagnando, quasi quotidianamente, facendo otto ore al lavoro mi preparo il pranzetto a casa e alla mattina parto sempre con la borsettina con dentro appunto tupperware di ogni misura. Che poi tupperware non sono, perché sono tutti surrogati che però vanno benissimo lo stesso. La borsettina però mi piace un sacco e vi metto qui vicino.

Stilosa eh?

Ma torniamo a parlare di un argomento consono a questo blog. I libri.
New entry di questo mese è il nuovo libro di Stefania Bertola, Ragazze Mancine edito da Einaudi che mi sta piacendo davvero molto. Lo stile di questa scrittrice è davvero unico, è piacevole da leggere e riesce ad essere sempre frizzante. Non l'ho ancora terminato, ma già ve lo consiglio!

Un altro consiglio che voglio darvi assolutamente è di andare a vedere il musical Frankenstein Junior, trovate su ArtInTime la mia recensione, è veramente molto, molto bello! Broadway è finalmente arrivata in Italia. Se lo avete già visto fatemi sapere qui sotto se vi è piaciuto.

Prima di salutarvi poi una domanda: qualcuno di voi ha mai letto i libri di Hunger Games? So che sono per ragazzi e conosco vagamente la storia, vedo che diversi blogger ne parlano bene, altri non li leggono proprio per una mancata affinità con il genere. Cosa ne pensate? Li conoscete? 

Grazie per le info! Alla prossima, carissimi lettori!!!!!



domenica 17 novembre 2013

E così vorresti fare lo scrittore di Giuseppe Culicchia: recensione!

Adoro Culicchia.
Ho avuto modo di conoscerlo e secondo me è veramente uno scrittore brillante, che non ha paura di dire le cose come stanno e soprattutto ha la capacità di scrivere libri molto diversi tra loro e questo nuovo libro è una chiara dimostrazione della sua abilità.
Se volete fare gli scrittori, o avete messo da un po' di tempo il naso in mezzo al mondo dell'editoria, senza arrivare a livelli altissimi, dovete assolutamente leggere il nuovo libro di Culicchia: E così vorresti fare lo scrittore.
Perché?
Perché se siete lettori, scrittori, aspiranti tali, editori, organizzatori di presentazioni, presentatori di lettori e quant'altro, sicuramente vi ritroverete nelle sue pagine, nelle sue vicende, in molte delle cose che racconta.
Tre step caratterizzano la vita di uno scrittore, quando pubblica il primo libro è una "Brillante promessa", quando passa al secondo libro è chiaramente il "Solito stronzo" che se la tira e che ha scritto un secondo libro pessimo, che non era minimamente all'altezza del primo, impiegandoci un tempo biblico rosicchiato con un tira e molla all'editore, una cosa in stile Paolo Giordano insomma.
E poi dopo anni di etichetta: "Solito stronzo" si passa allo step finale, a quello che ti porta nell'olimpo dei beati, che ti fa diventare un "Venerando maestro", l'uomo delle lectio magistralis che può scrivere libri incomprensibili, ma in quanto venerando maestro...ha pur sempre ragione, no?
Tra un'etichetta e l'altra ci sono poi le perle di saggezza in perfetto stile Culicchia, i brevi e divertenti racconti che raccontano le presentazioni dei libri, dallo studente che non sa leggere, si passa al "solito pazzo" che non ha letto il libro ma che vuole per forza fare una domanda, fino al libro di storia locale, immancabile regalo che viene dato allo scrittore. Non dimentichiamo poi la cena con lo scrittore che si svolge sempre a fine presentazione e che diventa un momento ottimo per non far mangiare l'autore e costringerlo a rispondere ancora a centinaia di domande. 
E così vorresti fare lo scrittore è un libro da leggere assolutamente, edito da Laterza potrebbe ingannarci e suggerirci che è  un manuale. Allora a questo punto la domanda è d'obbligo: è un manuale di editoria? Più che altro lo definirei un manuale di sopravvivenza, della serie "Io ti dico come gira il mondo qui dentro, se hai voglia salta sul carro dei folli, se non ti va lascia perdere.". Una lettura che scorre piacevole grazie allo stile di Culicchia semplice e affascinante, che cattura il lettore e gli fa trascorrere dei momenti piacevoli in sua compagnia.
Una poesia, di Bukowski citata anche da Culicchia credo sia il riassunto perfetto per questo libro, ve la incollo qui sotto. Non voglio dilungarmi troppo, lascio spazio al "Venerando maestro", buona lettura"

E così vorresti fare lo scrittore? 


Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.

se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.

se lo fai solo per soldi o per fama,
non farlo
se lo fai perchè vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.

Se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.

se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
allora aspetta pazientemente.
se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos'altro
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.

non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall'autocompiacimento

le biblioteche del mondo
hanno sbadigliato
fino ad addormentarsi per tipi come te
non aggiungerti a loro
non farlo
a meno che non ti esca
dall'anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all'omicidio,
non farlo
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da sè e continuerà finchè tu morirai o morirà in te.

non c'è altro modo
e non c'è mai stato.

giovedì 7 novembre 2013

Gallina vecchia...è vecchia!

Okay, è il dodicesimo post in tre mesi in cui scrivo: "Scusate mi sono assentata un attimo, ma sono ancora viva, ho avuto i miei impegni e bla, bla, bla.".
Infondo tutti hanno degli impegni no?
Io ho degli impegni e due libri da recensirvi, millemila cose di cui vorrei parlarvi e cerco ogni giorno la ricetta per avere giornate da 48 ore, perché anche se fossero 36 non mi basterebbero. Sì, io appartengo a quella schiera di persone che hanno le giornate da 24 ore, sono demodè, mi dispiace. Ora cercherò su Google se esiste un rimedio a tutto ciò, ma sono restia. Potrei imbattermi in una di quelle domande di Yahoo Answer e poi potrebbe venirmi voglia di rispondere. 
Yahoo Answer per me è una droga. Ve l'ho mai detto? Ho perso le giornate a rispondere alla gente su Yahoo Answer e qualcuno mi ha pure ringraziata. Sono cose da appuntarsi nel CV, cose da stampare su manifesti grandissimi e da appendere in tutte le piazze, cose da spifferare alla vicina-quattro-dita che si preoccuperà di raccontare a tutti quelli che incontra e che magari non sanno neppure chi sei, cose...sì, sto divagando.
Torniamo a noi.
E' novembre e comincia a fare freddo. E anche questo scommetto che lo sapete già, soprattutto se vivete nel nord Italia, se vivete da Roma in giù probabilmente sarete ancora a mollo nell'acqua godendovi da brave lucertole gli ultimi raggi di sole. 
Io sono avvolta nel piumone con la borsa dell'acqua calda. Che immagine romantica. 
E ora mi bevo pure la tisana: che poesia!
E' giovedì e domani grazie al cielo è l'ultimo giorno di lavoro. Sia beato il weekend, momento in cui si ricaricano le energie e che purtroppo finisce troppo presto.
Vi sto deprimendo? Sì, mi sto deprimendo pure io! Che domande. 
Certo che scrivere il giovedì che uno odia il lunedì, insomma...già parte male con il weekend. 
Basta la smetto!
Parliamo di cose serie. 
Ho comprato la borsina nuova per il portatile!
Eccovi la foto, ovviamente è uno di quei colori che non viene mai bene in foto, proprio come me. Sarebbe un carta di zucchero cangiante, ma scuro, che dà sul color petrolio quasi ottanio e se lo fotografate con il cellulare sembra nero. (Il sacchetto per il vomito è sotto al sedile...)
Quello sullo sfondo è il mio piumone tamarro. Mi sembrava giusto condividere anche quello.

Tornando alla borsa, ho scelto la marca Tucano perché ne ho già avuta una di questa marca per il precedente portatile ma era per un 17'' e ora ho un 14'' ed è davvero grande, ho quindi scelto di fare questo investimento. Perché è effettivamente un bell'investimento!
Lungo la mia peregrinazione ho fatto un salto anche in un meraviglioso negozietto di via Principe Amedeo a Torino, è un negozio che vende articoli home made da diverse persone e oggetti che comprano a Parigi. Ha delle cose veramente sfiziose. Mentre curiosavo e mi trattenevo dal comprare un paio di orecchini, mi sono imbattuta in una serie di gioielli davvero molto carini e sfiziosi realizzati da Mariella Serra. Trovate qui il SITO, mi piace moltissimo il suo stile. A dire il vero non trovate on line le piccole opere che ho visto questa sera, ma potete avere un assaggio delle sue creazioni. 

E prima di salutarvi faccio una promessa: prometto solennemente che non sarò più una donna latitante da queste parti, ma cercherò di intrattenervi il più possibile pubblicando ogni tanto qualcosa di sensato o di pseudo tale. 
Siete pronti?

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