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venerdì 22 febbraio 2013

The Carrie Diaries: series and book!

Avete presente Sex and the City? Bene, è giunto il momento di conoscere Carrie prima che diventasse LA CARRIE di Sex and the City. Se vi state domandando come sia possibile...beh, è molto semplice.

Esiste un libro, edito in Italia da Piemme, intitolato Il diario di Carrie di Candance Bushnell (originale The Carrie Diaries) che racconta appunto il prequel di Sex and the City. Io non l'ho ancora letto, quindi non so darvi un parere, di sicuro sarà un libro molto rilassante e leggero, niente di impegnativo, ma sta di fatto che negli States hanno deciso di reallizzare una Serie TV tratta da questo libro, credo più ispirata a lui. Il titolo appunto è The Carrie Diaries. In Italia, ovviamente non è arrivata, potete guardarla in streaming, ormai non è una novità che le serie americane siano reperibili con largo anticipo anche da noi.
Ho iniziato questa esperienza da poco, sono appena al terzo episodio, e per ora posso dirvi che mi piace. Ovviamente è anni luce distante da Sex and the City, ma sia il "sex" che la "city" ci sono, logicamente proporzionati a una Carrie ancora adolescente e completamente inesperta riguardo entrambi gli argomenti. Una serie tv che sembra un rituale di iniziazione e una specie di work in progress su quella che sarà poi la Carrie che tutti noi conosciamo.

In Italia attualmente, come dicevo, possiamo leggere il libro: Il diario di Carrie eccovi una scheda rapida.
Esiste sia in versione cartacea che in ebook.

TRAMA
Per chi pensa che le puntate di Sex and the City siano finite troppo presto, per chi non ha mai smesso di sognare il giorno in cui metterà l'anello al dito dello Scapolo d'Oro e per chi, in fondo al cuore, si chiede da sempre come si fa a diventare la regina di New York... Il prequel di Sex and the City e racconta, sotto forma di diario segreto, gli esordi della protagonista di una delle più celebri serie televisive di sempre. Primi amori, prime amiche, primi passi verso una carriera come scrittrice, fino al primo taxi a Manhattan... Dedicato alle fedelissime, ma strizzando l'occhio anche alle lettrici più giovani, Il diario di Carrie sarà in libreria in contemporanea con l'uscita del film Sex and the City 2 nelle sale cinematografiche.

Che dire, spero di leggerlo presto e di potervelo recensire con tanto di confronti con la serie TV, che speriamo non chiuda come è successo all'altra che stavo seguendo: 666 Park Avenue.


giovedì 21 febbraio 2013

Ricatto d'amore: recensione!

Ogni tanto un film un po' più leggero non guasta, anzi.
Ieri sera facendo un po' di zapping mentre ero spaparanzata sul divano mi sono imbattuta nel film su Rai 1, Ricatto d'amore. Trattasi di una di quelle pellicole che di fatto sai già come vanno a finire, ma sei sei una sentimentalona romantica come me le guardi ugualmente, metti da parte il tuo snobbismo cinematografico imparato in cinque anni universitari (sto scherzando eh) e lo guardi. Ti concedi quelle scarse due orette con una commediola poco impegnativa che però ti fa sorridere.
Che poi, onestamente, sarà sempre la stessa roba trita e ritrita, ma ogni tanto le cose cambiano.
Iniziamo con la sinossi.

SINOSSI
New York le aspirazioni di un ragazzo, Andrew Paxton, che sogna un futuro nell'editoria, magari anche da scrittore, si infrangono contro le infinite vessazioni del suo capo, la classica donna tutto lavoro e niente divertimento. Il giorno in cui però il capo, Margareth Tate, rischia di essere deportato nel natio Canada per problemi di visto si presenta l'occasione per un matrimonio di interesse, operazione di certo rischiosa ma potenzialmente foriera della sospirata promozione. L'unico problema sarà tenere in piedi la rappresentazione senza che nessuno, nemmeno l'immigrazione, se ne accorga.
La commedia matrimoniale newyorchese, un vero e proprio genere a sè, va in trasferta in Alaska, dove risiedono i genitori dello sposo e dove si svolgerà gran parte del film (dopo l'opportuna introduzione cittadina). Retaggi indiani all'acqua di rose, beghe familiari di poco conto e un'evoluzione dei personaggi ai minimi storici tuttavia non inficiano eccessivamente la godibilità di un film diretto con gusto, ritmo e qualche guizzo.

Come avrete notato, niente di nuovo sotto il sole e nel panorama cinematografico, a parte questa storiella degli uffici della casa editoriale che rendono la questione leggermente diversa, ma sempre di ambiente lavorativo si tratta.
Onestamente apprezzo molto la Bullock come attrice, è effettivamente molto brava e anche Ryan Reynolds è apprezzabile e pure molto bello, in questo film sono ben assortiti come coppia e anche se in un primo momento sembrano estremamente agli antipodi, pian piano, ovviamente, riusciranno a trovare un modo per comunicare tra loro.
A fare da corona ai due, una pazza famiglia, dell'Alaska, i Paxton, capitanati da una nonna novantenne che sembra essere più in forze del nipote e della sua finta-fidanzata. Un personaggio interessante che darà un po' di brio alla storia e varierà un po' la trama che altrimenti risulterebbe troppo scontata e monotona. 
Margaret poi è la tipica donna in carriera che necessita di uno psicanalista, ha perso i genitori quando era sedicenne e non sa più cosa voglia dire avere una famiglia e avere qualcuno che ti vuole bene, la sua acidità sembra dettata da questo, infatti la gita a casa Paxton le servirà proprio per riscoprire se stessa e risistemare i conti con il passato.
Andrew, ovviamente, non va d'accordo con il padre, ma la nonna tutto fare riuscirà a sistemare anche questa cosa, insomma, la novantenne sembra un perfetto deus ex machina, che abbia scritto lei la sceneggiatura? Scherzi a parte, se avete voglia di una pellicola poco impegnativa, se non urlate di fronte alle cose già viste e riviste, se volete staccare un attimo il cervello, vi consiglio di guardare questo film.
Se vi reputate troppo seri e volete guardare solo pellicole impegnate, non necessariamente film muti giapponesi, ma semplicemente pellicole di un certo spessore: non guardatelo.
E poi non ditemi che non vi avevo avvisati.

VOTO:


P.S. Tre Chaplin è un buon voto, 
onestamente fa anche ridere come commedia, 
quindi scorre bene. 
Dai si può sopravvivere,
 ho sinceramente visto di peggio di questo genere!

lunedì 1 ottobre 2012

666 Park Avenue S01 E01

Non è ancora arrivata in Italia, ma è possibile reperirla in streaming e credetemi: ne vale davvero la pena! 
Di cosa sto parlando?
Della nuova serie tv che, secondo me, stregherà l'America e non solo: 666 Park Avenue.
La storia è tratta dai libri scritti da Gabriella Pierce e narra le vicende che si svolgono all'interno di un condominio lussuoso, il Drake, al numero 999 di Park Avenue, un luogo misterioso, oscuro ricco di segreti, in cui si intessono storie di vivi e di morti. 
Jane e Harry sono una coppia giovane e squattrinata che dal Queens (dove viveva Betty di Ugly Betty, che cito volontariamente vista la presenza di Vanessa Williams, nota anche per Desperate Housewives) va a New York ad amministrare questo meraviglioso condominio. 
Ovviamente dietro al lusso sfrenato si nascondono misteri e nefandezze di ogni genere, dagli assassini ai ladruncoli di condominio, passando per provocanti assistenti che abitano nel vicinato, squattrinati sceneggiatori della off-Broadway e donne in carriera.
Un mix perfetto capitanato dalla coppia che possiede il Drake, i coniugi Doran interpretati dalla Williams e da un reduce di Lost: Terry O'Quinn.


Sono reduce dalla visione dell'episodio pilota e che dire: promette davvero bene! Diciamo che ha in sè tre di quegli elementi che fanno già partire come vincente un prodotto d'intrattenimento:
- soldi
- sangue
- sesso
Se i primi due si sono visti alla grande, infatti il lusso del Drake dimostra che al suo proprietario i soldi non mancano e la moglie, Olivia, è disposta a spendere 4000 $ per il vestito da sera della sua nuova amministratrice (il tutto con un doppio fine, di certo), la parte "sesso" ancora manca, è stata evocata un briciolo di sensualità e le giuste provocazioni, che presentano i personaggi e chiariscono quali sono i loro punti forti e le loro debolezze.

Scritta da David Wilcox (noto per Fringe e Life on Mars) 666 Park Avenue è una serie tv tutta da vedere e da gustare, sono tanti i misteri da scoprire che presenta questo episodio, è inevitabile vedere il seguito!

Il sito italiano: http://www.666parkavenue.it/ 

Alla prossima!



giovedì 7 giugno 2012

Manhattan Transfer di John Dos Passos: recensione!

Finalmente arriva in Italia in versione integrale Manhattan Transfer di John Dos Passos, autore della celeberrima generazione perduta, noto per il suo spirito anarchico, era stato parzialmente censurato in Italia dalla cultura Fascista, strano eh?

Manhattan Transfer narra le storie di vite, vite che sono inserite nella grande metropoli New York, la metropoli dalla fine del secolo all'età del Jazz di cui era cantore il ben noto Fitzgerald, che torna in ogni pagina di Dos Passos, regalandoci scenari unici che lo stesso Hemingway aveva apprezzato dicendo che Dos Passos aveva descritto molto bene e con grande attenzione New York, tanto che anche gli Europei potevano capire come fosse questa città così tremendamente affascinante. 

La struttura di questo libro presenta lo stile della narrazione molteplice e, da quanto ho capito, dovrebbe essere uno dei primi tentativi della letteratura, che, legato logicamente allo stile dell'epoca, ci permette però di capire perfettamente come si svolgevano le vite delle persone nella grande e sterminata New York, in un periodo fatto di alcol, gangster, malavita e violenza. E' come se Dos Passos vi prendesse per mano e vi portasse in giro per la città a conoscere gente, luoghi, stili di vita, hobby dell'epoca, mantenendo però sempre fisso uno sguardo verso la storia con la S maiuscola, dai poveri ai ricchi, senza distinzioni, perché New York, una delle città più popolose della terra, accoglie tutti indifferentemente. 
Ogni capitolo è introdotto da un cappello introduttivo che racconta aspetti e luoghi della città, è completamente slegato dalla restante narrazione, ma ci regala dei quadri di ulteriori momenti di vita della città, come se fossero delle foto.
Indiscussa protagonista dell'intero romanzo in mezzo a questo valzer di vite rimane sempre lei: New York.
Il libro è molto corposo, un bel romanzo di 384 pagine, scritte molto fitte, ma che coinvolge facilmente il lettore grazie alla dinamicità dei dialoghi e delle vicende. Io a New York non ci sono mai stata né tantomeno l'ho conosciuta negli anni dell'età del Jazz, ma appoggio completamente l'affermazione di Hemingway perché trovo molti riscontri dei film dell'epoca. So che molti di voi diranno: "Ah capirai quanto può essere credibile e veritiero un film!" Beh, se non vi fidate, fate una full immersion nei film degli anni 30 e poi ne riparliamo. 

Spero abbiate notato che finalmente la città protagonista delle mie letture non è più Londra, per una volta, ma non preoccupatevi, non sono ancora diventata una fan di New York, è stato un caso che ho apprezzato molto e che vi consiglio. 

VOTO


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