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venerdì 28 agosto 2015

Taglia e cuci di Marjane Satrapi


Taglia e cuci, la disciplina olimpica prediletta dalle donne, è il titolo della nuovissima graphic novel di Marjane Satrapi, autrice e disegnatrice che io amo. Conosciuta per Persepolis, dal quale è stato tratto anche l'omonimo cartoon.

Se le tematiche di Persepolis potevano urtare lo spettatore a causa delle divergenze culturali e della difficoltà che gli occidentali hanno nel momento in cui cercano di comprendere la cultura mediorientale, ma anche a causa dei rischi corsi dalla stessa autrice per aver cercato di non nascondere il suo pensiero, con Taglia e cuci ci troviamo in tutt'altro ambiente.

La storia infatti è estremamente leggera e racconta una parte di cultura araba che si avvicina moltissimo a quella occidentale, il cosiddetto tè delle donne, quel momento durante il quale le donne della famiglia si incontrano e condividono problematiche quotidiane, legate alla casa, al marito e ai figli.

Si parla di rapporti sessuali, di donne che si pentono di non essere arrivate vergini al matrimonio e che temono repressioni da parte dello sposo nel momento in cui lo scoprirà. Marjane non ha paura di raccontare il dietro le quinte un po' anche "a luci rosse" della cultura araba. Una scelta a mio parere molto intelligente perché in questo modo l'autrice ci fa percepire che sotto quei veli che celano i volti si nascondono donne come noi.

Mi fa sorridere il pensiero che una scrittrice di Teheran, che si era rifugiata a Vienna per scappare dal regime degli Ayatollah e che ora abita in Francia, proprio quella Francia dilaniata oggi dagli attentati, non ha paura di raccontare senza veli le vicende delle famiglie arabe, nell'ottica proprio di dire che alla fine siamo tutti uomini e tutti donne con gli stessi problemi. 

C'è l'amore, il matrimonio combinato, il divorzio, il marito che ha l'amante... La spontaneità di Marjane è incredibile e a tratti viene da esclamare: "Che coraggio!"
Ebbene, ci vuole coraggio anche in questo. Molto coraggio.


Se il genere può interessarvi, vi consiglio di leggere anche Il Caffè delle donne di Widad Tamimi e di guardare il film Donne senza uomini di Shirin Neshat.

giovedì 16 maggio 2013

Salone del Libro 2013

Prometto che tornerò presto da queste parti!
Intanto in questi giorni sto facendo una full immersion al Salone del Libro.
E voi ci andrete?


martedì 22 gennaio 2013

Il caffè delle donne di Widad Tamimi: recensione!

Avevo parlato di questo libro un po' di tempo fa, lo avevo acquistato a metà prezzo da Libraccio.it e poi tra una cosa e l'altra è finito sotto nella pila dei libri da leggere. Lo avevo quindi prestato a una mia amica, la quale dopo averlo terminato mi ha detto: leggilo perché è a dir poco stupendo!
Avendo altri libri da leggere, non l'ho mai preso in mano, fino a quando...mi sono trasferita a Torino e mi sono ritrovata senza internet. Per passare il tempo ho deciso di cominciare Il caffè delle donne e nel giro di pochi giorni l'ho divorato.
Ambientato tra la Giordania e Milano, Il caffè delle donne è un libro molto interessante e affascinante per noi occidentali che spesso, a causa dei fatti internazionali, guardiamo agli arabi con sospetto. Questa storia mette in campo differenze, etniche, culturali, geografiche; la protagonista Qamar è di origini giordane, ma è cresciuta a Milano, ad Ammam torna solo d'estate e proprio in questi momenti si rende conto delle differenze che intercorrono tra i due paesi.
A fare da cornice in questa storia è appunto il caffè, che forse più che una semplice cornice è proprio un espediente, quasi un personaggio che si prende un suo ruolo importante, tra caffè espressi e caffè arabi, letture dei fondi della tazzina, la storia avanza e ci porta a scoprire tradizioni uniche come appunto il caffè delle donne. Ci spiega questo rituale complesso, che parte dalla preparazione del caffè e termina con la lettura di un fondo di una tazzina.
Nel caffè si nasconde il destino delle persone e anche quello di Qamar, la protagonista, che sta attraversando un periodo non semplice della sua vita, vuole un figlio, ma a quanto pare non è così semplice, per non parlare degli alti e bassi nella relazione con Giacomo. Nel caffè ci si incontra, ci si scontra per opinioni e origini, diverse vedute riguardo la vita.
Mille ingredienti, tra cui il caffè, ci regalano una storia semplice eppure densa di significati, ricca di sogni, di speranze. Il caffè delle donne ci racconta la vita con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, Widad Tamimi mette in campo la sua esperienza di donna e di araba, offrendo al pubblico un prodotto molto interessante, costruito sapientemente alternando la vita di Qamar da grande e da piccola, durante le vacanze in Giordania. 
La sua scrittura permette di visualizzare a pieno le scene e in alcuni punti sembra di sentire il vento del deserto, il caldo, la sabbia che si infila in mezzo alle dita dei piedi.
Sinceramente non mi stupirei se tra qualche anno un regista lo scelga per realizzare un film, è un libro davvero unico, se non fosse che l'anno è appena cominciato, direi che è uno dei migliori libri letti quest'anno
E voi, lo conoscete? Lo avete letto?
Attendo le vostre opinioni!

VOTO:



sabato 1 dicembre 2012

Quando meno te lo aspetti...compri un'agenda!

Questo è un post della serie: 
pochi libri, pochi film...tanti cavoli miei! 
Se non vi va, 
spero di rifarmi con il prossimo! 

Sono un po' latitante in questo ultimo periodo perché sto terminando di scrivere la mia tesi di laurea magistrale e quindi cerco di dedicare la mia scrittura a quella, nella speranza di produrre qualcosa di decente e leggibile. Non ho intenzione di abbandonare il blog, perché ormai è diventato un punto fisso e anche se non riesco più ad aggiornarlo così spesso come facevo qualche mese fa, se avrete un po' di pazienza cercherò di raccontarvi il più possibile le mie letture e le mie visioni cinematografiche.
Purtroppo sto guardando davvero pochi film e sto leggendo pochissimo, mi dispiace perché sto accumulando un sacco di libri sul comodino e il tempo è sempre meno, in più questa settimana.... sorpresa! 
Una notizia inaspettata mi ha "sconvolto" piacevolmente i piani. Altolà, non sto per sposarmi, non sono incinta, ma semplicemente ho ricevuto un'offerta di lavoro che mi richiederà il trasferimento a Torino.

Non voglio dilungarmi troppo e anticipare perché è tutto ufficioso e sulla via per ufficializzarsi, siccome ancora non ci credo...non vedo davvero l'ora di vedere il tutto scritto nero su bianco. L'idea di tornare a Torino, come immaginerete, se mi seguite da più tempo, mi affascina un sacco e mi rende tremendamente felice, soprattutto perché sarò in appartamento, insomma una casa! Io che ho sempre vissuto in collegio...beh, vuol dire tanto! E' un cambiamento abnorme!

Inoltre non sarò da sola, ma sarà con me un'amica che nomino spesso da queste parti, ma anche di questo vi racconterò strada facendo, soprattutto quando avrò una casa, un tetto sulla testa...eccetera eccetera. Magari poi vi faccio una foto? Non so... (Sono euforica!)
Insomma, aria di novità e sconvolgimenti piacevoli. Si preannuncia un 2013 torinese e ancora non ci credo e soprattutto non sto nella pelle!
Penso che se mi dovessero telefonare e dirmi: "Era uno scherzo!" beh..potrebbe essere una delusione allucinante, un trauma ineguagliabile.
Scusate se vi ho anticipato le cose un po' alla "più o meno", ma non posso dilungarmi troppo, ma prometto che appena tutto sarà più chiaro e sarò certa al 100% (cosa che accadrà solo dopo il primo giorno di lavoro) perché davvero, stento a crederci, vi farò un mega post per raccontarvi tutto.
A questo punto vi chiederete, ma le foto dell'agenda?
Beh, la storia è lunga e coinvolge due amiche (nessuna delle due sarà la coinquilina) Barbara e Ida. Entrambe hanno acquistato già da qualche mese, io mi sono detta e ho detto a entrambe che non avrei preso l'agenda quest'anno...tanto essendo a casa, poi con l'ipad, non mi sarebbe servita.
A quanto pare...non sarò proprio a casa, quindi giovedì tra un appartamento e l'altro sono andata alla libreriacoop di Torino con la coinquilina (oh, ma chi sarà mai?) e l'ho acquistata, anche perché scarrozzarsi ogni giorno l'ipad...dato che qualche settimana fa mi è cascato ammaccandosi...ma funziona eh!  

Ora vi saluto.
A presto, cari lettori e...abbiate pazienza! Ve pregoooo! 




martedì 24 luglio 2012

Rivalutare la provincia

Quando si nomina la parola cultura in Italia succede di tutto: c'è chi nomina le ultime letture fatte, chi parla degli ultimi film visti, chi dice di essere stato a teatro, c'è chi erige monumenti ad autori più o meno degni di essere chiamati tali e chi si scanna per dire che infondo i Vanzina raccontano poi le storie del nostro tempo: cosa fanno di male?
Siamo il paese di Michelangelo, Leonardo, Dante, Manzoni, Carducci, Montale, Goldoni, Verga, Verdi, Rossini...eppure c'è qualcosa che non va!
Mettetevi comodi, vi racconto una storia.



A Borgomanero, dove abito io, c'erano una volta, quando ero bambina due cinema: il Cinema Moderno in centro città e il Cinema Teatro Nuovo in "periferia". Solitamente io frequentavo il secondo perché ospitava una programmazione più adatta alla famiglia, non che l'altro fosse un cinema a luci rosse, ma i film che aveva in cartellone erano più impegnativi, sotto Natale, ahimè, avevano il posto fisso i Vanzina, ma avevano proiettato anche Titanic là dentro.

Quando sono cresciuta e facevo le medie sono finalmente riuscita ad andare là al cinema: ho visto "Amici   ahrarara" dei Fichi D'India, film 'monnezza per qualcuno, ma esperienze che prima o poi ci sono nella vita di ogni spettatore. Sono entrata e mi sono sentita grande, perché finalmente andavo nel cinema dei grandi,  era come vedere finalmente al cinema un film con attori in carne e ossa, altra esperienza che mi ha segnato infatti ricordo che la transizione del cartoon al film vero è avvenuta con Stewart Little, un ottimo compromesso direi.

Qualche anno fa il cinema ha chiuso e ora è lì a pochi metri di distanza da uno dei quattro corsi principali, dimenticato da tutto e da tutti. Le vetrine delle locandine giacciono vuote da tempo, tutto si è fermato là dentro. Mi ricordo che era strutturato in platea e galleria, io mi ero avventurata al secondo piano in occasione della mia unica visione del film e mi ricordo che c'era una vera e propria balconata con la ringhiera. Era già decadente ai tempi, 11 anni fa...non oso immaginare come sia diventato ora.

Eppure dispiace. 
Questa mattina ci sono passata davanti e...l'edificio si presentava vuoto. Mi dispiace non essere riuscita a fotografare il timpano che si erge sulla cima dello stabile. Incuriosita dalla struttura sono andata a curiosare qua e là per vedere il perché di questa architettura insolita per il centro di Borgomanero ed ecco la risposta QUI su questo blog. 
Sapete, sarebbe bello ristrutturarlo, riportarlo al suo splendore di un tempo, ma come trovare i fondi? E soprattutto riaprirlo per cosa? Conosco la realtà sorta da pochi anni al Teatro Rosmini e mi dicevano che non è semplice interessare i Borgomaneresi al Teatro. Li capisco! C'è gente che reputa complessi i Musical inglesi e badate bene, non in inglese, ma di origine inglese e quindi tradotti in Italiano. Si fa fatica a riempire il Teatro Nazionale di Milano. Noi Italiani ci lagniamo tanto della tivù di stato, ma spendere 10 euro per andare a vedere uno spettacolo è qualcosa di fantascientifico! Ho sentito gente che si lamentava e diceva che i biglietti del teatro costano, andare al cinema costa meno. 
Certo, si fa anche più in fretta a farsi un panino che a preparare un piatto di pasta, ma stiamo parlando di due cose differenti. Avete idea di che distribuzione abbia uno spettacolo teatrale e quale sia quella di uno cinematografico? Sono paragoni che non hanno senso!
Abbiamo luoghi bellissimi in Italia eppure conosciamo a memoria Londra, Parigi, New York...ma non siamo mai stati a Venezia, Firenze.
Mangiamo al Mc Donald ma non sappiamo quale sia il vero sapore del pane di Altamura.
Guardiamo tutti i film di Woody Allen, ma non sappiamo chi sia Dino Risi.
Abbiamo letto i libri di Stephen King, ma mai niente di Calvino.
Abbiamo centinaia di teatri, ma il divano di casa è sempre più comodo.
Siamo bravi a lamentarci, ma noi nel nostro piccolo non siamo disposti a cambiare.
L'identità di una nazione riparte anche da qui, dalla sua cultura, dalle sue radici: i Finlandesi pagherebbero oro per avere quello che abbiamo noi e noi lo gettiamo via come un ferro vecchio, una scarpa bucata, un oggetto inutile.

In periferia non c'è vita, ma spesso non siamo nemmeno disposti a crearcela. 
Se non siamo noi ragazzi, noi giovani i primi a voler rivalutare le nostre zone, i primi a volerle rilanciare, i primi a viverle...per la nostra Italia non c'è futuro e la provincia sarà sempre e più provincia!
Prima di salutarvi vi lascio un altro link, sempre al blog di cui vi accennavo sopra: CLICCA!
Dimenticavo, io parlo dei giovani..ma credo che anche gli adulti potrebbero fare la loro parte!

mercoledì 30 maggio 2012

Vidi: La mia Settimana con Marilyn di Colin Clark


Tra le mie varie passioni, simpatie, varie ed eventuali, nutro una grande stima verso Marilyn Monroe dettata principalmente da un libro che ho dovuto studiare per un esame che mi ha aperto gli occhi sulla vera Marilyn, non solo come donna sexy, ma prima di tutto donna fragile e insicura. Una donna che è stata bistrattata dagli uomini e che ancora oggi nella letteratura e nel cinema contemporaneo viene raccontata, rappresentata e citata. 
Marilyn icona sensuale, ma anche icona pop per Warhol, che ha colorato il suo volto in mille modi. 
Esce oggi in libreria presso Mondadori un libro molto interessante che racconta un episodio della vita di Marilyn ambientato a Londra, durante le riprese de Il principe e la ballerina. 
Libro contestatissimo perché sono in molti a credere che non siano veri i fatti narrati.

Da questo libro è stato tratto l'omonimo film My Week with Marilyn che uscirà nelle sale venerdì1 giugno 2012.

TRAMA
Nel 1956 il ventitreenne Colin Clark, fresco di laurea oxfordiana, accettò di buon grado l’incarico di “trovarobe” sul set di Il principe e la ballerina, con Laurence Olivier e Marilyn Monroe. Si trovo` cosi` a essere testimone della confusione della bellissima diva, fresca di nozze con Arthur Miller, spesso sotto effetto di psicofarmaci, perennemente in ritardo, di contro all’ossessiva puntualià dell’iperprofessionale e molto britannico Olivier. Ma soprattutto si trovò a trascorrere un’inaspettata settimana “in fuga” con Marilyn, attraversola campagna inglese: proprio lui, il più giovane e inesperto delle tante persone che la attorniavano sul set, si era infatti guadagnato la fiducia e l’affetto dell’attrice, diventando il suo confidente, il suo sostegno, il suo alleato. E, immancabilmente, innamorandosene un po’... Nelle pagine di questo diario, dal quale e` stato tratto anche il film My Week with Marilyn  interpretato da Michelle Williams, Clark ci offre un ritratto intimo ed emozionante di una delle donne più desiderate e affascinanti di sempre.

L'AUTORE

Colin Clark (1932-2002), scrittore e regista britannico, ha studiato a Eton e Oxford prima di diventare assistente di Laurence Olivier e di lavorare quindi per la Granada Television. Ha prodotto e diretto oltre cento documentari d’arte negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Nel 1995 ha pubblicato The Prince, the 
Showgirl and Me, resoconto della vita sul set del film Il principe e la ballerina, e nel 1997 e` uscita la sua autobiografia Younger Brother, Younger Son.

giovedì 24 maggio 2012

The Great Gatsby - Francis Scott Fitzgerald

Goodmorning readers! How are you? Today we are going to talk about a new movie, The Great Gatsby directed by Baz Luhrmann! The film is set to be released in Real D 3D and 2D cinemas on December 25, 2012 by Warner Bros. Pictures. In Italy is set on January 18, 2013. Ohi, Ohi!
This is the trailer! Enjoy it!

Buongiorno carissimi lettori! No, non avete sbagliato blog! E' che quando sento puzza di Fitzgerald impazzisco, non capisco più nulla e inizio a blaterare in English!


Insomma, il 18 gennaio 2013, praticamente domani sob!, uscirà nelle sale italiane Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann.
So che da qui al 18 gennaio possono succedere molte cose, secondo alcuni il 22 dicembre finirà il mondo, ma per chi è convinto che i Maya si sbagliassero, che poi detta bene i Maya non hanno mai parlato di 22 dicembre, prenda in mano l'agenda e si segni la data X.
Il film uscirà in 3D, ma anche in 2D e questo è il trailer!! Vi avviso che visto una volta, continuerete a riguardarlo, ad ascoltarlo, perché non solo l'impatto visivo è pazzesco, ma le musiche prendono un sacco!!! 


Il video qui sopra proviene direttamente dal canale YT di Tiffany, perché vi segnalo questa cosa?
Beh, proprio questa mattina ho scoperto che Tiffany ha realizzato molti dei gioielli utilizzati nel film, come dichiarano appunto sul loro canale: "Tiffany collaborated with producer-director Baz Luhrmann and costume designer Catherine Martin to create the spectacular jewels for the highly anticipated new film featuring Leonardo DiCaprio, Carey Mulligan and Tobey Maguire. "The Great Gatsby" debuts in theaters December 25, 2012. © 2012 Warner Bros. Ent."

Il problema che mi sono posta subito dopo aver visto il trailer però è il seguente: come colmare l'attesa da qui al 18 gennaio?
Beh, potete vedervi tutti i film del mondo, potete fare qualsiasi cosa, giocare a carte, andare in vacanza...ma se volete prepararvi degnamente alla visione, propongo un menù a cui non potrete di certo rinunciare!

--> Lettura del Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald
--> Visione del Grande Gatsby, quello con Robert Redford del 1974 diretto da Jack Clayton 
--> Lettura di varie altre opere dello stesso autore, ad esempio i Racconti dell'età del Jazz, uno al giorno per conoscere il mondo dei ruggenti anni 20 in cui Fitzgerald è cresciuto
--> Lettura del libro di Pietro Citati La morte della farfalla ed. Mondadori che racconta la vita dei Fitzgerald, Francis e la moglie Zelda
--> Visione del film di Woody Allen, Midnight in Paris, anche se a Fitzgerald sono dedicate poche scene, ma tutto aiuta per rivivere l'atmosfera.
--> Altro...che vi dirò pian piano!

giovedì 10 maggio 2012

Vidi: Dark Shadows di Lara Parker

Peregrinando sul sito di Tre60 altro libro cuuurioso, ma che non ha niente a che vedere con Dark Shadows di Tim Burton!! 


TRAMA:
Isola della Martinica, XVIII secolo. Uno sguardo, e il destino di Barnabas Collins è segnato. Per sempre. Il giovane ufficiale, infatti, s’innamora all’istante di Angelique Bouchard, una ragazza sensuale ed enigmatica dagli occhi profondi come il mare. E anche lei ben presto si lascia ammaliare da quel raffinato rampollo di una ricca famiglia del Maine. Così, quando poche settimane dopo il loro incontro lui le propone di sposarlo, lei accetta con entusiasmo. Prima di coronare il suo sogno d’amore, però, Angelique deve attendere un anno, il tempo necessario a Barnabas per intraprendere un lungo viaggio verso casa e ottenere la benedizione del padre. Ed è quindi soltanto al suo ritorno che Angelique fa una scoperta devastante: Barnabas ha smesso di amarla e ha già chiesto la mano di un’altra donna. Umiliata per l’affronto subito e accecata dalla gelosia, la ragazza gli giura allora una terribile vendetta: perché lei è un’adepta dello Spirito Oscuro, una strega esperta nell’arte della magia nera e in grado di condannare un uomo per l’eternità, trasformandolo in un vampiro…  



L’AUTRICE: 
Lara Parker, nome d’arte di Lamar Rickey Hawkins, è cresciuta a Memphis, nel Tennessee. Dopo essersi laureata in Filosofia, ha conseguito una specializzazione in Drammaturgia e si è trasferita a New York, dove alla fine degli anni ’60 è stata scelta per recitare nel ruolo di Angelique in Dark Shadows, una serie televisiva di enorme successo negli Stati Uniti. Alla metà degli anni ’90 ha deciso di abbandonare le scene per dedicarsi interamente alla scrittura di romanzi, sceneggiature e racconti. Attualmente vive a Topanga Canyon, in California.



lunedì 16 aprile 2012

Titanic. La vera storia

In questi giorni è al cinema Titanic in 3D, quest'anno ricorrono i 100 anni da quando il grande transatlantico subì il ben noto incidente, contrariamente a quanti molti pensano,  non solo Cameron ha voluto rendere omaggio a una dei più grandi disastri marini di tutti i tempi. Nel campo letterario i libri su quest'argomento si sprecano, incuriosita dalla mole di volumi prodotti sul Titanic ne ho individuato uno: Titanic. La vera storia di Lord Walter. Edito da Giunti.

In realtà non è un libro recente, la prima edizione è del 1995, ma mi interessa come l'autore ha scelto di ripercorrere la vicenda. 


Trama
Quello di Walter Lord è il resoconto più fedele e toccante del disastro del secolo. A "Titanic. La vera storia" fanno infatti riferimento tutti i film e gli spettacoli che rievocano la notte del 14 aprile 1912, e le nove interminabili ore trascorse tra l'urto contro l'iceberg, alle 23,40, e le 8,50 della mattina, quando il transatlantico si inabissò per sempre. Quella tragedia continua a commuovere il mondo intero: delle 2207 persone a bordo di quella nave "inaffondabile", se ne salvarono solo 705. Intervistando i superstiti con la spregiudicatezza e lo scrupolo del grande giornalista, ricostruendo i fatti con la precisione dello storico, Lord racconta in presa diretta l'affondamento del "Titanic". Illustra i risvolti tecnici, chiarisce dubbi e misteri; e soprattutto dà la parola a chi ha vissuto quell'evento in prima persona.

Insomma, una narrazione interessante che ripercorre le ultime ore dei naufraghi del Titanic.
Lo avete mai letto? Lo conoscete?



sabato 14 aprile 2012

How I Met: Squeegee Boogie


Dopo mesi di ricerca, sono riuscita a trovare (tramite un link pubblicato dalla stessa autrice sul sul Blog) una versione pdf di Squeegee Boogie di Federica Frezza e, collaudando il mio iPad, me lo sono divorata!

Mi sono imbattuta in Federica Frezza quasi per caso, spinta dalla volontà di imparare a truccarmi come una persona normale, ho trovato il suo canale di youtube Bluebeam310, da quello poi sono incappata in Prismatic310, canale che parla principalmente di recensioni di Libri, Film e serie televisive ed è qui che ho sentito nominare per la prima volta Squeegee Boogie.

Squeegee Boogie è l'opera prima di Federica e racconta la storia di Virginia, una ragazza laureata in medicina ma che non vuole fare il medico, ha da poco interrotto il suo fidanzamento con Filippo, con il quale conviveva ed erano prossimi alle nozze. Per Virginia è quindi il momento di ricominciare a riprendere in mano la sua vita e con delle amiche come Sara, Vittoria ed Eva, insieme ai ragazzi, al magico Peter è impossibile per lei annoiarsi. Deve prima di tutto trovarsi un lavoro per mantenersi, dopo qualche mese di cattività presso un'agenzia di assicurazioni, ecco il grande salto: la sua tesi di laurea verrà pubblicata da una casa editrice e si occuperà di una rubrica per il giornale gestito dai giovani talenti che pubblica la stessa casa editrice. E' il lavoro che ha sempre voluto fare, la giornalista musicale, ma il mondo di Vi, così la chiamano gli amici, sta cambiando moltissimo, si cresce, ci si innamora, ci si disinnamora, si creano storie belle e brutte, si consolidano amicizie e si scoprono meravigliose persone, anime gemelle che spesso ci stanno accanto e non riusciamo a vedere. Peter, entrato nella vita di Vi quasi per caso, sembra stato creato proprio per mettere nella vita della ragazza quella magia, quella poesia che tutti vorrebbero, forse incredibilmente troppa. 

Un libro da leggere soprattutto se conoscete questa youtuber perché ho trovato davvero molto di lei in queste pagine, le parole sono pesate meravigliosamente, collocate in modo da prendere per mano il lettore, farlo salire in macchina a sentire il suono dei tergicristalli (Squeegee, squeegee), scendere, andare in saletta dai ragazzi, ascoltarli suonare fino a tarda notte e poi ancora le chiacchierate in stile girls (chi di voi ragazze non perde ore e ore a cicolare con le amiche?), i pranzi a casa, i consigli di mamma e papà, i sogni le speranze.
Un libro vivo, che, credetemi, mi ha subito incantata e rapita, quanto hanno fatto recentemente i libri di Nicholls, scrittore che a Federica piace molto. Mi piace l'idea di associarli per il loro speciale stile di scrittura, per l'abilità a presentare e rendere vivi i personaggi, per la capacità, appunto, di incantare il lettore. Penso che questa scrittrice possa dare molto all'editoria Italiana!

Ho apprezzato moltissimo la quantità di citazioni e aneddoti inseriti nei vari capitoli del libro, che sembrano i titoli di una vera e propria sinfonia, a riprova che Federica è assidua lettrice, ascoltatrice di musica, spettatrice cinematografica, ma non di quelli blandi, di quelli seri da cui tutti noi dovremmo un po' prendere esempio.

Spero di leggere presto il suo nuovo libro, che da quanto ho capito è stato terminato questa settimana grazie ad un suo post su facebook: 


Se vi capiterà di leggere questo libro, che credo attualmente sia reperibile solo in ebook, beh buona lettura e fatemi sapere! 
See you and stay tuned!

lunedì 12 marzo 2012

Voglio scrivere per Vanity Fair


E' arrivato!
Sono rientrata da lezione e il pacchettino postale color giallo/ocra era lì ad aspettarmi insieme alla chiave della mia stanza. Già saltellavo sul posto in attesa di ricevere il prezioso oggettino che era stato riposto nella cassetta delle lettere, ma dovevo attendere che il ragazzo davanti a me terminasse di spiegare che la lavatrice numero 2 era nuovamente rotta. Come se fosse una novità, visto che ha deciso di smettere di fare il suo dovere da qualche settimana. Terminata la spiegazione tecnico-ingegneristica, conclusasi con un "Attaccaci un post-it così lo sanno anche gli altri", il ragazzo ha iniziato a scribacchiare l'avviso per il popolo del collegio mentre finalmente la portinaia mi consegnava LA MIA POSTA. 
Carica per la borsa dell'università, che come al solito pullula di libri che mi porto dietro "nel caso in cui...", e per la borsa della spesa, cerco di aprire il pacchetto mentre salgo in ascensore. Entro in cucina per vedere chi avesse già fame in un orario tipicamente piemontese (12.30) e intanto riesco finalmente a liberare il prezioso libro. Voglio scrivere per Vanity Fair è finalmente nelle mie mani.
Dopo averlo cercato in diverse librerie del centro città ho deciso di tagliare la testa al toro e provare a contattare l'autrice. Sinceramente pensavo che il mio messaggio passasse inosservato, invece Erica Vagliengo mi ha risposto e nel giro di una settimana mi ha inviato il suo libro!!!! Mi ha anche regalato ben due sticker che, preciso, ha deciso di realizzare autosponsorizzandosi. In più mi ha fatto la dedica, mi ha regalato il giornale (free press) che si chiama LOOKOUTmag di cui è Direttore Responsabile...insomma, per me oggi era Natale, quasi!
Naturalmente dopo pranzo non ho potuto attendere oltre e mi sono precipitata a leggerlo, accantonata la Ginzburg e il suo Caro Michele (che onestamente sto facendo fatica a leggere...), ho iniziato a leggere le avventure di Emma T. 
Non posso assolutamente farvi una recensione per ora, ma a 50 pagine dall'inizio posso assicurarvi che: Mi piace! 
Diciamo non potevo non leggere un libro che comincia con una gita a Londra, o meglio un viaggio di lavoro a Londra e con la visione di un musical durante il soggiorno! Io amo Londra, amo i Musical....due piccioni con una fava! Poi è ambientato a Torino, terzo piccione... e come se non bastasse, Emma ama le macchine da scrivere. Parliamone! Veramente, parliamone!!
Insomma, sono già intrippatissima (che slang!), se vado avanti di questo passo oggi non studierò e mi perderò totalmente nel mondo di Emma T. 
Riuscirò a riprendere in mano i libri per la tesi questo pomeriggio? 
Chi vivrà, vedrà!

Per il resto...grazie Erica del prezioso pacchetto con tante sopresine!!

domenica 12 febbraio 2012

Starter for Ten (Il quiz dell'amore)

Dopo aver letto Le domande di Brian era inevitabile guardarsi anche il film tratto dal libro. Intitolato in qualsiasi luogo del mondo Starter for Ten, in Italia lo troverete sotto la I o la Q....infatti i nostri traduttori che tanto amo lo hanno intitolato Il quiz dell'amore.
Il titolo non ha niente o ben poco a che fare con la storia, sinceramente pensavo che una tale variazione nella narrazione del film avrebbe motivato un cambiamento così mostruoso alla (già pessima) traduzione italiana del titolo del libro. No, la risposta è no.
Spostando la nostra concentrazione dal libro al film, vi avviso che quanto segue sarà costellato di spoiler e anticipazioni, quindi se non hai visto il film né letto il libro salta questo post, se sei di cuore debole e non vuoi sapere il finale, sei autorizzato ad abbandonare il mio blog, ma se invece hai già letto e vuoi sapere se vederlo, se lo hai già visto e vuoi sapere cosa ne penso...prosegui pure nella lettura. 

Penso che iniziare con la solita epica frase: "Il libro è meglio" possa risultare noioso e tremendamente ovvio, ma ahimè, anche in questo caso "s'ha da dire". 
Dopo l'esperienza di "Un giorno" tramutato nel film One Day, penso di poter dire che trascrivere in pellicola quanto David Nicholls scrive sulla carta è pressoché impossibile. Forse solo Lynch potrebbe dare così largo spazio ai pensieri dei suoi protagonisti, o comunque sia solo un grande regista con grandi capacità introspettive. 
I libri di David Nicholls hanno uno spessore e un approfondimento psicologico tale da rendere impossibile o quasi rendere il tutto tramite un racconto di immagini, si potrebbe ipotizzare una voce narrante, ma il rischio è di cadere troppo, anche qui, nel banale. I personaggi di David Nicholls sono a tutto tondo, in loro coesiste il positivo e il negativo e spesso tutto questo nei film si perde, o si tende a mostrarne solo una parte, come succede in One Day per il personaggio di Emma, estremamente perfetto e puro!
A parte questo, rimango del parere che se un regista è bravo, se uno sceneggiatore è veramente degno di essere chiamato così, riesce a rendere perfettamente il personaggio senza bisogno di mille parole, ma solo attraverso gesti, azioni, oggetti e quant'altro.
Il primo errore del film Starter for Ten (scusate ma lo chiamo così) è la scrittura che si fa del personaggio di Brian. Se nel libro è un ragazzo che non si tiene, che ha un'acne spaventosa che gli provoca addirittura sanguinamento...nel film abbiamo James McAvoy. Un attore comunque sia bello, un po' acerbo in questa pellicola, ma sicuramente un bel ragazzo. Va bene, prendi anche un bel ragazzo, ma fallo diventare brutto! Rendilo nerd, goffo e soprattutto, fai veramente in modo che il suo voler dimostrare di essere intelligente gli causa tremende figuracce!
Attore principale a parte, per il resto il film perde molti dei particolari del libro: tagli di capelli, scene imbarazzanti, personaggi che compiono cose di fatto compiute da altri...e tutto questo con David Nicholls alla sceneggiatura: perché?
Non capisco le scelte dell'autore in rapporto al film tratto dal suo libro che reso così diventa una commediola normalissima e banalissima che, ahimè, non merita di essere vista. 
Riguardo il resto trovo che il personaggio di Patrick sia perfetto, Alice è fin troppo buona, la madre troppo poco influente, manca la scena del litigio e del Bed and Breakfast che sicuramente la dice lunga sul loro rapporto, Rebecca è molto graziosa, ma questo piace a me, non è coerente con il libro, dove Rebecca era quasi uno scaricatore di porto in gonnella.

Morale della storia: da vedere si, no?
Beh, come saprete non dico mai "Non guardatelo" perché non sono nessuno per dirvi questo, poi penso che la curiosità di vedere il film dopo aver letto il libro sia normale. Se lo vedete però fatemi sapere cosa ne pensate! 


lunedì 16 gennaio 2012

Benedetta Parodi e la sua cucina

Vi ricordate i tempi in cui la Parodi cucinava in 10 minuti scarsi a Studio Aperto? Beh, quei tempi ormai non ci sono più, ora si è guadagnata un'ora di programma su La7 e oltre a cucinare insegna a preparare la tavola e spesso con gli ospiti dà dritte su composizioni floreali, cocktail e quant'altro.
Sono state molte le critiche nei suoi confronti per la sua dubbia abilità culinaria: non solo per le sue ricette in cui burro, olio e uova spopolano in dosi massicce, ma anche per come si muove in cucina.
Effettivamente la cucina della parodi e da ascrivere ai metodi culinari del "su su, facciamo anpressa", piatti pratici, veloci, in cui le verdure sono cammuffate per farle mangiare ai bambini, dove a volte gli ingredienti tipo la pasta frolla sono già pronti perchè acquistati al supermercato. Premesso che non ci voglia proprio nulla ad impastare un po' di pasta frolla, Benedetta Parodi incarna perfettamente la donna di oggi, perennemente in lotta tra lavoro e figli, cucina e lavatrici, macchie e colloqui con le insegnanti. Tutto deve essere spiccio, pratico, ma deve fare scena, deve saper incantare quegli amici che hanno il coraggio di venire a cena da te nonostante i tuoi figli siano insopportabili e ti distruggano ogni cosa nel raggio di 20 metri.
Benedetta è la mamma del 2012, che davanti alle telecamere dice che non porta i figli al Mc, ma che poi si scopre che in casi estremi anche il poco nostrano hamburger con patatine diventa un piatto adatto a riempire i pancini dei pargoli, a patto che il giorno dopo mangino le polpettine di spinaci.
Alter ego della Parodi è la Clerici che in cucina sembra un muratore alle prime armi in un cantiere, ogni oggetto utilizzato in cucina diventa un elemento di arredo di cattivo gusto e solitamente regalato dalla fan che la seguono da casa...de gustibus. 
Poi ci sono quei programmi un po' più seri, c'è Alessandro Borghese, che con quattro patate e un po' di prezzemolo ti ripropone un'insalata di patate che mangiava il Duca Pincopallino in America mentre giocava a golf.
Che dire, ormai tutti vogliono diventare cuochi ed evidentemente ci riescono anche! Ormai è normale sentire la gente che dice:  "Ma che buona questa torta! Di chi è la ricetta?" e l'altra ti risponde: "Ma della Parodi, ovvio!". La domanda a questo punto sorge spontanea: la Parodi riformerà il nostro modo di cucinare?
Lo scopriremo solo vivendo, direi, anche se spero che questo non avvenga mai!

venerdì 6 gennaio 2012

Anno nuovo, film nuovi!

L'anno nuovo è cominciato e come ogni anno è bello vedere cosa ci sarà prossimamente in cartellone. Il primo film da mettere in elenco tra quelli che dovrete, anzi dovremo vedere nel 2012, quindi non possiamo assolutamente perderlo, è J. Edgar del mitico e sempreterno Clint Eastwood. Protagonista della nuova pellicola dell'uomo dalle due espressioni è un attore che a parer mio rende più ora con qualche ruga e la pancia piuttosto che quando era un giovincello sbarbato e mingherlino: Leonardo Di Caprio. Già "musa" di Scorsese, meraviglioso in Inception, vediamo cosa combinerà sotto la direzione di Clint Eastwood.
L'anno proseguirà poi con:
The Iron Lady, film di Phyllida Lloyd  sulla terribile Margaret Tathcher
The Avengers, film conclusivo, punto di arrivo per tutti coloro che si sono sparati ogni film sui supereroi Marvel. Piccola nota, in italiano il titolo sarà: I vendicatori.
Ritorna poi il Tolkien della pellicola, Peter Jackson, con l'avventura che racconta come Bilbo è venuto in possesso dell'anello del Signore degli Anelli, dall'omonimo racconto rivedremo La Contea grazie a Lo Hobbit.
Sulla scia dei supereroi, sarà in sala Wonder Woman e poi l'attesissimo ultimo capitolo di Batman!
Guillermo del Toro ci stupirà (forse) con un film tratto da Dottor Jekyll e Mr Hyde, intitolato proprio....Dott. Jekyll e Mr Hyde.
Spielberg cosa ci propone per il nuovo anno? Beh, lui ci incanterà con War Horse e poi nel 2012 girerà un film su Lincoln che però temo sia da ascrivere ai film che usciranno nel 2013, ma mai dire mai!
Poi vedremo Man in Black III, Ghost Buster IIIThe Amazing Spiderman con Andrew Garfield nei panni dell'Uomo Ragno (e qui già le fan si accalcano mentalmente al botteghino), Terry Gillian poi ha realizzato The Man Who Killed Don Quixote, Woody ci farà vedere il suo decameron che a quanto pare sarà intitolato Nero Fiddled, J. J. Abrams ci regalerà Star Trek 2, sequel attesissimo, uscirà anche Madagascar 3, Prometheus di Ridley Scott, Underworld il risveglio in 3D, The Bourne Legacy, quarto capitolo della saga di Bourne, Ghost Rider: Spirit of Vengeance ...Insomma c'è un sacco di carne al fuoco per il nuovo anno!!! Vi consiglio di consultare questa pagina di mymovies per essere aggiornati sulle date di uscita--> QUI
E la Disney?
Ormai da mesi ha lanciato il trailer della sua prossima opera tutta made Disney-Pixar: Brave. I disegni promettono bene e se è la storia di una eroina, beh, allora merita di essere visto! Attendiamo i prossimi mesi!

Uscirà anche il sequel di Breaking Down, una delle saghe più assurde degli ultimi anni. La storia che nessuno vorrebbe mai avere scritto e nemmeno pensato che purtroppo fa sognare milioni di adolescenti (e non solo) in giro per il mondo. A questo punto, siccome so che i fans potrebbero iniziare ad insultarvi, spendo due parole per motivare la mia aberrazione nei confronti di questo prodotto.
1- Leggetevi Dracula
2- I vampiri sono affascinanti, ma non brillano al sole.
3- Perchè Bella si innamora di Edward? La risposta "perchè è figo" non è abbastanza per costruirci sopra una saga.

Non ho considerato i film italiani...chiedo venia, ma vi aggiornerò strada facendo. 
Detto questo, buon 2012 cinematografico e....restate sempre sintonizzati, perchè pian piano la lista si allungherà!!




martedì 20 dicembre 2011

The Artist

Quando racconto che alla triennale ho scritto una Tesi di Laurea riguardante una casa cinematografica del cinema muto, nello specifico la United Artist, la maggior parte della gente sorride, altri mi dicono simpaticamente che ormai al cinema va "di moda" il sonoro, altri ancora mi ricordano che esiste il 3D.
Simpatici!
Da una settimana a questa parte però, o meglio ancora dal festival di Cannes di quest'anno il cinema Muto è tornato in mezzo a noi. Ebbene sì, Hazanavicious ha realizzato una pellicola interamente muta intitolata The Artist, ambientata a partire dal 1927 nella Hollywood che fu.
Diatribe tra muto, sonoro e 3D dei nostri tempi è interessante notare come Hazanavicius ci racconta il 27 e cosa sceglie di raccontarci di quell'epoca, che già altri film hanno cercato di mostrarci come ad esempio il ben noto Cantando sotto la pioggia. 
Innanzi tutto sceglie di fare un film muto a partire dal 1927, è noto che da quell'anno i film muti iniziano via via a scomparire perchè ritenuti vecchi, eppure Hazanavicius usa la lingua delle espressioni e dei segni per dire quello che in quegli anni si diceva solo con il sonoro. 
La storia raccontata forse è banale, ma quello che non la rende affatto scontata è il contesto, i volti, le scene.
Mi risulta difficile scrivere una recensione nuovamente su questo film perchè rischio di ripetere le cose che ho già detto nel post per il sito Virgole nelle Virgole. CLICCA QUI PER LEGGERLA!!!
Posso solo continuare a ripetere alla nausea che The Artist è un film geniale, una dichiarazione d'amore al cinema muto, Hazanavicius è riuscito a giocare con l'estetica degli anni 20 senza snaturarla, senza strafare. Tutto è costruito attentamente, ogni cosa sulla scena ha un suo perchè ed è lì per parlare, per raccontare, come accadeva nell'epoca del muto.
Mi sento di dire, da studentessa di cinema, che non bisogna spaventarsi davanti alla visione dei film muti, anzi! Bisogna sedersi e ammirarli, come quando andate al Louvre a vedere la Gioconda. Dovete scrutarli, fermarli, scomporli e pensare: "Come facevano in quegli anni a fare tutto ciò?".
Non dobbiamo percepirli come se fossero alieni, anzi, essi ci raccontano epoche, storie, sono parte delle fondamenta degli attuali film che vediamo nelle sale, il cinema muto non è lontano da noi!
Siamo una società bombardata da suoni e immagini. Ogni film deve essere in dolby, lo spettatore deve sentirsi in mezzo alla scena, le esplosioni vengono intensificate, spesso a discapito dell'immagine. Il cinema è immagine in movimento, quindi prima di tutto è da vedere, poi certo è da sentire. I registi bravi non sono quelli che dicono tutto con i dialoghi, ma sono quelli che scrivono con la macchina da presa, con le scenografie, gli allestimenti, i volti degli attori, i vestiti. Il sonoro a volte è superfluo, proviamo a metterci i tappi e a guardare la realtà, tutto potrebbe sembrarci molto diverso. 



mercoledì 7 dicembre 2011

Tutti al Teatro la Scala

Il 7 dicembre per i Milanesi è il giorno X, come tutti gli anni ha luogo la celeberrima apertura della stagione del teatro più famoso d'Italia: La Scala.
Quest'anno l'opera scelta per aprire le danze era il don Giovanni di Mozart. Come al solito per partecipare ad un evento del genere bisogna sempre fare un investimento, non solo in biglietti, ma anche in abbigliamento. Sono molti i volti noti e i portafogli strabordanti, che continuano a strabordare nonostante la crisi, che percorrono il red carpet per recarsi nei palchi del teatro.
Questa sera, come tutti gli anni il Tg ha fatto la solita carrellata di nomi noti: Napolitano, Monti, Umberto Eco, Roberto Bolle....e Valeria Marini. No dico, Valeria Marini. Scommetto che avrà scritto sulla sua agenda: Mercoledì 7 dicembre 2011--> apertura teatro lascala. Opera Don Giovanni (ma chi è sto prete?).
Ecco, la Marini era a sculettare nell'atrio della Scala e gente che meritava più di lei...era a casa a vederla sculettare alla tele. Mentre mi crucciavo con domande varie, improvvisamente EUREKA, la risposta: semplice Fra, lei è la CULTURA ITALIANA: la cultura sculettante!
Lei vende!
Lei fa ascolti!
Lei piace!
Lei ha i soldi!
Che poi, qualche anno fa in un'intervista ha raccontato di aver fatto il liceo classico e tra una smorfia a canotto e l'altra diceva anche di essere brava in greco e latino. Si, sappiamo tutti da cosa dipendeva la sua bravura.
Valeria Marini a parte, come avrete intuito, ho sempre sognato di andare all'apertura della stagione teatrale, ma sarebbe bellissimo poter tornare indietro nel tempo e vedere la coda di carrozze che sostavano in coda ben allineate per raggiungere il portico. Là sotto si fermavano, un signore con indosso una livrea porpora bordata in oro apriva la porta della carrozza e accoglieva i signori con le dame al seguito. Le dame con i loro fruscianti vestiti di tessuti preziosi, realizzate da sarti che spendevano mesi per creare quel modello, dame che avevano con sè il loro ventaglio e il loro binocolo. Dame che tra un atto e l'altro si ritrovavano a chiacchierare nei salottini riservati alle donne, complimentandosi o storcendo il naso alla vista dei vestiti delle amiche, mentre gli uomini fumavano allegramente nel salotto accanto.
Scrivo queste righe mentre ripenso a Senso, di Luchino Visconti. Certo, là il teatro era La Fenice di Venezia e l'Italia stava attraversando un periodo un po' difficile, ma più o meno anche alla Scala di Milano succedeva così, penso.
Se così non fosse, prendete quanto avete letto qui sopra come un racconto dai toni ingialliti.
Nella speranza di avervi fatto sognare, Valeriona a parte, vi saluto e alla prossima!



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