mercoledì 23 aprile 2014

Settimana breve #BIT

Adoro le settimane brevi.
Adoro i ponti.
E chi non li adora? Smettetela di fare i perbenisti crumiri, tutti adorano le settimane corte, perché anche durante i pochi giorni di lavoro...qualche minuto è sempre dedicato a sognare le vacanze.
Sì perché ammettiamolo, è la vacanza che ci costringe a correre, preciso: l'idea stessa della vacanza ci mantiene in vita, ci fa svegliare ogni giorno e rotolare verso le nostre scrivanie. 
Non succede anche a voi?
A me già succedeva al liceo: "Resisti, devi solo arrivare alle 13 e poi vai a casa a dormire." 
L'ultimo anno sono sopravvissuta così, dicendomi: "Resisti, fatta la maturità sarai fuori per sempre da questo girone infernale!". E quando sono uscita...il mondo mi attendeva.
Ammetto di aver vissuto un po' male i miei 5 anni di liceo, ma per viverli bene bisognava avere i superpoteri..una roba da niente no?
Però, quanto sarebbe bello avere i superpoteri...io vorrei il dono dell'ubiquità: per essere in più posti contemporaneamente e fare dodicimila cose, da quelle utili a quelle dilettevoli. 
Tipo: io n° 1 è alle Maldive, mentre io n° 2 è in ufficio a lavorare, mentre io n° 3 legge un libro e io n° 4 sta facendo un corso di formazione. Che goduria! Se tutti avessimo questo dono...sarebbe un disastro! ...forse la soluzione a tutto non sono i superpoteri...devo trovare la soluzione giusta, can you help me? 

lunedì 21 aprile 2014

La teenager che c'è in me!

Please, tell me why!
Questa è la domanda che mi sta assillando da un po', mi sta assillando perché da un po' di tempo sono affetta da "Sindrome di teenagerismo di ritorno". Di che si tratta?
Vi spiego.
Premesso che sono sempre stata un'amante di Harry Potter e chi legge questo blog da un po' dovrebbe averlo capito, ultimamente ho rimpolpato la mia lista di libri che vorrei leggere aggiungendo solo titoli di libri che il mondo classifica scritti per young adult.
Ho cominciato con la saga Multiversum di Leonardo Patrignani, stupendi, da leggere.
Ho continuato con Muses di Francesco Falconi che non mi ha creato troppa dipendenza.
Ho scoperto gli Hunger Games: contagio 2.0.
Ho visto il trailer di Divergent: e mi sono messa a leggere Divergent, anche se non mi sta piacendo troppo, non sono ancora entrata nel vivo della storia e faccio un po' fatica.
Ho scoperto l'esistenza della serie di Sally Lockhard di Philip Pullman e mi sono detta: devo leggerli.
Ho scoperto l'esistenza della scrittrice (del 1991!!!) Samantha Shannon autrice della saga La stagione della falce, saga di 7 libri. In Italia è edita da Salani e per ora possiamo leggere solo il primo volume. Negli USA è già stata definita: la nuova Rowling. Parliamone.
Insomma, sto facendo letture da teenager, spero vivamente di evitarmi l'ascolto degli One Direction.
Eppure non sono l'unica, sapete?!
Molti adulti leggono questi generi, perché sono ben scritti, non sono completamente rivolti a un pubblico giovane. Pensate agli Harry Potter: diamine, forse i primi tre sono più da ragazzini, ma man mano che la storia procede, i toni si fanno piuttosto oscuri e sicuramente adatti ad un pubblico più grandicello. 
Quindi tutto questo per dire: avrò pure la "Sindrome di teenagerismo di ritorno", ma alcuni libri young adult meritano davvero. Per esempio spero di poter stringere la mano Leonardo Patrignani al prossimo Salone del Libro. Ammetto che lo scorso anno 2013, mi è passato di lato e non ho avuto il coraggio di fermarlo e di chiedergli l'autografo. Oltretutto...sapete che è altissimo? E sapete che il suo libro è stato tradotto in un sacco di lingue tra cui anche l'Inglese? Quando l'ho scoperto mi sono sentita orgogliosa di essere italiana. Non so se riesco a spiegarvi questo sentimento, ma quando un libro italiano riesce a passare le frontiere...secondo me è una cosa stupenda, è un momento magico che merita di essere ricordato e testimoniato. 
E voi, avete la mia stessa sindrome? 
Fatemi sapere!

I 100 libri di una vita

Bei tempi quelli in cui su questo blog compariva la lista dei 100 libri da leggere secondo la BBC. Era il mio periodo delle liste e quel periodo perdura fino ad ora. 
Amazon probabilmente oltre ad analizzare i dati delle mie navigazioni e a suggerirmi i nuovi acquisti sulla base di quello che ho precedentemente acquistato, l'altro giorno mi ha inviato una mail e come me milioni di altri utenti avranno avuto la fortuna di riceverla. 
Il titolo era chiaro, semplice: LAMPANTE

I 100 libri di una vita

Accipicchia! Ho pensato. 
Chissà cosa consiglia di leggere Amazon, come se la mia lista di libri avesse bisogno di essere ripopolata.
Sono andata a farmi un giro (se volete fatelo anche voi cliccando QUI) e ho scoperto che i parametri di Amazon sono un filino stranotti
Per esempio il primo libro della lista è Cent'anni di solitudine che mi ha fatto pensare subito alla recente scomparsa del suo autore, Gabriel Garcìa Màrquez, ma tutto sommato, rispetto la scelta. Ma mettere nella lista anche Noi siamo infinito, La profezia dell'Armadillo (che ho e ho letto, ho riso un sacco e mi piace molto!) non vi sembra un filino fuori luogo? 
La lista è alquanto strana e non ha davvero niente a che vedere con quella della BBC, certo alcuni titoli sono presenti in entrambe, ma quella di Amazon è davvero...strampalata. 
Chiude la carrellata di titoli il primo libro di Harry Potter. 
Facendo due rapidi calcoli ho notato di aver letto solo 13 dei 100 libri suggeriti, una media davvero bassa. Altri sono nella famigerata lista di quelli che vorrei leggere, altri ancora rientrano tra quelli che non leggerò mai...poi ci sono quelli che ho iniziato ma che non riesco ad andare avanti a leggere. 
E voi cosa ne pensate?
Quanti ne avete letti?
Avanti, condividete la vostra lista! 

venerdì 18 aprile 2014

La filosofia di Tippete #BIT

Oggi pensavo: conoscete anche voi la gente che parla a vanvera? Quelli che non hanno assolutamente nulla da dire, che allungano ogni discorso a livelli estremi senza fondamentalmente dire nulla. Li conoscete?
Io personalmente non li sopporto.
Non li sopporto perché li ritengo una perdita di tempo in versione Sapiens Sapiens POCO Sapiens. Come diceva Tippete in Bambi: se non sai che cosa dire, è meglio che non dici niente. 
Tutti hanno qualcosa da dire, o meglio lo credono, poi da quando c'è Facebook c'è gente che ha anche troppo da dire e dovrebbe imparare a contenersi. Posso dire cosa hanno fatto certi miei amici di Facebook durante tutta la giornata, perché questi non hanno più in mente qual è la linea di demarcazione che separa il mondo reale dal web
Ho visto coppie lasciarsi su Facebook e altri mettersi insieme. Dilettanti quelli che flirtano solo su Facebook. 
Ho visto gente chiedere consigli quando stava male: non si andava dal medico una volta?
Ho visto gente pubblicare foto che personalmente poteva tenersi per sè.
Ho visto gente raccontare le proprie vacanze secondo dopo secondo, bevuta dopo bevuta, sbornia dopo sbornia, a guardare bene si vedeva l'alcol trasudare dalle lettere degli stati pubblicati. 
Ho visto gente insultare altra gente su Facebook.
Ho visto gente dichiarare guerra al mondo attraverso Facebook. E qui ci spendo due parole. La domanda è: cos'avrebbero fatto Spartaco, Attila, Nerone, Cesare con Facebook? Sarebbe interessante. Nerone per esempio avrebbe proposto di inserire il tasto: "BRUCIA" al posto di Mi piace, variazione che personalmente avrei utilizzato rischiando quasi di abusarne in alcuni casi. Sapete quanti "Brucia" al giorno regalerei? Caspita! Che pensiero cattivo. Ma credo di non essere la sola a pensarlo.
In qualsiasi caso nell'utilizzare i social è bene fare propria la filosofia di Tippete: quando non sai che cosa dire, è meglio che non dici niente! E buona giornata! 


giovedì 17 aprile 2014

Di che ordine sei? #BIT

Questo post nasce da un dialogo con i colleghi. 
Oggi in pausa pranzo si parlava di ordine e di disordine. Da un rapido sondaggio abbiamo scoperto che tra i colleghi esistono numerose coppie in cui un elemento è ordinato e l'altro è disordinato, come le due metà della mela si compensano a vicenda, creando un equilibrio perfetto. 
Ovviamente i disordinati hanno cercato, durante il dibattito, di far valere le loro ragioni: il disordine solitamente è dettato dalla fretta, dalla voglia di volersi dedicare ad altro, dalla svogliatezza. L'ordine non lo so perché io...sono una disordinata.
A volte cerco di psicanalizzarmi e mi domando se il mio disordine sia nato da un rifiuto dell'ordine imposto da mia mamma, donna notoriamente molto ordinata. 
Personalmente mi domando perché non riesco a tenere in ordine nulla. Lavoro nel caos e anche ora vi sto scrivendo da una scrivania poco, poco ordinata. Se dovessi citare gli oggetti intorno a me sulla scrivania vanno da una serie di riviste a delle forbici, cd, una scatola di Tachipirina, la custodia dell'Ipad, un libro, una gruccia, il kindle, alcune bustine di campioncini di cosmetici, un'etichetta di una maglia. Che disastro. Eppure...accumulo. Accumulo fino al punto in cui mi dico: "Fai veramente schifo, datti una regolata!". E allora ecco che a casa mia arrivano i Ris di Padova con tanto di pennellino per rilevare le impronte digitali. Pulisco e riordino ogni cosa, talmente tanto da rendere la casa invivibile e poco comoda. Diciamolo: il nostro disordine è dettato dalla comodità, la comodità di usare una cosa e poi buttarla lì, perché almeno è già pronta per l'uso successivo. E' dettato inoltre dalla necessità di procrastinare ciò che non riteniamo momentaneamente utile. Se consulto un libro e poi lo lascio perché devo fare altro, beh lo lascio dove capita. E' arrivato il momento di fare altro, quindi quella cosa passa avanti rispetto alla mia consultazione del libro, che termina nel preciso istante e in quel luogo in cui mi viene avanzato l'invito di dedicarmi ad altro, oppure semplicemente è arrivato il momento di fare altro.
E' difficile da spiegare, ma mettiamola così: non siamo disordinati, siamo creativi! 

P.S. Per i deboli di cuore: la foto di questo post è stata scattata nel maggio 2013. Quella è la mia scrivania dopo il Salone del Libro 2013...non ha mai raggiunto quei livelli. Giuro.

mercoledì 16 aprile 2014

Pasta fresca #BIT

Vi siete mai maledetti per aver sbagliato a fare la spesa più e più volte? Per esservi concessi a quell'offerta che vi ha costretti a mangiare la stessa cosa per più giorni? 
Ebbene, a me è capitato proprio in questi giorni. Se dovessi scrivere un libro, lo intitolerei "Io e le trofie", perché vi assicuro che mi stanno uscendo dalle orecchie. Mi sono lasciata abbindolare da un'offerta, ma 500g di trofie, preciso pasta fresca, da mangiare da sola...vuol dire fare una sessione della durata di almeno 4 pasti abbondanti! Comprate 500g di trofie solo ed esclusivamente se avete ospiti e se potete condividerle con qualcuno, mai e dico mai comprare tutta questa pasta se siete gli unici commensali. Non compratela nemmeno se pensate di mangiarla "prossimamente", vi ridurrete il giorno prima della scadenza a mangiare quintali di trofie condite con ogni cosa con la quale è possibile condire delle trofie. In quel momento imparerete l'esistenza di sughi mai immaginati, cose che farebbero impallidire Carlo Cracco e tutti gli aspiranti Cracchi del mondo. 
Cracco appunto diceva: se vuoi fare il figo, usa lo scalogno. Io dico: se vuoi fare il figo, non farti abbindolare dalle offerte! 
Mi riprometto di stare attenta ogni volta, ma spesso e volentieri ci ricasco. Imparerò mai la lezione?
Vediamo! In qualsiasi caso vi comunico che ieri sera ho terminato le trofie, oggi mangio fuori. 

martedì 15 aprile 2014

Spodestando il Manzoni #BIT

Premesso che qualcuno potrebbe dire: e a me chemmeffrega, voglio raccontarvi oggi una cosa molto personale che ho scoperto soltanto ieri.

Vicino a casa mia non c'è più l'osteria Donna Prassede, è stata spodestata da un ristorante che si chiama Serranos. Il Manzoni perde il posto e arrivano gli spagnoli. Oltre il danno, la beffa. Povero Ale, si starà rivoltando nella tomba, il ristorante che portava il nome di un suo personaggio è stato spodestato da un ristorante dal nome spagnoleggiante. 
Però...pensavo: e se a breve si trasformasse in una versione torinese del Central Perk di Friends? Oppure del celebre MacLaren's Pub di How I Met Your Mother? Infondo è il sogno di tutti avere il punto di aggregazione sotto casa, dove entri e dici: "Il solito, Boe!". Dove il barista ovviamente deve chiamarsi Boe, come insegnano i Simpson, e se non si chiama Boe, si chiama Bob perché in qualsiasi caso è giusto dargli un nome corto e pratico, da associare alla frase: "Il solito...", così la vostra ordinazione arriva prima e potete ricordarvi il suo nome anche da ubriachi. Viste poi le lettere che lo compongono, potreste anche riuscire a pronunciarlo da ubriachi. 

Insomma, speriamo che l'invasione spagnola subita da Donna Prassede non sia un male, vediamo cosa accadrà prossimamente e speriamo diventi un punto di aggregazione migliore del bar spocchioso e pedante, pieno di artisti un po' poco artisti che occupa prepotentemente il marciapiede ogni sera con in mano il bicchiere della birra. Su Ale, fattene una ragione, tu hai già turbato i sogni di tutti gli studenti...non potevi anche monopolizzare il mondo della ristorazione! 

lunedì 14 aprile 2014

Raggi di sole #BIT

Due raggi di sole, mezzo grado in più di temperatura e le città si riempiono di persone, tutti si riversano per strada sfoggiando look più o meno primaverili, cercando di carpire ogni micro raggio di sole.
Che poi sia sensato, questo è tutto da vedere!
No, non sono sociopatica, semplicemente non capisco la gente che ad aprile sfoggia i vestiti che i comuni mortali indosserebbero ad agosto: dove vai in canottiera e shorts?
Ma soprattutto: se metti la canottiera ad aprile...cosa ti metti ad agosto? Giri nudo? Ti togli la pelle?
Veramente è complesso comprendere cosa passa per la testa a queste persone: ho capito che fa caldo, ma non fa ancora così caldo!
Il punto è: questi problemi me li faccio solo io? Probabilmente sì, probabilmente perché io quando arrivano i primi caldi non sono mai pronta con il cambio armadio, arrivo sempre con due o tre settimane di ritardo, sia mai che torni improvvisamente il freddo e io, freddolosa come sono, potrei ritrovarmi improvvisamente sprovvista di abiti adatti al clima del momento. Sì, perché in 50 mq è difficile tenersi tanti vestiti e quando si fa il cambio armadi significa spedire a casa-casa tutto, dove l'armadio è più grande e i mq sono di più. E poi, diciamocelo: ma quanto è noioso e spesso imbarazzante fare il cambio armadi? Se volete leggere un mio vecchio post sull'argomento, vi consiglio di cliccare QUI, in caso contrario...buona giornata! 

venerdì 11 aprile 2014

L'attesa #BIT

Il venerdì ci si alza tutti frizzanti. 
E' l'ultimo giorno.
E' costituito da quelle 24 ore che ci separano dal weekend. In questa giornata quello che più conta è l'attesa. Se ci pensate il weekend passa in un niente, ma il venerdì sogniamo senza limiti tutto quello che faremo sabato e domenica, progettiamo, pianifichiamo, ipotizziamo, siamo carichi, pronti a spaccare il mondo. E poi arriva il weekend e magari riesci anche a fare almeno un 1% di tutto quello che avevi pensato di fare...solo che le ore lontano dall'ufficio sono solo 48 e quindi...tutto vola velocissimo. Certo, ammetto che questo pensiero di venerdì mattina è alquanto fuori luogo, eppure è così. Pensateci.
E' l'attesa di ogni cosa a rendere ogni singola cosa...speciale! Bisogna essere capaci di vivere il momento, l'attimo, godere dell'attesa quanto del momento in cui quella cosa accade. Carpe diem dicevano i latini. Mordi l'attimo che passa, carpiscilo, fallo tuo, perché non tornerà, nel bene e nel male vivilo. 
Aggiungo poi che bisogna essere capaci di portare le cose belle con sé durante i giorni bui che sembrano non passare mai, quelle giornate in cui niente sembra andare come deve.
E' difficile, ma è un modo per sopravvivere. 
Se poi riuscissimo a trovare il positivo in ogni cosa che ci accade...beh sarebbe fantastico!
Tutti abbiamo dei modi per sopravvivere,  l'idea del weekend ci aiuta a sopravvivere l'ultimo giorno della settimana, quando siamo più stanchi e il collo dell'imbuto diventa più stretto. 
Non ci credete? Fatemi sapere...
Intanto buona giornata e buon weekend! 

giovedì 10 aprile 2014

Investimenti #BIT

Oggi parliamo di investimenti, non di quelli bancari, ma di investimenti fisici. Ieri mattina mentre andavo al lavoro ho rischiato di essere investita contemporaneamente da una bambina in monopattino e da una ciclista che ovviamente andava sul marciapiede.
Il rischio di essere investiti da un mezzo su due ruote sale sempre di più. Ormai girare per la città con il naso all'insù è fantascienza, non solo perché tutti camminano con la faccia incollata allo smartphone o controllano dove mettono i piedi a causa delle cacche dei cani che decorano il marciapiede. Il pedone non può più prendersi il lusso di girare nelle aree pedonali perché rischia di essere investito dai ciclisti che usano questi spazi come se fossero delle piste ciclabili, per non parlare poi del ritorno della moda del monopattino.
La nana (leggete bambina) in questione sfrecciava senza ritegno verso la scuola, con la mamma che letteralmente le "correva appresso" con lo zainetto in spalla. Cara mamma, due cose: mai e dico mai fare da sherpa ai propri figli, lo zaino può portarselo da sola, al massimo compragli uno di quei cosi mostruosi col trolley così se lo trascina in giro tipo bara. Seconda cosa: tieniti la figlia "appresso", ma proprio appiccicata! La bambina che ha cercato di investirmi, rischiava seriamente di cadere e farsi male: anche io tengo all'incolumità della bambina e soprattutto vorrei evitare di cominciare la giornata con le urla isteriche di una bambina e della madre. 
Occhio quindi non solo alle auto e alle moto, ma anche ai ciclisti e ai bambini con il monopattino.
Pensate che una mattina ho visto una mamma che si trascinava a casa il monopattino del bambino...prima lo zaino e poi il mezzo su due ruote..che scene! E povere mamme!

mercoledì 9 aprile 2014

O bag, il mio trip del momento

Ogni tanto mi prendono dei trip.
Ogni tanto mi innamoro di una cosa e la studio a lungo prima di comprarla.
Il mio trip della primavera 2014 si chiama o bag. La conoscete?
Ve la presento. Anzi, vi racconto la mia storia.


Da un po' di tempo a questa parte mi sono letteralmente invaghita di queste borse in silicone (vedete foto!), perché sono così belle, ma così belle che non puoi davvero non notarle. Sono pratiche, leggere, colorate (ma ci sono anche colori sobri!), innovative, resistenti, lavabili, capienti...insomma, la borsa che tutte le donne vorrebbero avere. La borsa che tutte le donne dovrebbero avere. Oltretutto potete comporla completamente voi, scegliete la scocca, i manici, il canvas, che per i neofiti è il sacchettino interno...componete e zac, borsa fatta! E se poi è inverno gli mettete il cappottino, gli cambiate i manici, insomma è una borsa quattro stagioni. ...ed è perfetta per trasportare anche quelle diecimila cose tipo libri e kindle che ci portiamo sempre dietro per ammazzare i momenti morti quando si è in coda o sui mezzi in città.

Eddai, ora ditemi se non è geniale!

Ed è pure made in Italy, cosa che mi rende orgogliosa del nostro paese! Se potessi aprirei subito un negozio di oggetti Fullspot, perché oltre alla o bag hanno realizzato anche degli orologi davvero deliziosi e tremendamente stilosi, sì, dico stilosi!
Non ci credete? Fate un giro sul sito di Fullspot, divertitevi e diventatene dipendenti.
E soprattutto non ditemi che non vi avevo avvisati.

Il problema principale di fronte a queste borse è trovare il colore giusto, quello di cui non vi stancherete mai. A me piace molto il verde mela della foto qui sopra, ma anche molti e molti altri...e se vi chiedessi un consiglio? Scatenatevi!





lunedì 7 aprile 2014

Ricomincia la settimana! #BIT

Nemmeno un mese che è partito il Buongiorno in Technicolor ed ecco che rompo il ritmo. Innanzi tutto vi chiedo scusa per l'assenza di venerdì scorso, ma la sera prima mi sono addormentata alle 22.30 di sasso, come se non dormissi da sei mesi...quindi rapita dal sonno non ho potuto gramellinizzarmi. Il sabato e la domenica non do il buongiorno a nessuno, perché in quanto tendenzialmente giorni non lavorativi (ahimè so che non è così per tutti) sono meno necessari i buongiorno. 
Torno oggi con un titolo cambiato. Causa Google e algoritmi suoi, altrimenti detti: rotture di scatole per i poveri blogger, temo che inserire svariati post con lo stesso titolo possa arrecare danno al mio blog, dicono infatti che Google potrebbe leggerli come cose scopiazzate, cosa che porterebbe il blog a non essere più indicizzato dal motore di ricerca...insomma per non farla lunga che è pure lunedì, vi spiego cos'ho deciso di fare.
Il Buongiorno è confermato, ma cambia titolo ogni giorno e acquista l'hashtag #BIT che sta per Buongiorno In Technicolor, che potete usare per condividerlo su Facebook e per divulgare il verbo, per regalare "na botta di colore" a tutti quelli che alla mattina arrancano verso la scrivania. Bit poi è una parola che ha molteplici significati, ma essendo lunedì non voglio spiegarveli, altrimenti oggi non ci arrivate alla scrivania! Se proprio siete curiosi, interrogate l'amica Wiki. 
Se siete sopravvissuti alla caotica spiegazione e se vi sembra che il ragionamento sia piuttosto sensato, vi ringrazio per la pazienza e vi auguro buon inizio di settimana!

sabato 5 aprile 2014

Be DIVERGENT!

Questa settimana la mia lista dei libri da leggere si è allungata di un pezzettino, con una saga che in questo momento è sotto gli occhi di tutti grazie all'uscita del film del primo capitolo: Divergent.
Editi da DeAgostini, i libri sono stati scritti da Veronica Roth e vi assicuro che mi ispirano proprio tanto, tanto, tanto!
In rete le recensioni sono molto buone, dicono sia ben scritto e coinvolgente quasi quanto gli Hunger Games...e pure le copertine gli assomigliano molto!

E voi li conoscete?


giovedì 3 aprile 2014

Buongiorno in Technicolor #8

Se Carrie Bradshaw teneva una rubrica dal titolo Sex and the City, io dovrei cominciare a tenerne una che si chiami Puzza nella city. Vi spiego.
Ogni mattina vado a piedi al lavoro, passo dopo passo mi rendo conto che gli stessi angoli puzzano ogni giorno allo stesso modo, un pezzo puzza sempre di cacca di cane, uno di detersivo, uno di immondizia. Potrei camminare bendata ed essere certa di sapere dove mi trovo, allo stesso tempo però ammetto che avrei dei seri problemi a mettere i piedi dato che ogni giorno i marciapiedi sono cosparsi di escrementi di cani. Prima di desiderare un cane ricordatevi che quando lo portate in giro dovete raccogliere i suoi scarti solidi, i pedoni potrebbero non apprezzare i regalini puzzolenti del vostro cane lungo i marciapiedi. 
Fortunatamente non ci sono solo le puzze a guidarmi per la città, ma ci sono anche un sacco di profumi: di pizza, di pane appena sfornato e poi ci sono gli "odori del mercato" quelli che definire puzze è peccato, ma che allo stesso tempo non sono profumi così invitanti. Per esempio a me piace un sacco il formaggio, ma col cavolo che mi faccio rinchiudere nella cella dove stagionano la fontina! Oppure adoro la frutta e la verdura, ma spesso tutti i profumi insieme creano un odore parecchio pesante. 
E detto questo...vi lascio al vostro tran tran quotidiano! Non annusate troppo! 
Buonagiornata!

mercoledì 2 aprile 2014

Buongiorno in Technicolor #7

Ieri sera...pensavo. E pensavo al Pensatoio di Albus Silente. Chiedo scusa per il giro di parole, ma mi sono dispersa nel mondo di Harry Potter e a quella fantastica bacinella che Silente usava per rivedere i ricordi e per farli conoscere ad Harry. Lontano anni luce dal pensatoio come lo intendo io, ovvero come luogo dove pensare e creare. 
Sono convinta che tutti noi abbiamo un luogo prediletto dove creiamo. Una stanza della casa, uno spazio all'aperto... Personalmente io creo e mi invento le cose migliori sotto la doccia, in bagno. Credo che il bagno sia un luogo con grandi potenzialità, la maggior parte delle volte che mi soffermo davanti allo specchio, mi perdo in mille pensieri, quando faccio la doccia penso alle cose da fare e trovo soluzioni. Ebbene sì, io sotto la doccia non canto, a meno che non ci sia Spotify a palla. 
Molti poi definiscono "pensatoio" il tronetto che tutti noi abbiamo in bagno, quella sedia sulla quale chiunque può sentirsi un Re. 
Scherzi a parte, penso che il bagno sia un luogo ottimo per pensare perché è il luogo dove effettivamente siamo soli o cerchiamo di esserlo, è il nostro momento privato dove possiamo davvero fantasticare, creare, riflettere. Nel film The Truman Show, Truman e l'amico si trovano una sera e tra una birra e l'altra l'amico confida a Truman che spesso quando si siede sul wc sogna di essere intervistato. Ora, non fate i puritani: ditemi se anche voi non avete provato a tenere una conferenza stampa mentre eravate in bagno, ditemi se non avete mai immaginato di fare il discorso del secolo davanti allo specchio. Se la vostra risposta è "No": non ci credo! E in qualsiasi caso, mentre meditate, vi auguro buona giornata! 

martedì 1 aprile 2014

Buongiorno in Technicolor #6

Una volta, quando ero studentessa, mentre stavo facendo colazione in cucina nel mio collegio, mi sono soffermata ad osservare in quale stato di degrado e indecenza lasciavamo ogni mattina la cucina. Dopo pochi istanti è entrata la signora delle pulizie e ricordo come se fosse ora che le ho detto: "Non so come riesca a non arrabbiarsi, fa quasi schifo vedere tutta questa roba sporca!". La signora si è girata verso di me e mi ha detto: "Ma no, ho visto di peggio...". Poi ha iniziato a pulire. Io non sapevo cosa intendesse con peggio, ma non ho dovuto aspettare molto per scoprirlo. La signora mi ha raccontato di quando puliva i bagni pubblici, cosa ben più disgustosa della cucina di un collegio universitario, mi ha detto che lì faceva veramente schifo. Al termine del discorso poi mi ha detto: "Però sai Francesca, qualsiasi lavoro farai quando finirai l'università, ricordati di metterci il cuore. Non andrai lontano se non ci metterai un po' di cuore e non farai nemmeno bene il tuo lavoro." 
Questa piccola lezione di vita mi ha scosso molto e ogni tanto me la ricordo, perché fatta da una persona che tutte le mattine deve fare le pulizie a cose che hanno pulito gli altri fa pensare. Infondo è vero, se un lavoro non piace è facile farlo male. Certo a volte è impossibile riuscire a lavorare bene in certi ambienti e con certi lavori, non voglio assolutamente metterlo in dubbio. Però io penso a quella gente che ora un lavoro non ce l'ha e a quanti su Facebook si lamentano perché devono andare a lavorare...insomma, non mi sembra molto corretto. Questo mondo del lavoro è facile da subire, ma è davvero complesso volgere al positivo, farci piacere quello che facciamo. 
E voi ci riuscite? Buonagiornata!

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