martedì 31 luglio 2012

Ordine da libraccio.it

E' arrivato!
Chi?
Ma l'ordine che ho fatto il 15 luglio libraccio.it e aggiungerei FINALMENTE!
Ci ha messo molto, è vero, e non so il perché, ma visto che i libri non erano urgenti, non è che io abbia sofferto poi molto. 
Sul sito me li davano disponibili in 3 giorni, anche su IBS quando la disponibilità è oltre i 2 giorni diventa difficile recuperare entro i tempi la merce, oltretutto io ho fatto un casotto con il pagamento perché all'inizio avevo ordinato due libri poi ho visto il terzo ma ormai avevo confermato l'ordine. Così ho dovuto fare un secondo ordine e poi unirli. Il problema è che ho scelto due opzioni di pagamento diverse: furba eh!! Quindi mi dicevano di contattare il Libraccio. Ho inviato una mail tramite il loro form del sito e mi hanno subito risposto, questo ieri mattina e oggi alle 13 il pacco era nelle mie mani: velocissimi nella spedizione!
Siccome so che molti erano incuriositi da questo sito, ho voluto fotografare i libri in ogni loro lato in modo da offrirvi una panoramica dell'oggetto. Sono libri usati e quindi non sono perfetti.
Ho preso due libri da leggere (La ragazza di Charlotte Street e Romanzo Rosa) e uno per l'università (La grande Hollywood), inserendo un libro della categoria scolastica ho dovuto aggiungere 1 euro alla spedizione. Se spendete più di 29 euro è gratis, altrimenti sono 2,90 euro. Io in tutto ho speso 3,90 euro e spediscono con corriere. Credo ci sia anche il contrassegno come opzione. La cifra è giusta, calcolando che ho speso di libri solo 28 euro invece che 56 euro (13 + 17 + 26), insomma: mega risparmio. Qui i più scettici diranno: si ma che libri hai preso? Saranno rovinati!
Ebbene, vi spiego.
La politica del Libraccio prevede che i libri non siano rovinati, che siano completamente integri, si riservano di vendere libri sottolineati o comunque scritti nel caso si tratti di libri scolastici, come nel caso del mio La grande Hollywood. 
Andiamo con ordine e spazio alle foto!


Questi sono i tre libri come mi sono arrivati: direi che l'immagine parla chiaro, ma guardiamoli nel dettaglio, a scanso di equivoci. 

Iniziamo dal libro La grande Hollywood che ricordo a prezzo pieno costa 26 euro, mentre io ho speso solo 12 euro, come indica il cartellino sul retro della copertina.

 

Il libro è leggermente sporco a causa della sua copertina bianca e tra i tre è quello in cui si vede maggiormente l'usura. All'interno le pagine sono sottolineate, come vedrete nella prossima foto, ma è come quando acquistate un libro di seconda mano nelle librerie attorno all'università. In qualsiasi caso è raro trovarli al 50% come in questo caso.


Alcune pagine sono anche più scritte e sottolineate, ma niente di indecente. Ci sta.
Passando ora ai due romanzi, ho scelto due libri del 2012, quindi recenti, che è rarissimo trovare usati e che onestamente stavo per acquistare a prezzo pieno.
Invece, li ho trovati a metà prezzo in uno stato favoloso!
Guardate e giudicate voi!




Questo è il libro di Stefania Bertola che a prezzo pieno costa 13 euro, l'ho pagato esattamente la metà ed è nuovo, unica pecca, se proprio vogliamo essere pignoli e una piccolissima grinza sull'angolo sinistro in alto sul retro, ma è impercettibile e sono cose che possono avere anche i libri nuovi che trovate in libreria. Solitamente quando trovo libri così in libreria evito di acquistarli, soprattutto se costano 13 euro...in quel caso esigo la perfezione. Sono noiosa, lo so, ma sono comunque soldi...no?
L'altro libro che ho preso è La ragazza di Charlotte Street, ambientato a Londra (ma dai!) scritto da Danny Wallace, costo a prezzo pieno 17 euro, pagato 8,50 euro.


Come potrete notare su questo libro c'è addirittura un bollino che dichiara "Usato mai sfogliato 50%", il libro è meravigliosamente nuovo, intonso ed è davvero MAI sfogliato perché la costa laterale è intatta, come del resto anche quella del libro della Bertola.
Anche qui l'angolo sinistro è bollato, ma ci sta, ci sta.
Eccovi per concludere poi le foto laterali dei libri. Come vedrete La grande Hollywood è quello più usurato perché possiamo dire che è stato veramente usato, gli altri due...non so.


Mi sento un po' come le ragazze che fanno le review dei cosmetici in questo post (wooow) ma spero sia utile soprattutto nel caso in cui vogliate fare un ordine da libraccio.it. Se siete contro l'acquisto di libri su internet, in molte città esiste il negozio del Libraccio, se controllate sul loro sito trovate tutti gli indirizzi. Io avevo parlato di quello di Torino QUI .
A presto!

Storia del fuoco sacro di Olimpia e del braciere deambulante


Ieri, lunedì 30 luglio, è sorta la polemica del braciere, collocato al centro dello stadio è stato spento e spostato all'esterno. Subito tutti i benpensanti si sono alzati e hanno additato la scelta londinese come scandalosa e non conforme alle regole olimpiche.
Ora, gente del mondo intero, non avete pensato che magari il comitato olimpico sia stato consultato da Boyle riguardo la collocazione e lo spostamento del braciere? Non avete pensato che il Sacro fuoco di Olimpia sia stato prelevato e poi ricollocato sul braciere?
Credo che lanciare accuse senza riflettere minimamente sui fatti sia da veri imbeccilli! Ieri sulla fanpage di Repubblica numerose persone insultavano Boyle e gli inglesi per questa scelta. Per non parlare poi di quanti definiscano una spesa inutile i giochi olimpici soprattutto visto il periodo economico che stiamo attraversando. L'Olimpiade si è fermata solo in caso di Guerre Mondiali, lo stadio Olimpico di Roma è uno degli avanzi della mancata Olimpiade del 1940 ad esempio, diciamo che solitamente nell'antichità erano le guerre a fermarsi per l'Olimpiade. A parte questo, credo che a livello economico, è triste pensarlo, ma per certa gente è il caso di farlo notare, le Olimpiadi siano sì un investimento, ma allo stesso tempo c'è un grande guadagno economico per la nazione e anche di strutture, ricordiamo che a Londra è stato rivalutato un intero quartiere che era praticamente il bronx londinese, scusate se è poco! Ricordiamo, già che ci siamo, la grande fortuna che è stata Torino 2006 per la città di Torino.
Certo che se nel mondo mettiamo ogni cosa sul lato economico, allora cominciando dalle piccole cose per esempio io non dovrei minimamente scrivere questo blog che ad oggi [31 luglio 2012] non è per me fonte di guadagno, molti dovrebbero smettere di fare volontariato perché alla fine non viene in tasca nulla se non "i sorrisi delle persone aiutate". Ci lamentiamo di sentir solo parlare di titoli, borsa e altro...e poi siamo i primi ad attaccarci all'economia in momenti in cui la cara e vecchia signora può, grazie al cielo, passare in secondo piano. 
So che i soldi fanno la differenza, ma so anche che a volte per guadagnare bisogna prima di tutto spendere. Legge dell'economia pure questa, se non lo sapevate!
Tornando al nostro braciere, credo sia bellissima e geniale l'idea di Boyle di crearlo con dei petali portati da ogni nazione, perché quel braciere arde per tutte le nazioni, quello è il Sacro Fuoco di Olimpia dea delle Olimpiadi, quindi ripeto, e ne sono convinta, che Boyle avrà preso tutte le precauzioni del caso di comune accordo con il comitato olimpico. Non stiamo parlando dell'organizzazione del compleanno di un bambino di tre anni, sono le Olimpiadi! 


London 2012

Le Olimpiadi sono iniziate e per la terza volta nella storia dell'Olimpiade moderna si svolgono a Londra, città magica e multietnica, città che adoro.
Venerdì 27 si è svolta la cerimonia di inaugurazione, diretta da David Boyle il regista di Trainspotting e The Millionaire ha saputo dar voce alla storia britannica esaltandone la sua forza, la sua bellezza e la sua internazionalità. Dai verdi prati della campagna inglese siamo finiti ne pieno della rivoluzione industriale con uno splendido Kenneth Branagh che ha recitato alcuni versi de La tempesta, poi è stato il momento della cultura, centinaia di letti a ricordo del Grate Ormond Street Hospital, ospedale a cui Barrie ha devoluto tutti i diritti del suo celebre Peter Pan, è stato il momento di Voldemort, del Children Catcher e di Mary Poppins, capitolo sulla letteratura per l'infanzia aperto dalle prime righe di Peter Pan letto da Johanne Kathleen Rowling. Momento comicitá con tanto di James Bond che recupera la regina a Buchingam Palace e la scorta allo stadio olimpico e poi Mr. Bean con il suo Chairots of Fire, per noi Italiani Momenti di Gloria.
Poi c'è stata la musica: Queen, Beatles e altri, intervallati da soap opera e televisione, il tutto è culminato in una parata di 10000 atleti a cui è seguita l'accensione del braciere olimpico, nascosto al centro del campo.
Una cerimonia spettacolare, magica, Inglese. Ho letto molte critiche riguardo l'eccessiva autocelebrazione del Regno Unito, gente che preferiva Pechino, altri che denunciavano la struttura troppo sconclusionata.
Non so che cerimonia abbiano visto queste persone.
Certo, era lunga, io ammetto di non aver retto fino alla fine, ma parliamo della storia dell'auto celebrazione: cosa dovevano are per tre ore e mezza? Invitare la Merkel a fare un monologo? Inserire uno streep tease di Victoria Beckam? Oppure infilarci una sfilata di moda? Non so... Certe volte di fronte a certe critiche resto sconvolta, soprattutto quanto mi trovo davanti a giudizi infondati o espressi spesso senza motivazione.
Penso che ieri sera Danny Boyle abbia portato a casa il suo oro olimpico mettendo in mostra le bellezze dell'Inghilterra, ricordando che nella west End ci sono più musical che a Broadway, dimostrando che la cara Elisabetta non è così fredda e inespressiva come sembra, anzi, si è prestata bene al gioco. Ha dimostrato che gli inglesi non hanno paura di sfoderare Mr Bean e di ricreare su di lui la scena madre di uno dei film che ha consacrato agli Oscar la cinematografia inglese, oserei, post Hitchcock! Ha dimostrato che se prendo Kenneth Banagh posso fargli recitare Shakespeare in mezzo a un Prato, poi ci metto la Rowling, una scrittrice, a leggere Peter Pan, un attore che si finge James Bond...insomma, io quando vedo queste cose penso: cos'avremmo fatto noi in Italia? 
Poi però ripenso alla cerimonia di Torino 2006 e mi dico: no dai, siamo capaci di esaltare il nostro bel paese, nonostante tutto. Forse è il periodo storico che mi fa cadere le braccia, purtroppo si vedono sempre i soliti incapaci sorpassare chi vale e queste cose fanno venire il nervoso. Sapete, credo che noi Italiano siamo bravi a svenderci all'estero e a non credere minimamente nelle nostre possibilità. Potremmo essere una delle nazioni più invidiate eppure...ci perdiamo in un bicchiere d'acqua. 
La cerimonia olimpica serve forse da campanello di richiamo per dire alla nazione: ehi, non vedi quello che sei? Non ti accorgi di quello che hai, della tua gente, della tua ricchezza che non si misura in titoli, ma in persone?
Il Regno Unito forse è più patriottico dell'Italia, noi no, siamo un po' esterofili! Forse dovremmo rivederci quella cerimonia di Torino 2006, forse dovremmo provare ad andare in libreria e prenderci un libro di Pavese, di Verga, di Bassani, di Calvino, di Levi, della Morante, di Moravia...dovremmo prenotare una vacanza a Firenze, a Roma, a Venezia, a Napoli, a Palermo....dovremmo mangiare una pizza in più. Ma sto divagando.
Tornando alla tanto dibattuta cerimonia: Boyle ha fatto bene a fare queste scelte, se proprio vogliamo trovargli una pecca allora io gli domanderei dove sia finito Sherlock Holmes, ma onestamente a fronte dello splendore e del genio messo in atto ieri sera, sono disposta a chiudere un occhio. Ha esaltato il Regno Unito, ha fatto quello che doveva.
Il prossimo che mi parla di cerimonia troppo autocelebrativa mi deve spiegare cos'avrebbe fatto al suo posto, perchè davvero, sono curiosa. A tal proposito dimenticavo che noi Italiani diventiamo allenatori, registi, scrittori on demand: siamo opinionisti nel sangue, o meglio, siamo come i signori che si ritrovano in piazza, a Borgomanero il venerdì quando c'è mercato. Questi signori si trovano lì, sotto la statua della Madonna e iniziano a dibattere sui problemi della settimana e diventano economisti, allenatori, designer, stilisti...fanno quei bei discorsi da bar. Anche su questo punto noi Italiani dovremmo crescere un pochettino, al bar si possono anche fare discorsi più furbi eh!
Basta, mi sono dilungata troppo. A me la cerimonia è piaciuta, tanto di cappello a Boyle, al Regno Unito e alla bellissima cultura inglese, nota non solo in Inghilterra, ma conosciuta a livello Internazionale. 
Spulciando qua e là su internet ho trovato due articoli interessanti che parlano della cerimonia olimpica, a quanto pare ai Britannici non è dispiaciuta poi tanto.


lunedì 30 luglio 2012

State ascoltando: Web Radio Station!

Inizia una nuova settimana e si comincia con una collaborazione!
Qualche giorno fa tramite giri vari ed eventuali (di cui vi spiegherò prossimamente) sono entrata in contatto con una web radio: Web Radio Station, che mi ha proposto di inserire il suo plugin nel blog. Era da un po' di tempo, sinceramente, che volevo inserire la musica in Life in Technicolor, perché senza la musica la vita avrebbe meno colore. 
Quindi appena mi si è presentata questa opportunità ho subito accettato, a dire il vero ero un po' preoccupata riguardo le mie conoscenze di html perché quando ho dovuto inserire il modulo di facebook ho penato parecchio... Appena mi è arrivato il codice sono corsa a inserirlo sul blog e...sentite il sottofondo? Bello eh? 
E non appesantisce nemmeno il caricamento della pagina! Cosa, a mio parere, fondamentale! Mi snerva parecchio visitare blog superaccessoriati che ci mettono mesi per caricare tutto e poi magari hanno un sottofondo musicale monotematico che invece di invogliarti a sfogliare altre pagine ti fa venire l'orticaria...
Insomma, se non l'avete ancora capito, sono tremendamente felice di questa new entry su Life in Technicolor, se penso a come avevo cominciato e a come sono cambiate le cose ad oggi (dopo quasi due anni) beh, sono molto felice! 
Un grazie speciale però è per tutti voi che mi seguite, che leggete e condividete i miei post, a chi commenta e a chi preferisce restare in disparte, ma è comunque un assiduo lettore.
Grazie a tutti, grazie a Web Radio Station per l'opportunità....e alla prossima!
Stay Tuned!

venerdì 27 luglio 2012

Vidi: Il cavaliere d'Africa di Ilaria Goffredo

Il cavaliere d'Africa è il nuovo libro di Ilaria Goffredo edito da 0111. Sono rimasta subito piacevolmente incuriosita dal titolo e non vedo l'ora di iniziare a leggerlo (a tal proposito ringrazio l'autrice per avermelo inviato).
Ilaria non è nuova al mondo dell'editoria, infatti ha pubblicato anche Amore e Guerra sempre per 0111.
Ecco a voi la trama.




TRAMA
Selene è una ragazza italiana come tante. Un giorno parte per il Kenya, destinazione Malindi, per lavorare come volontaria in una scuola professionale. Si innamora dell’Africa e di Edward, un giovane insegnante kenyota bellissimo, passionale e istintivo. Tra loro esplode un amore travolgente, viscerale, ma anche difficile a causa delle grandi differenze culturali. Insieme affronteranno l’Africa travagliata e magica, con i suoi colori e i suoi profumi, alternando la povertà e la morte a momenti di passione impetuosa e a volte quasi violenta che li unirà in un’anima sola. Il diario di un viaggio nel cuore dell’Africa, il diario di un viaggio in fondo al cuore, che continuerà con la promessa di un anello dalla pietra blu.

L'AUTRICE
Biografia dell'autrice dal suo blog su blogger
Mi chiamo Ilaria Goffredo, sono nata nel 1987 e vivo in Puglia, in provincia di Taranto. Ho frequentato l'istituto professionale per i servizi turistici che mi ha permesso di viaggiare in tutta Europa lavorando in agenzie di viaggi e grandi villaggi turistici, nonché come hostess durante convegni e da guida turistica nel mio splendido paese barocco per turisti tedeschi e inglesi. Nel 2005 ho lavorato come volontaria in una scuola professionale di Malindi, in Kenya. Lì mi sono innamorata di quella terra meravigliosa e della sua gente straordinaria e non passa giorno in cui io non pensi all'Africa. Ad ottobre 2010 mi sono laureata nel corso di Educatore professionale nel campo del disagio minorile, della devianza e della marginalità. Sono sposata e ho due figli. Ho vinto diversi premi letterari per racconti, temi e diari di viaggio.

Contatti dell'autrice

Blog:

Vidi: Morire dal ridere di Antonietta Usardi


Sono molto incuriosita dal libro di Antonietta Usardi intitolato Morire dal ridere, non solo per la singolare copertina, ma anche per l'interessante trama ambientata nella Chinatown di Milano! 
Eccovi la presentazione.

Il romanzo, opera prima di Antonietta Usardi, ci trasporta piacevolmente nella Chinatown di Milano, il quartiere Paolo Sarpi, per farci conoscere un negozio molto particolare, Una volta e per Sempre, che produce e vende oggettistica per suicidi.
In questo luogo surreale, in cui realtà e fantasia si mescolano, troviamo una famiglia convinta che l’esistenza non offra altro che dolore e disperazione ed un bambino, con un nome da rivoluzionario, deciso a dimostrare che la vita può offrire molto altro.

TRAMA
Milano. La famiglia di Vincent e Amelia gestisce da molti anni a Chinatown un
negozio per suicidi e nella vita non sembra vedere altro che dolore e sofferenza.
Un giorno di ottobre piomba nella pace domestica il nipote, il piccolo Robespierre, amante della vita, che con tutto il candore dell'infanzia si propone un'attenta e scrupolosa opera di ottimistico sabotaggio ai danni dell’attività degli zii.

…Il giorno in cui il piccolo Robespierre arriva a bottega è una soleggiata mattina autunnale, di quelle che da queste parti capitano una volta ogni tanto durante
l’anno.
Il bambino, cinque anni compiuti il primo aprile, porta in dote, come unico bagaglio, una valigia di velluto nero da cui sbuca un indecoroso pigiama giallo canarino, una borsa piena di libri da colorare, una lettera per gli zii, che da quel momento in poi saranno i suoi tutori legali fino alla maggiore età, una chioma arruffata di riccioli color carota dalla sfumatura impresentabile e un sorriso così beato stampato sulla faccia che nemmeno il Signore Iddio l’ultimo giorno della
creazione….

L'AUTRICE
Antonietta Usardi, milanese di nascita, si dedica da anni con passione alla scrittura e si occupa con successo di MilanoMagazine, giornale online dedicato a tutte le novità e a tutti gli eventi in città (www.milanomagazine.wordpress.com)

Il libro è disponibile in tutte le librerie in versione cartacea oppure in versione e-book nei migliori store online.

giovedì 26 luglio 2012

Libri a puntate in ebook by Newton & Compton

E' proprio vero che per essere originali a volte basta pescare nel passato, rimescolare gli ingredienti e si ottiene qualcosa di "innovativo".
L'ultima trovata in casa Newton & Compton ha ben poco di originale e di nuovo. L'idea di pubblicare i libri a puntate non è di certo nata ieri! Chiedete a Charles Dickens o ad Alexander Dumas come pubblicavano i loro libri e vi risponderanno: a puntate!
Ebbene sì, nell'era degli ebook reader, dei tablet, della crisi editoriale il vecchio torna in auge rimescolato alle nuove tecnologie, Newton & Compton propone così uscite mensili (costo di 0.99 €) in ebook diversi romanzi, scritti quindi "on the road". 
Si comincia con Rex Deus, l'armata del diavolo del vincitore del premio Bancarella 2012 Marcello Simoni e poi...chissà dove ci porterà il vento.
Sono pro o contro queste cose?
Diciamo che la logica non è sbagliata, anzi! Oggi vanno molto di moda le serie tv, le cose a puntate, che non finiscono subito, quindi perché non provare a riportare in auge la moda ottocentesca del romanzo a puntate?
Certo il dubbio permane quello del costo, ma credo che se al massimo parliamo di 10 uscite, alla fine il prezzo complessivo si aggirerà intorno ai 9.90€, prezzo che oggi impongono molte case editrici su tomi costituiti anche da numerose pagine, pensiamo ad esempio i libri di Tre60. Ma Newton & Compton propone cinque sole uscite, per un prezzo totale quindi di 4,95€, il prezzo di un ebook.
Il tutto a partire dal 30 luglio negli store che abitualmente vendono ebook.

Riuscirà la Newton & Compton ad accattivarsi il lettore?
Questa è una bella sfida, non siamo più abituati alla serialità legata a racconti scritti, però mai dire mai, magari ci riscopriamo lettori seriali. Diciamo che l'idea reimpastata è intrigante, aspettiamo i prossimi sviluppi. Speriamo solo che alla fine stampino anche un cartaceo del libro, per quelli che non tanto non sono lettori seriali, ma non possiedono un ebook reader o ancora sono attaccati alle pagine cartacee.

Eccovi qui intanto la trama della prima opera a puntate.

1 luglio 1544. L'armata del corsaro Khayr al-Dīn Barbarossa, grand'ammiraglio della flotta ottomana, mette a ferro e fuoco l'isola d'Elba. Lo scopo è la liberazione di un ragazzo turco, tenuto in ostaggio da dieci anni. Il giovane è il figlio di Sinan il Giudeo, generale delle galee barbaresche, e risiede nell'isola sotto la custodia del principe di Piombino. Il Barbarossa lo rivuole indietro per indurre Sinan a rivelargli un mistero tramandato dai tempi di Gesù, il Rex Deus, di cui è venuto a conoscenza durante le sue scorrerie nei mari. Se fosse svelato, sarebbe in grado di far tremare le fondamenta della religione cristiana. Il figlio di Sinan, battezzato con il nome di Cristiano d'Hercole, si troverà così, senza volerlo, al centro di un pericoloso gioco di intrighi, vendette e tradimenti…


mercoledì 25 luglio 2012

Ugly Betty

Penso che il sottotitolo esatto per questo post sia: "Arrivo tardi, ma ci arrivo anch'io.". Ebbene sì, grazie a Cristina Giuliano, la fotografa che ho intervistato QUI, con la quale sono rimasta in contatto tramite facebook, sono incappata nella simpatica e frizzante serie tv Ugly Betty.
Devo essere sincera, non l'avevo mai presa seriamente in considerazione perché io mi scoccio ad aspettare alla tv le puntate e quindi l'avevo abbandonata dopo aver visto qualche pezzo del primo episodio, ma ora che le quattro stagioni sono complete e stracomplete posso vederne quante me ne pare ogni giorno. Cristina, grande appassionata di serie tv, mi aveva detto di vederla a-s-s-o-l-u-t-a-m-e-n-t-e! e che dire: ha proprio trovato pane per i miei denti! Sono al quarto episodio e non mi scollo più! Poi ho anche scoperto che le puntate della prima stagione (per ora ho controllato queste) sono su youtube, la quarta si trova facilmente in streaming sottotitolata in Italiano, che dire: prevedo che a breve diventerò ufficialmente Ugly Betty dipendente!
Mi spiace solo che non si trovino in lingua originale le puntate, ma pazienza, vorrà dire che lo guarderò doppiato perché i cofanetti non mi va proprio di prenderli.
Riguardo la storia che dire, sono al quarto episodio non posso sbilanciarmi eccessivamente, ma credo che gli autori siano riusciti a trovare un giusto equilibrio: è moda, ma è anche denuncia della stessa, denuncia di questo mondo in cui si deve essere tutti pronti per la copertina, eppure anche da questi ambienti c'è sempre qualcosa da imparare. Ovviamente Ugly Betty è l'emarginata della situazione non solo perché non è bella (che poi diciamolo, ma ogni tanto si intravedono tratti di un volto carino sotto quella frangetta), ma anche perché non si veste alla moda e soprattutto sembra che la moda non le interessi.
Il primo e il secondo episodio sembrano molto "Il diavolo veste Prada", film che viene effettivamente citato dal nipote di Betty nel terzo episodio, quando si parla del famigerato book che rappresenta il nuovo numero della rivista prima di essere mandato in stampa. I personaggi sono tutti ben classificabili, abbiamo la cattiva: Wilhelmina Slater con tanto di valletto: Marc St. James, il principe azzurro: Daniel Meade, Christina Mc Kinney: la fata buona addetta al guardaroba...
Ora la maratona Ugly Betty non si ferma di certo qui, penso che inizierà lentamente ad invadere le mie giornate, aiuto! Una nuova distrazione! 
Scherzi a parte, ringrazio Cristina per la dritta!
E ora..torno a lavorare alla mia tesi, che per la cronaca non sarà su Ugly Betty...sia mai che a qualcuno venga in mente un simile collegamento, anche se...potrebbe diventare un ottimo argomento di discussione. 

martedì 24 luglio 2012

La zona morta: lettura on the road!

Ogni tanto mi capita di parlare dei libri che sto leggendo e di fare i post "on the road", solitamente lo faccio con libri che mi hanno presa particolarmente e in questo caso La zona morta di Stephen King ha avuto su di me un effetto di collante a presa rapida.
Ammetto di non aver mai letto niente di Stephen King perché onestamente non so nemmeno io il perché...avevo iniziato tempo fa Gli occhi del drago poi non so per quale strano motivo l'ho abbandonato. Ora sono ufficialmente caduta nel vortice e ho recuperato già Misery e soprattutto On Writing! Libro-bibbia che racconta la scrittura di Stephen King. A dire il vero mi sono dovuta accontentare di un ebook scaricato illegalmente perché la versione cartacea è introvabile...ho provato anche su libraccio, ma niente: è fuori catalogo. Speriamo lo ristampino presto!
Riguardo La zona morta, che dire: Stephen King è geniale nel mantenere altissimo l'interesse dello spettatore, non esiste una pagina noiosa in questo libro. Ormai ho superato la metà e spero vivamente che nella seconda parte non cambi, ma sinceramente dubito!! So che il libro è tutt'altro che recente, ma nonostante sia ambientato negli anni 70 e nonostante sia un periodo di elezioni quindi facilmente collocabile nella storia dell'America, non dà assolutamente fastidio alla lettura. Non so se rendo l'idea, ma lo stile è perfettamente al passo con i tempi. Penso che comunque il meglio del libro debba ancora arrivare, quindi vi saluto e torno a leggere! Alla prossima!!


Dark Shadows di Lara Parker: recensione!

Speravo di riuscire a fare un raffronto tra libro Dark Shadows, La maledizone di Angelique di Lara Parker e film Dark Shadows di Tim Burton, ma ahimè non sono riuscita perché purtroppo ho perso il film al cinema.
Mi concentrerò quindi sul libro che, vi avverto, non mi è piaciuto molto.
Ho fatto fatica ad entrare nelle pagine della Parker e a lasciarmi trasportare dalla narrazione. Probabilmente non ero in vena di leggere questo libro e una volta terminato ci ho messo anche un po' a decidermi riguardo cosa scrivere nella recensione, però davvero, ogni volta che termini una pagina preghi che nella successiva accada qualcosa...
Mi sono avvicinata alla lettura di Dark Shadows un po' spinta dal fascino delle strege, come la protagonista Angelique, e dalla vicenda che sembra interessante...e ripeto: non è così e poi dal film di Tim Burton che era in sala.
E' bene precisare che la storia non è opera della fantasia della Parker, ma trascrizione della soap, credo che i personaggi risultino poco approfonditi, troppo fisici e poco psicologici insomma, poco realistici. Okay, stiamo parlando di vampiri e affini, ma la mia logica è sempre la stessa: se costruisci un buon personaggio, il lettore, nel momento in cui chiuderà il libro e tornerà nel mondo reale, crederà di aver incontrato davvero colui che tu hai creato. Tanto per farvi un esempio che faccio sempre, un ottimo creatore contemporaneo di personaggi è David Nicholls.
Riguardo il resto, che dire...spero che il film abbia preso le parti più carine di questo libro e le abbia impastate e servite a puntino per accattivarsi lo spettatore, anche se ho letto che il film si concentra sulla serie televisiva piuttosto che sul libro. Ma poi sto libro, fatemi capire, è saltato fuori quando? Solo quando Tim Burton ha detto che avrebbe fatto il film?
Anche perché lei è l'attrice che interpretava Angelique nella serie televisiva, quindi lei non è nemmeno una scrittrice (e si vede! aggiungerei).
Un altro punto, forse un po' sciocco, che mi ha ostacolato, cosa mai accaduta prima, sono i nomi dei protagonisti: Barnabas e Angelique. Ostici! Cioè non sono musicali, scorrevoli, dolci e piacevoli che si addicono a due protagonisti, Angelique è anche difficile da pronunciare a meno che non si sia francofoni o ammiratori del francese e questo non è il mio caso. E' vero, questa è una motivazione sciocca e per altro sapevo già i nomi dei protagonisti ancora prima di cominciare il libro, ma probabilmente l'ho proprio preso di punta...non so.
Leggendo delle recensioni qua e là mi sono resa conto che non sono l'unica a non essere caduta sotto l'incantesimo di Angelique e Barnabas (aggiungerei), alcuni hanno anche criticato i dialoghi eccessivamente da operetta mancata, che dire, non hanno tutti i torti! Però calcolando che potrebbe essere una "trascrizione" della serie tv...

Da leggere?
Mah, ammetto che potrebbe anche piacervi, anzi, se a qualcuno è piaciuto mi esprima i suoi pareri, magari riesce a farmelo rivalutare e apprezzare. 

Trovate la presentazione del libro QUI.

VOTO


Rivalutare la provincia

Quando si nomina la parola cultura in Italia succede di tutto: c'è chi nomina le ultime letture fatte, chi parla degli ultimi film visti, chi dice di essere stato a teatro, c'è chi erige monumenti ad autori più o meno degni di essere chiamati tali e chi si scanna per dire che infondo i Vanzina raccontano poi le storie del nostro tempo: cosa fanno di male?
Siamo il paese di Michelangelo, Leonardo, Dante, Manzoni, Carducci, Montale, Goldoni, Verga, Verdi, Rossini...eppure c'è qualcosa che non va!
Mettetevi comodi, vi racconto una storia.



A Borgomanero, dove abito io, c'erano una volta, quando ero bambina due cinema: il Cinema Moderno in centro città e il Cinema Teatro Nuovo in "periferia". Solitamente io frequentavo il secondo perché ospitava una programmazione più adatta alla famiglia, non che l'altro fosse un cinema a luci rosse, ma i film che aveva in cartellone erano più impegnativi, sotto Natale, ahimè, avevano il posto fisso i Vanzina, ma avevano proiettato anche Titanic là dentro.

Quando sono cresciuta e facevo le medie sono finalmente riuscita ad andare là al cinema: ho visto "Amici   ahrarara" dei Fichi D'India, film 'monnezza per qualcuno, ma esperienze che prima o poi ci sono nella vita di ogni spettatore. Sono entrata e mi sono sentita grande, perché finalmente andavo nel cinema dei grandi,  era come vedere finalmente al cinema un film con attori in carne e ossa, altra esperienza che mi ha segnato infatti ricordo che la transizione del cartoon al film vero è avvenuta con Stewart Little, un ottimo compromesso direi.

Qualche anno fa il cinema ha chiuso e ora è lì a pochi metri di distanza da uno dei quattro corsi principali, dimenticato da tutto e da tutti. Le vetrine delle locandine giacciono vuote da tempo, tutto si è fermato là dentro. Mi ricordo che era strutturato in platea e galleria, io mi ero avventurata al secondo piano in occasione della mia unica visione del film e mi ricordo che c'era una vera e propria balconata con la ringhiera. Era già decadente ai tempi, 11 anni fa...non oso immaginare come sia diventato ora.

Eppure dispiace. 
Questa mattina ci sono passata davanti e...l'edificio si presentava vuoto. Mi dispiace non essere riuscita a fotografare il timpano che si erge sulla cima dello stabile. Incuriosita dalla struttura sono andata a curiosare qua e là per vedere il perché di questa architettura insolita per il centro di Borgomanero ed ecco la risposta QUI su questo blog. 
Sapete, sarebbe bello ristrutturarlo, riportarlo al suo splendore di un tempo, ma come trovare i fondi? E soprattutto riaprirlo per cosa? Conosco la realtà sorta da pochi anni al Teatro Rosmini e mi dicevano che non è semplice interessare i Borgomaneresi al Teatro. Li capisco! C'è gente che reputa complessi i Musical inglesi e badate bene, non in inglese, ma di origine inglese e quindi tradotti in Italiano. Si fa fatica a riempire il Teatro Nazionale di Milano. Noi Italiani ci lagniamo tanto della tivù di stato, ma spendere 10 euro per andare a vedere uno spettacolo è qualcosa di fantascientifico! Ho sentito gente che si lamentava e diceva che i biglietti del teatro costano, andare al cinema costa meno. 
Certo, si fa anche più in fretta a farsi un panino che a preparare un piatto di pasta, ma stiamo parlando di due cose differenti. Avete idea di che distribuzione abbia uno spettacolo teatrale e quale sia quella di uno cinematografico? Sono paragoni che non hanno senso!
Abbiamo luoghi bellissimi in Italia eppure conosciamo a memoria Londra, Parigi, New York...ma non siamo mai stati a Venezia, Firenze.
Mangiamo al Mc Donald ma non sappiamo quale sia il vero sapore del pane di Altamura.
Guardiamo tutti i film di Woody Allen, ma non sappiamo chi sia Dino Risi.
Abbiamo letto i libri di Stephen King, ma mai niente di Calvino.
Abbiamo centinaia di teatri, ma il divano di casa è sempre più comodo.
Siamo bravi a lamentarci, ma noi nel nostro piccolo non siamo disposti a cambiare.
L'identità di una nazione riparte anche da qui, dalla sua cultura, dalle sue radici: i Finlandesi pagherebbero oro per avere quello che abbiamo noi e noi lo gettiamo via come un ferro vecchio, una scarpa bucata, un oggetto inutile.

In periferia non c'è vita, ma spesso non siamo nemmeno disposti a crearcela. 
Se non siamo noi ragazzi, noi giovani i primi a voler rivalutare le nostre zone, i primi a volerle rilanciare, i primi a viverle...per la nostra Italia non c'è futuro e la provincia sarà sempre e più provincia!
Prima di salutarvi vi lascio un altro link, sempre al blog di cui vi accennavo sopra: CLICCA!
Dimenticavo, io parlo dei giovani..ma credo che anche gli adulti potrebbero fare la loro parte!

lunedì 23 luglio 2012

La lista di Stephen King


Volete scrivere come Stephen King?
Beh, un modo per iniziare questo cammino sarebbe leggere On Writing, la sua celeberrima autoscriptobiografia (termine inesistente, ma che mi piace usare per l'occasione) e leggere quello che ha letto lui, i libri che adora leggere e che hanno influenzato il suo stile: quanti ne avete letti? Calcolate che On Writing è del 2000 quindi la lista in 12 anni sarà cambiata un po'!

Abrahams, Peter: A Perfect Crime
Abrahams, Peter: Lights Out
Abrahams, Peter: Gli abissi dell'amore
Abrahams, Peter: Revolution #9
Agee, James: Una morte in famiglia
Bakis, Kirsten: Lives of the Monster Dogs
Barker, Pat: Rigenerazione
Barker, Pat: L'occhio nella porta
Barker, Pat: The Ghost Road
Bausch, Richard: In the Night Season
Blauner, Peter: L'intruso
Bowles, Paul: Il cielo che ripara
Boyle, T. Coraghessan: The Tortilla Curtain
Bryson, Bill: Una passeggiata nei boschi
Buckley, Christopher: Si prega di fumare
Carver, Raymond: Da dove sto chiamando
Chabon, Michael: Werewolves in Their Youth
Chorlton, Windsor: Latitude Zero
Connelly, Michael: Il poeta
Conrad, Joseph: Cuore di tenebra
Constantine, K.C.: Family Values
Delillo, Don: Underworld
Demille, Nelson: Cattedrale
Demille, Nelson: La costa d'oro
Dickens, Charles: Oliver Twist
Dobyns, Stephen: Common Carnage
Dobyns, Stephen: Il santuario delle ragazze morte
Doyle, Roddy: La donna che sbatteva nelle porte
Elkin, Stanley: The Dick Gibson Show
Faulkner, William: Mentre morivo
Garland, Alex: L'ultima spiaggia
George, Elizabeth: Il prezzo dell'inganno
Gerritsen, Tess: Forza di gravità
Golding, William: Il signore delle mosche
Gray, Muriel: Furnace
Greene, Graham: Una pistola in vendita
Greene, Graham: Il nostro agente all'Avana
Halberstam, David: The Fifties
Hamill, Pete: Why Sinatra Matters
Harris, Thomas: Hannibal
Haruf, Kent: Canto della pianura
Hoeg, Peter: Il senso di Smilla per la neve
Hunter, Stephen: Dirty white boys - Cattivi ragazzi
Ignatius, David: L'amico della spia
Irving, John: Vedova per un anno
Joyce, Graham: The Tooth Fairy
Judd, Alan: Scrittura infernale
Khan, Roger: Good Enough to Dream
Karr, Mary: The Liars' Club
Ketchum, Jack: Right of Life
King, Tabitha: Survivor
King, Tabitha: The Sky in the Water (non pubblicato)
Kingsolver, Barbara: Gli occhi negli alberi
Krakauer, Jon: Aria sottile
Lee, Harper: Il buio oltre la siepe
Lefkowitz, Bernard: Our Guys
Little, Bentley: The Ignored
Maclean, Norman: In mezzo scorre il fiume
Maugham, W. Somerset: La luna e sei soldi
Mccarthy, Cormac: Cities of the Plain
Mccarthy, Cormac: Oltre il confine
Mccourt, Frank: Le ceneri di Angela
Mcdermott, Alice: Il nostro caro Billy
Mcdevitt, Jack: Ancient Shores
Mcewan, Ian: Enduring Love
Mcewan, Ian: Il giardino di cemento
Mcmurtry, Larry: Dead Man's Walk
Mcmurtry, Larry, e Diana Ossana: Zeke and Ned
Miller, Walter M.: Un cantico per Leibowitz
Oates, Joyce Carol: Zombie
O'Brien, Tim: Il mistero del lago
O'Nan, Stewart: Mi chiamavano Speed Queen
Ondaatje, Michael: Il paziente inglese
Patterson, Richard North: Nessun luogo è sicuro
Price, Richard: Freedomland
Proulx, Annie: Distanza ravvicinata
Proulx, Annie: Avviso ai naviganti
Quindlen, Anna: La voce dell'amore: una famiglia esemplare
Rendell, Ruth: A Sight for Sore Eyes
Robinson, Frank M.: Waiting
Rowling, J.K.: Harry Potter e la camera dei segreti
Rowling, J.K.: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Rowling, J.K.: Harry Potter e la pietra filosofale
Russo, Richard: Mohawk
Schwartz, John Burnham: Reservation Road
Seth, Vikram: Il ragazzo giusto
Shaw, Irwin: I giovani leoni
Slotkin, Richard: The Crater
Smith, Dinitia: The Illusionist
Spencer, Scott: Men in Black
Stegner, Wallace: Joe Hill
Tartt, Donna: Dio di illusioni
Tyler, Anne: Le storie degli altri
Vonnegut, Kurt: Hocus Pocus
Waugh, Evelyn: Ritorno a Brideshead
Westlake, Donald: The Ax


Vidi: Il mercante di zucchero

Nei miei vari tentativi di spulciaggio qua e là, qualche giorno fa mi sono imbattuta nel sito della casa editrice Scrittura&Scritture, piccola realtà editoriale di Napoli. Tra i libri in catalogo sono rimasta incuriosita dalla trama di Il mercante di zucchero di Adriana Assini.

TRAMA

«Forza compari, di questi infami non dovrà rimanere neppure la semenza!».
Palermo, 1516. Sotto la Loggia dei Pisani, lo Squarcialupo incita i mercanti, oppressi dalle tasse e dalle ingiustizie del viceré, a contrastare le prepotenze della dominazione spagnola.
Il carismatico Gian Luca Squarcialupo, mercante di cannamele e giurato della Conceria, s'è messo, infatti, a capo della rivolta contando sull'appoggio incondizionato di Cristoforo De Benedetto, compagno di mille avventure, e sull'aiuto di parte della baronia locale.
Ma per il focoso ambasciatore delle istanze popolari, si apre un altro fronte di battaglia: sebbene conteso da amanti e concubine, vuole a tutti i costi Francesca Campo. La donna, però, è già promessa a un ricco notaio e Gian Luca pur di averla è pronto a stringere un patto persino col demonio.
Intanto, un'oscura e malvagia confraternita di sette membri, sette come i peccati capitali, incappucciati e armati di stiletto, sta cospirando contro di lui…
«È un tipo scaltro ma per nostra fortuna piuttosto avventato» disse con falsa noncuranza il capo della confraternita. «Fa un uso spregiudicato delle armi eppure, nonostante questo, è uno generoso e, dunque, vulnerabile. Dettaglio che potrebbe essergli fatale.» 


L'AUTRICE

Alla domanda “la verità è in un sogno solo o in molti sogni?" Adriana Assini risponde “in molti sogni”, che alla fine ne fanno uno solo: aver vissuto intensamente il proprio tempo, in un mondo a colori, dove contino i sentimenti, si insegua il sapere, non manchino i viaggi. La scrittura: solido veliero che la porta dove vuole, attraverso mari e secoli, per raccontare ad altri tante vecchie storie osservate con occhi nuovi. Di conoscere il giorno esatto in cui Cesare conquistò la Gallia, ad Adriana Assini importa poco, le interessa invece sapere, per esempio, chi e quando ha trapiantato gli esotici tulipani nella nordica Olanda.
A caccia di odori e sapori lontani, sulla scia di passioni perdute, gesta dimenticate, vite fuori dal comune, Adriana Assini guarda al passato per capire meglio il presente e con quel che vede ci costruisce un romanzo, una piccola finestra aperta sul mondo di ieri. Dipinge. Soltanto acquarelli. E anche quando scrive si ha l’impressione che dalla sua penna, oltre alle parole, escano le ocre rosse, gli azzurri oltremare, i luccicanti vermigli in cui intinge i suoi pennelli.


Contatti:
www.adrianaassini.it


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