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giovedì 25 ottobre 2012

E ora dove andiamo? di Nadine Labaki: recensione!

Terzo appuntamento nel cineforum borgomanerese, terzo foro sulla tesserina, foro questa volta più a cuor leggero rispetto all'appuntamento della settimana scorsa che era Diaz - non pulire questo sangue.
martedì sera hanno proiettato E ora dove andiamo? di Nadine Labaki. Devo essere onesta, sono partita da casa un po' demotivata riguardo questo film perché la trama su wikipedia era spaventosamente penosa.
In realtà una volta in sala mi sono resa conto che: il tizio che ha scritto la trama su Wikipedia dovrebbe essere punito. E' un film meraviglioso, costruito in modo magistrale, che riesce a portare sulla scena con il giusto equilibrio tra gravità e leggerezza una storia tutt'altro che semplice: l'eterno conflitto tra cristiani e musulmani.
In uno sperduto e desolato paesino del Libano convivono pacificamente Cristiani e Musulmani, pacificamente più o meno, perché gli uomini sono subito pronti a scattare e a cominciare una guerra di religione e allora: come tenerli impegnati? Le donne si inventano un modo, anzi, diversi modi per mantenere la pace, boicottano i giornali e la televisione, invitano ballerine ucraine e addirittura impasteranno dolcetti a base di hascisc per tenerli calmi e per non farli litigare tra loro.
I momenti drammatici di certo non mancano, ogni giorno è un piccolo dramma, un giorno in più in cui queste donne vanno a dormire nella pace, in quella loro piccola isola felice che sono disposte a difendere in ogni modo e, come detto poco sopra, con ogni mezzo.
Una storia che fa davvero pensare, che ci fa comprendere che fondamentalmente che si preghi Dio o Allah o chi altro, non ha senso farsi guerra, siamo tutti umani, tutti uguali. Un film che potrebbe essere letto in vari modi, ma che sicuramente dietro alle risate e ai divertimenti non manca di ricordare i drammi e le guerre che gli uomini si costruiscono e intessono quotidianamente, rovinando quella pace, quella quiete che a volte è così difficile da mantenere.
Le vere vincitrici qui sono le donne, mogli, madri, vedove, tutte vestite a lutto perché c'è chi ha perso un figlio, chi il marito, donne che hanno capito che quella guerra farà solo morti e nient'altro, gli uomini sono un branco di pecoroni che non hanno imparato niente dagli errori del passato e che vogliono annientare chi è diverso anche se fino a cinque minuti prima stavano bevendo con lui un caffè al bar.
La convivenza non è impossibile, bisogna solo avere il coraggio di cercarla, di costruirla e di difenderla ogni giorno. L'odio è un sentimento semplice, a distruggere si fa in fretta, ma chi costruisce, salva le vite, le relazioni, crea quella pace che è indice anche di intelligenza e di capacità a comprendere che anche se l'altro è diverso, è pur sempre uno di noi.
Un film che farei vedere nelle scuole, che farei vedere ai potenti della terra, che regalerei a ogni persona, perché tutti dovrebbero vederlo!
Qui non ci sono cristiani buoni e musulmani cattivi oppure cristiani cattivi e musulmani buoni: qui si parla di umanità, che viene prima di tutte le religioni, l'uomo e la difesa della vita devono essere alla base di ogni principio quotidiano, siate voi appartenenti a qualsiasi religione. 
Guardatelo e pensateci! 

VOTO



venerdì 25 maggio 2012

Rumours from Cannes

In questi giorni è in scena il festival di Cannes, la croisette è stata riaperta, rivestita con il red carpet, i fotografi sono in fibrillazione per catturare i momenti più importanti del festival e per scattare la foto che rivelerà amori sbocciati o amori sfioriti.
I film presentati, sia quelli in concorso che quelli solo "lanciati" a Cannes, sono sempre moltissimi, alcuni incuriosiscono di più, altri di meno, come sempre del resto!
Di certo la batteria di registi sfoggiata quest'anno è davvero interessante e sembrano avere opere degne di essere viste. 


I film in concorso:

Moonrise Kingdom di Wes Anderson (USA) - Film di apertura
Vous n’avez encore rien vu di Alain Resnais (Francia)
The Paperboy di Lee Daniels (USA)
Rust and Bone di Jacques Audiard (Francia / Belgio)
Holy Motors di Leos Carax (Francia)
Cosmopolis di David Cronenberg (Canada / Francia / Portogallo / Italia)
Killing Them Softly di Andrew Dominik (USA)
Reality di Matteo Garrone (Italia)
Amour di Michael Haneke (Francia / Austria / Germania)
Lawless di John Hillcoat (USA)
In Another Country di Hong Sang-soo (Corea del Sud)
Taste of Money di Im Sang-soo (Corea del Sud)
Like Someone in Love di Abbas Kiarostami (Iran / Francia / Giappone)
The Angels’ Share di Ken Loach (Gran Bretagna / Francia)
Beyond the Hills di Cristian Mungiu (Romania)
After The Battle di Yousry Nasrallah (Egitto / Francia)
Mud di Jeff Nichols (USA)
Post Tenebras Lux di Carlos Reygadas (Messico / Francia / Olanda)
On the Road di Walter Salles (USA / Gran Bretagna / Francia)
Paradise: Love di Ulrich Seidl (Germania / Francia / Austria)
The Hunt di Thomas Vinterberg (Danimarca)
In the Fog di Sergei Loznitsa (Germania / Olanda / Russia)

E ricordiamo anche i film italiani presentati fuori concorso:
Io e te di Bernardo Bertolucci 
Dracula 3D di Dario Argento 

mercoledì 1 giugno 2011

THE TREE OF LIFE

Volevo fare un post sul film vincitore della palma d'oro a Cannes, The Tree of Life di Malick, visto che è da una settimana ormai che l'ho visto, ma dopo aver letto le recensioni dal sito GLI SPIETATI mi è venuto un attacco di "oh cielo non sono in grado di dire cose così spettacolari su questo film" e quindi ho chiuso blogger.
Successivamente ho chiuso il sito degli Spietati e ho fatto un attimo mente locale sul film e ho deciso di scrivere ugualmente un post che preannuncio sarà noioso, sciocco, pieno di luoghi comuni e praticamente inutile. Lo scrivo solo per mettere un nuovo post sul blog in modo che la gente passi a trovarmi.... ceeeeerto!
Scherzi a parte, tornando al film in questione e rimuovendo momentaneamente quello che ho letto su di esso, devo dire che la prima sensazione quando sono uscita dalla sala è stata piuttosto...ZEN. 
Probabilmente ero l'unica a pensarla così visto che dopo mezz'ora di film due persone si sono alzate e al termine, quando ancora scorrevano i titoli di testa, i miei vicini hanno iniziato a sbuffare e qualcuno nelle file posteriori classificava il film come un'immensa cagata (piccoli sosia di Fantozzi che recensiscono i lontani parenti della Corazzata Potemkin!). Ora, visto che mi trovavo al Cinema Massimo di Torino, speravo che il pubblico presente in sala fosse cosciente che: non è un cinema qualsiasi che ospita pellicole qualsiasi, ma forse non lo sapevano.
Certo, non è un film per tutti, è un film che fa riflettere, mette dubbi, scruta nel profondo, mette in gioco fede e ragione, famiglia, affetti, rispetto, sentimenti, crescita, creazione, mondo, città, periferia, grattacieli, foresta... è un film costruito su contrapposizioni, modi di essere, modi di vivere, modi di credere, modi di agire.
E' un film che vuole farsi guardare, vuole parlare attraverso le immagini. E' un film che torna all'essenza del cinema e prova a raccontare stati d'animo, pensieri e sensazioni attraverso le inquadrature, attraverso i luoghi, attraverso immagini sensazionali che ci raccontano la creazione del mondo.Visto che non è del tutto sensato raccontare la storia del film, provo a rendervi l'idea attraverso l'alfabeto e chiedo scusa se sparerò delle boiate, ma questo è quanto ho percepito dopo la prima visione.

ACQUA: sono moltissimi i momenti in cui questo elemento viene raccontato ed utilizzato nel film. Esso rappresenta l'origine di tutto: della vita, nel momento della creazione e anche nel momento della nascita, ma è anche elemento di morte, quando muore l'amico dei tre ragazzi. Esso sembra quasi un elemento da cui tutto nasce a cui tutto torna. Pensiamo anche all'immagine finale del film, dove i nostri attori camminano sulla spiaggia, bagnata da questo mare infinito.

BAMBINI: sono tre i protagonisti di questo film, figli dei coniugi O'Brien, sono la gioia della mamma e l''orgoglio del papà. 

CASA: essa ci racconta molto della famiglia, è un luogo sicuro, un punto a cui tornare, un luogo anche da curare, da pulire. Un punto di ritrovo segno di unione della famiglia.

DIO: spesso viene chiamato in causa, non solo con le parole, ma anche con le inquadrature. Sono numerosi i momenti di controluce, incentrati principalmente quando al centro dell'inquadratura troviamo la mamma: alle sue spalle vediamo spesso, soprattutto quando si tratta di esterne, il sole che ci rimanda fortemente a Dio. Dio è anche l'essere che abita in cielo, quante volte la mdp scruta il cielo azzurro arrampicandosi lungo gli alberi o lungo le superfici riflettenti dei grattacieli.

EDUCAZIONE: il papà tiene molto all'educazione dei suoi tre figli, tanto da imporre in casa un clima quasi da caserma, dove nessuno può parlare se non è interpellato da lui. Il mondo è crudele e quest'educazione insegnerà ai figli come si sta al mondo e come ci si fa rispettare.

FAMIGLIA: il film fondamentalmente è la storia di una famiglia, con i suoi alti e bassi, con le sue sconfitte e le sue vittorie. E' una storia di amore ed odio di un figlio nei confronti del padre.

GRATTACIELI: hanno fortemente preso il posto delle piante su cui si arrampicavano a mani nude da piccoli, come se volessero quasi raggiungere il cielo, quel cielo dove abita Dio. Ora il più grande dei fratelli si "arrampica" sui grattacieli grazie a degli ascensori. "Fammi vedere quello che tu vedi" dice Jack, Sean Penn. Forse quell'arrampicarsi, quel salire in alto, ti porta a vivere il mondo da un'altra prospettiva, che ricorda un po' quella di Dio, che vede dall'alto.

HOUSTON: è la città dove il figlio grande lavora e vive. Gli alberi alti che circondavano la sua casa ora sono i grattacieli che

INSIEME: è questo il concetto del film, il ritrovarsi ancora insieme alla fine. Alla fine di tutto, nonostante tutto. 

LAVORO: è la causa della prima sconfitta subita dal padre. Egli lungo tutto il film ci sembra una roccia, il self made man capace di resistere a qualsiasi intemperia, la pianta ben radicata che non si fa abbattere da nulla. Eppure anche lui ad un certo punto viene colpito e a causa del suo lavoro la famiglia è costretta ad abbandonare la casa per trasferirsi da un'altra parte. 

MORTE: come la vita è molto presente nel film, uno dei fratelli muore dopo poco e la sua morte è al centro dei pochi dialoghi dei personaggi. Muore un amico dei ragazzi, vediamo che c'è stato un funerale. E' difficile da accettare, ma è anche un passaggio fondamentale che permetterà a tutta la famiglia di riunirsi e di tornare insieme.

NIENTE: niente, nemmeno la morte riuscirà mai a dividere questa famiglia.

ODIO: è il sentimento che i figli provano nei confronti di questo padre severo e molto cattivo che anche quando manifesta i suoi sentimenti di amore verso i figli lo fa manifestando una certa violenza fisica di abbracci eccessivamente veementi e ricchi di forza brutale.

PIANTE: sono numerosissime quelle che si vedono in questo film, una pianta viene anche piantata dal padre e dal primogenito dopo la nascita del secondo figlio. Le piante sono radicate al terreno, quella terra che per loro è madre, è vita, è casa. Uomini come piante sembra quasi suggerire il film.

QUALSIASI: qualsiasi cosa accada, in qualsiasi luogo tu ti trovi, è impossibile dimenticare quelle radici che ti tengono fortemente legato alla tua famiglia.

RELIGIONE: il tema religioso è fortemente presente nel film, a parte le scene di messa, preghiera o visite alla chiesa, Dio, come ho già detto, viene citato spesso e con lui anche tutti i dogmi e gli insegnamenti che la signora O'Brien, la madre, ha ricevuto da bambina dalle suore.

SILENZIO: non è un film molto parlato. Le battute di dialogo sono poche e concise. Il silenzio ci accompagna per buona parte del film, non un silenzio totale, ma accompagnato da musiche che trasportano lo spettatore in una fase riflessiva che lo porta a domandarsi il significato di quello che sta vedendo.

TERRA: madre generatrice, come l'acqua.

UNIONE: è fortissimo il legame che nonostante tutto esiste tra i membri di questa famiglia.

VITA: è lei la grande protagonista di questo film, vita del mondo, vita del singolo. Già la locandina (che ho inserito sopra) ci lancia un messaggio di vita: Brad Pitt, il signor O'Brien, è incantato nel vedere il piede del suo bimbo appena nato, il suo primogenito. La vita poi è anche citata nel titolo stesso del film.

ZEN: (utilizzo impropriamente questa parola solo perchè le parole con la Z sono difficili da trovare) è un po' questo quello che mi ha trasmesso il film. Spiego: quando sono uscita dalla sala non sono stata subito in grado di esprimere al completo un'opinione quello che avevo appena visto. Una signora dietro di me si è messa a sparare di tutto e di più sul regista, smontando ogni inquadratura. Io ho ascoltato e nel tragitto cinema-collegio ho chiacchierato un po' con la mia amica che era al cinema con me e sono giunta a queste conclusioni: secondo me un buon modo per guardare questo film è lasciarsi trasportare e soprattutto non aver paura di riflettere e di cercare significati in quello che si vede. Non è tutto dato in modo superficiale, anzi, il regista chiede molto a noi, chiede uno sforzo allo spettatore, chiede molta pazienza, ci chiede quasi di scavare per raggiungere le origini delle radici di questo film.
Apprezzo i film di questo genere perchè sono quelle pellicole che non si fermano alla sala cinematografica, ma ti accompagnano e dopo giorni ti rilasciano ancora delle piccole sensazioni.
Non me la sento di dare un voto da 1 a 10 a questo film, ma di certo vi consiglio di vederlo e rivederlo. Secondo me ad una seconda visione trasmette ancora di più!

Se volete opinioni più serie riguardo la pellicola, vi consiglio il sito de "Gli Spietati", ma vi invito anche a lasciare qui sotto i vostri commenti, i vostri insulti ecc. Grazie!


VOTO




domenica 22 maggio 2011

Cannes: and the winner is.....

Da poche ore si è concluso uno dei festival più attesi dell'anno, il famosissimo Festival del cinema di Cannes che premia i suoi partecipanti con un delizioso omaggio floreale: la mitica palma d'oro.

Eccovi un elenco dettagliatissimo dei vincitori copiato ed incollato direttamente dal sito ufficiale, in modo da evitare errori di trascrizione!

In Competition :

Feature films

Short Films


Un Certain Regard :


Cinefondation :


A festival concluso, non avendo partecipato e non avendo visto ancora nessuna delle pellicole elencate, ma solo tanti tanti trailer (devo ancora vedere Habemus Papam!!!) possiamo solo prendere in mano la nostra Moleskine, che nel mio caso non è originale, ma è un sosia con la copertina azzurra e l'elastico rotto, e annotare tutti i film che ci interessano.
Gli Italiani non hanno portato a casa nulla, non avendo visto i film non posso dire se meritassero più o meno dei vincitori effettivi, appena possibile ve lo comunicherò!
Riguardo il film vincitore, al TG1 hanno detto che è stato coprodotto da Rai1, quindi possiamo sentirlo un po' nostro, dal trailer si presenta come un film molto poetico, sarà così? Di certo il cast promette molto bene, Sean Penn e Brad Pitt interpretano i ruoli principali.
Per rispondere alla domanda non si dovrà aspettare molto! Il film è uscito nelle sale mercoledì 18 maggio...corriamo a vederlo!!!!! 




Riguardo al film citato nel post precedente, The Artist, i premi non sono stati numerosi, ha ricevuto soltanto una palma come miglior attore il protagonista Jean Dujardin. Tengo sempre le dita incrociate, nella speranza che venga distribuito anche in Italia!!!! Come ho già detto, sono molto curiosa di vederlo!!



venerdì 20 maggio 2011

Che cos'ha fatto Lars?

Seguendo come procedono le vicende di Cannes, ieri dalla Croisette sono giunte notizie di dichiarazioni poco piacevoli da parte del ben noto Lars Von Trier.
Dopo una rapida ricerca tra i principali siti di notizie, pare che la dichiarazione fatta dal regista durante la conferenza stampa sia la seguente: 

"Per lungo tempo ho pensato di essere ebreo ed ero felice di esserlo. Poi ho conosciuto Susanne Bier e non ero così contento. Ma dopo ho scoperto che in realtà ero un nazista. La mia famiglia era tedesca. E questo mi fa anche piacere. Cosa posso dire? Capisco Hitler…simpatizzo un po’ per lui“ ha affermato Von Trier e poi ha aggiunto: “Adesso come esco da questa frase? Ok, sono un nazista“.

Immediatamente il presidente Gilles Jacob e il direttore artistico Thierry Fremaux hanno radiato Von Trier dal festival definendolo "persona non gradita". A distanza di qualche ora Lars ha quindi rilasciato le seguenti dichiarazioni (trascritte direttamente da La Stampa on line):


La domanda che tutti si pongono ora è: ma il suo film avrà possibilità di vincere qualcosa dopo questa dichiarazione? Che dire, staremo a vedere! Di certo sarà un'impresa, dichiarazioni del genere non si perdonano tanto facilmente!



lunedì 16 maggio 2011

THE ARTIST - silent movie

Quando viaggio in treno adoro sbirciare i quotidiani o le riviste che tengono in mano gli altri passeggeri per vedere un po' cosa stanno leggendo. Questa mattina il signore di lato a me stava leggendo "La Repubblica" e sbirciando qua e là mi è "cascato l'occhio" su un articolo a pagina 59 nella sezione su Cannes, intitolato "Spaventati e irresponsabili così il cinema racconta i padri. E nell'era del 3D sbalordisce un film muto in bianco e nero.".

Un film muto a Cannes? Fantastico! Appena sbarcata a Torino sono corsa dal giornalaio e ho comperato il quotidiano per leggere meglio l'articolo. Ebbene sì, ieri è stato presentato un film muto a Cannes, realizzato dal francese Michel Hazanavicius, la pellicola parla di un attore del cinema muto americano che a causa dell'arrivo del sonoro cade in disgrazia. La storia, riassunta così, ricorda un po' la vicenda di Cantando sotto la pioggia, ma ricorda soprattutto uno dei momenti più importanti del cinema internazionale: la nascita del sonoro. Visto dal 2011 forse non dice nulla, ma gli storici del cinema ricordano che fu un giro di vite molto importante per l'industria del cinema! Molti attori del cinema muto persero il lavoro, la loro voce non era adatta per il cinema parlato, o semplicemente non sapevano recitare ed interpretare i loro personaggi attraverso la voce. Tra i grandi del cinema muto che vennero toccati da questa nuova tecnologia ci fu anche il famosissimo Buster Keaton!


Tornando al film in questione, spero esca al più presto in Italia (ulteriori info sono a fondo pagina)! Sono veramente curiosa di vederlo! Il trailer promette molto molto molto bene, speriamo che anche il resto sia altrettanto...meraviglioso!
Eccovi direttamente da youtube il trailer.


 

Dal sito de "Il Corriere della Sera" ecco una breve opinione di Merghetti sul film in questione.  


Curiosando dai siti che stanno seguendo day by day il festival di Cannes, ho scoperto che ancora non si sa se il film The Artis uscirà in Italia. Figuriamoci! Sarebbe culturalmente troppo elevato per i produttori italiani. Già me li vedo: 
"Ahò e che è sta robba?"
"Nun c'è sta er sonoro!!!"
"Ahò volumeeee!!"
"Ahò, ma che è scaduta la pellicola?"
"Nun ce sta er colore, ma che è? L'hanno dato a Cannes?!"

Siamo messi male! In qualsiasi caso spero almeno di poter acquistare il dvd. 
Prima di chiudere però comunico ai produttori che una cosa positiva questo film ce l'ha: non servono i doppiatori! Dovrete solo fare dei sottotitoli per le didascalie, ma non sarà niente di complicato! 
Speriamo in bene!!!




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