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martedì 18 agosto 2015

Gli affari miei!

Ero a Torino. Sì quando ho iniziato questo blog ero a Torino. A Torino ho:
- studiato
- fatto uno stage
- lavorato

Ora sono a Novara per uno stage.
E metà a Forlì per un master.
Con il cuore sempre in Inghilterra, perché un anno fa sono stata a Manchester e ho visto anche York e ho capito che l'Inghilterra avrà sempre su di me un potere rigenerativo senza pari. 
Eccomi a Manchester (sono quella con la maglia rigata bianca e fucsia ovviamente! 

A breve sarò a Milano.
Pendolare.
Per lo stage legato al master.

Non ho mai amato Milano, anzi. L'ho sempre trovata un po' troppo sopra le righe per i miei gusti, troppo...troppo insomma. Irraggiungibile, assurda, caotica, sporca... ma in questo 2015 mi sono un po' ricreduta.

Sarà l'effetto Expo, non so...ma già a fine 2014 in occasione di una gita a Milano con le colleghe torinesi ho avuto modo di vedere quegli scorci che mai avevo scoperto. Posso dire che non avevo mai visitato Milano. Ne sono certa e ancora oggi posso dire che non la conosco. Per esempio: quant'è bella la Darsena? 

Ci sono stata quest'anno per motivi lavorativi legati allo stage, per sopralluoghi e per i colloqui del master. Ho preso la metro da sola, ebbene sì, ho preso l'aereo da sola, la metro di Torino da sola...ma mai, mai la metro di Milano. E la rifuggivo come la peste nera. Caso umano? Non credo di essere l'unica, anzi se anche tu sei come me...scrivimi un commento, così non ci sentiamo soli!

Insomma, dicevo Milano.

Milano, la città dove le idee possono crescere, dice la mia Moleskine edizione limitata per Expo 2015.



Sarà vero?

Non lo so, ma questa Milano quest'anno mi sta perseguitando.

Dovrò fare la pendolare e se il pendolarismo non fa per me sento già puzza di scatoloni e scotch. Ma non voglio pensarci.

Dovrò fare la pendolare e già penso di dover rispolverare il kit di sopravvivenza del pendolare che avevo riposto nell'armadio nel 2009, quando ho decretato chiusa la mia vita da pendolare Borgomanero-Torino.

Lo rispolvererò? 

Ai tempi ero una studentessa. Eastpack imperava
Zaino, tracolla, astuccio, portafogli.

Sono quasi passati 10 anni. Argh! 

Insomma, il kit nel frattempo è defunto.
Zaino: rottamato!
Borsa a tracolla: donata al fratello!
Borsa a spalla: assolutamente scomoda, acquistata solo perché "faceva moda" andare in giro gobbi!

Insomma, non ho un kit!
Ma ci sto lavorando.
Non ci credete?

Dieci anni dopo mi riscopro:
- eticamente impegnata
- dresscodizzata
- businessizzata
- più pratica
- ecologica
- ugualmente scema (dovevo scriverlo prima che qualcuno si prendesse male!)
- autrice di www.unaerredueti.it (pubblicità progresso! Almeno sapete che cosa sto facendo della mia vita!)

E come faccio a mettere insieme tutte queste cose? Non se puede! 
Ma ho riassunto tutto nel: bagaglio 3mendo.
Borsa in pvc riciclato, made in Italy, comoda, pratica, urban, di design (che a Milano è una parola inflazionata quanto gianduiotto a Torino), lavabile...
Riuscirò mai a trovarla?



La capostipite di queste borse è la Freitag: costosa! Molto costosa! E svizzera.
Io voglio una cosa Made in Italy, perché voglio sostenere il nostro bellissimo paese. 
Sono patriottista, devo aggiungerlo alla lista sopra. Oltre che nostalgica e campanilista...

Ci sono anche un sacco di altri brand italiani di borse in pvc simili alla Freitag.

Hukke
GarbageLab
Recycledbag 
RiamaBag

Insomma, la borsa in pvc piace e secondo me sarà apprezzata sempre di più. Scommettiamo?
Intanto la Full Spot ha lanciato la O-Folder, la borsa lavabile e di plastica piace, soprattutto se giri in città e la strusci contro le persone, sui mezzi, per terra...
La borsa di plastica la appoggi ovunque, un po' di sgrassatore e taaac...ripulita! 

Non ci credi?
Provala! 




mercoledì 23 aprile 2014

Settimana breve #BIT

Adoro le settimane brevi.
Adoro i ponti.
E chi non li adora? Smettetela di fare i perbenisti crumiri, tutti adorano le settimane corte, perché anche durante i pochi giorni di lavoro...qualche minuto è sempre dedicato a sognare le vacanze.
Sì perché ammettiamolo, è la vacanza che ci costringe a correre, preciso: l'idea stessa della vacanza ci mantiene in vita, ci fa svegliare ogni giorno e rotolare verso le nostre scrivanie. 
Non succede anche a voi?
A me già succedeva al liceo: "Resisti, devi solo arrivare alle 13 e poi vai a casa a dormire." 
L'ultimo anno sono sopravvissuta così, dicendomi: "Resisti, fatta la maturità sarai fuori per sempre da questo girone infernale!". E quando sono uscita...il mondo mi attendeva.
Ammetto di aver vissuto un po' male i miei 5 anni di liceo, ma per viverli bene bisognava avere i superpoteri..una roba da niente no?
Però, quanto sarebbe bello avere i superpoteri...io vorrei il dono dell'ubiquità: per essere in più posti contemporaneamente e fare dodicimila cose, da quelle utili a quelle dilettevoli. 
Tipo: io n° 1 è alle Maldive, mentre io n° 2 è in ufficio a lavorare, mentre io n° 3 legge un libro e io n° 4 sta facendo un corso di formazione. Che goduria! Se tutti avessimo questo dono...sarebbe un disastro! ...forse la soluzione a tutto non sono i superpoteri...devo trovare la soluzione giusta, can you help me? 

venerdì 18 aprile 2014

La filosofia di Tippete #BIT

Oggi pensavo: conoscete anche voi la gente che parla a vanvera? Quelli che non hanno assolutamente nulla da dire, che allungano ogni discorso a livelli estremi senza fondamentalmente dire nulla. Li conoscete?
Io personalmente non li sopporto.
Non li sopporto perché li ritengo una perdita di tempo in versione Sapiens Sapiens POCO Sapiens. Come diceva Tippete in Bambi: se non sai che cosa dire, è meglio che non dici niente. 
Tutti hanno qualcosa da dire, o meglio lo credono, poi da quando c'è Facebook c'è gente che ha anche troppo da dire e dovrebbe imparare a contenersi. Posso dire cosa hanno fatto certi miei amici di Facebook durante tutta la giornata, perché questi non hanno più in mente qual è la linea di demarcazione che separa il mondo reale dal web
Ho visto coppie lasciarsi su Facebook e altri mettersi insieme. Dilettanti quelli che flirtano solo su Facebook. 
Ho visto gente chiedere consigli quando stava male: non si andava dal medico una volta?
Ho visto gente pubblicare foto che personalmente poteva tenersi per sè.
Ho visto gente raccontare le proprie vacanze secondo dopo secondo, bevuta dopo bevuta, sbornia dopo sbornia, a guardare bene si vedeva l'alcol trasudare dalle lettere degli stati pubblicati. 
Ho visto gente insultare altra gente su Facebook.
Ho visto gente dichiarare guerra al mondo attraverso Facebook. E qui ci spendo due parole. La domanda è: cos'avrebbero fatto Spartaco, Attila, Nerone, Cesare con Facebook? Sarebbe interessante. Nerone per esempio avrebbe proposto di inserire il tasto: "BRUCIA" al posto di Mi piace, variazione che personalmente avrei utilizzato rischiando quasi di abusarne in alcuni casi. Sapete quanti "Brucia" al giorno regalerei? Caspita! Che pensiero cattivo. Ma credo di non essere la sola a pensarlo.
In qualsiasi caso nell'utilizzare i social è bene fare propria la filosofia di Tippete: quando non sai che cosa dire, è meglio che non dici niente! E buona giornata! 


giovedì 17 aprile 2014

Di che ordine sei? #BIT

Questo post nasce da un dialogo con i colleghi. 
Oggi in pausa pranzo si parlava di ordine e di disordine. Da un rapido sondaggio abbiamo scoperto che tra i colleghi esistono numerose coppie in cui un elemento è ordinato e l'altro è disordinato, come le due metà della mela si compensano a vicenda, creando un equilibrio perfetto. 
Ovviamente i disordinati hanno cercato, durante il dibattito, di far valere le loro ragioni: il disordine solitamente è dettato dalla fretta, dalla voglia di volersi dedicare ad altro, dalla svogliatezza. L'ordine non lo so perché io...sono una disordinata.
A volte cerco di psicanalizzarmi e mi domando se il mio disordine sia nato da un rifiuto dell'ordine imposto da mia mamma, donna notoriamente molto ordinata. 
Personalmente mi domando perché non riesco a tenere in ordine nulla. Lavoro nel caos e anche ora vi sto scrivendo da una scrivania poco, poco ordinata. Se dovessi citare gli oggetti intorno a me sulla scrivania vanno da una serie di riviste a delle forbici, cd, una scatola di Tachipirina, la custodia dell'Ipad, un libro, una gruccia, il kindle, alcune bustine di campioncini di cosmetici, un'etichetta di una maglia. Che disastro. Eppure...accumulo. Accumulo fino al punto in cui mi dico: "Fai veramente schifo, datti una regolata!". E allora ecco che a casa mia arrivano i Ris di Padova con tanto di pennellino per rilevare le impronte digitali. Pulisco e riordino ogni cosa, talmente tanto da rendere la casa invivibile e poco comoda. Diciamolo: il nostro disordine è dettato dalla comodità, la comodità di usare una cosa e poi buttarla lì, perché almeno è già pronta per l'uso successivo. E' dettato inoltre dalla necessità di procrastinare ciò che non riteniamo momentaneamente utile. Se consulto un libro e poi lo lascio perché devo fare altro, beh lo lascio dove capita. E' arrivato il momento di fare altro, quindi quella cosa passa avanti rispetto alla mia consultazione del libro, che termina nel preciso istante e in quel luogo in cui mi viene avanzato l'invito di dedicarmi ad altro, oppure semplicemente è arrivato il momento di fare altro.
E' difficile da spiegare, ma mettiamola così: non siamo disordinati, siamo creativi! 

P.S. Per i deboli di cuore: la foto di questo post è stata scattata nel maggio 2013. Quella è la mia scrivania dopo il Salone del Libro 2013...non ha mai raggiunto quei livelli. Giuro.

mercoledì 16 aprile 2014

Pasta fresca #BIT

Vi siete mai maledetti per aver sbagliato a fare la spesa più e più volte? Per esservi concessi a quell'offerta che vi ha costretti a mangiare la stessa cosa per più giorni? 
Ebbene, a me è capitato proprio in questi giorni. Se dovessi scrivere un libro, lo intitolerei "Io e le trofie", perché vi assicuro che mi stanno uscendo dalle orecchie. Mi sono lasciata abbindolare da un'offerta, ma 500g di trofie, preciso pasta fresca, da mangiare da sola...vuol dire fare una sessione della durata di almeno 4 pasti abbondanti! Comprate 500g di trofie solo ed esclusivamente se avete ospiti e se potete condividerle con qualcuno, mai e dico mai comprare tutta questa pasta se siete gli unici commensali. Non compratela nemmeno se pensate di mangiarla "prossimamente", vi ridurrete il giorno prima della scadenza a mangiare quintali di trofie condite con ogni cosa con la quale è possibile condire delle trofie. In quel momento imparerete l'esistenza di sughi mai immaginati, cose che farebbero impallidire Carlo Cracco e tutti gli aspiranti Cracchi del mondo. 
Cracco appunto diceva: se vuoi fare il figo, usa lo scalogno. Io dico: se vuoi fare il figo, non farti abbindolare dalle offerte! 
Mi riprometto di stare attenta ogni volta, ma spesso e volentieri ci ricasco. Imparerò mai la lezione?
Vediamo! In qualsiasi caso vi comunico che ieri sera ho terminato le trofie, oggi mangio fuori. 

lunedì 14 aprile 2014

Raggi di sole #BIT

Due raggi di sole, mezzo grado in più di temperatura e le città si riempiono di persone, tutti si riversano per strada sfoggiando look più o meno primaverili, cercando di carpire ogni micro raggio di sole.
Che poi sia sensato, questo è tutto da vedere!
No, non sono sociopatica, semplicemente non capisco la gente che ad aprile sfoggia i vestiti che i comuni mortali indosserebbero ad agosto: dove vai in canottiera e shorts?
Ma soprattutto: se metti la canottiera ad aprile...cosa ti metti ad agosto? Giri nudo? Ti togli la pelle?
Veramente è complesso comprendere cosa passa per la testa a queste persone: ho capito che fa caldo, ma non fa ancora così caldo!
Il punto è: questi problemi me li faccio solo io? Probabilmente sì, probabilmente perché io quando arrivano i primi caldi non sono mai pronta con il cambio armadio, arrivo sempre con due o tre settimane di ritardo, sia mai che torni improvvisamente il freddo e io, freddolosa come sono, potrei ritrovarmi improvvisamente sprovvista di abiti adatti al clima del momento. Sì, perché in 50 mq è difficile tenersi tanti vestiti e quando si fa il cambio armadi significa spedire a casa-casa tutto, dove l'armadio è più grande e i mq sono di più. E poi, diciamocelo: ma quanto è noioso e spesso imbarazzante fare il cambio armadi? Se volete leggere un mio vecchio post sull'argomento, vi consiglio di cliccare QUI, in caso contrario...buona giornata! 

venerdì 11 aprile 2014

L'attesa #BIT

Il venerdì ci si alza tutti frizzanti. 
E' l'ultimo giorno.
E' costituito da quelle 24 ore che ci separano dal weekend. In questa giornata quello che più conta è l'attesa. Se ci pensate il weekend passa in un niente, ma il venerdì sogniamo senza limiti tutto quello che faremo sabato e domenica, progettiamo, pianifichiamo, ipotizziamo, siamo carichi, pronti a spaccare il mondo. E poi arriva il weekend e magari riesci anche a fare almeno un 1% di tutto quello che avevi pensato di fare...solo che le ore lontano dall'ufficio sono solo 48 e quindi...tutto vola velocissimo. Certo, ammetto che questo pensiero di venerdì mattina è alquanto fuori luogo, eppure è così. Pensateci.
E' l'attesa di ogni cosa a rendere ogni singola cosa...speciale! Bisogna essere capaci di vivere il momento, l'attimo, godere dell'attesa quanto del momento in cui quella cosa accade. Carpe diem dicevano i latini. Mordi l'attimo che passa, carpiscilo, fallo tuo, perché non tornerà, nel bene e nel male vivilo. 
Aggiungo poi che bisogna essere capaci di portare le cose belle con sé durante i giorni bui che sembrano non passare mai, quelle giornate in cui niente sembra andare come deve.
E' difficile, ma è un modo per sopravvivere. 
Se poi riuscissimo a trovare il positivo in ogni cosa che ci accade...beh sarebbe fantastico!
Tutti abbiamo dei modi per sopravvivere,  l'idea del weekend ci aiuta a sopravvivere l'ultimo giorno della settimana, quando siamo più stanchi e il collo dell'imbuto diventa più stretto. 
Non ci credete? Fatemi sapere...
Intanto buona giornata e buon weekend! 

giovedì 10 aprile 2014

Investimenti #BIT

Oggi parliamo di investimenti, non di quelli bancari, ma di investimenti fisici. Ieri mattina mentre andavo al lavoro ho rischiato di essere investita contemporaneamente da una bambina in monopattino e da una ciclista che ovviamente andava sul marciapiede.
Il rischio di essere investiti da un mezzo su due ruote sale sempre di più. Ormai girare per la città con il naso all'insù è fantascienza, non solo perché tutti camminano con la faccia incollata allo smartphone o controllano dove mettono i piedi a causa delle cacche dei cani che decorano il marciapiede. Il pedone non può più prendersi il lusso di girare nelle aree pedonali perché rischia di essere investito dai ciclisti che usano questi spazi come se fossero delle piste ciclabili, per non parlare poi del ritorno della moda del monopattino.
La nana (leggete bambina) in questione sfrecciava senza ritegno verso la scuola, con la mamma che letteralmente le "correva appresso" con lo zainetto in spalla. Cara mamma, due cose: mai e dico mai fare da sherpa ai propri figli, lo zaino può portarselo da sola, al massimo compragli uno di quei cosi mostruosi col trolley così se lo trascina in giro tipo bara. Seconda cosa: tieniti la figlia "appresso", ma proprio appiccicata! La bambina che ha cercato di investirmi, rischiava seriamente di cadere e farsi male: anche io tengo all'incolumità della bambina e soprattutto vorrei evitare di cominciare la giornata con le urla isteriche di una bambina e della madre. 
Occhio quindi non solo alle auto e alle moto, ma anche ai ciclisti e ai bambini con il monopattino.
Pensate che una mattina ho visto una mamma che si trascinava a casa il monopattino del bambino...prima lo zaino e poi il mezzo su due ruote..che scene! E povere mamme!

mercoledì 9 aprile 2014

O bag, il mio trip del momento

Ogni tanto mi prendono dei trip.
Ogni tanto mi innamoro di una cosa e la studio a lungo prima di comprarla.
Il mio trip della primavera 2014 si chiama o bag. La conoscete?
Ve la presento. Anzi, vi racconto la mia storia.


Da un po' di tempo a questa parte mi sono letteralmente invaghita di queste borse in silicone (vedete foto!), perché sono così belle, ma così belle che non puoi davvero non notarle. Sono pratiche, leggere, colorate (ma ci sono anche colori sobri!), innovative, resistenti, lavabili, capienti...insomma, la borsa che tutte le donne vorrebbero avere. La borsa che tutte le donne dovrebbero avere. Oltretutto potete comporla completamente voi, scegliete la scocca, i manici, il canvas, che per i neofiti è il sacchettino interno...componete e zac, borsa fatta! E se poi è inverno gli mettete il cappottino, gli cambiate i manici, insomma è una borsa quattro stagioni. ...ed è perfetta per trasportare anche quelle diecimila cose tipo libri e kindle che ci portiamo sempre dietro per ammazzare i momenti morti quando si è in coda o sui mezzi in città.

Eddai, ora ditemi se non è geniale!

Ed è pure made in Italy, cosa che mi rende orgogliosa del nostro paese! Se potessi aprirei subito un negozio di oggetti Fullspot, perché oltre alla o bag hanno realizzato anche degli orologi davvero deliziosi e tremendamente stilosi, sì, dico stilosi!
Non ci credete? Fate un giro sul sito di Fullspot, divertitevi e diventatene dipendenti.
E soprattutto non ditemi che non vi avevo avvisati.

Il problema principale di fronte a queste borse è trovare il colore giusto, quello di cui non vi stancherete mai. A me piace molto il verde mela della foto qui sopra, ma anche molti e molti altri...e se vi chiedessi un consiglio? Scatenatevi!





lunedì 7 aprile 2014

Ricomincia la settimana! #BIT

Nemmeno un mese che è partito il Buongiorno in Technicolor ed ecco che rompo il ritmo. Innanzi tutto vi chiedo scusa per l'assenza di venerdì scorso, ma la sera prima mi sono addormentata alle 22.30 di sasso, come se non dormissi da sei mesi...quindi rapita dal sonno non ho potuto gramellinizzarmi. Il sabato e la domenica non do il buongiorno a nessuno, perché in quanto tendenzialmente giorni non lavorativi (ahimè so che non è così per tutti) sono meno necessari i buongiorno. 
Torno oggi con un titolo cambiato. Causa Google e algoritmi suoi, altrimenti detti: rotture di scatole per i poveri blogger, temo che inserire svariati post con lo stesso titolo possa arrecare danno al mio blog, dicono infatti che Google potrebbe leggerli come cose scopiazzate, cosa che porterebbe il blog a non essere più indicizzato dal motore di ricerca...insomma per non farla lunga che è pure lunedì, vi spiego cos'ho deciso di fare.
Il Buongiorno è confermato, ma cambia titolo ogni giorno e acquista l'hashtag #BIT che sta per Buongiorno In Technicolor, che potete usare per condividerlo su Facebook e per divulgare il verbo, per regalare "na botta di colore" a tutti quelli che alla mattina arrancano verso la scrivania. Bit poi è una parola che ha molteplici significati, ma essendo lunedì non voglio spiegarveli, altrimenti oggi non ci arrivate alla scrivania! Se proprio siete curiosi, interrogate l'amica Wiki. 
Se siete sopravvissuti alla caotica spiegazione e se vi sembra che il ragionamento sia piuttosto sensato, vi ringrazio per la pazienza e vi auguro buon inizio di settimana!

giovedì 3 aprile 2014

Buongiorno in Technicolor #8

Se Carrie Bradshaw teneva una rubrica dal titolo Sex and the City, io dovrei cominciare a tenerne una che si chiami Puzza nella city. Vi spiego.
Ogni mattina vado a piedi al lavoro, passo dopo passo mi rendo conto che gli stessi angoli puzzano ogni giorno allo stesso modo, un pezzo puzza sempre di cacca di cane, uno di detersivo, uno di immondizia. Potrei camminare bendata ed essere certa di sapere dove mi trovo, allo stesso tempo però ammetto che avrei dei seri problemi a mettere i piedi dato che ogni giorno i marciapiedi sono cosparsi di escrementi di cani. Prima di desiderare un cane ricordatevi che quando lo portate in giro dovete raccogliere i suoi scarti solidi, i pedoni potrebbero non apprezzare i regalini puzzolenti del vostro cane lungo i marciapiedi. 
Fortunatamente non ci sono solo le puzze a guidarmi per la città, ma ci sono anche un sacco di profumi: di pizza, di pane appena sfornato e poi ci sono gli "odori del mercato" quelli che definire puzze è peccato, ma che allo stesso tempo non sono profumi così invitanti. Per esempio a me piace un sacco il formaggio, ma col cavolo che mi faccio rinchiudere nella cella dove stagionano la fontina! Oppure adoro la frutta e la verdura, ma spesso tutti i profumi insieme creano un odore parecchio pesante. 
E detto questo...vi lascio al vostro tran tran quotidiano! Non annusate troppo! 
Buonagiornata!

mercoledì 2 aprile 2014

Buongiorno in Technicolor #7

Ieri sera...pensavo. E pensavo al Pensatoio di Albus Silente. Chiedo scusa per il giro di parole, ma mi sono dispersa nel mondo di Harry Potter e a quella fantastica bacinella che Silente usava per rivedere i ricordi e per farli conoscere ad Harry. Lontano anni luce dal pensatoio come lo intendo io, ovvero come luogo dove pensare e creare. 
Sono convinta che tutti noi abbiamo un luogo prediletto dove creiamo. Una stanza della casa, uno spazio all'aperto... Personalmente io creo e mi invento le cose migliori sotto la doccia, in bagno. Credo che il bagno sia un luogo con grandi potenzialità, la maggior parte delle volte che mi soffermo davanti allo specchio, mi perdo in mille pensieri, quando faccio la doccia penso alle cose da fare e trovo soluzioni. Ebbene sì, io sotto la doccia non canto, a meno che non ci sia Spotify a palla. 
Molti poi definiscono "pensatoio" il tronetto che tutti noi abbiamo in bagno, quella sedia sulla quale chiunque può sentirsi un Re. 
Scherzi a parte, penso che il bagno sia un luogo ottimo per pensare perché è il luogo dove effettivamente siamo soli o cerchiamo di esserlo, è il nostro momento privato dove possiamo davvero fantasticare, creare, riflettere. Nel film The Truman Show, Truman e l'amico si trovano una sera e tra una birra e l'altra l'amico confida a Truman che spesso quando si siede sul wc sogna di essere intervistato. Ora, non fate i puritani: ditemi se anche voi non avete provato a tenere una conferenza stampa mentre eravate in bagno, ditemi se non avete mai immaginato di fare il discorso del secolo davanti allo specchio. Se la vostra risposta è "No": non ci credo! E in qualsiasi caso, mentre meditate, vi auguro buona giornata! 

martedì 1 aprile 2014

Buongiorno in Technicolor #6

Una volta, quando ero studentessa, mentre stavo facendo colazione in cucina nel mio collegio, mi sono soffermata ad osservare in quale stato di degrado e indecenza lasciavamo ogni mattina la cucina. Dopo pochi istanti è entrata la signora delle pulizie e ricordo come se fosse ora che le ho detto: "Non so come riesca a non arrabbiarsi, fa quasi schifo vedere tutta questa roba sporca!". La signora si è girata verso di me e mi ha detto: "Ma no, ho visto di peggio...". Poi ha iniziato a pulire. Io non sapevo cosa intendesse con peggio, ma non ho dovuto aspettare molto per scoprirlo. La signora mi ha raccontato di quando puliva i bagni pubblici, cosa ben più disgustosa della cucina di un collegio universitario, mi ha detto che lì faceva veramente schifo. Al termine del discorso poi mi ha detto: "Però sai Francesca, qualsiasi lavoro farai quando finirai l'università, ricordati di metterci il cuore. Non andrai lontano se non ci metterai un po' di cuore e non farai nemmeno bene il tuo lavoro." 
Questa piccola lezione di vita mi ha scosso molto e ogni tanto me la ricordo, perché fatta da una persona che tutte le mattine deve fare le pulizie a cose che hanno pulito gli altri fa pensare. Infondo è vero, se un lavoro non piace è facile farlo male. Certo a volte è impossibile riuscire a lavorare bene in certi ambienti e con certi lavori, non voglio assolutamente metterlo in dubbio. Però io penso a quella gente che ora un lavoro non ce l'ha e a quanti su Facebook si lamentano perché devono andare a lavorare...insomma, non mi sembra molto corretto. Questo mondo del lavoro è facile da subire, ma è davvero complesso volgere al positivo, farci piacere quello che facciamo. 
E voi ci riuscite? Buonagiornata!

lunedì 31 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #5

Ricomincia la settimana con l'ora legale. Dopo un weekend trascorso tra statuti, libri e siti sulle start-up, è tempo di tornare in ufficio ed è tempo di tornare a scrivere il buongiorno del mattino! 
The morning report, cantava Zazu in The Lion King, mentre nella versione italiana la scena è stata cassata...non chiedetemi il perché, ma era molto, molto carina. Ma non è di Zazu e del rapporto che fa a Mufasa sui pettegolezzi delle zebre e degli elefanti che voglio parlarvi questa mattina. Questa mattina infatti chiacchiereremo di: youtubers! Ebbene sì! Ammetto di trascorrere più ore davanti a youtube che davanti alla televisione, ormai ho i miei personaggi preferiti, adoro farmi letteralmente i cavoli loro la sera mentre sorseggio una tisana oppure la domenica pomeriggio prima di prendere il treno. 
Effettivamente se ci pensate noi entriamo nelle loro vite per curiosare, certo loro aprono le porte delle loro case e ci portano a spasso tra le stanze, ci raccontano cosa hanno voglia di mettersi, quanti animali domestici hanno e come si chiamano. Ormai sono davvero moltissimi i vlogger che sbrodolano parole e parole, fotogrammi e fotogrammi per raccontarci la loro vita...e noi la guardiamo. Alcuni poi sono più brillanti, altri risultano noiosi e monotoni. Se ci pensate un tempo questa cosa era tipica delle vecchiette dei paesini, che si sedevano fuori dall'uscio di casa a "tagliare e cucire" sul conto di tutti quelli che passavano di lì, inventandosi spesso cose che non avevano alcun fondamento logico. Youtube, e aggiungerei pure Facebook, rendono questo lavoro del tutto inutile: chiunque spiattella la propria vita in faccia agli altri e ad oggi è possibile fare pettegolezzi anche su persone che vediamo una volta l'anno o che abitano dall'altra parte della terra. Ecco cos'abbiamo guadagnato con la globalizzazione: noi non metteremo più la sedia fuori dall'uscio, a noi basta sederci comodamente davanti al pc, basta far scorrere un po' la bacheca di Facebook e zac! Ma sarà tutto oro quello che luccica? Alcuni utenti vomitano di tutto sulle loro bacheche, altri un po' meno, altri ancora nulla. I miei preferiti sono quelli che depistano gli amici, che raccontano cose che non fanno. Nell'era dei social tutto è lecito, anche le bugie! Buona giornata!

Ecco qui la canzone di Zazu! 






venerdì 28 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #4

Mentre sto scrivendo questo post il mio stomaco si sta torturando e urla incessantemente: "Ho fame! Dammi cibo!" come la pianta carnivora Audry2 della Piccola Bottega degli orrori, film che citavo qualche ora fa al lavoro, quindi se state leggendo questo post al mattino, lo citavo ieri. 
Insomma ho fame e youtube continua a pubblicizzare il cioccolato Milka con le bolle, peccato che youtube non sa che io odio profondamente quel cioccolato, dolciastro a livelli estremi e pressoché inconsistente. Avete mai pensato quanto il cibo stia invadendo il nostro panorama visivo ogni giorno?
Non so voi, ma i miei amici di Facebook si divertono a fotografare e condividere ogni cosa che fagocitano. Mangio pasta, tac: foto alla pasta. 
Mangio al Mc, tac: foto al vassoio con il tripudio di grassi idrogenati.
Siamo nell'era della pornografia alimentare. Noi ostentiamo il cibo e lo facciamo con i social, con la televisione, gli abbiamo creato degli hashtag ad hoc e condividiamo ciò che mangiamo alle parole di foodporn. Scusate: #foodporn
I programmi di cucina imperano e ora ditemi se riuscite più a fare una sola cosa senza consultare o un libro della parodi, o Giallo Zafferano o le pillole di saggezza di Carlo Cracco: se vuoi fare il figo, usa lo scalogno. Ed effettivamente vi assicuro che lo scalogno vince sulla cipolla dieci a zero! 
Ormai poi è normale amministrazione esclamare cose alla Bastianich: vuoi che muoro? Neanche mio cane mangia così merda. 
Insomma oltre che amanti del cibo noi Italiani ci stiamo pure sgrammaticando con "sti programmi televisivi". Giusto per divertirci con la fotografia alimentare, oggi infiocchetto il buongiorno con una mia foto di Instagram (quella che si lamenta del #foodporn ma che contribuisce a crearlo): si tratta degli 'gnudi che ho mangiato a Firenze e che ho prontamente instagrammato quando erano ancora caldi e vaporosi nel piatto. Si chiamano così poiché sono fatti dal solo ripieno del raviolo, 'gnudi a letto, come mamma li ha fatti. E se non è pornografia alimentare questa...

giovedì 27 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #3

Siete anche voi vittime del pranzo fuori casa? Anche voi andate a lavorare con millemila tupperware o loro sosia? Avete anche voi diecimila di quelle cosette di plastica che si ungono a livelli estremi e per ripulirli ci mettete minimo due ore e mezzo flacone di detersivo?
Beh, se avete risposto sì, mi consolo. Se avete risposto no, vi invidio!
Pensare ogni sera a cosa si deve cucinare per il giorno dopo e poi inscatolarlo in quei box trasparenti è davvero noioso, alcuni potrebbero anche dire alienante. E poi bisogna avere anche la borsetta per trasportare il pranzo: c'è chi ci investe e chi ha una borsa qualsiasi senza porsi il benché minimo problema. Mia mamma mi ha ripetutamente sgridata quando ha saputo che andavo a lavorare: "Con quel bruttissimo sacchetto di stoffa: orrendo!", tant'è vero che alla prima occasione mi ha comperato quello che vedete nella foto: infantile, iper riconoscibile, in perfetto stile China Town, ma vi assicuro che è davvero comodo! La mamma è sempre la mamma, ne sa! Il problema di chi pranza fuori casa, anche se sfoggia un sacchettino ultima moda, rimane sempre quello delle ciotolette di plastica, perché poi se sono farlocche...rischiate di rovesciare il contenuto ovunque! Pensate: prendete di corsa un tram e la vostra scatoletta viene shakerata come non mai, salite e poi come minimo siete pressati in mezzo ad altre decine di persone. Il vostro sacchettino viene sballottato a destra e a manca e intanto voi iniziate a pregare che il contenuto resti al suo posto. Ma quando mai!? Ecco che dai bordi comincia a fuoriuscire una certa quantità di liquido: voi non lo vedete ma ve lo sentite, allora cominciate a pregare che non macchi tutta la borsa o peggio ancora che non cominci a gocciolare il sacchetto. Insomma questi contenitori sono davvero una disgrazia. Fortuna che ne hanno inventati alcuni a chiusura ermetica, ma la paura dello shaker è sempre in azione! E oggi cosa state shakerando di bello nelle vostre borsettine? 

mercoledì 26 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #2

'Giorno gente! 
Mentre mi sto torturando a causa di un fantastico mal di gola, il peggiore degli ultimi dieci anni, penso ai vicini di casa. Voi che vicini di casa avete? Se io ci penso...in questi anni ho avuto vicini di casa di ogni genere, dai fantasmi agli adepti delle mutande. Sì avete capito bene: mutande!
Per esempio, ora sono circondata da un lato e dall'altro da gente che si diletta a girare in mutande, fermandosi davanti alla porta balcone a fissare gli altri vicini. Fissa che ti fissano, se ci fosse un proverbio probabilmente reciterebbe così. Poi ho la vicina che ha un candelabro ebraico enorme sul balcone e che alla fine di marzo ha ancora le luci di Natale avvolte sul balcone: non chiedetemi quale strana religione professi, probabilmente quella di Radio Montecarlo, visto che la spara a palla a ogni ora senza ritegno. 
Ci sono i vicini che non salutano anche se li vedi praticamente ogni giorno ed è ovvio che abitano nel tuo stesso palazzo, quelli che ti bloccano mentre stai togliendo la posta dalla buca delle lettere e non ti rilasciano se non dopo averti raccontato tutta la loro vita e soprattutto quanto sono cattive le compagnie che forniscono luce e gas. Ci sono i vicini fantasma, questi sono fantastici. Non sai quando ci sono e compaiono all'improvviso, così all'improvviso che pure il conte Dracula potrebbe spaventarsi, secondo me sono fantasmi vampiri, non si riflettono negli specchi, non fanno rumore: fluttuano nell'aria. Edward Cullen, ammettilo che anche tu vorresti essere un fantasma vampiro! 
Ognuno ha il vicino che merita? Beh, in qualsiasi caso io mi diverto a ficcanasare negli appartamenti dei vicini, a sbirciare oltre le tende (sempre che li abbiano messe!) e a immaginare un po' come sono, cosa fanno nella loro vita. Altri vicini degni di nota sono i miei dirimpettai, che quando usano il tablet escono sul balcone: che abbiano messo il modem dentro le piante? Non ho ancora capito. E voi che vicini avete? Magari assomigliano a Ned Flanders? Buona meditazione mentre andate al lavoro e buona giornata!

martedì 25 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor #1

A rieccoci. Io, voi e l'andare al lavoro. Prima di proseguire nella lettura, fate passare la vecchina dietro voi che con tutte le forze sta cercando di raggiungere il posto vuoto sul tram. Si è seduta? Ecco allora proseguiamo. Buongiorno lettori! Dormito bene? Spero di sì. Sai, oggi volevo parlarvi delle pecore. Ieri ho terminato un libro che parlava di mucche (Marina Bellezza di Silvia Avallone) e oggi voglio parlare di pecore, ho uno spirito bucolico, lo so. Ma fidatevi: io non ho niente a che vedere con Heidi e nemmeno con la signorina Rottenmeier, sia chiaro! Volevo parlarvi di pecore, ma prima bisogna fare un passo indietro.
Ultimamente mi sento così bombardata da messaggi pubblicitari di ogni genere che mi domando se ho davvero sete quando bevo oppure se è un desiderio indotto da qualche strano spot che si è innestato nel mio cervellino nativo digitale. Bei tempi quando soltanto la Barilla cercava di raccontarci che i suoi fusilli avrebbero reso la nostra famiglia migliore, bei tempi quando la Mulino Bianco dipingeva le candide colazioni delle famiglie italiane. 
Ormai ogni cosa nel mondo serve a renderti la vita migliore, anche la candeggina. Prodotto utile in casa, ma vogliamo parlare dei danni che si fanno con la candeggina? Per esempio: con la candeggina posso rovinare la mia bellissima maglietta ultimo grido...che sia delicata o meno, ma sempre candeggina è! Oppure avete mai provato a mangiarvi un kg di Fonzies? Voglio vedere se alla fine riuscite ancora a leccarvi le dita per godere al meglio, o se correrete in bagno nauseati dalle patatine al formaggio. Insomma, il potere delle pubblicità conferma che siamo un po' delle pecorelle, riusciamo a farci abbindolare da Banderas e dai suoi biscotti con solo lo 0,000000001 % di grassi, perché se lo dice l'uomo che parla con le galline: saranno buonissimi e soprattutto sanissimi! "L'ho visto alla tele!" si diceva una volta, ora diciamo: "L'ho visto su youtube.". Facendo un piccolo riferimento a quest'ultima affermazione, posso assicurarvi che grazie al tubo le mie finanze di questi ultimi anni sono state investite in diversi prodotti di cosmesi. Ammetto, sono una pecora! Ma non ditemi che voi non lo siete, perché non ci credo! Beeeeeeeh, per oggi finisco qui, buona giornata!

P.S. Da dove arriva l'idea della pecora? Colpa dei miei due pupazzi nella foto! 

lunedì 24 marzo 2014

Buongiorno in Technicolor! #0

Comincia oggi una rubrica completamente nuova, liberamente ispirata al "Buongiorno" più famoso d'Italia, quello di Massimo Gramellini, che praticamente, prese in considerazione le mie abilità sarà praticamente tutt'altro. Sarà uno spazio per augurarvi buona giornata e per costringermi a farmi viva più spesso da queste parti. 
Poche parole per strapparvi (si spera!) un sorriso, per allietare il vostro risveglio e i primi 5 minuti in ufficio, quando uno, dopo aver timbrato, si ritaglia qualche minuto di svago sulla rete prima di buttarsi a capofitto nelle scartoffie. Brevi post da leggere in tram o in metro, per distogliere il vostro sguardo dal tipico ragazzetto in viaggio verso la scuola, con le auricolari incollate alle orecchie, il volume a palla, lo sguardo incollato al cellulare e la mascella intenta a torturare la gomma, perché si sa, sui tram non si fuma! Voi non sapete nulla di loro eppure conoscete il nome delle mutande che indossano, grazie a quei meravigliosi pantaloni con il cavallo basso che lasciano intravedere quello che noi chiamiamo intimo e che in inglese si traduce con underwear proprio perché deve stare sotto: under. Ma si sa che da quando Anna Oxa ha mostrato gli slip sul palco di Sanremo, il mondo non è più stato lo stesso! Se poi si tratta di ragazzine, hanno i capelli piastrati, così lisci che nemmeno l'umidità più umida può sconvolgerli, e li accompagnano con un makeup che nemmeno Clio avrebbe mai potuto immaginare. Giovincelli che fondamentalmente sono assenti dal mondo, che non sanno nemmeno chi ci sta governando (non che sia semplice ricordarlo!) così abituati come sono alla precarietà. Loro che in seconda superiore possono organizzare una squadra di calcio a 11, riserve incluse, con tutti i docenti di lettere che hanno cambiato. Ma sto divagando. 
Insomma questa rubrichetta sarà la mia riflessione di ieri per il lettore di domani, sperando di non annoiarvi troppo: buona giornata e stay tuned!   

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