Visualizzazione post con etichetta Moda. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Moda. Mostra tutti i post

martedì 18 agosto 2015

Gli affari miei!

Ero a Torino. Sì quando ho iniziato questo blog ero a Torino. A Torino ho:
- studiato
- fatto uno stage
- lavorato

Ora sono a Novara per uno stage.
E metà a Forlì per un master.
Con il cuore sempre in Inghilterra, perché un anno fa sono stata a Manchester e ho visto anche York e ho capito che l'Inghilterra avrà sempre su di me un potere rigenerativo senza pari. 
Eccomi a Manchester (sono quella con la maglia rigata bianca e fucsia ovviamente! 

A breve sarò a Milano.
Pendolare.
Per lo stage legato al master.

Non ho mai amato Milano, anzi. L'ho sempre trovata un po' troppo sopra le righe per i miei gusti, troppo...troppo insomma. Irraggiungibile, assurda, caotica, sporca... ma in questo 2015 mi sono un po' ricreduta.

Sarà l'effetto Expo, non so...ma già a fine 2014 in occasione di una gita a Milano con le colleghe torinesi ho avuto modo di vedere quegli scorci che mai avevo scoperto. Posso dire che non avevo mai visitato Milano. Ne sono certa e ancora oggi posso dire che non la conosco. Per esempio: quant'è bella la Darsena? 

Ci sono stata quest'anno per motivi lavorativi legati allo stage, per sopralluoghi e per i colloqui del master. Ho preso la metro da sola, ebbene sì, ho preso l'aereo da sola, la metro di Torino da sola...ma mai, mai la metro di Milano. E la rifuggivo come la peste nera. Caso umano? Non credo di essere l'unica, anzi se anche tu sei come me...scrivimi un commento, così non ci sentiamo soli!

Insomma, dicevo Milano.

Milano, la città dove le idee possono crescere, dice la mia Moleskine edizione limitata per Expo 2015.



Sarà vero?

Non lo so, ma questa Milano quest'anno mi sta perseguitando.

Dovrò fare la pendolare e se il pendolarismo non fa per me sento già puzza di scatoloni e scotch. Ma non voglio pensarci.

Dovrò fare la pendolare e già penso di dover rispolverare il kit di sopravvivenza del pendolare che avevo riposto nell'armadio nel 2009, quando ho decretato chiusa la mia vita da pendolare Borgomanero-Torino.

Lo rispolvererò? 

Ai tempi ero una studentessa. Eastpack imperava
Zaino, tracolla, astuccio, portafogli.

Sono quasi passati 10 anni. Argh! 

Insomma, il kit nel frattempo è defunto.
Zaino: rottamato!
Borsa a tracolla: donata al fratello!
Borsa a spalla: assolutamente scomoda, acquistata solo perché "faceva moda" andare in giro gobbi!

Insomma, non ho un kit!
Ma ci sto lavorando.
Non ci credete?

Dieci anni dopo mi riscopro:
- eticamente impegnata
- dresscodizzata
- businessizzata
- più pratica
- ecologica
- ugualmente scema (dovevo scriverlo prima che qualcuno si prendesse male!)
- autrice di www.unaerredueti.it (pubblicità progresso! Almeno sapete che cosa sto facendo della mia vita!)

E come faccio a mettere insieme tutte queste cose? Non se puede! 
Ma ho riassunto tutto nel: bagaglio 3mendo.
Borsa in pvc riciclato, made in Italy, comoda, pratica, urban, di design (che a Milano è una parola inflazionata quanto gianduiotto a Torino), lavabile...
Riuscirò mai a trovarla?



La capostipite di queste borse è la Freitag: costosa! Molto costosa! E svizzera.
Io voglio una cosa Made in Italy, perché voglio sostenere il nostro bellissimo paese. 
Sono patriottista, devo aggiungerlo alla lista sopra. Oltre che nostalgica e campanilista...

Ci sono anche un sacco di altri brand italiani di borse in pvc simili alla Freitag.

Hukke
GarbageLab
Recycledbag 
RiamaBag

Insomma, la borsa in pvc piace e secondo me sarà apprezzata sempre di più. Scommettiamo?
Intanto la Full Spot ha lanciato la O-Folder, la borsa lavabile e di plastica piace, soprattutto se giri in città e la strusci contro le persone, sui mezzi, per terra...
La borsa di plastica la appoggi ovunque, un po' di sgrassatore e taaac...ripulita! 

Non ci credi?
Provala! 




giovedì 10 aprile 2014

Investimenti #BIT

Oggi parliamo di investimenti, non di quelli bancari, ma di investimenti fisici. Ieri mattina mentre andavo al lavoro ho rischiato di essere investita contemporaneamente da una bambina in monopattino e da una ciclista che ovviamente andava sul marciapiede.
Il rischio di essere investiti da un mezzo su due ruote sale sempre di più. Ormai girare per la città con il naso all'insù è fantascienza, non solo perché tutti camminano con la faccia incollata allo smartphone o controllano dove mettono i piedi a causa delle cacche dei cani che decorano il marciapiede. Il pedone non può più prendersi il lusso di girare nelle aree pedonali perché rischia di essere investito dai ciclisti che usano questi spazi come se fossero delle piste ciclabili, per non parlare poi del ritorno della moda del monopattino.
La nana (leggete bambina) in questione sfrecciava senza ritegno verso la scuola, con la mamma che letteralmente le "correva appresso" con lo zainetto in spalla. Cara mamma, due cose: mai e dico mai fare da sherpa ai propri figli, lo zaino può portarselo da sola, al massimo compragli uno di quei cosi mostruosi col trolley così se lo trascina in giro tipo bara. Seconda cosa: tieniti la figlia "appresso", ma proprio appiccicata! La bambina che ha cercato di investirmi, rischiava seriamente di cadere e farsi male: anche io tengo all'incolumità della bambina e soprattutto vorrei evitare di cominciare la giornata con le urla isteriche di una bambina e della madre. 
Occhio quindi non solo alle auto e alle moto, ma anche ai ciclisti e ai bambini con il monopattino.
Pensate che una mattina ho visto una mamma che si trascinava a casa il monopattino del bambino...prima lo zaino e poi il mezzo su due ruote..che scene! E povere mamme!

mercoledì 9 aprile 2014

O bag, il mio trip del momento

Ogni tanto mi prendono dei trip.
Ogni tanto mi innamoro di una cosa e la studio a lungo prima di comprarla.
Il mio trip della primavera 2014 si chiama o bag. La conoscete?
Ve la presento. Anzi, vi racconto la mia storia.


Da un po' di tempo a questa parte mi sono letteralmente invaghita di queste borse in silicone (vedete foto!), perché sono così belle, ma così belle che non puoi davvero non notarle. Sono pratiche, leggere, colorate (ma ci sono anche colori sobri!), innovative, resistenti, lavabili, capienti...insomma, la borsa che tutte le donne vorrebbero avere. La borsa che tutte le donne dovrebbero avere. Oltretutto potete comporla completamente voi, scegliete la scocca, i manici, il canvas, che per i neofiti è il sacchettino interno...componete e zac, borsa fatta! E se poi è inverno gli mettete il cappottino, gli cambiate i manici, insomma è una borsa quattro stagioni. ...ed è perfetta per trasportare anche quelle diecimila cose tipo libri e kindle che ci portiamo sempre dietro per ammazzare i momenti morti quando si è in coda o sui mezzi in città.

Eddai, ora ditemi se non è geniale!

Ed è pure made in Italy, cosa che mi rende orgogliosa del nostro paese! Se potessi aprirei subito un negozio di oggetti Fullspot, perché oltre alla o bag hanno realizzato anche degli orologi davvero deliziosi e tremendamente stilosi, sì, dico stilosi!
Non ci credete? Fate un giro sul sito di Fullspot, divertitevi e diventatene dipendenti.
E soprattutto non ditemi che non vi avevo avvisati.

Il problema principale di fronte a queste borse è trovare il colore giusto, quello di cui non vi stancherete mai. A me piace molto il verde mela della foto qui sopra, ma anche molti e molti altri...e se vi chiedessi un consiglio? Scatenatevi!





sabato 6 luglio 2013

Tutti nudi per Desigual!

Notizia di oggi, sabato 6 luglio, primo giorno di saldi è che il negozio Desigual di Milano ha lanciato una proposta: tutti i clienti che si presentavano poco vestiti non avrebbero pagato gli abiti Desigual. Dall'espressione gergale "La crisi ci ha messo in mutande" alla realizzazione pratica del modo di dire...
Ammettiamolo: è folle! 
Prima di tutto non vedo perché devo andare a zonzo a Milano con le chiappe al vento per guadagnarmi dei vestiti, bisogna essere folli per arrivare a fare una cosa del genere, insomma Desigual fa cose carine, ma da qui a denudarsi per averle...perché mettere in piazza la propria dignità?
Da questa cosa ci avranno guadagnato le estetiste che avranno fatto tantissime cerette per tutti i clienti Desigual, ma scusate...alla faccia di chi muore di fame! 
Mi spiego, se Desigual si può permettere di regalare vestiti, perché non li regala a chi ha effettivamente bisogno? Si sa che la crisi economica ha messo in ginocchio molti, ma prima di tutto se voglio dei vestiti non devo necessariamente fiondarmi da Desigual, seconda cosa piuttosto li compro dai cinesi, ma io nuda nei negozi non ci vado.
Eppure anche questo è marketing.
Avete presente quanti siti, blog, portali vari di informazione avranno scritto e condiviso sull'argomento? Anche io nel mio piccolo ne sto parlando. Ottima trovata quella di Desigual, perché di gente svestita ne è arrivata parecchia! Il problema è sempre il solito...facessimo così con le cose che contano veramente, rivoluzioneremmo l'Italia dalla mattina alla sera.
Pensiamoci!


venerdì 22 febbraio 2013

The Carrie Diaries: series and book!

Avete presente Sex and the City? Bene, è giunto il momento di conoscere Carrie prima che diventasse LA CARRIE di Sex and the City. Se vi state domandando come sia possibile...beh, è molto semplice.

Esiste un libro, edito in Italia da Piemme, intitolato Il diario di Carrie di Candance Bushnell (originale The Carrie Diaries) che racconta appunto il prequel di Sex and the City. Io non l'ho ancora letto, quindi non so darvi un parere, di sicuro sarà un libro molto rilassante e leggero, niente di impegnativo, ma sta di fatto che negli States hanno deciso di reallizzare una Serie TV tratta da questo libro, credo più ispirata a lui. Il titolo appunto è The Carrie Diaries. In Italia, ovviamente non è arrivata, potete guardarla in streaming, ormai non è una novità che le serie americane siano reperibili con largo anticipo anche da noi.
Ho iniziato questa esperienza da poco, sono appena al terzo episodio, e per ora posso dirvi che mi piace. Ovviamente è anni luce distante da Sex and the City, ma sia il "sex" che la "city" ci sono, logicamente proporzionati a una Carrie ancora adolescente e completamente inesperta riguardo entrambi gli argomenti. Una serie tv che sembra un rituale di iniziazione e una specie di work in progress su quella che sarà poi la Carrie che tutti noi conosciamo.

In Italia attualmente, come dicevo, possiamo leggere il libro: Il diario di Carrie eccovi una scheda rapida.
Esiste sia in versione cartacea che in ebook.

TRAMA
Per chi pensa che le puntate di Sex and the City siano finite troppo presto, per chi non ha mai smesso di sognare il giorno in cui metterà l'anello al dito dello Scapolo d'Oro e per chi, in fondo al cuore, si chiede da sempre come si fa a diventare la regina di New York... Il prequel di Sex and the City e racconta, sotto forma di diario segreto, gli esordi della protagonista di una delle più celebri serie televisive di sempre. Primi amori, prime amiche, primi passi verso una carriera come scrittrice, fino al primo taxi a Manhattan... Dedicato alle fedelissime, ma strizzando l'occhio anche alle lettrici più giovani, Il diario di Carrie sarà in libreria in contemporanea con l'uscita del film Sex and the City 2 nelle sale cinematografiche.

Che dire, spero di leggerlo presto e di potervelo recensire con tanto di confronti con la serie TV, che speriamo non chiuda come è successo all'altra che stavo seguendo: 666 Park Avenue.


martedì 30 ottobre 2012

Il cambio armadi...pa-panico!

Oggi faccio pausa da libri e film per raccontarvi una storia quotidiana, in cui bene o male siete incappati tutti, o meglio...tutte!
Dico tutte perché so che è raro trovare un maschietto che si dedichi a tale disciplina olimpica, per cui dovrebbero premiare ogni donna con tutto l'oro del mondo: di cosa sto parlando? 
Del famigerato cambio armadi!
Onestamente non lo sopporto! Non tanto perché, come in questo caso, si saluta una stagione come l'estate, ma perché è il momento in cui ogni donna si trova faccia a faccia con il suo tallone d'achille: lo shopping.
Alzi la mano chi tra voi, care donzelle, non ha nell'armadio quella maglia che ha messo due volte e quel pantalone che tiene lì perché "Si sa mai che perdo qualche chiletto e mi va ancora bene!". Non sono brava a fare acquisti, non so fare acquisti intelligenti. Non mi piace avere il guardaroba di Paperino, grazie al cielo, e quando viene il momento di fare il cambio armadi: è panico!
Maglie che non ricordavi nemmeno di avere riaffiorano dagli abissi dei cassetti, calze che avevano perduto la gemella che si ritrovano magicamente in mezzo ad altre cose, magliette che sono scolorite, inguardabili, ma che non ce la fai a buttare e inizi a classificarle come: "cose da mettere per casa". 
Alla fine del cambio ti ritrovi con 800 cose da mettere per casa e un numero giusto di vestiti destinato a moltiplicarsi inevitabilmente nella nuova stagione, tanto lo sappiamo tutte che anche se i nostri armadi sono pieni, in periodo di saldi qualcosa lo prendiamo comunque. Solitamente poi mentre impilo le 800 cose da mettere per casa, immancabilmente inizio ad insultare le ditte che le hanno prodotte e come al solito dichiaro guerra alla Benetton. 
Ammetto che alla fine ci casco sempre, spesso compro maglie, magliette, maglioni alla Benetton, sia in negozio che all'outlet e immancabilmente mi ritrovo a dire: "19,90 euro di maglietta che mi fa un inverno? Per tanto così la prendevo da H&M a 5,90 euro!". Per non parlare poi dei trofei di guerra da cui è impossibile separarsi, che solitamente sono protagonisti di queste scenette: 
Mamma: "Buttala, non posso vedertela addosso!"
Francesca: "Ma...a me piace..."
Mamma: "Non vedi che è diventata brutta?"
Francesca: "La uso per casa..."
Mamma: "La uso per fare stracci e bom!"
Onestamente ha ragione. Con questo non voglio dire che mia mamma butta ogni cosa che diventa un tantino brutta, anzi, però sono in grado di "tenere per casa" maglie improponibili, bucate, scolorite, solo perché sono legata affettivamente. Ma si può? Peggio della coperta di Linus...
Ci sono poi gli abiti che non metto più: quelli solitamente li insacchettiamo e inseriamo nei contenitori Humana, quelli gialli per intenderci. 

Non c'è niente da fare, preferisco risistemare i libri sulla libreria, impazzire per incastrarli tutti, ma non fatemi fare il cambio armadi! 


giovedì 13 settembre 2012

Pigchic di Demetra Dossi: recensione!

Ormai è chiaro: di libri in stile Il diavolo veste Prada non ne ho mai abbastanza! L'ultimo entrato sulla mia libreria non è nuovo, ma è stato ripubblicato quest'estate nella collana dei libri estivi di A. Il libro in questione si chiama Pigchic ed è stato scritto dalla blogger Demetra Dossi.


L'ho letto tutto d'un fiato in treno, non è un libro spesso, ma è un ottimo compagno di viaggio perché vi permette di trascorrere delle ore divertenti e piacevoli mentre lo leggete. Il pregio di questo libro, che non presenta una storia complessa, è quello di raccontare la vita di una fashion blogger in erba, Dafne, del suo gatto Paolo e del suo fidanzato Andrea con scene esilaranti, momenti di cadute di stile (e non solo di stile!) e momenti di crescita sia lavorativa che personale. Incontri più o meno piacevoli e alcuni sorprendenti come quello con Valeria, nota fashion blogger che rimanda sicuramente a Chiara Ferragni.  Il tutto per rincorrere quel posto tanto sognato di stagista a Gevou, rivista di moda gestita da Ludmilla Wintour, sorella gemella della ben nota Anne.

Esiste Gevou?
Esiste Ludmilla?

Non importa, l'importante è capire come e quanto Dafne crede nel suo sogno, come decide di rincorrerlo e se ci riesce o meno. Onestamente, visto come finisce, mi aspetterei un seguito! (Demetra, scrivi un seguito?)


Ammetto di aver letto e visto di tutto sull'argomento moda in questi ultimi anni, le storie a volte si somigliano, ma c'è sempre quel qualcosa di diverso che vi strappa un sorriso e vi regala un momento di evasione.

Come avevo detto recensendo il libro Voglio scrivere per Vanity Fair, certo non siamo di fronte a quei libri tipo Guerra e Pace, ma ripeto che nella vita non si può sempre leggere tomi, mattoni, ogni tanto ci si può anche dedicare a letture più easy, che fanno tanto bene alla mente e al cuore.


Vi consiglio di leggere questo libro se:

- amate la moda

- volete una storia senza impegno

- avete davanti a voi un viaggio in treno

- avete anche voi come Dafne un sogno nel cassetto

- vi piace la moda ma non siete delle modelle e quindi non vi sta bene tutto, tutto, tutto


Libro sconsigliato:

- a chi si prende troppo sul serio

- a chi legge solo libri impegnati

- a chi non sa più sognare

- a chi non vuole dare una possibilità agli esordienti

- a chi crede che la moda sia una perdita di tempo

VOTO



mercoledì 25 luglio 2012

Ugly Betty

Penso che il sottotitolo esatto per questo post sia: "Arrivo tardi, ma ci arrivo anch'io.". Ebbene sì, grazie a Cristina Giuliano, la fotografa che ho intervistato QUI, con la quale sono rimasta in contatto tramite facebook, sono incappata nella simpatica e frizzante serie tv Ugly Betty.
Devo essere sincera, non l'avevo mai presa seriamente in considerazione perché io mi scoccio ad aspettare alla tv le puntate e quindi l'avevo abbandonata dopo aver visto qualche pezzo del primo episodio, ma ora che le quattro stagioni sono complete e stracomplete posso vederne quante me ne pare ogni giorno. Cristina, grande appassionata di serie tv, mi aveva detto di vederla a-s-s-o-l-u-t-a-m-e-n-t-e! e che dire: ha proprio trovato pane per i miei denti! Sono al quarto episodio e non mi scollo più! Poi ho anche scoperto che le puntate della prima stagione (per ora ho controllato queste) sono su youtube, la quarta si trova facilmente in streaming sottotitolata in Italiano, che dire: prevedo che a breve diventerò ufficialmente Ugly Betty dipendente!
Mi spiace solo che non si trovino in lingua originale le puntate, ma pazienza, vorrà dire che lo guarderò doppiato perché i cofanetti non mi va proprio di prenderli.
Riguardo la storia che dire, sono al quarto episodio non posso sbilanciarmi eccessivamente, ma credo che gli autori siano riusciti a trovare un giusto equilibrio: è moda, ma è anche denuncia della stessa, denuncia di questo mondo in cui si deve essere tutti pronti per la copertina, eppure anche da questi ambienti c'è sempre qualcosa da imparare. Ovviamente Ugly Betty è l'emarginata della situazione non solo perché non è bella (che poi diciamolo, ma ogni tanto si intravedono tratti di un volto carino sotto quella frangetta), ma anche perché non si veste alla moda e soprattutto sembra che la moda non le interessi.
Il primo e il secondo episodio sembrano molto "Il diavolo veste Prada", film che viene effettivamente citato dal nipote di Betty nel terzo episodio, quando si parla del famigerato book che rappresenta il nuovo numero della rivista prima di essere mandato in stampa. I personaggi sono tutti ben classificabili, abbiamo la cattiva: Wilhelmina Slater con tanto di valletto: Marc St. James, il principe azzurro: Daniel Meade, Christina Mc Kinney: la fata buona addetta al guardaroba...
Ora la maratona Ugly Betty non si ferma di certo qui, penso che inizierà lentamente ad invadere le mie giornate, aiuto! Una nuova distrazione! 
Scherzi a parte, ringrazio Cristina per la dritta!
E ora..torno a lavorare alla mia tesi, che per la cronaca non sarà su Ugly Betty...sia mai che a qualcuno venga in mente un simile collegamento, anche se...potrebbe diventare un ottimo argomento di discussione. 

venerdì 29 giugno 2012

Enzo Miccio scriverà un romanzo!

Ebbene sì, da quanto si dice e da quanto conferma lo stesso Miccio ad affaritaliani.it la sua prossima fatica sarebbe letteraria: l'uomo noto per "Ma come ti vesti?" e "Wedding planners" sbarca nella sezione romanzi delle librerie di tutt'Italia. Dopo due manuali uno legato appunto all'abbigliamento, scritto con Carla Gozzi, e l'altro sul matrimonio, ora Enzo ha deciso di diventare romanziere. Tranquilli, sembra solo un caso, ma a settembre il suo libro arriverà in libreria edito da Rizzoli e allora: apriti cielo, prevedo già un successone. 
Dai siti sembra esserci già una bozza di trama, che non promette la storia del secolo, ma che nonostante tutto sembra abbastanza interessante. 
TITOLO: Cercando Grace

TRAMA
"Virginia è una donna ricca, di grande fascino e gusto. Ma l'agiatezza le è utile soprattutto per dimenticare la sottile tristezza del cuore. Quando in un mercatino provenzale scopre il diario segreto della principessa Grace, comincia ad acquistare tutto ciò che in circolazione trova di suo. In questa maniacale ricerca di cimeli si imbatte in un sito che vende online parecchi, forse troppi, oggetti appartenuti alla principessa. Virginia vuole capire chi sta dietro a quella strana collezione e scoprirà anche che il suo cuore può ricominciare a sorridere. Dopo averlo incontrato per caso proprio in un mercatino', decide di confidarsi con Enzo. In un romanzo dolce e romantico come l'amore, al racconto di Virginia si intrecciano le pagine del diario della principessa Grace, che ne ripercorrono la vita".


Se sia vera o meno non si sa, ma Enzo ha pubblicato sulla pagina facebook il link dove era riportata anche questa, quindi ci sono buone possibilità che non sia un fake.
Per ora, dalle sue dichiarazioni, sembra non sia ancora stato scritto il finale della storia: ebbene, Rizzoli pubblica a scatola chiusa, infondo Enzo ha un nome, quindi di sicuro qualche centinaia di migliaia di copie le venderà!
Protagonista, a quanto sembra, di questa avventura è la Principessa Grace Kelly, donna elegantissima e bellissima, attrice, principessa e madre, tragicamente scomparsa in un incidente d'auto.
Sinceramente sono curiosa di leggerlo, lo ammetto, principalmente perché appunto c'è Grace Kelly che mi attrae molto come figura, so già che butterò via tempo e soldi e che molti di voi staranno scuotendo la testa in questo momento...scusate! Mi incuriosisce anche sapere come scrive Enzo Miccio, un conto è redarre un manuale, un altro è raccontare una storia, magari poi ha pure il ghost writer perché il tempo per scrivere non so dove lo trovi... 
Comunque sappiate che nel caso in cui io decida o riesca a dedicargli del tempo, ve lo recensirò assolutamente, così potrete decidere se è o meno una lettura da fare. Tanto lo sapete che io e le Kinsellate andiamo molto d'accordo e poi ricordiamoci sempre che è bene avere una conoscenza ampia degli autori che le case editrici decidono di pubblicare, in modo da analizzare perché la gente decide di spendere i soldi per leggere i loro libri. 
Ovviamente so che potrei vivere senza questo libro, ma...mi intriga!
Miccio comunque non sembra essere preoccupato del giudizio della critica e qui viene proprio da dire: "Tanto vendi comunque, critica o non critica!". Sarà il caso editoriale dell'anno dopo Cinquanta sfumature di grigio e declinazioni di colore varie, venderà talmente tante copie che Moccia probabilmente sarà costretto a scrivere altre tre o quattro avventure dei suoi "giooooovvani" (Baby, Step e i nipoti, perché i primi due avranno 80 anni). Poveretto, ora che è sindaco avrà anche meno tempo. Dovrò leggerlo poi per una persona, una mia amica lettrice, Chiara, che si è subito affrettata a postarmi il link in bacheca per avvisarmi sulla nuova news di Miccio. Chiara, tranquilla, lo leggo anche solo per te! 




venerdì 15 giugno 2012

Valentina del Bianco: MAGLIA!

Tutti noi abbiamo gli armadi pieni di magliette: 

c'è la maglia per stare a casa,

c'è la maglia rovinata e quindi da buttare,
c'è la maglia perennemente al rovescio perché quando la togliamo non ci va di raddrizzarla e quindi è lì sulla sedia in attesa di essere lavata,
c'è la maglia nuova da sfoggiare alla festa più cool dell'estate,
c'è la maglia del pigiama che ci fa stare al caldo e ci fa sentire protetti,
insomma, perché non sfruttare questi status delle maglie e trasformarli in qualcosa di innovativo?
Valentina del Bianco ci ha provato e guardate cos'è uscito?
Prima di lasciarvi alle foto però una nota: la collezione di magliette è prodotta completamente in Italia. Non so quanto costino, ma trovo siano molto sfiziose, niente di eccelso, ma le ho toccate con mano questa mattina e mi sembrano ben fatte. Sfortunatamente mi sono dimenticata di chiedere il prezzo...mannaggia!

Vi incollo qui le foto "rubate" dal web. 






mercoledì 18 aprile 2012

How I Met...Emma T. (promo!)


La giornata di oggi è stata a dir poco STRAPIENA!

Ore 15 ero alla Bibliomediateca Mario Gromo per la presentazione del libro Perché noir. Come funziona un genere cinematografico, di Locatelli Massimo professore presso l'Università Cattolica di Milano, libro di cinema, quindi è frutto di una ricerca e non è uno dei soliti romanzi che consiglio qui sul mio blog. Penso che leggerò questo libro, in particolare perché tocca un periodo successivo a quello su cui sto scrivendo la mia tesi di magistrale, ovvero gli anni 30, e soprattutto perché gli anni 30 sono un po' il luogo dove il noir si è parzialmente creato. 
Ore 18 poi ero in centro, sempre a Torino in via Bogino nel MERAVIGLIOSO circolo dei Lettori perché dovevo conoscere una persona: Erica Vagliengo, l'autrice di Voglio scrivere per Vanity Fair. Ho assistito alla sua intervista, di cui vi parlerò nello specifico in un futuro post (appena riuscirò a trovare una buona connessione wi-fi per passarmi l'unica foto dall'iPad al PC). Vi dico solo che è stato un incontro divertentissimo, spumeggiante, brillante, in perfetto stile Emma T. Il tutto addolcito con meravigliosi e dolcissimi Tartufi di Galup. Buonissimi!!! 
Ma non voglio dilungarmi ora nei dettagli vari ed eventuali! Come avrete letto questo è un postPromo, quindi vi lascio con una foto alla sala dove eravamo e una foto alla mia borsa, molto apprezzata da Erica! E ricevere i complimenti da lei mi ha veramente emozionata!!!!!!






P.S. La foto della borsa è stata scattata poche ore dopo l'acquisto, pregasi notare il cartellino ciondolante ancora appeso...

lunedì 12 marzo 2012

Voglio scrivere per Vanity Fair


E' arrivato!
Sono rientrata da lezione e il pacchettino postale color giallo/ocra era lì ad aspettarmi insieme alla chiave della mia stanza. Già saltellavo sul posto in attesa di ricevere il prezioso oggettino che era stato riposto nella cassetta delle lettere, ma dovevo attendere che il ragazzo davanti a me terminasse di spiegare che la lavatrice numero 2 era nuovamente rotta. Come se fosse una novità, visto che ha deciso di smettere di fare il suo dovere da qualche settimana. Terminata la spiegazione tecnico-ingegneristica, conclusasi con un "Attaccaci un post-it così lo sanno anche gli altri", il ragazzo ha iniziato a scribacchiare l'avviso per il popolo del collegio mentre finalmente la portinaia mi consegnava LA MIA POSTA. 
Carica per la borsa dell'università, che come al solito pullula di libri che mi porto dietro "nel caso in cui...", e per la borsa della spesa, cerco di aprire il pacchetto mentre salgo in ascensore. Entro in cucina per vedere chi avesse già fame in un orario tipicamente piemontese (12.30) e intanto riesco finalmente a liberare il prezioso libro. Voglio scrivere per Vanity Fair è finalmente nelle mie mani.
Dopo averlo cercato in diverse librerie del centro città ho deciso di tagliare la testa al toro e provare a contattare l'autrice. Sinceramente pensavo che il mio messaggio passasse inosservato, invece Erica Vagliengo mi ha risposto e nel giro di una settimana mi ha inviato il suo libro!!!! Mi ha anche regalato ben due sticker che, preciso, ha deciso di realizzare autosponsorizzandosi. In più mi ha fatto la dedica, mi ha regalato il giornale (free press) che si chiama LOOKOUTmag di cui è Direttore Responsabile...insomma, per me oggi era Natale, quasi!
Naturalmente dopo pranzo non ho potuto attendere oltre e mi sono precipitata a leggerlo, accantonata la Ginzburg e il suo Caro Michele (che onestamente sto facendo fatica a leggere...), ho iniziato a leggere le avventure di Emma T. 
Non posso assolutamente farvi una recensione per ora, ma a 50 pagine dall'inizio posso assicurarvi che: Mi piace! 
Diciamo non potevo non leggere un libro che comincia con una gita a Londra, o meglio un viaggio di lavoro a Londra e con la visione di un musical durante il soggiorno! Io amo Londra, amo i Musical....due piccioni con una fava! Poi è ambientato a Torino, terzo piccione... e come se non bastasse, Emma ama le macchine da scrivere. Parliamone! Veramente, parliamone!!
Insomma, sono già intrippatissima (che slang!), se vado avanti di questo passo oggi non studierò e mi perderò totalmente nel mondo di Emma T. 
Riuscirò a riprendere in mano i libri per la tesi questo pomeriggio? 
Chi vivrà, vedrà!

Per il resto...grazie Erica del prezioso pacchetto con tante sopresine!!

venerdì 27 gennaio 2012

How I Met...Chiara Ferragni!


E' sempre così: quando si è sotto esami il cervello, che dovrebbe concentrarsi sugli argomenti studiati, tende a porre quesiti che prima d'ora non avevano mai sollevato il neurone dormiente.
Gli imput, quando si è sotto esame, vengono recepiti a tempo ZERO e nel giro di qualche nanosecondo si è su internet a cercare cose, nomi, date, luoghi, oggetti. Insomma, studiare lontano dal pc, ma lontano, lontano: serve!
L'imput raccolto questa settimana si chiama: The Blonde Salad. Do you kow her? Chiara Ferragni.
Se come me avete campato benissimo fino a martedì (credo) senza sapere niente di lei, ne sono fiera e se ancora ora il nome non dice nulla, beh, chiudete questo blog e andate a fare altro. Via! Sciò!
Per chi invece come me ha voglia di "raccogliere l'imput", lanciatomi da una ragazza del Collegio, beh, può proseguire la lettura.

Chi è costei?
Brevemente è una fashion blogger di 24 anni. Alta, magra e bionda. La donna P-E-R-F-E-T-T-A. La sua fortuna, oltre al fisico da modella, risiede in un conto bancario di un certo valore e un blog di moda: The Blonde Salad. Insomma, grazie a questo blog è diventata un'esperta di moda, acclamata dai fan di tutto il mondo - già perchè il blog è scritto in Inglese e Italiano - e corteggiata da diversi stilisti che le inviano capi costosi da indossare, fotografare, recensire, sfoggiare e quindi credo gettare. A meno che abbia una casa-armadio per ritirarli tutti.
Addirittura le hanno dato una Maserati da provare...una Maserati! 
A parte ciò ha anche disegnato una sua collezione di scarpe...lol! Oh scusate l'esclamazione, ma ci stava!

Caso localizzato? Pofferbacco NO!
L'Italia come al solito è il fanalino di coda dei fashion blogger!!!
Pensate che all'estero ce ne sono già molti altri che hanno soppiantato le prime file delle sfilate di moda!
Leggete questo vecchio articolo sul Corriere della Sera--> CLICCA!
E potete trovare il loro elenco qui--> CLICCA!
Morale della favola.
Questi fashion blogger sono i nuovi tester degli stilisti. Hanno soldi da spendere, amano vestirsi alla moda, sanno decidere cosa è in e cosa è out. Detta tra noi pure Anna Wintur potrebbe sbiancare e diventare riccia di fronte a questi ragazzetti. Già ragazzetti perchè sono piccoli, anche di 13 anni e si professano grandi esperti! Spesso non hanno nemmeno un titolo di studio nel settore del pret a porter!

Cari giornalisti di moda, vi sono vicina. Cercate di incollarvi alla sedia. E' giusto aprire alle nuove generazioni, ma almeno facciamoli studiacchiare un po' e facciamoglieli sudare sti posti. Si passa da un estremo all'altro: o grazie a yt e ai blog si diventa i guru del secolo, oppure grazie ad una laurea si finisce a lavare i cessi. W il mondo civilizzato!

Ora vi saluto, vado a studiarmi l'ultima collezione di Armani.......


P.S. Delusi dal titolo? No Chiara Ferragni non l'ho conosciuta...però mi piaceva il gioco di parole.... 

martedì 25 ottobre 2011

Nuovo Loooooook!

Ogni tanto cambiare fa bene, oggi, dopo aver terminato di studiare un libro, non avevo voglia di fiondarmi su un attento ripasso degli anni 70 quindi ho deciso di optare per un restyle del blog, che a dire il vero avevo cominciato ieri. Ho scelto questo stile molto minimal, serio e poco colorato, lo ammetto. Un po' forse dettato dal clima gelido di questi giorni, un po' in stile "strega bianca" delle Cronache di Narnia, un po' infinito, se volete. Insomma potete interpretarlo come meglio credete, a me piace pensarlo un po' in contrasto con il titolo: Life in Technicolor VS total white. Un ossimoro simpatico, non trovate? 

Detto questo, spero che il nuovo look del blog vi piaccia e prometto che presto tornerò a scrivere cose più sensate in questa sede! Purtroppo sono sempre un po' tirata con i tempi e quindi posso partorire solo: bazzecole! 
Devo anche intervistare Alessandra....vi assicuro che prossimamente comparirà un post sul suo libro e con la sua intervista!!!!!
Buona serata!

mercoledì 19 ottobre 2011

Colazione con la mamma-fashionista

Andare a lezione alle 8 del mattino può avere i suoi pro e i suoi contro, di certo, andare a lezione a palazzo nuovo a quell'ora significa sfidare le intemperie umane causate da tutti gli studenti delle medie e delle superiori che si ammassando di fronte ai rispettivi istituti, accanto alla sede dell'università.
Ragazzini e ragazzine di 12-13 anni si accalcano verso le gradinate dell'entrata trascinando pesanti zaini rigolosamente con rotelle, roba che ai miei tempi era fantascienza e tutto doveva essere caricato sulle spalle. Nella mano libera solitamente sfoggiano una di quelle cartellette da disegno, oppure un altra borsa con dentro scarpe per la lezione di educazione fisica.
Al loro seguito poi ci sono diversi personaggi. Si passa dai papà assonnati con ancora la riga del cuscino sulla faccia, dal fratello o sorella maggiore che vanno al liceo vicino e quindi fanno la strada con l'insopportabile fratellino più piccolo e poi...ci sono loro: le mamme!
Premessa: quando io andavo alle medie era sempre mio papà ad accompagnarmi, mi "scaricava" davanti a scuola e poi andava al lavoro, le rare volte che mi portava mia mamma (che era addetta ad accompagnare mio fratello) faceva la stessa cosa. 
Vivendo a Torino ho imparato che esistono genitori che accompagnano i figli, attendono l'entrata e poi vanno al lavoro, altre lo lasciano davanti a scuola e proseguono al lavoro e poi c'è la mamma torinese fashionista che alle 8 del mattino sfoggia già un tacco 12, decolletè con il bel tempo e tronchetti ora che inizia a fare freddo. Indossa un abbigliamento che sembra appena uscito dall'ultimo numero di Vogue, vanta un'abbronzatura che potrebbe far impallidire Carlo Conti e solo con la sua borsetta potrebbe risollevare le sorti della nostra povera Italia. Codesta mamma-fashionista si sveglia al mattino, probabilmente già truccata e pettinata, sceglie dalla sua cabina armadio l'ultimo capo acquistato, stacca il cartellino, si veste e intanto sveglia il frugoletto. A questo punto mentre il figlio si lava la faccia, il 99% delle mamme italiane gli prepara la colazione, lei no. Si infila il tacco 12, inizia a sfogliare l'ultimo numero di Vogue per aggiornarsi sulle ultime dal mondo della moda e una volta che il bimbo è pronto lo porta a fare colazione nel bar vicino alla scuola. 
Entra al bar, prende due cappuccini e due croissant, dei tramezzini e quando paga alla cassa lascia in media 7 euro, ogni giorno.
Tu intanto, che sei notoriamente iscritta al partito di "quelli che al mattino hanno ancora la forma del cuscino stampato sulla faccia e fino a quando non bevo un caffè non riesco a capire chi sono e dove sono", la osservi. Inizi dalle scarpe e già hai un mancamento. Primo sorso di caffè. Sali e vedi queste gambe interminabili, magre, perfette. Secondo sorso di caffè. Vedi che non ha un filo di grasso, come se quel bambino fosse stato portato dalla cicogna. Terzo sorso di caffè. Vedi che sfoggia una borsa da urlo da cui estrae un portafogli altrettanto da urlo, facendo attenzione a non rovinare lo smalto sulla cerniera. Quarto sorso di caffè. E qui inizi a considerare che tu sei lì, mezza arruffata, in scarpe da ginnastica, jeans, giacchetto, con una tracolla tamarrissima con scritto London, non avrai mai quell'abbronzatura e soprattutto non avrai mai quel look alla mattina alle 8. 
Intanto, mentre tu ti perdi nei tuoi pensieri ed inizi a perdere gradualmente la tua autostima, lei e il frugoletto escono alla volta delle medie. Dialogo zero. Cellulare in mano. 
Finisci il caffè e senti che non sei l'unica a "farti delle domande". Paghi ed esci. 
Eccola là, in mezzo alla folla delle altre mamme. Fortunatamente queste hanno scarpe basse, pantaloni comodi e capelli...da mamma, ordinati, ma non da sfilata di moda. E così la tua autostima inizia a risalire.

sabato 1 ottobre 2011

Quando la MODA scende in campo...

Si può essere d'accordo o meno con il j'accuse lanciato da Della Valle, ma sinceramente visto quello che sta facendo LA CASTA in questo periodo, mi domando come si possa dargli torto! E' stato accusato di aver pagato i quotidiani per farsi ascoltare, a detta di La Russa, allora mi domando, ma il signor Premier, non si è comprato tutte le reti televisive per farsi ascoltare?
Penso che l'Italia si trovi davanti ad una svolta, di certo così non si può andare avanti. La gente è stanca, serve più unione, serve più amore per il paese, servono novità positive ed interessanti. Siamo stanchi dei politici corrotti! 



martedì 30 agosto 2011

The September Issue


Dopo mesi di silenzio cinematografico, si torna a parlare di un film che ho visto, in questo caso di un documentario, e che era sullo scaffale dei film da vedere da un bel po' di tempo.  Non è una pietra miliare nella storia del cinema, ma quello che racconta è un interessante spaccato del mondo della moda e dell'editoria.


Ogni mese di settembre e nel mondo della moda accade qualcosa di singolare: esce il numero di Vogue America che detterà le regole del look per molto e molto tempo. Dopo mesi e mesi di prove, foto, set fotografici, trucchi, modelle e modelli, nuovi brand, nuovi stilisti, colori, litigi e cappuccini, bevanda preferita dalla direttrice, Anna Wintour pubblica quello che è il numero più importante dell’interno anno. Se siete appassionate lettrici di Vogue, nel nostro caso probabilmente la versione italiana, dovete assolutamente guardare il documentario, anche se non molto recente, intitolato The September Issue.
Distribuito nelle sale cinematografiche nel 2009, attualmente reperibile in dvd, il documentario narra il backstage della creazione del numero settembrino di Vogue America, è un viaggio molto interessante all’interno del mondo della moda, delle modelle, dei servizi costosissimi. Con poche omissioni ci viene raccontato come vengono selezionati i capi, gli scatti, i volti che diranno quella che dovrà essere la moda dell’anno successivo. Anna Wintour, tra un cappuccino e l’altro, non si risparmia davanti alle telecamere e senza paura cancella interi servizi fotografici o boccia accostamenti di stile proposti dal suo staff. Semina il panico generale quando arriva in ufficio e non si limita nel fare terrorismo psicologico in ogni situazione. Niente di nuovo forse per chi ha avuto modo di entrare nella redazione di Runway grazie al romanzo di Lauren Weisberg, Il diavolo veste Prada, o all’omonimo film tratto dallo stesso. L’unica differenza è che, se nel momento in cui guardavamo il film o leggevamo il libro, potevamo ancora ipotizzare che molto fosse frutto della fantasia dell’autrice, con The September Issue ci rendiamo veramente conto di com’è strutturato il mondo della moda, della sua crudeltà, ma allo stesso tempo del suo diabolico fascino. Una macchina infernale produttrice e divoratrice allo stesso tempo di soldi, dove non esistono amici, ma si è tutti contro tutti, dove Anna comanda e gli altri possono solo sottostare alle sue regole, ai suoi cenni.
Riuscirà questo documentario a farvi disinnamorare del fascino di Vogue? Ne dubito, anzi! Penso che correrete tutte in edicola ad acquistare il nuovo numero, purtroppo di Vogue Italia, ma un po’ del mondo Wintour c’è anche lì, credetemi. 

Ormai l'edizione di settembre dovrebbe già essere in edicola...devo correre!!!


lunedì 4 luglio 2011

Il Colosseo by Diego Della Valle


« Quamdiu stabit Colyseus stabit et Roma;
cum cadet Colyseus cadet et Roma;
cum cadet Roma cadet et mundus.  »
 
« Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma;
quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma;
quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo.  »
 

La notizia non è fresca ma è decisamente vecchia vecchia, ma non avendone mai parlato in questa sede, mi piace dedicargli un post. 
Diego Della Valle sponsorizzerà il restauro del Colosseo, ormai in Italia non ci sono più soldi, quindi l'unico modo per fare qualcosa e chiedere a chi i soldi li ha e ne ha in abbondanza! Le alternative sono due o i Dolce e Gabbana o i Totti. Stilisti vs Calciatori chi la scamperà? Questa volta la competizione se la sono aggiudicata gli stilisti, forse poichè più inclini al sentimento del bello e quindi più inclini alla conservazione e al restauro di quelli che secondo la legge vengono definiti beni culturali. 
Quindi anche l'alta moda fa dei benefici, non solo vi purifica il portafogli, facendogli fare una di quelle diete lampo da taglia 52 a 38 a tempo zero, vi fa vestire bene, ma vi fa anche apprezzare il bello AROUND YOU.
Diego Della Valle, il patron della Tod's, ha deciso di finanziare il restauro del Colosseo mettendo a disposizione ben 25 milioni di euro per quest'opera che definirei COLOSSALE. Penso che sia un contributo davvero generoso ed importante verso uno dei monumenti simbolo dell'Italia, una pietra miliare che non si può non visitare quando si va a Roma, ma che in questi ultimi anni era diventato un'ombra di se stesso. Che il Colosseo abbia subito diverse vicissitudini nei secoli è noto a tutti, esempio ecclatante il "ratto" dei marmi tridertini che vennero asportati per essere utilizzati su altri monumenti, si narra che quelli caudi a terra vennero utilizzati per il rivestimento di Palazzo Barberini. 
Insomma, era necessario che qualcuno si preoccupasse di rimetterlo in sesto, non per fare una PATACCATA alla Ridley Scott, ma per ridonargli quell'antico splendore che è sempre stato in grado di affascinare e ammaliare i turisti di tutto il mondo! 
Diego Della Valle ha recentemente espresso il perchè del finanziamento, non potendo riportare integralmente l'articolo, vi segnalo di leggerlo a questo link: CLICK!
Chissà se oggi Vespasiano, Tito e Domiziano apprezzerebbero questo contributo modaiolo, magari avrebbero indossato anche loro i capi di Tod's se fossero vissuti ai giorni nostri! 
Diciamo che Della Valle si è fatto anche una gran bella pubblicità con questa mossa culturale, probabilmente la sua clientela salirà di numero, ma per quanto mi riguarda...non ho ancora la possibilità di diventare sua cliente!
Probabilmente quando potrò permettermi qualcosa di suo, avrà anche restaurato tutti i fori, Pompei, i dipinti di Ravenna...insomma ogni cosa restaurabile in Italia! 


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...