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martedì 3 luglio 2012

Intervista a Cristina Giuliano (Kristina Gi)


Oggi si fa un salto a Torino e si parla di una giovane fotografa, Cristina Giuliano che ho conosciuto grazie a Erica Vagliengo, autrice di Voglio scrivere per Vanity Fair. Ci siamo viste al Circolo dei lettori questa primavera durante la presentazione del libro di Erica, in quell'occasione mi aveva chiesto se volevo una foto con l'autrice ma tra vergogna e qualche brufoletto di troppo (facilmente removibili con Photoshop, mi ha assicurato Cristina) non avevo accettato. Dopo mesi ecco che decido di dedicarle un post-intervista su Life in Technicolor. Che dire, è stato divertente perché ci siamo sentite solo ciberneticamente, abbiamo scoperto che siamo due fanatiche Apple, ma lei mi batte, abbiamo molte serie tv in comune e soprattutto siamo entrambe del 1987, grande annata! La ringrazio per la disponibilità e la velocità nel rispondere alle domande! 

Se siete interessati potete trovare Cristina e le sue foto (che meritano di essere viste) qui:
Blog su Style.it: kristinagi.style.it



Ciao Cristina! Raccontaci un po' di te!
Voilà, eccomi qui ! Sono Cristina, in arte Kristina Gi. Studentessa di Psicologia, laureanda al corso magistrale di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione di Torino, ho una grande passione per la fotografia che sto cercando di ampliare sempre più… tanta esperienza e voglia di migliorarsi, sempre!

Come nasce la tua passione per la fotografia?
La mia passione per la fotografia è presente fin da quando ero piccola; ovviamente in modalità ed espressione artistica diverse rispetto ad oggi.
Ricordo che alle elementari, durante le gite scolastiche, ogni occasione era buona per scattare qualche foto... usavo ai tempi una macchina fotografica usa e getta, era la cosa migliore e con meno rischi in merito a perdite e furti!! Le foto venivano bene, e riguardandole oggi, oltre ai bellissimi ricordi, mi rendo conto che erano proprio carine! La passione la devo alla mia mamma, grande amante della fotografia, nonché mia super fan che mi stimola sempre con idee e consigli utili…! Col tempo, ho inziato comunque ad appassionarmi ancora e ancora… ho intrapreso un corso di fotografia qui a Torino e poi ho seguito dei workshop pratici. Bisogna finanziare i proprio interessi!! Piano piano, con esperienza e tante modelle, riesco ad ottenere ciò che desidero… positività!!
 

Cosa pensi quando fotografi? 
Solitamente cerco di lasciarmi ispirare dal momento… dalla location, la luce, la modella, ecc… ma in alcuni set più contestualizzati, cerco di realizzare la fotografia che mi ero prefissata!! Ti immagini uno scatto e provi a realizzarlo… fantasia e creatività, insieme!

La tua prima macchina fotografica? 
La vecchia Yashica a pellicola di mia mamma… ma ti parlo di più di 10 anni fa!!

Ti ispiri a un fotografo in particolare?
Ammirazione per Avedon, Bresson e naturalmente David La Chapelle.

In base a cosa scegli i tuoi soggetti?
Bella domanda… diciamo che di norma, mi faccio ispirare dal progetto che voglio realizzare. Cerco di contestualizzare sempre tutto, al meglio!!

Al centro Erica Vagliengo e alla vostra destra Cristina
Preferisci fotografare persone oppure cose, città?
Amo i ritratti, scatterei sempre e solo alle persone!! I paesaggi/città rientrano comunque nelle mie preferenze, meno invece gli oggetti!!

Il tuo servizio fotografico dei sogni?
Lavorare per un grande stilista…Armani e Dolce & Gabbana in primis…chi lo sa!! 

Come nasce la tua collaborazione con Emma Travet ovvero Erica Vagliengo?
La mia collaborazione con Emma Travet è qualcosa di entusiasmante e mai banale! Ogni volta ci si diverte sul set, riuscendo ad ottenere sempre ottimi risultati. Ne ho da poco parlato nel mio blog su Style.it, in maniera dettagliata e toccando tutte le tappe fino ad ora percorse con la super precaria, ma con stile… Ecco il link: http://kristinagi.style.it/2012/06/20/emmatravet/

Life in Technicolor solitamente parla di libri, film, musical...qual è il tuo libro preferito?
Da sempre, “Il ritratto di Dorian Gray” del mitico Oscar Wilde … un mito !

E il tuo film preferito?
Ne avessi solo uno… sono un’amante dei film di Carlo Verdone, special modo quando era ancora giovane ed ingenuo… sicuramente, un pezzo di storia della filmografia italiana… almeno, per mia opinione personale !

Ho letto dalla tua presentazione sul sito che sei appassionata di serie tv! Quante e quali segui
Tantissime… è una passione che si protrae da anni !
“Dawson’s Creek” in età adolescenziale mi ha fatto parecchia compagnia, per poi passare alle ragazze Gilmore di “Una mamma per amica”… poi ancora “Desperate Housewives”, “Prison Break”, “Buffy” e “Angel”… “Ugly Betty” e le sue avventure a Mode sono sempre nel mio cuore, così come “Gossip Girl” e i vari scoop che racconta… ce ne sono ancora tantissime, ma queste sono quelle che ho guardato/guardo con più interesse!

Completa questa frase: fotografare è....?
… scrivere con la luce!

Progetti, speranze, sogni per il futuro?
Migliorarmi sempre di più e cercare di ampliare la mia passione per la fotografia... ed ovviamente, laurearmi in tempo utile!!


lunedì 2 luglio 2012

Tag Indiscrete domande cinematografiche

Salve gente, eredito questo tag da youtube, nello specifico dal canale di Federica Frezza che si chiama Prismatic 310. So di non aver mai fatto un tag anche perché fa molto youtube, ma come avrete notato dal titolo, ha molto a che fare con Life in Technicolor, quindi ho preso le domande a cui rispondono Fred&Ginger più quelle create da loro e...ta-dan! Tag fatto!
Buona lettura, buon divertimento e se vi va fatelo anche voi sui vostri blog!






01. Il personaggio cinematografico che vorresti essere: 
Marty McFly
02. Genere che ami e genere che odi: 
Tutti tranne horror angoscianti
03. Preferisci i film in lingua originale o doppiati?
Lingua originale. Anche se quelli in francese....mmmmm....
04. L'ultimo film che hai comprato:
The Artist
05. Sei mai andato al cinema da solo?
Yes, esperienza strana...ma poi ho trovato gente che conoscevo...
06. Cosa ne pensi dei Blu-Ray?
Non ne ho mai visto uno, per ora costano troppo...
07. Che rapporto hai col 3D?
Odi et amo: serve e non serve, dipende dai film.
08. Cosa rende un film uno dei tuoi preferiti?
La trama, i personaggi, l'ambientazione...dipende da molte cose! 
09. Preferisci vedere i film da solo o in compagnia?
Dipende dai film, dipende dalla compagnia, dipende se qualcuno osa vedere certi film con me. Non ho mai trovato volontari per vedere film muti...
10. Ultimo film visto (al cinema, oppure no):
The Avengers al cinema, Emma a casa
11. Un film che fa riflettere:
Il pianista
12. Un film che fa ridere:
Provaci ancora Sam, Zoolander
13. Un film che fa piangere:
Il pianista e La leggenda del pianista sull'oceano
14. Un film orribile:
Mumble...Difficile 
15. Un film che non hai visto perché ti sei addormentato:
Non mi sono mai addormentata durante un film....
16. Un film che non hai visto perché stavi facendo le "cosacce":
Ahahaha! Niente cosacce durante i film!
17. Il film più lungo che hai visto:
I cancelli del cielo di Cimino (versione integrale!!)
18. Un film che ti ha deluso:
Alice in wonderland
19. Un film che sai a memoria:
Ritorno al futuro 2
20. Un film che hai visto al cinema perché ti hanno trascinato:
Natale a New York...orribile e imbarazzante dire di averlo visto al cinema...
21. Un film più bello tratto da un libro?
Stardust...forse...ma non ne sono certa!
22. Il film più datato che hai visto?
I primi film dei Lumiere...
23. Miglior Colonna Sonora:
Forrest Gump
24. Miglior Saga:
Ritorno al futuro
25. Miglior Remake:
Uh...difficile...non adoro molto i remake!


Le domande aggiunte da Fred e Ginger:
Regista preferito
Zemeckis e Nolan
Attore preferito
Aiuto.!! James McAvoy, DiCaprio, Kennet Branagh tra i recenti, Cary Grant, Gene Kelly, James Cagney tra i datati... 
Attrice preferita
Anne Hathaway, Julia Roberts, Scarlet Johanson, tra le datate Marilyn Monroe, entrambe le Hepburn...
Miglior film dell'anno scorso
The Artist, senza la benchè minima ombra di dubbio!!!
Film che non ti stanchi mai di rivedere
Tutti i Ritorno al futuro! 
Disney preferito "vecchia scuola"
Biancaneve
Disney preferito "nuova scuola"
Hercules
Pixar del cuore
Up!
Consiglia 3 filmS
Risposta ardua...attingo a vari ed eventuali ma senza essere pienamente convinta della tripletta....
Via col vento
Se mi lasci ti cancello
Manhattan


giovedì 28 giugno 2012

20lin.es: intervista!

Conoscete 20lin.es? Avete mai sentito parlare di questo fantastico progetto?
Sedetevi comodi, prendetevi un bel gelato (viste le temperature di questi giorni) e preparatevi a un bel post lungo, lungo, lungo, con tanto di intervista allo staff!

Prima di passare all'intervista, cos'è 20lines?
Quando ho scoperto questo sito ho esclamato "Wow, geniali!", si tratta di un sito di che unisce scrittura collettiva e lettura interattiva, praticamente, previa iscrizione, potete decidere se
- iniziare una storia ex novo pubblicando un incipit di 20 righe (che resterà attivo per 20 giorni)
- proseguire una storia già iniziata, riscrivendone anche alcune parti
- commentare una storia
- condividerla sui social 
e...alla fine dei 6 passaggi di scrittura (ognuno rigorosamente di 20 righe) lo scritto più apprezzato verrà selezionato e pubblicato, così si diventa ufficialmente scrittori!
Il dominio del sito è stato registrato in Spagna per giocare sul .es che compone la parola lines. www.20lin.es
Io mi sono già iscritta e ho pubblicato i miei primi due incipit, ho ricevuto qualche like...e vediamo se qualcuno li continuerà!
Ora passiamo all'intervista, ringrazio Fabio che ha fatto da tramite tra me e tutti i componenti di 20 lines, grazie davvero per la disponibilità e per le foto che sono state scattate al Salone del Libro.


Ciao ragazzi, prima di cominciare le domande sul progetto, che ne dite di fare una vostra breve e rapida presentazione?

Siamo un gruppo di dieci ragazzi, tutti tra i 24 e i 26 anni, con esperienze e competenze eterogenee  ma accomunati dalla passione per la lettura. Nella vita alcuni di noi stanno concludendo gli studi, altri lavorano e contribuiscono a 20lines nel tempo libero, altri ancora hanno lasciato il proprio lavoro per dedicarsi ora interamente allo sviluppo di questa iniziativa.

Avendo background differenti ciascuno ha contribuito a 20lines in base alla propria esperienza: ad esempio gli sviluppatori lavorano su sito e apps per mobile e tablet, mentre chi ha studiato marketing si occupa della comunicazione e promozione del progetto. C'è poi chi cura lo sviluppo e la strategia del business, chi il lato legale, la grafica, l'editor si occupa del contenuto, e così via. Per lo sviluppo grafico lavoriamo inoltre con l'agenzia Factorio.us.


I vostri libri preferiti?
Difficile rispondere a questa domanda, abbiamo gusti molto diversi. Personalmente un libro che ho letto di recente e mi è molto piaciuto è stato "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn.

Come nasce il progetto?
Come spesso succede, l'idea di 20lines nasce quasi per caso, dalla constatazione di una necessità.
Una sera all´inizio del 2012 Alessandro Biggi, tra i fondatori di 20lines, tornando a casa tardi dal lavoro presso Boston Consulting ebbe voglia di leggere qualcosa di breve prima di addormentarsi, senza riuscire a trovare su internet quello che cercava.
La necessità di leggere qualcosa di fresco e diverso dal solito è quindi alla base di 20lines, cui si aggiunge il desiderio, comune a moltissime persone, di esprimere il mondo che hanno dentro di sé attraverso la scrittura. Purtroppo il più delle volte tale desiderio rimane irrealizzato, mancando il tempo, il coraggio, oppure i contatti necessari per scrivere e farsi pubblicare un libro. A maggio nasce quindi 20lines, che permette a chiunque di cimentarsi nella scrittura e diventare autore. Ci si collega al sito, si scrivono le proprie 20 righe e si creano dei racconti insieme a persone mai conosciute prima. Il risultato è fantastico, siamo rimasti affascinati da alcuni dei racconti che sono nati in queste prime settimane di vita del progetto!

Ho visto che alcuni scrittori contemporanei hanno partecipato a questa bellissima iniziativa! A quale o a quali scrittori che hanno fatto la storia della letteratura chiedereste di scrivere un incipit per 20lines?
C'è l'imbarazzo della scelta! Ad esempio sarebbe molto interessante leggere e continuare una storia scritta su 20lines da Edgar Allan Poe, maestro nel creare un'atmosfera unica in poche righe e capace di lasciare spazio alla fantasia del lettore. Non a caso una volta disse: "terrore e suspense si addicono alla brevità del racconto".

Voi creatori di 20lines avete pubblicato sul sito un vostro incipit?
Sì, molti di noi sognavano di scrivere qualcosa un giorno, quindi abbiamo colto al volo l'occasione per cimentarci. Alcuni di noi hanno usato il proprio nome, altri hanno scelto uno pseudonimo, proprio come hanno fatto in passato tanti grandi autori. Abbiamo così scoperto che scrivere 20 righe alla volta dà quasi dipendenza, si migliora molto nella scrittura di volta in volta e se da un lato c´é la voglia di creare qualcosa di bello che prima non esisteva, dall´altro é estremamente divertente vedere come qualcun altro prende spunto dalle nostre 20 righe per continuare il racconto, spesso in direzioni che non avevamo immaginato.

Siete soddisfatti dell'affluenza di questi mesi?
Decisamente sì. L'idea è piaciuta subito ed ha attecchito più in fretta di quanto ci aspettassimo, in queste prime settimane abbiamo ricevuto più di 9.000 righe e molti racconti sono nati, si sono sviluppati e sono giunti a conclusione con successo.

Il progetto è stato lanciato al Salone del Libro: com'è stato accolto? Avete avuto contatti da qualche casa editrice?
L'iniziativa di 20lines è stata accolta molto bene durante il Salone Internazionale del Libro di Torino. Anche grazie ad uno stand interattivo che si è distinto dai circostanti e ha attirato la curiosità dei visitatori. Il Salone ci ha dato quindi l'opportunità unica di incontrare appassionati di lettura, scrittori più o meno conosciuti e ovviamente anche addetti ai lavori del mondo dell'editoria.

Progetti, speranze: quale sarà il futuro di 20lines secondo voi?
Il nostro obiettivo di breve termine è creare una community numerosa e attiva, i cui membri (da noi affettuosamente soprannominati 20liners) si divertano leggendo, scrivendo e interagendo. A questo proposito stiamo lavorando per migliorare continuamente il sito, anche sulla base dei suggerimenti degli utenti stessi. In aggiunta al classico formato di 20lines, dove i racconti si compongono di sei "nodi" da 20 righe ciascuno, in futuro vorremmo dare agli autori più talentuosi la possibilità di mostrare anche altre loro produzioni, magari più lunghe ed elaborate, magari nate attraverso l'interazione con i lettori e la community.

Grazie ragazzi per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto!

E tu che stai leggendo, cos'aspetti? Vai su www.20lin.es e divertiti a leggere, a creare e a immaginare! 





lunedì 18 giugno 2012

Intervista a Leda Muraro

Ne ho parlato precedentemente in un post e ora torno a ri-parlarne attraverso una fantastica intervista a Leda Muraro, l'autrice di Il riflesso dell'anima edizioni Zerounoundici (0111).
Le ho inviato le domande lunedì 18 giugno in mattinata e all'ora di pranzo avevo già l'intervista! Che velocità! Ho scoperto che abbiamo molte idee in comune, soprattutto vorremmo aver scritto Harry Potter, cosa che accomuna credo molti della nostra generazione. 
Ho scelto di non toccare nulla e di incollarvela con le risposte scritte di suo "pugno". 

Incominciamo!

Quando nasce la tua passione per la scrittura?
Non c’è stato effettivamente un momento preciso in cui è nata. È come una scintilla che cresce con te, esiste da sempre, ma all’inizio non la vedi, perché è troppo piccola e la sua luce poco potente. Crescendo però le cose cambiano, e la sua luce diventa tanto forte da diventare quasi abbagliante. Se però dovessi trovare  un momento che rappresenta l’inizio di questa passione, sarebbe un natale di molti anni fa. Avevo circa 6-7 anni e al mattino, sotto l’albero, trovai una macchina da scrivere. Non era certamente di quelle professionali ma inserendo un foglio nel rullo e premendo sui tasti scriveva. E a me questo bastava. Da quel momento avevo uno strumento per dar vita alle mie storie.


Quali libri hanno segnato indelebilmente la tua vita di lettrice e ti hanno portato a dire: voglio scrivere anche io?
Le fiabe. Non potrei rispondere diversamente. Da piccola avevo decine e decine di libri che racchiudevano tra le loro pagine avventure fantastiche in terre sconosciute. Me le leggeva mia madre quando ero piccina prima di addormentarmi, e se chiudo gli occhi ho quasi la sensazione di sentire ancora la sua voce che, quasi ovattata, dava vita a quelle parole scritte su carta. Così pensai che un giorno avrei  creato anch’io dei mondi fantastici nei quali le persone potessero perdersi semplicemente aprendo un libro.

Qual è il libro che vorresti aver scritto?
Sinceramente? Harry Potter! ^^ La cosa più straordinaria di quei libri è stata la capacità di creare un mondo  fantastico che sembrasse terribilmente reale, un mondo dove, nonostante regnasse la magia potevi riconoscere te stesso e la tua realtà. Riuscire a dare un senso, un significato e un valore ad ogni singolo elemento all’interno di una saga così lunga è una capacità che le invidio moltissimo. Leggendo quei libri ci si rende conto che nulla è inserito per caso, tutto fa parte di una ragnatela che deve essere dissipata e mantenere una simile coerenza con una tecnica narrativa così accattivante è una cosa davvero rara da trovare.

In che momento della giornata preferisci scrivere?
La sera è effettivamente l’unico momento nel quale riesco a scrivere. Da un lato, gli impegni della vita mi assorbono durante le ore del giorno, che con i loro rumori diventano piene e assordanti. La sera però è diverso. Ogni cosa sembra assopirsi anche fuori dal mio micro mondo permettendomi di raccogliere i pensieri e far fluire le idee. Nel silenzio le immagini nella mia mente sembrano parlare, e quelli che di giorno sembrano bisbigli che non riesco a sentire, diventano parole chiare che riesco a trascrivere su carta.

Scrivi a mano o sul pc? E…hai un taccuino nero su cui appunti le idee quando sei in giro?
Assolutamente solo tramite computer. Dato il mio lavoro d’ufficio scrivo abbastanza rapidamente con la tastiera, e questo mi permette di far sì  che le mie mani riescano a mantenere  la stessa velocità con la quale si formano i pensieri nella mia mente. Ho spesso un taccuino con me, una vecchia moleskine ormai consumata. All’interno delle sue pagine racchiudo quelle idee che sorgono quando non te lo aspetti, perché se c’è una cosa che ho imparato è l’importanza di imprigionarle subito sulla carta. Se le lasci andare spesso le hai perse per sempre.

Hai una play list di canzoni che accompagna la tua scrittura? Se la risposta è sì, ci dici qualche titolo?
Una play list no, ma devo dire che la musica riveste certamente un ruolo fondamentale per me. È grazie alle canzoni che si formano delle istantanee nella mia mente. Una sorta di fotografie che fanno da filo conduttore della storia che sto scrivendo . Sono semplici immagini che però mi aiutano diventando quasi una scaletta di ciò che voglio raccontare. Posso dire che una delle canzoni che maggiormente ha ispirato questo libro è “How to save a life” di “the Fray”

Quali sono state le difficoltà legate alla pubblicazione de Il riflesso dell’anima e quanti romanzi hai messo nel cassetto prima di pubblicarlo?
La difficoltà maggiore è trovare qualcuno disposto a credere in te e nella tua storia. Trovare qualcuno che sia disposto anche solo a darti una possibilità. “Purtroppo” le case editrici sono prima di tutto delle aziende e come tali agiscono, investendo dove hanno la certezza di avere un certo guadagno. La difficoltà principale per chi, come me è un’anonima ragazza di provincia, è proprio trovare qualcuno che sia disposto anche solo a leggere ciò che hai scritto.
Prima di questo libro avevo scritto altri due romanzi, ma col senno di poi capisco il rifiuto da parte delle case editrici e non riproporrei la loro pubblicazione nemmeno se dovessi avere successo come scrittrice. Mi sono serviti a migliorarmi, ad affinare la mia scrittura e forse è giusto che questo rimanga il loro unico compito.
Quali sono i libri che ti hanno ispirato per scrivere Il riflesso dell’anima?
Non c’è effettivamente un libro specifico che mi ha ispirata. Io leggo moltissimo e credo che, chiunque voglia diventare uno scrittore, debba prima di tutto essere un grande lettore. Niente ti aiuta a migliorare la tecnica di scrittura come la lettura.

Il tuo libro mi ha colpito molto, soprattutto le tematiche trattate e sapere che a scriverle è stata una ragazza molto giovane. Ti sei ispirata a fatti personali o c’è stata qualche vicenda che ti ha fatto riflettere su questi argomenti?
In parte sì, devo dire che la storia è ispirata ad un fatto reale, un fatto che accade da tanti anni e che si ripete puntualmente ogni mattina quando una vecchia zia di mia mamma chiede di poter tornare nel suo tempo, di poter tornare a casa da suo marito che però è morto molti anni fa.

Mentre leggevo il libro ho ipotizzato che il protagonista potesse essere affetto dal morbo di Alzheimer, che tu nomini effettivamente ad un certo punto. Si potrebbe dire che è una delle idee che ti hanno aiutato a tessere la trama de Il riflesso dell’anima?
È proprio di questa malattia che parlo. È per colpa di questo disturbo che quella vecchia zia di cui parlavo prima, chiede di poter tornare alla sua vita.

In un tempo in cui nessuno vuole invecchiare e tutti, almeno chi può, corre ai ripari dal chirurgo estetico: che cosa ti ha portato a raccontare la storia di una persona anziana?
Credo che nessuno possa capire il vero significato di una vita come chi l’ha vissuta completamente dal primo all’ultimo giorno. Credo che nessuno possa capire il’importanza che hanno i ricordi nella vita di una persona come chi li ha perduti per sempre. Per questo ho deciso di raccontare la storia di Lorenzo. Per far capire quanto siano importanti i ricordi alla fine di una vita vissuta. Sono loro a dire chi siamo, cosa abbiamo fatto e a ricordarci per cosa e soprattutto per chi abbiamo vissuto.

Domanda sul titolo: ho inteso il riflesso in due modi. Il primo è più fisico: Lorenzo si guarda allo specchio e si vede vecchio, nonostante la sua anima sia fondamentalmente giovane. Egli non si riconosce, deve ricostruire il suo passato per capire come sia diventato anziano e ci riesce grazie all’aiuto di oggetti, del diario di Lena, dei racconti delle figlie. Il secondo è nel senso di riflessione alla fine della vita, momento in cui si tirano le file e si cerca di capire cos’abbiamo fatto di bene o male. Come hai inteso tu il riflesso?
Sicuramente in questo secondo modo. Il momento in cui una persona si guarda allo specchio e non si riconosce. Il momento in cui cerchi di capire chi sei, che cosa hai fatto, che senso ha avuto la tua vita.

Quanto tempo hai impiegato per scrivere Il riflesso dell’anima?
Troppo. ^_^ Purtroppo non riesco ad avere una grande continuità nella scrittura e mi lascio spesso assorbire dagli impegni quotidiani e questo mi porta a dover ogni volta cercare di raccogliere nuovamente i pensieri per cercare di capire dov’ero arrivata con la mia storia e come volessi continuarla. Per questo ho impiegato un anno a scrivere questo libro, che è moltissimo tempo per un libro di queste dimensioni!

Domanda che temo ti abbiano già fatto tutti: e ora? Stai già scrivendo un altro libro?
Ahahaha! Sì me lo chiedono in tanti e questo mi fa un piacere incredibile perché significa che in fondo leggerebbero ancora qualcosa scritto da questa anonima ragazza di provincia.
La risposta è sì, c’è una storia che sta cercando di nascere. È ancora in fase embrionale, ho scritto circa 30 pagine e sto cercando di trovare quella continuità di cui parlavo prima. È una storia dai toni molto più cupi rispetto a “Il riflesso dell’anima” ma cerco di mantenere quell’incertezza che ha caratterizzato  questo romanzo. Anche nella nuova storia che sto scrivendo porto il lettore a non capire se ciò che il protagonista vede sia o meno reale.


Ciao e ti ringrazio per la tua disponibilità!
Grazie a te per aver dato alla mia storia una possibilità e dedicato uno spazio nel tuo blog! ^^

venerdì 1 giugno 2012

Un nuovo progetto: ArtInTime!

Carissimi lettori, finalmente posso raccontarvi cos'ho combinato in questi ultimi mesi. Cioè a dire il vero sapete cos'ho combinato negli ultimi mesi, più o meno...meno che più...

Allora: non voglio raccontarvi qui quante volte sono andata dal parrucchiere, se ho fatto la ceretta o se ho appena realizzato la nail art più bella del secolo, perché fondamentalmente non vi interessa e non ha senso parlarne su Life in Technicolor... 
Insomma, torniamo indietro di qualche mese...faceva freddo, l'anno 2011 stava finendo. Da un po' di tempo  Alessandra e io meditavamo, allo stesso tempo lo meditavano pure Angelica e Ilaria, di aprire un sito in cui parlare di libri, film, musica, tutte quelle cose che ci avevano fatte incontrare in Unito, tutte quelle cose che ci avevano spinto a  iscriversi a Scienze della Comunicazione, al Dams o al MultiDams. Il 13 dicembre 2011 le tre sopra citate, sottoscritta inclusa, così siamo a quattro, ci siamo trovate per fare una bella apericena al Blah Blah. Dopo aver dibattutto su "come, cosa, dove, quando", tra un gossip "ma noooo, non ci credo!" e l'altro: "che gran pezzo di m****" stava nascendo il nostro piccolo grande progetto.
Terminata la cena era giusto coronare la serata con il dolce e se sei a Torino, è dicembre e fa un freddo cane: o vai da Grom e poi rantoli per strada sorseggiando una cioccolata, oppure fai il figo e vai da Fiorio a respirare aria di nobiltà Torinese, classicità, porcellane antiche, legno scricchiolante, tavolini di marmo, specchi e...cioccolata al gianduia. Ebbene sì, di fronte a quattro cioccolate è definitivamente nato ArtInTime.
Dopo qualche mese poi ci ha raggiunto anche un'altra MultiDamsica-donna: Anna.
Che cos'è?
E' uno spazio dedicato all'arte, a tutto ciò che è arte, quindi anche quelle di "ultima generazione", uno spazio giovane, gestito da giovani, che tra le varie cose vuole anche dare spazio ai giovani esordienti. 
Da oggi siamo ufficialmente on line con un fantastico book sfogliabile (non voglio chiamarlo rivista in quanto rivista non est secondo la legge italiana dell'editoria e vari blah blah) che potete trovare a questo sito: ArtInTime.
Poi se volete seguirci su Facebook: la nostra pagina si chiama (guarda caso) ArtInTime.
Qui sopra vedete la pagina del primo numero.
Insomma, vi aspettiamo e buona lettura!


domenica 22 aprile 2012

Emma Travet: the meeting!

Mercoledì 18 aprile ho avuto la fortuna di conoscere finalmente dal vivo Emma Travet, alias Erica Vagliengo, autrice di Voglio scrivere per Vanity Fair. L'evento è stato organizzato presso e dal Circolo dei lettori, punto culturale di Torino che personalmente amo non solo per la sua ragione di vita, ma anche per la bellezza di ogni sala che lo costituisce. Appena arrivata al Circolo avevo una missione: presentarmi a Erica, visto che la stessa mi aveva comunicato più volte su facebook che se avessi deciso di partecipare all'incontro mia sarei dovuta far conoscere. 
Varcare il portone di Palazzo Granieri della Rocca ti fa sentire intelligente, nel senso che non stai entrando in uno dei soliti posti mondani, già dal red carpet che si stende oltre il portone si capisce che lì dentro succede qualcosa di strano, di diverso.
La tua seconda prova di intelligenza la mostri quando digiti il codice sul campanello, codice che è inciso sull'apposita targhetta di ottone, ma il solo fatto di pigiare una sequenza di tasti in un palazzo di quel genere ti fa sentire più figo di James Bond e di tutti gli agenti speciali del mondo.
Una volta varcata la porta di legno e vetro ecco che compare davanti ai tuoi occhi: la meravigliosa scala, anche quella ricoperta da un fantastico tappeto rosso, e un gradino dopo l'altro si arriva finalmente alla sede del circolo al primo piano e da lì in avanti, non ce n'è per nessuno. Insomma dopo aver avuto tutta questa serie di sensazioni, che credetemi si ripete ogni volta che io vado al Circolo, sono arrivata nell'atrio e, dopo i consueti bagni di folla over 70, che ti fanno capire quanto sia bello essere in pensione, ecco che sulle sedie verde acido del bar vedo seduta Erica. Avevo visto le sue foto dalle varie interviste sul web, ma si sa che spesso non è così semplice associare un'immagine 2D a una in 3D.
Mi sono avvicinata e dopo un mio timido Ciao, Erica mi ha subito riconosciuta, che mito! E da lì mi ha invitato a sedermi al tavolino con la sua, chiamiamola, cricca di amici e fotografi, poi dopo pochi minuti ci ha regalato un fantastico tartufo della Galup. E beh, chi regala Tartufi , secondo la mia logica, può solo acquistare punti. Io AMO i tartufi di cioccolato!
Alle 18 poi ci siamo recati nella sala rossa, meraviglioso salotto del circolo: divani, sedie tavolini, tutto era disposto in modo che Erica potesse essere intervistata comodamente seduta ad un tavolino rotondo e il resto del pubblico potesse guardarla e ascoltarla in completo relax! Prima però di cominciare Erica ha distribuito a tutti i presenti i famosi tartufi, ottimo modo di cominciare e ottimo modo di presentarsi, infatti tutti hanno gradito il delizioso pensiero!
Mentre i denti sminuzzavano i dolcetti e assaporavano il cacao che li avvolge e che costituisce la maggior parte dell'impasto, l'intervista é cominciata, punto di partenza di tutto era ovviamente il libro scritto da Erica: Voglio scrivere per Vanity Fair e il progetto di comunicazione che ha costruito creando il personaggio di Emma Travet.
Le domande di Federico Audisio di Somma sono state molte, parecchio divertenti, si è passati dall'amore per il vintage al fidanzato e marito (di Emma) Marco, a un suo presunto tradimento, ai viaggi, alla data 11 settembre 2001 che nella vita di Erica ha inciso molto: infatti era in America quando sono crollate le Torri Gemelle. Largo spazio è stato dato anche alla nascita della vocazione di scrittrice nella sua vita, Erica ha raccontato di aver scritto diari fin dall'età di 13 anni.
Lia Bianco, amica di Erica, ha dato voce al romanzo, leggendo alcuni stralci dei punti più significativi, aiutando così i presenti a conoscere meglio lo stile e la storia narrata.
Un'oretta e tante simpatiche domande hanno fatto conoscere a pubblico non solo il libro, ma anche l'autrice, perché si sa che, quando si legge un libro, il rischio, che io stessa corro sempre, è quello di mitizzare l'autore, di crederlo lontano, gobbo, parzialmente cieco e racchiuso in una torre d'avorio circondato da carte, calamai, vocabolari e fogli, fogli e fogli, quintali di carta appallottolata e disordinata. Erica no! Penso abbia dimostrato e penso lo dimostri ogni giorno di essere una di noi, una giovane che ha la passione di scrivere e ci riesce anche bene! Erica non è cieca, non è gobba e non credo abbia una torre d'Avorio in cui rinchiudersi, Erica ci vede bene e il suo racconto del precariato lo mostra pagina dopo pagina, senza omissioni e tanti giri di parole.
Sono stata molto contenta di averla conosciuta da vivo e soprattutto di aver potuto toccare con mano quanto ci sia di Erica in Emma e di Emma in Erica.

Prima di andare al Circolo un'amica mi ha scritto un SMS: "Speriamo non sia una delusione!" Purtroppo è vero, spesso ci facciamo delle idee sugli scrittori che non coincidono con la realtà, quando poi abbiamo la fortuna di conoscerli veramente. Fin da quando sono piccola ho un sogno, poter conoscere la Rowling, ma viste certe esperienze di conoscenza degli scrittori...preferirei mantenere il beneficio del dubbio, a meno che sia come Erica: una persona vera, spontanea e non costruita secondo canoni dettati da qualche manciata di libri venduti. Già perchè come dice sempre mio papà non è il titolo che onora l'uomo, ma è l'uomo che onora il titolo. Grazie Emma/Erica per il bellissimo incontro. Ora attendo il secondo libro, perché dai minuscoli spoiler fatti durante l'intervista...ci sarà di che divertirsi!

mercoledì 18 aprile 2012

How I Met...Emma T. (promo!)


La giornata di oggi è stata a dir poco STRAPIENA!

Ore 15 ero alla Bibliomediateca Mario Gromo per la presentazione del libro Perché noir. Come funziona un genere cinematografico, di Locatelli Massimo professore presso l'Università Cattolica di Milano, libro di cinema, quindi è frutto di una ricerca e non è uno dei soliti romanzi che consiglio qui sul mio blog. Penso che leggerò questo libro, in particolare perché tocca un periodo successivo a quello su cui sto scrivendo la mia tesi di magistrale, ovvero gli anni 30, e soprattutto perché gli anni 30 sono un po' il luogo dove il noir si è parzialmente creato. 
Ore 18 poi ero in centro, sempre a Torino in via Bogino nel MERAVIGLIOSO circolo dei Lettori perché dovevo conoscere una persona: Erica Vagliengo, l'autrice di Voglio scrivere per Vanity Fair. Ho assistito alla sua intervista, di cui vi parlerò nello specifico in un futuro post (appena riuscirò a trovare una buona connessione wi-fi per passarmi l'unica foto dall'iPad al PC). Vi dico solo che è stato un incontro divertentissimo, spumeggiante, brillante, in perfetto stile Emma T. Il tutto addolcito con meravigliosi e dolcissimi Tartufi di Galup. Buonissimi!!! 
Ma non voglio dilungarmi ora nei dettagli vari ed eventuali! Come avrete letto questo è un postPromo, quindi vi lascio con una foto alla sala dove eravamo e una foto alla mia borsa, molto apprezzata da Erica! E ricevere i complimenti da lei mi ha veramente emozionata!!!!!!






P.S. La foto della borsa è stata scattata poche ore dopo l'acquisto, pregasi notare il cartellino ciondolante ancora appeso...

sabato 15 ottobre 2011

Italo Calvino

88 anni fa nasceva a Cuba, più precisamente a Santiago de Las Vegas, un personaggio molto importante, un personaggio fondamentale per la nostra letteratura Italiana: Italo Calvino.
Nel mio "cursus studiorum" non ho avuto la fortuna di studiare molto le opere di Calvino, ho letto Il barone rampante liberamente costretta dalla prof di lettere del biennio, non mi era piaciuta molto la storia di quel birbante anticonformista che saltellava da una pianta all'altra senza voler più rimettere piede a terra. 
Ho iniziato ad apprezzarlo solo recentemente con libri come Il castello dei destini incrociati, ma soprattutto lo adoro per le Lezioni Americane. Ho sempre voluto leggere le sue opere, Palomar, Le cosmicomiche, Se una notte d'inverno un viaggiatore...eccetera, forse senza la costrizione dall'altro riuscirò ad apprezzarle, soprattutto mi farò consigliare da una mia amica, Alessandra Chiappori, amante spassionata di Calvino e soprattutto autrice di un libro molto interessante che a breve recensirò sul blog. Sono entrata in possesso solo ieri della sua pubblicazione calviniana e spero di poterne parlare presto in questa sede, magari anche attraverso un'intervista alla stessa autrice, che sembrava favorevole a prestarsi per questa cosa un po' nuova.
Per chi fosse interessato il libro è intitolato: Originalità della scrittura giornalistica di Italo Calvino, edito da Albatros, autrice Alessandra Chiappori.
Preparatevi all'intervista del secolo, perchè sarà molto divertente!!!








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