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sabato 15 settembre 2012

Morire dal ridere di Antonietta Usardi: recensione!

Ho terminato ieri sera Morire dal ridere di Antonietta Usardi
Non sapevo sinceramente cosa aspettarmi da questo libro, la copertina dice che è un Horror e sinceramente io non sono una grande appassionata di questo genere. Appena ho iniziato a leggere le prime pagine ho potuto constatare che c'è sì un retroscena che vuole essere horror, ma...c'è qualcosa che lo rende piacevole, meno spaventoso e davvero interessante. 
Morire dal ridere narra la storia di una famiglia che ha un negozio di oggetti per suicidarsi a Milano, vicino a Chinatown. I loro clienti sono persone che cercano un modo per morire: chi in modo economico, chi velocemente, che in modo teatrale...insomma hanno un metodo di suicidio per tutti i gusti. Ovviamente la famiglia stessa vive con l'idea che il suicidio non sia niente di così negativo, è un diritto che le persone hanno e la morte non è spaventosa, anzi è bella, affascinante e soprattutto per loro è un business!
Ma la vita di questa famiglia cambia quando arriva a casa loro Robespierre, il nipotino rimasto orfano, un bimbo dai capelli rossi, con le lentiggini e che sprizza gioia da tutti i pori. Il suo pensiero si contrappone fortemente a quello degli zii e creerà non poco scompiglio nella famiglia.
Antonietta Usardi riesce a regalarci un'opera divertente, il suo stile di scrittura è scorrevole e piacevole e riesce a esorcizzare la paura della morte e il suicidio. Morire dal ridere di fatto è una fiaba moderna che consiglierei a tutti quelli che sono sempre di cattivo umore, tristi e depressi: c'è sempre un motivo per sorridere nella propria vita!
Non è un libro corposo, lo potete leggere tranquillamente tutto d'un fiato, e sinceramente ve lo consiglio perché è davvero un'esperienza piacevole, per lo meno, io ho gradito molto, che fa anche riflettere e pensare su queste tematiche. 


Questo libro mi è stato gentilmente inviato dall'autrice. Colgo l'occasione per ringraziarla e per augurarle in bocca al lupo per tutto!


VOTO


martedì 11 settembre 2012

Il cavaliere d'Africa di Ilaria Goffredo: Recensione!

Quando Ilaria mi ha inviato questo libro ero un po' incerta su quello che avrei trovato nelle sue pagine, mi risultava difficile capire chi fosse questo "Cavaliere d'Africa" del titolo, non so perché mi sono venuti in mente echi del film Il paziente inglese (che se non avete visto vi consiglio, anche se ha ben poco a che vedere con questo libro, sono io che a volte associo cose che non hanno niente a che vedere). 
Leggendo la trama però mi sono subito resa conto che l'Africa in questione era lo stato del Kenya, dove la protagonista, Selene, si reca in gita premio per insegnare Italiano ai ragazzi della scuola. Questo libro è un viaggio fisico e personale, un diario, una storia d'amore: l'amore è duplice, l'amore per Edward che raggiunge livelli quasi celestiali, come se il loro fosse un incontro tra due anime e l'amore per un popolo e un paese duro e povero come il Kenya.
E' un libro che alterna momenti di gioia totale a momenti di sconforto, Selene non nasconde mai i suoi stati d'animo di fronte alle vicende crudi e tristi che si presentano davanti ai suoi occhi, così come non li nasconde quando sta con Edward. Come ho detto prima, è un viaggio perché per Selene ogni giorno, ogni istante è un momento di confronto con la sua vita in Italia, la relazione che nasce con Edward l'aiuterà a comprendere maggiormente l'Africa e le sue usanze, sarà un modo per prendere coscienza delle differenze che separano il terzo mondo dal mondo civilizzato. Il loro amore rappresenta l'incontro tra due culture che normalmente si combattono, ma che evidentemente possono convivere e camminare insieme aiutandosi l'un l'altro. Non voglio dilungarmi troppo e scendere nei particolari per permettere ad ognuno di voi lettori di lasciarsi trasportare da Selene ed Edward nell'Africa che solitamente noi non vediamo e che conosciamo solo in modo stereotipato. 

Si capisce perfettamente che l'autrice ha vissuto in prima persona molti dei fatti narrati, dalle sue parole percepiamo un grande amore nel descrivere i Kenioti, le loro abitazioni e il loro modo di vivere, ci sono numerosi dialoghi anche in lingua originale che evidenziano anche quanto Selene/Ilaria sia voluta entrare nel mondo e nella cultura di questo stato. 
Credo sia un libro che presenta diversi livelli di lettura, la lettura base forse potrebbe fermarsi alla storia d'amore, ma il retroscena che l'abbraccia presenta un mondo da scoprire e da comprendere, da cui lasciarsi incantare. 
Ogni pagina ci racconta il mal d'Africa che ha colpito l'autrice, come lei stessa ricorda nella sua biografia: "non passa giorno in cui io non pensi all'Africa". Io in Africa non sono mai andata, ma non è la prima volta che sento queste parole, credo sia davvero un mondo da scoprire, da amare e da cui lasciarsi...contagiare!

Alla prossima!

VOTO




venerdì 27 luglio 2012

Vidi: Il cavaliere d'Africa di Ilaria Goffredo

Il cavaliere d'Africa è il nuovo libro di Ilaria Goffredo edito da 0111. Sono rimasta subito piacevolmente incuriosita dal titolo e non vedo l'ora di iniziare a leggerlo (a tal proposito ringrazio l'autrice per avermelo inviato).
Ilaria non è nuova al mondo dell'editoria, infatti ha pubblicato anche Amore e Guerra sempre per 0111.
Ecco a voi la trama.




TRAMA
Selene è una ragazza italiana come tante. Un giorno parte per il Kenya, destinazione Malindi, per lavorare come volontaria in una scuola professionale. Si innamora dell’Africa e di Edward, un giovane insegnante kenyota bellissimo, passionale e istintivo. Tra loro esplode un amore travolgente, viscerale, ma anche difficile a causa delle grandi differenze culturali. Insieme affronteranno l’Africa travagliata e magica, con i suoi colori e i suoi profumi, alternando la povertà e la morte a momenti di passione impetuosa e a volte quasi violenta che li unirà in un’anima sola. Il diario di un viaggio nel cuore dell’Africa, il diario di un viaggio in fondo al cuore, che continuerà con la promessa di un anello dalla pietra blu.

L'AUTRICE
Biografia dell'autrice dal suo blog su blogger
Mi chiamo Ilaria Goffredo, sono nata nel 1987 e vivo in Puglia, in provincia di Taranto. Ho frequentato l'istituto professionale per i servizi turistici che mi ha permesso di viaggiare in tutta Europa lavorando in agenzie di viaggi e grandi villaggi turistici, nonché come hostess durante convegni e da guida turistica nel mio splendido paese barocco per turisti tedeschi e inglesi. Nel 2005 ho lavorato come volontaria in una scuola professionale di Malindi, in Kenya. Lì mi sono innamorata di quella terra meravigliosa e della sua gente straordinaria e non passa giorno in cui io non pensi all'Africa. Ad ottobre 2010 mi sono laureata nel corso di Educatore professionale nel campo del disagio minorile, della devianza e della marginalità. Sono sposata e ho due figli. Ho vinto diversi premi letterari per racconti, temi e diari di viaggio.

Contatti dell'autrice

Blog:

Vidi: Morire dal ridere di Antonietta Usardi


Sono molto incuriosita dal libro di Antonietta Usardi intitolato Morire dal ridere, non solo per la singolare copertina, ma anche per l'interessante trama ambientata nella Chinatown di Milano! 
Eccovi la presentazione.

Il romanzo, opera prima di Antonietta Usardi, ci trasporta piacevolmente nella Chinatown di Milano, il quartiere Paolo Sarpi, per farci conoscere un negozio molto particolare, Una volta e per Sempre, che produce e vende oggettistica per suicidi.
In questo luogo surreale, in cui realtà e fantasia si mescolano, troviamo una famiglia convinta che l’esistenza non offra altro che dolore e disperazione ed un bambino, con un nome da rivoluzionario, deciso a dimostrare che la vita può offrire molto altro.

TRAMA
Milano. La famiglia di Vincent e Amelia gestisce da molti anni a Chinatown un
negozio per suicidi e nella vita non sembra vedere altro che dolore e sofferenza.
Un giorno di ottobre piomba nella pace domestica il nipote, il piccolo Robespierre, amante della vita, che con tutto il candore dell'infanzia si propone un'attenta e scrupolosa opera di ottimistico sabotaggio ai danni dell’attività degli zii.

…Il giorno in cui il piccolo Robespierre arriva a bottega è una soleggiata mattina autunnale, di quelle che da queste parti capitano una volta ogni tanto durante
l’anno.
Il bambino, cinque anni compiuti il primo aprile, porta in dote, come unico bagaglio, una valigia di velluto nero da cui sbuca un indecoroso pigiama giallo canarino, una borsa piena di libri da colorare, una lettera per gli zii, che da quel momento in poi saranno i suoi tutori legali fino alla maggiore età, una chioma arruffata di riccioli color carota dalla sfumatura impresentabile e un sorriso così beato stampato sulla faccia che nemmeno il Signore Iddio l’ultimo giorno della
creazione….

L'AUTRICE
Antonietta Usardi, milanese di nascita, si dedica da anni con passione alla scrittura e si occupa con successo di MilanoMagazine, giornale online dedicato a tutte le novità e a tutti gli eventi in città (www.milanomagazine.wordpress.com)

Il libro è disponibile in tutte le librerie in versione cartacea oppure in versione e-book nei migliori store online.

lunedì 18 giugno 2012

Intervista a Leda Muraro

Ne ho parlato precedentemente in un post e ora torno a ri-parlarne attraverso una fantastica intervista a Leda Muraro, l'autrice di Il riflesso dell'anima edizioni Zerounoundici (0111).
Le ho inviato le domande lunedì 18 giugno in mattinata e all'ora di pranzo avevo già l'intervista! Che velocità! Ho scoperto che abbiamo molte idee in comune, soprattutto vorremmo aver scritto Harry Potter, cosa che accomuna credo molti della nostra generazione. 
Ho scelto di non toccare nulla e di incollarvela con le risposte scritte di suo "pugno". 

Incominciamo!

Quando nasce la tua passione per la scrittura?
Non c’è stato effettivamente un momento preciso in cui è nata. È come una scintilla che cresce con te, esiste da sempre, ma all’inizio non la vedi, perché è troppo piccola e la sua luce poco potente. Crescendo però le cose cambiano, e la sua luce diventa tanto forte da diventare quasi abbagliante. Se però dovessi trovare  un momento che rappresenta l’inizio di questa passione, sarebbe un natale di molti anni fa. Avevo circa 6-7 anni e al mattino, sotto l’albero, trovai una macchina da scrivere. Non era certamente di quelle professionali ma inserendo un foglio nel rullo e premendo sui tasti scriveva. E a me questo bastava. Da quel momento avevo uno strumento per dar vita alle mie storie.


Quali libri hanno segnato indelebilmente la tua vita di lettrice e ti hanno portato a dire: voglio scrivere anche io?
Le fiabe. Non potrei rispondere diversamente. Da piccola avevo decine e decine di libri che racchiudevano tra le loro pagine avventure fantastiche in terre sconosciute. Me le leggeva mia madre quando ero piccina prima di addormentarmi, e se chiudo gli occhi ho quasi la sensazione di sentire ancora la sua voce che, quasi ovattata, dava vita a quelle parole scritte su carta. Così pensai che un giorno avrei  creato anch’io dei mondi fantastici nei quali le persone potessero perdersi semplicemente aprendo un libro.

Qual è il libro che vorresti aver scritto?
Sinceramente? Harry Potter! ^^ La cosa più straordinaria di quei libri è stata la capacità di creare un mondo  fantastico che sembrasse terribilmente reale, un mondo dove, nonostante regnasse la magia potevi riconoscere te stesso e la tua realtà. Riuscire a dare un senso, un significato e un valore ad ogni singolo elemento all’interno di una saga così lunga è una capacità che le invidio moltissimo. Leggendo quei libri ci si rende conto che nulla è inserito per caso, tutto fa parte di una ragnatela che deve essere dissipata e mantenere una simile coerenza con una tecnica narrativa così accattivante è una cosa davvero rara da trovare.

In che momento della giornata preferisci scrivere?
La sera è effettivamente l’unico momento nel quale riesco a scrivere. Da un lato, gli impegni della vita mi assorbono durante le ore del giorno, che con i loro rumori diventano piene e assordanti. La sera però è diverso. Ogni cosa sembra assopirsi anche fuori dal mio micro mondo permettendomi di raccogliere i pensieri e far fluire le idee. Nel silenzio le immagini nella mia mente sembrano parlare, e quelli che di giorno sembrano bisbigli che non riesco a sentire, diventano parole chiare che riesco a trascrivere su carta.

Scrivi a mano o sul pc? E…hai un taccuino nero su cui appunti le idee quando sei in giro?
Assolutamente solo tramite computer. Dato il mio lavoro d’ufficio scrivo abbastanza rapidamente con la tastiera, e questo mi permette di far sì  che le mie mani riescano a mantenere  la stessa velocità con la quale si formano i pensieri nella mia mente. Ho spesso un taccuino con me, una vecchia moleskine ormai consumata. All’interno delle sue pagine racchiudo quelle idee che sorgono quando non te lo aspetti, perché se c’è una cosa che ho imparato è l’importanza di imprigionarle subito sulla carta. Se le lasci andare spesso le hai perse per sempre.

Hai una play list di canzoni che accompagna la tua scrittura? Se la risposta è sì, ci dici qualche titolo?
Una play list no, ma devo dire che la musica riveste certamente un ruolo fondamentale per me. È grazie alle canzoni che si formano delle istantanee nella mia mente. Una sorta di fotografie che fanno da filo conduttore della storia che sto scrivendo . Sono semplici immagini che però mi aiutano diventando quasi una scaletta di ciò che voglio raccontare. Posso dire che una delle canzoni che maggiormente ha ispirato questo libro è “How to save a life” di “the Fray”

Quali sono state le difficoltà legate alla pubblicazione de Il riflesso dell’anima e quanti romanzi hai messo nel cassetto prima di pubblicarlo?
La difficoltà maggiore è trovare qualcuno disposto a credere in te e nella tua storia. Trovare qualcuno che sia disposto anche solo a darti una possibilità. “Purtroppo” le case editrici sono prima di tutto delle aziende e come tali agiscono, investendo dove hanno la certezza di avere un certo guadagno. La difficoltà principale per chi, come me è un’anonima ragazza di provincia, è proprio trovare qualcuno che sia disposto anche solo a leggere ciò che hai scritto.
Prima di questo libro avevo scritto altri due romanzi, ma col senno di poi capisco il rifiuto da parte delle case editrici e non riproporrei la loro pubblicazione nemmeno se dovessi avere successo come scrittrice. Mi sono serviti a migliorarmi, ad affinare la mia scrittura e forse è giusto che questo rimanga il loro unico compito.
Quali sono i libri che ti hanno ispirato per scrivere Il riflesso dell’anima?
Non c’è effettivamente un libro specifico che mi ha ispirata. Io leggo moltissimo e credo che, chiunque voglia diventare uno scrittore, debba prima di tutto essere un grande lettore. Niente ti aiuta a migliorare la tecnica di scrittura come la lettura.

Il tuo libro mi ha colpito molto, soprattutto le tematiche trattate e sapere che a scriverle è stata una ragazza molto giovane. Ti sei ispirata a fatti personali o c’è stata qualche vicenda che ti ha fatto riflettere su questi argomenti?
In parte sì, devo dire che la storia è ispirata ad un fatto reale, un fatto che accade da tanti anni e che si ripete puntualmente ogni mattina quando una vecchia zia di mia mamma chiede di poter tornare nel suo tempo, di poter tornare a casa da suo marito che però è morto molti anni fa.

Mentre leggevo il libro ho ipotizzato che il protagonista potesse essere affetto dal morbo di Alzheimer, che tu nomini effettivamente ad un certo punto. Si potrebbe dire che è una delle idee che ti hanno aiutato a tessere la trama de Il riflesso dell’anima?
È proprio di questa malattia che parlo. È per colpa di questo disturbo che quella vecchia zia di cui parlavo prima, chiede di poter tornare alla sua vita.

In un tempo in cui nessuno vuole invecchiare e tutti, almeno chi può, corre ai ripari dal chirurgo estetico: che cosa ti ha portato a raccontare la storia di una persona anziana?
Credo che nessuno possa capire il vero significato di una vita come chi l’ha vissuta completamente dal primo all’ultimo giorno. Credo che nessuno possa capire il’importanza che hanno i ricordi nella vita di una persona come chi li ha perduti per sempre. Per questo ho deciso di raccontare la storia di Lorenzo. Per far capire quanto siano importanti i ricordi alla fine di una vita vissuta. Sono loro a dire chi siamo, cosa abbiamo fatto e a ricordarci per cosa e soprattutto per chi abbiamo vissuto.

Domanda sul titolo: ho inteso il riflesso in due modi. Il primo è più fisico: Lorenzo si guarda allo specchio e si vede vecchio, nonostante la sua anima sia fondamentalmente giovane. Egli non si riconosce, deve ricostruire il suo passato per capire come sia diventato anziano e ci riesce grazie all’aiuto di oggetti, del diario di Lena, dei racconti delle figlie. Il secondo è nel senso di riflessione alla fine della vita, momento in cui si tirano le file e si cerca di capire cos’abbiamo fatto di bene o male. Come hai inteso tu il riflesso?
Sicuramente in questo secondo modo. Il momento in cui una persona si guarda allo specchio e non si riconosce. Il momento in cui cerchi di capire chi sei, che cosa hai fatto, che senso ha avuto la tua vita.

Quanto tempo hai impiegato per scrivere Il riflesso dell’anima?
Troppo. ^_^ Purtroppo non riesco ad avere una grande continuità nella scrittura e mi lascio spesso assorbire dagli impegni quotidiani e questo mi porta a dover ogni volta cercare di raccogliere nuovamente i pensieri per cercare di capire dov’ero arrivata con la mia storia e come volessi continuarla. Per questo ho impiegato un anno a scrivere questo libro, che è moltissimo tempo per un libro di queste dimensioni!

Domanda che temo ti abbiano già fatto tutti: e ora? Stai già scrivendo un altro libro?
Ahahaha! Sì me lo chiedono in tanti e questo mi fa un piacere incredibile perché significa che in fondo leggerebbero ancora qualcosa scritto da questa anonima ragazza di provincia.
La risposta è sì, c’è una storia che sta cercando di nascere. È ancora in fase embrionale, ho scritto circa 30 pagine e sto cercando di trovare quella continuità di cui parlavo prima. È una storia dai toni molto più cupi rispetto a “Il riflesso dell’anima” ma cerco di mantenere quell’incertezza che ha caratterizzato  questo romanzo. Anche nella nuova storia che sto scrivendo porto il lettore a non capire se ciò che il protagonista vede sia o meno reale.


Ciao e ti ringrazio per la tua disponibilità!
Grazie a te per aver dato alla mia storia una possibilità e dedicato uno spazio nel tuo blog! ^^

lunedì 11 giugno 2012

Il riflesso dell'anima di Leda Muraro: recensione!

Ieri sera ho terminato, tra una lacrimuccia e l'altra il bellissimo libro di Leda Muraro: Il riflesso dell'anima, che avevo presentato QUI.

La storia comincia con un giovane Lorenzo che studia all'università e vuole diventare dottore, è innamorato di Lena, ma capire quanto lei sia importante per lui non gli risulta molto semplice. Una mattina si sveglia e si ritrova intrappolato nel corpo di un uomo anziano, ecco che comincia una ricerca attraverso la quale Lorenzo cerca di capire come è finito in quel corpo e soprattutto che cosa ne è stato di tutta la sua vita passata? Dove sono finiti i suoi affetti di un tempo?
Il riflesso dell'anima è un libro di una delicatezza impressionante, Leda Muraro, del 1985, è una scrittrice giovane che sceglie di raccontarci una storia che di fatto non parla di giovani e di ragazzi, ma parla di un signore anziano in cerca del suo passato. Trovo che l'abilità di Leda sia nel rendere molto bene un'età che lei stessa non ha ancora vissuto: la vecchiaia, il momento del tramonto, in cui tutto volge alla fine. Il momento in cui si fanno i conti con il passato e si tirano le somme del proprio vissuto. E' anche il momento della malattia che non è semplice da accettare: il corpo invecchia, si rallenta l'andatura, le ossa non sono più resistenti, ma lo spirito resta giovane. 
E' molto bello vedere come Lorenzo ricostruisce la sua vita attraverso i ricordi, tracce lasciate dai suoi cari, attraverso i racconti delle figlie.
La dolcezza e la poesia che Leda utilizza per raccontare la vicenda di Lorenzo in alcuni punti porta il lettore a commuoversi, infondo tutti temiamo la vecchiaia eppure Leda la descrive tranquillamente, perché essa è parte della vita di ogni persona un punto a cui tutti, o quasi, arriviamo.
Mentre leggevo il libro cercavo un po' di capire come potesse andare avanti, cosa potesse succedere e riflettevo su questo status di Lorenzo e sul subito mi sono domandata se fosse Alzheimer. Personalmente ritengo che questa sia una delle malattie più brutte che possano capitare durante la vecchiaia, non solo per chi ne è affetto, ma anche per chi sta intorno al malato. Non riconoscere i propri cari è svilente.
Penso che Il riflesso dell'Anima sia un libro che faccia riflettere molto i giovani, una riflessione che ci fa capire che quello che noi scriviamo nel nostro presente porterà ad un certo tipo di futuro. Ogni giorno ci vengono proposte delle scelte, dei bivi che ci porteranno a qualcosa, il messaggio di questo libro credo sia quello di vivere, vivere sempre, vivere amando e soprattutto vivere i sogni cercando il più possibile di farli diventare realtà.
Lorenzo non si è mai arreso davanti a niente, nemmeno davanti a ostacoli insormontabili e questo gli ha permesso di riuscire nella sua vita non solo lavorativa, ma anche affettiva. Certo, le sconfitte non sono mancate, ma nonostante tutto sembrano sconfitte dettate non da momenti di distrazione o di smarrimento, molte sono dettati da un eccesso di amore nei confronti di qualcuno.

Il riflesso dell'Anima è un libro che mi ha riempito il cuore. Quando sono arrivata alla fine ero triste, la lacrimuccia era in agguato, ma non era una tristezza negativa, era una tristezza costruttiva, un trampolino di lancio che ti dice: tu hai 20 anni, 30 anni...puoi fare molto, puoi fare della tua vita un capolavoro, come hanno fatto Leda e Lorenzo (chiedo perdono per lo spoiler). Un altro motivo per cui questo libro mi è piaciuto molto è perché mi ha fatto rivivere i miei nonni o molte persone anziane, le loro difficoltà a livello motorio, i loro limiti e la loro voglia magari di fare cose che il fisico non riesce più a sopportare. 
Leggere questo libro come una parabola moderna per qualcuno può sembrare eccessivo, ma non per me. Complimenti Leda per questa piccola perla.


Il libro non è facilmente reperibile quindi vi metto il link della pagina dell'autrice dove segnala i siti presso i quali è acquistabile: CLICCA!

VOTO


sabato 9 giugno 2012

Letture on the road

Sapete che mi piace iniziare un sacco di libri insieme e anche in questi mesi il mio modus legendi (si dice così?) non è variato.
In lettura in contemporanea ho:
Dark Shadows di Lara Parker edizioni Tre60 
Scritto in modo scorrevole, nonostante la sua mole infinita di pagine si lascia leggere piacevolmente.

Tra donne sole di Cesare Pavese edizioni Einaudi
Libro che sto leggendo per un esame, da questo è stato tratto il film Le amiche di Antonioni, regista per me abbastanza complesso e...leggermente criptico. Il libro è ambientato a Torino, città amata da Pavese in cui ha anche abitato dall'età di 7 anni circa. 
Di Pavese ho letto anche La casa in collina e La luna e i falò, che dire a me come scrittore non dispiace per niente.

Il riflesso dell'anima di Leda Muraro edizioni Zerounoundici (0111) 
Leda è una scrittrice esordiente di 27 anni, Il riflesso dell'anima è la sua opera prima e...mi sta prendendo! Sono vicina a uno dei primi momenti X che ti incollano al libro e non ti fanno staccare più fino almeno a quando non vedi la parola FINE.
Mi piace, mi piace, mi piace! Ve lo consiglio!
La Zeroundici è una casa editrice piccola che io onestamente non conoscevo, ma che devo dire ha un catalogo molto interessante. Questo è il suo sito: CLICCA!
Siccome il libro magari non è proprio di facile reperibilità, dal sito dell'autrice ho visto che segnala che è acquistabile a questi link, addirittura Leda ha indicato il tempo che ci vuole perché il libro arrivi.


LIBRERIA FANTASY consegna immediata
IBS tempo stimato 3 settimane
WEBSTER tempo stimato 3 settimane
DEASTORE tempo stimato 15 giorni lavorativi
Una piccola nota: Libreria Fantasy è la web-libreria di Leda che vende principalmente libri fantasy. Questa ragazza è geniale!

Ma ammetto anche di aver leggiucchiato anche qualche pagina iniziale di Muses (ho scaricato l'anteprima sull'iPad) Un diamante da Tiffany, Multiversum...insomma, ho buttato un po' di sguardi in giro.
Ci sono poi molte nuove uscite interessanti...insomma, si preannuncia un'estate librosa! 

lunedì 4 giugno 2012

Vidi: Il riflesso dell'Anima di Leda Muraro


Mi capita spesso di curiosare su youtube in cerca di recensioni di libri. Da un recente video di LadyMija83 ho scoperto questo interessantissimo libro di Leda Muraro: Il riflesso dell'Anima edito da Zerounounidici.
La trama è molto interessante e non mi dispiacerebbe davvero leggerlo!

TRAMA

Era l’anno 1955. Lorenzo aveva appena 25 anni quella notte in cui tutto ebbe inizio. Ancora non sapeva che quella realtà, nella quale aveva appena compiuto un terribile sbaglio, stava per scomparire per sempre. Alla mattina nulla era più lo stesso. Non conosceva la casa nella quale si era svegliato, né il volto che vedeva riflesso allo specchio. Il volto di un vecchio. Ancora non sapeva come fosse arrivato in quello strano posto, ma soprattutto non aveva idea di come poter tornare indietro.

Sullo sfondo di una rivalità antica come il mondo, il percorso di una ragazzina che dovrà abbandonare presto l’innocenza della sua giovinezza per intraprendere un cammino nelle tenebre più oscure.

L'AUTRICE

Leda Muraro è nata nel 1985 e vive con il marito in provincia di Padova, dove lavora come impiegata presso un ente pubblico e dove gestisce libreriafantasy.it, una libreria online specializzata nel settore fantasy. Coltiva da sempre una grande passione per i libri, che considera un po’ come il suo secondo mondo. Un mondo quasi perfetto dal quale a volte è difficile fuggire.


Leda Muraro ha un canale youtube che potete consultare qui: CLICCA!
Il canale di LadyMija83 è questo: CLICCA!

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