Visualizzazione post con etichetta Teatro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Teatro. Mostra tutti i post

lunedì 23 luglio 2012

Poeti a voce 2: Ora d'aria

Venerdì 13 luglio sono stata invitata da una mia amica a vedere lo spettacolo del Teatro delle Selve, conosco da qualche anno questa realtà teatrale ma non avevo mai visto nessuna sua produzione, quindi ho accettato subito la proposta visto che finalmente ero libera da impegni vari ed eventuali.
Il Teatro delle Selve è noto per i teatri andanti e onestamente, non avendo mai partecipato a spettacoli di questo genere non sapevo bene cosa aspettarmi, non essendo poi nemmeno un'esperta di teatro avevo poche idee e ben confuse.
Indecise riguardo il luogo della messa in scena, a causa di un tempo più indeciso di me e della mia amica abbiamo provato a vedere se per caso fosse al chiuso allo spazio musei di Armeno come segnalato sulla locandina, invece nonostante le goccioline che cadevano dal cielo, gli attori del Teatro delle Selve hanno sfidato tutto per mettere in scena lo spettacolo nei luoghi originali: presso casa Locati, sede del Teatro delle Selve.
Devo ammettere che visto al chiuso uno spettacolo di questo tipo avrebbe reso molto meno, non che ci fossero scelte sceniche eccessivamente incidenti, ma è l'iniziare lo spettacolo in un luogo e terminarlo in un altro che rende tutto questo unico.
Appena arrivate a Casa Locati Franco Acquaviva ci ha indicato di raggiungere una piazzetta da cui appunto sarebbe cominciata l'avventura o meglio, la mise en scène, là ci ha raggiunti la moglie, Anna Olivero che ha dato il via alle danze introducendo lo spettacolo che avremmo visto di lì a pochi minuti. Come recitava il titolo, avremmo avuto a che fare con testi scritti da poeti, Fausta Squartiti e altri suoi amici si erano dilettati a scrivere questo copione.
Siamo partiti al seguito di Anna attraverso le piccole viuzze ciotolate di Vacciago (Ameno), luoghi meravigliosi che abbracciano il magico Lago D'Orta e che a mio parere dovrebbero essere rivalutati. In pochi minuti siamo tornati a Casa Locati, sulla balconata sopra l'androne della casa, alla quale pendeva una bandiera italiana con tanto di stemma sulla parte bianca, ci attendeva il primo attore che dopo un discorso d'introduzione ci ha accolti e fatti entrare con un "Trasite!".
Siamo così giunti nel cortile della casa dove ci attendevano delle sedie e in mezzo al cortile di fronte al pubblico su un'alta pedana c'era seduto un uomo intento a scartare cioccolatini e a leggere le frasi contenuti in esse. Li scartava per il puro gusto di scartarli, ne mangiava uno ogni tanto: era chiaro che non fosse il cioccolato il suo primo interesse. Alle sue spalle c'era una maschera molto particolare.
Dopo esserci accomodati, dai quattro angoli del cortile sono entrati in scena i quattro attori, i volti coperti dalle maschere, gli abiti neri, ognuno era in cerca di qualcosa, di qualcuno. Hanno preso il loro posto due da una parte e due dall'altra del primo individuo mangiatore di cioccolatini. Ognuno di loro ha iniziato a prendere la parola: c'era chi cercava i genitori nella tivù, chi cercava la patria, chi era in cerca della madre e chi cercava l'amore. Erano pensieri, che si incrociavano a volte si toccavano, altre si allontanavano. 
I dialoghi erano scanditi da frasi fatte, retoriche, lette dalle carte dei cioccolatini.
Uno spettacolo molto interessante che ha fatto riflettere molto, legato all'attuale società e in particolare ai suoi difetti, ai suoi affetti e valori a volte vuoti o privi di fondamenti. Era un'Ora d'aria, come recita il titolo dello spettacolo, un ora in cui ognuno di loro poteva urlare i propri sgomenti, le proprie paure, le proprie vicissitudini. 
Mi complimento con i poeti che hanno scritto il testo, ma anche con gli attori che hanno prestato voci e corpi a questi personaggi. 

Ora d'aria

scherzo teatrale a più voci di Gaetano Delli Santi, Mariella De Santis, Valerio Fantinel, Anthony Robbins, Evelina Schatz, Fausta Squatriti. Con F. Acquaviva, A. Olivero, G. Delli Santi, V. Fantinel, E. Locatelli, E. Schatz, F. Squatriti. Coordinamento: F. Acquaviva. Le maschere di scena sono un’opera originale di Fausta Squatriti.

Sinossi

Uno “scherzo” teatrale a più voci scritto per l’occasione e presentato in esclusiva  a TEATRI ANDANTI. “Ora d’aria” è il momento in cui sei personaggi alla ricerca di qualcosa - dell’amore, della propria madre, dei genitori, della patria – s’incontrano in uno spazio che dà loro la libertà, per un’ora, di dare sfogo a speranze, disperazioni, racconti, tic, manie. E’ solo un momento però, trascorso il quale tutti i personaggi torneranno nelle “celle” della loro quotidiana inanità.

I poeti che hanno scritto insieme questo testo sono anche amici tra loro; sono parte di un ideale gruppo amicale in grado di assicurare  il pubblico che, qualsiasi sia il risultato del  lavoro proposto, questo è stato creato divertendosi, ma con rigore. Un esperimento, sulla scia dei maestri dadaisti e surrealisti, che ha rivelato esiti imprevisti,  guidati con la logica legge dell’assurdo, che tutto ricompone in una storia ordinaria.

domenica 6 maggio 2012

La notte inglese di Arturo Cattaneo: Recensione!

Due sere fa ho terminato la lettura dell'ultimo libro di Arturo Cattaneo: La notte inglese edizione Mondadori. Sono stata incuriosita da questo libro perché dalla trama avevo letto che era ambientato appunto in England, la mia amata isoletta, quindi mi sono avventurata nella lettura. Che dire?
Dunque, iniziamo con una premessa: spero di essere chiara e concisa.
La scrittura di Cattaneo è decisamente scorrevole, ben calibrata, bellissima l'idea di inserire frasi in Inglese, modi di dire, giochi di parole.
Molto bella l'idea della struttura, un climax crescente di una serata che attraverso le varie bevande Sherry, Red Wine, Port and Madeira, High spirits, giunta al suo apice cade a precipizio con un altro rapido climax, questa volta appunto decrescente, per ricadere nel Milk della mattina dopo. La vicenda narrata dura una notte intera, è il Society Dinner del St. Andrew's e il lettore viene accompagnato all'interno della serata, incontra i personaggi che caratterizzano queste feste e li conosce nelle relazioni che hanno costruito con Rick, di Milano, che è in Inghilterra per studi. 
Molti di voi probabilmente diranno: "Che noia, un libro che parla praticamente di una serata di cinque/sei ore...", è proprio questo il punto: non è una noia! Cattaneo riempie le vicende di Flashback vissuti dal protagonista, di pensieri, sensazioni, riesce a restituirci l'intera vicenda come se anche noi fossimo lì a degustare il Sherry a stomaco vuoto, a vedere i ragazzi che da sobri lentamente iniziano a diventare ubriachi, disinibiti con le ragazze e pronti a prendersi anche quella notte, perché tutti i Society Dinner possono diventare La Notte, il momento in cui nascono amori, ne muoiono altri, succedono cose che probabilmente senza l'effetto dell'alcool non sarebbero successe mai. 
Passato e presente si intrecciano al punto giusto per regalarci sensazioni e stralci di vita vissuta che ben si affiancano alle vicende della cena del college, ai pensieri di Rick e ai comportamenti dei suoi amici. 
Mi è piaciuto?
Qui la risposta è difficile da dare...sinceramente nel percorso verso il Milk della mattina dopo accadono talmente tante cose che sembra ad un certo punto di essere finiti in un girone, in una danza macabra, oserei dire, in cui tutti riescono bene o male ad ottenere quello che vogliono, se non direttamente, riescono attraverso altre vie. Chi resta fuori dalla danza, dal girone è quello che si chiude in camera e la mattina dopo viene trovato in camera in una situazione che dimostra l'altro lato del Society Dinner: la depressione, la disperazione. [SPOILER ALERT: l'amico di Rick, Geoffrey, la mattina dopo viene trovato dallo stesso Rick in camera con i polsi tagliati]
Un libro che dietro la frivolezza del Society Dinner racconta la crudeltà del mondo giovanile, di chi non si sente adatto, di chi lotta per una ragazza ma non riesce ad averla.
Dalla sua impostazione sembra quasi sia un'opera in più atti, cinque, scanditi dalle bevande che sono il filtro magico che fa mutare gli animi e i sentimenti.
Da leggere? Secondo me sì, innanzi tutto per la scrittura di Cattaneo che onestamente apprezzo molto, in secondo luogo se amate le storie ambientate nei college e se anche voi, come la sottoscritta, siete England-patici allora è un libro che potrebbe sicuramente interessarvi. 
Qualcuno di voi lo ha già letto? Fatemi sapere! 

VOTO




martedì 28 febbraio 2012

ADHD ovvero... cioccolata per merenda

Essendo in fase: "Tesi di laurea magistrale" girovagare per biblioteche ormai è diventato un must settimanale. Sulla mia scrivania sono impilati numerosissimi libri che spaziano dalla storia, all'economia, alla storia del cinema e in questo momento, in cui li sto snobbando per scrivere questo post, mi stanno fissando con aria minacciosa, ancora di più mi osservano i cedolini della biblioteca appesi in bacheca per evitare di dimenticarmi la scadenza del prestito. 
E' bello girare per biblioteche, è bello frequentarle, è bello quando sono accoglienti, a scaffale aperto e i bibliotecari sono esseri meravigliosi che ti sanno consigliare o si prendono a cuore la tua ricerca. Ogni tanto poi, soprattutto in quelle prettamente universitarie a scaffale chiuso, mentre attendo l'arrivo dei libri, spulcio tra le varie locandine degli eventi che vengono lasciati in giro. A tal proposito ieri mi sono imbattuta in un volantino molto interessante.
Mi trovavo nella biblioteca di Economia, terzo piano di Palazzo Nuovo a Torino, e mentre attendevo che la bibliotecaria mi registrasse per il prestito, è entrato un signore e ha chiesto di lasciare delle cartoline di uno spettacolo. Quando ho sentito la parola spettacolo mi si sono illuminati gli occhi e ho guardato di cosa si trattava. Il titolo mi ha incuriosito: ADHD ovvero...cioccolata per merenda. 
Il signore, gentilissimo, ha visto che stavo sbirciando e mi ha detto: "E' uno spettacolo che parla dell'ADHD...sai cos'è?" 
Sinceramente sono un po' caduta dalle nuvole perchè quella sigla non mi diceva proprio niente... Il gentilissimo signore mi ha spiegato che si tratta della Sindrome da Deficit dell'attenzione e Iperattività, una malattia inventata dalle case farmaceutiche che propongono un farmaco ammazza-vivacità per i bambini troppo vivaci. Avevo letto qualcosa del genere, ma non ricordo dove. 
Tornata a casa, sconvolta da questa triste verità, ho fatto qualche rapida ricerca. In America è molto diffusa l'usanza di prescrivere questi, chiamiamoli, tranquillanti ai bambini. 
E' vero, a volte i bimbi sono vivaci, ma uccidere la loro gioia di vivere perchè i genitori non hanno pazienza...mi sembra alquanto assurdo. Non solo le case farmaceutiche, ma anche i medici che li prescrivono dovrebbero essere radiati dall'albo. 
Sfortunatamente non riuscirò ad andare a vedere questo spettacolo, se siete interessati sarà il 2 marzo alle ore 21.30 presso il Teatro Giulia di Barolo in P.za S. Giulia 2bis a Torino. Ingresso 8 euro. Verrà messo in scena dalla Compagnia della Ruspa. Dal flyer di presentazione leggiamo: "Uno spettacolo per riflettere su un tema di forte attualità: AHDH (Sindrome da Deficit dell'Attenzione e Iperattività). La visione non è adatta ai bambini anche se è di loro che si parla. 
A fine spettacolo ci sarà un dibattito su: "Il declino della forza vitale dei bambini porterà sicuramente al declino dell'intera società." (D. Ideka) con l'intervento di Luca Poma portavoce di "Giù le mani dai bambini". 
Testo di Marco Ghirlandi e Anella Todeschini - con Marco Ghirlandi e Claudia Negrin - regia di Anella Todeschini.
Speriamo che questo spettacolo riesca a dar voce a questo assurda sindrome!!

N.B. Il signore gentilissimo credo sia Marco Ghirlandi, dalle foto dello spettacolo sembra proprio lui.

Incollo qui sotto un video sullo spettacolo e uno che riassume brevemente cosa sono questi farmaci che vengono dati ai bambini. 


mercoledì 15 febbraio 2012

Sanremo 2012: la prima serata.


E' iniziato uno degli eventi più o meno attesi dell'anno: Sanremo. La macchina del festival si è accesa ieri, 14 febbraio, e continuerà a lavorare fino al 18. La partenza è stata molto difficile non solo per la solita serie di critiche che si sono accumulate nei mesi e giorni precedenti, ma per guasti tecnici, pubblico da imbavagliare, vallette incriccate e sistema di voto della giuria demoscopica non funzionante.
Insomma un festival un po' zoppo si potrebbe dire, ma capitanato da un Morandi che ha cercato di tenere duro fino alla fine.
Commentare l'intera serata sarebbe eccessivo, quindi prenderò qualche spunto qua e là.

Le canzoni
Mi dispiace molto doverlo dire, ma a parte la loro più o meno bellezza eccetera eccetera, per l'ennesima volta il festival è stato a discapito della canzone. I cantanti in gara sono stati infilati all'interno di una scaletta che prevedeva comici, vallette e cavolate. Le migliori? Mah, sinceramente questa mattina appena sveglia ne ho riascoltate tre: Renga, perché è un cantante che apprezzo molto, Arisa, perché mi ha sconvolto con il nuovo look e, a parte la canzone un po' ruffiana e con qualche luogo comune, ha una gran bella voce, e Samuele Bersani che come look spaccava! Carina anche Nanì di Pierdavide Carone e Lucio Dalla. Tremendi Giggi e la Bertè...mamma mia!

Celentano
Comparso in scena dopo una pessima introduzione con immagini di guerra (scusate, ma chi è il pirla che l'ha pensata?), come previsto ha monopolizzato subito la serata, occupando il palco per quasi un'ora, insultando a destra e a manca, sproloquiando, facendo intervenire anche Pupo dal pubblico, un pessimo pezzo teatrale che in alcuni punti era talmente assurdo da non riuscire a capire dove volesse andare a parare...
Religione, politica e canzoni. Il solito Adriano molleggiato e multitasking, che dopo un pesante attacco ad Avvenire e a Famiglia Cristiana, giornali a suo parere ipocriti, ha ripiegato su un discorso che parlava di Gesù che forse molti presenti in sala non hanno colto, ma aveva toni molto religiosi. Forse a Sanremo c'era il pubblico più cattolico delle ultime 60 edizioni perché davvero quando si sono alzati in piedi tutti, mi stavo domandando se avessero capito quello che aveva detto visto che ogni cosa è buona per insultare la chiesa.

Morandi
Quasi mi ha fatto tenerezza quando ha detto che il sistema di voto della giuria demoscopica era rotto. Il pubblico, riscopertosi sovrano dopo l'intervento del Molleggiato, non ha esitato a urlare: "Buffoni!" e "Buu!" manco fossero al Colosseo!

Luca e Paolo
Reduci da un ottimo Sanremo 2011 hanno aperto loro le danze con un siparietto comico che è partito dal ricordo della loro canzone: "Ti sp*******" ed è terminato con l'imitazione di Adriano. Simpatici, non c'è che dire, solo non capisco l'incongruenza della Rai che evidentemente sta attraversando il periodo del cacca-pipì, tipico stadio di vita dei bimbi piccoli, e non censura più le parolacce delle 20.45...mah, misteri! A loro il merito di aver fatto pensare al pubblico, almeno per un attimo, che il festival può essere divertente!

Il pubblico
Allora, qui bisognerebbe spendere qualche parola.
Ma hanno fatto la selezione dei MEGLIO CAFONI? No perché non si è mai visto un pubblico così chiassoso e maleducato! Allora, okay che il molleggiato ha detto che il popolo è sovrano, ma se siete in diretta non scassate i maroni, grazie! Insomma peggio di così...non si può! Per carità non dico di mettere il bavaglio al pubblico, ma davvero un po' di rispetto non guasterebbe.

Le vallette
Ivanka è incriccata, tornano la Canalis e Belen e scendono la scala dell'Ariston cantando la canzone della Bella e la Bestia: la morte della musica. Cantata in playback perché ovviamente troppo alta per le loro ugole di latta, fa comunque pena e in alcuni punti non si capiscono nemmeno le parole.

Papaleo
Una sola domanda: ma ci è o ci fa? Non ho ancora capito bene...

I fiori
Svaniti! Neanche un mazzo di fiori alle ragazze: oh c'è proprio crisi!

Sabiu e l'orchestra (e gli altri maestri) 
Bravi, bravi, bravERRIMI!!! Una delle poche certezze del festival!



martedì 14 febbraio 2012

Sanremo 2012: The Big Singers

Eccovi velocemente l'elenco dei big presenti in gara quest'anno a Sanremo con relativo titolo di canzone!


NINA ZILLI – “Per sempre”
SAMUELE BERSANI – “Un pallone”
DOLCENERA – “Ci vediamo a casa”
PIERDAVIDE CARONE E LUCIO DALLA – “Nanì”
IRENE FORNACIARI - “Il mio grande mistero”
EMMA MARRONE – “Non è l’inferno”
MATIA BAZAR – “Sei tu”
NOEMI – “Sono solo parole”
FRANCESCO RENGA – “La Tua bellezza”
ARISA – “La Notte”
CHIARA CIVELLO – “Al Posto del mondo”
GIGI D’ALESSIO E LOREDANA BERTE’ – “Respirare”
EUGENIO FINARDI – “E tu lo chiami Dio”
MARLENE KUNTZ – “Canzone per un figlio”


Due di loro saranno già eliminati questa sera e non saranno ammessi alla serata di domani!
La prima ad esibirsi sarà Dolcenera, mentre a chiudere la serata saranno i Matia Bazar. Verranno presentati anche gli otto giovani selezionati tramite Sanremo Social, ma per questa sera per loro non ci sarà nessuna eliminazione. 
Secondo le news della conferenza stampa che si è appena svolta: sarà presente Celentano ma non prima delle 22, della serie: teniamo la gente incollata alla tele almeno per un'oretta, che poi si sa, la macchina del festival viaggia con mezz'ora di ritardo, quindi mettetevi comodi perchè il molleggiato ci metterà un po' a salire su quel palco!
Nelle ultime ore qualcuno diceva che sarebbe stata assente l'altra valletta che doveva essere complementare della Ecclestone: Ivana, notizia confermata nella conferenza durante la quale hanno comunicato che nel caso in cui le condizioni della ragazza non dovessero migliorare, questa sera non sarà presente sul palco. Ivana purtroppo ha una forte cervicalgia che la blocca completamente e la costringe a portare un collare. 
Molto probabilmente, anche se ancora non è stato confermato, ci sarà un tributo a Whitney Huston, recentemente scomparsa, secondo le prime comunicazioni doveva essere la quarta sera, ad opera di Nilla Pizzi, speriamo riformulino il tutto e che trovino una cantante maggiormente adatta alla scena.
A dirigere l'orchestra sarà il bravo e, non altrettanto bello, Marco Sabiu, simpaticissimo oltre i limiti dell'immaginabile. 


Bene, gli ingredienti ci sono, l'ansia sale...preparate il telecomando e alle 20.40 sintonizzatevi su Rai1. 

mercoledì 7 dicembre 2011

Tutti al Teatro la Scala

Il 7 dicembre per i Milanesi è il giorno X, come tutti gli anni ha luogo la celeberrima apertura della stagione del teatro più famoso d'Italia: La Scala.
Quest'anno l'opera scelta per aprire le danze era il don Giovanni di Mozart. Come al solito per partecipare ad un evento del genere bisogna sempre fare un investimento, non solo in biglietti, ma anche in abbigliamento. Sono molti i volti noti e i portafogli strabordanti, che continuano a strabordare nonostante la crisi, che percorrono il red carpet per recarsi nei palchi del teatro.
Questa sera, come tutti gli anni il Tg ha fatto la solita carrellata di nomi noti: Napolitano, Monti, Umberto Eco, Roberto Bolle....e Valeria Marini. No dico, Valeria Marini. Scommetto che avrà scritto sulla sua agenda: Mercoledì 7 dicembre 2011--> apertura teatro lascala. Opera Don Giovanni (ma chi è sto prete?).
Ecco, la Marini era a sculettare nell'atrio della Scala e gente che meritava più di lei...era a casa a vederla sculettare alla tele. Mentre mi crucciavo con domande varie, improvvisamente EUREKA, la risposta: semplice Fra, lei è la CULTURA ITALIANA: la cultura sculettante!
Lei vende!
Lei fa ascolti!
Lei piace!
Lei ha i soldi!
Che poi, qualche anno fa in un'intervista ha raccontato di aver fatto il liceo classico e tra una smorfia a canotto e l'altra diceva anche di essere brava in greco e latino. Si, sappiamo tutti da cosa dipendeva la sua bravura.
Valeria Marini a parte, come avrete intuito, ho sempre sognato di andare all'apertura della stagione teatrale, ma sarebbe bellissimo poter tornare indietro nel tempo e vedere la coda di carrozze che sostavano in coda ben allineate per raggiungere il portico. Là sotto si fermavano, un signore con indosso una livrea porpora bordata in oro apriva la porta della carrozza e accoglieva i signori con le dame al seguito. Le dame con i loro fruscianti vestiti di tessuti preziosi, realizzate da sarti che spendevano mesi per creare quel modello, dame che avevano con sè il loro ventaglio e il loro binocolo. Dame che tra un atto e l'altro si ritrovavano a chiacchierare nei salottini riservati alle donne, complimentandosi o storcendo il naso alla vista dei vestiti delle amiche, mentre gli uomini fumavano allegramente nel salotto accanto.
Scrivo queste righe mentre ripenso a Senso, di Luchino Visconti. Certo, là il teatro era La Fenice di Venezia e l'Italia stava attraversando un periodo un po' difficile, ma più o meno anche alla Scala di Milano succedeva così, penso.
Se così non fosse, prendete quanto avete letto qui sopra come un racconto dai toni ingialliti.
Nella speranza di avervi fatto sognare, Valeriona a parte, vi saluto e alla prossima!



domenica 16 ottobre 2011

Cultura mon amour!

Oggi non voglio spendere molte parole, ma voglio dedicare un po' di spazio ad un comico italiano: Giacomo Poretti.
Personalmente non amo la città di Milano, ma le sue parole sono molto toccanti e meritano di essere ascoltate da tutti, credenti e non. Buona visione!
 





mercoledì 12 ottobre 2011

Carnage

Se siete fan di Polanski non potete di certo perdervi il suo ultimo film. 
Tratto da Il dio del massacro, opera teatrale di Yasmina Reza, Carnage inizia con una scena che dà il via all'intera vicenda: Zach colpisce Ethan al volto con un bastone, in seguito a questo incidente i rispettivi genitori decidono di incontrarsi per risolvere la situazione dei figli. 
I genitori di Ethan, il ragazzo colpito, sembrano la coppia perfetta. Madre, Penelope, scrittrice, ma che non vuole dire che lavoro fa, padre, Michael, venditore di oggetti per la casa sembrano aver educato il loro figlioletto secondo i principi della pace tra gli uomini. Penelope nel tempo libero cucina dolci, modificando anche le ricette dettate dalla suocera, Michael sembra il padre modello che tutti vorrebbero diventare. La spada di Damocle però che pende sulla sua testa e che inizia a far traballare la sua maschera, è rappresentata dal criceto, animale domestico della figlia, che egli abbandona per strada poichè è un animale fastidioso, che dorme di giorno e disturba di notte non facendo dormire la famiglia.
I genitori di Zach invece sono sicuramente parte della classe più ricca, quella degli uomini perennemente incollati al blackberry, come Alan, e delle donne manager, Nancy, costrette ad intraprendere da sole il ruolo di educatrice nei confronti dei figli. 
Dopo un primo incontro tra le due coppie, in cui vengono chiaramente messe in evidenza le loro posizioni, mentre stanno dialogando sulla porta di casa, Alan e Nancy vengono fatti rientrare per bere un caffè ed assaggiare una fetta della famosissima e squisita torta di Penelope. 
La porta del salotto è quasi una linea di demarcazione, un punto che quando viene sorpassato tende a ribaltare i ruoli delle coppie, ecco che quindi a turno salgono sul banco degli imputati e vengono messi in evidenza i loro difetti.
I primi ad essere accusati sono Alan e Nancy: vengono tampinati di domande da Penelope che sembra voler sottolineare che non hanno saputo educare bene il proprio figlio.  Alan riconosce di avere un figlio testone e a parere suo è impossibile dettargli legge, ma Nancy non vuole saperne, non è assolutamente vero. Alan sembra essere un padre perennemente assente, troppo preso con il lavoro presso le case farmaceutiche non ha tempo per crescere il figlio, non se ne occupa minimamente. Nel momento in cui la moglie getta il suo cellulare nel vaso di tulipani, egli si dispera, quasi come se avesse perso un figlio.
Nancy sembra  capace di reagire solo attraverso il vomito e quindi il rigetto verso questa situazione. Il vomito di Nancy va ad intaccare i libri di arte di Penelope che sono disposti sul tavolino, sono libri rari, uno è un catalogo del 1957, introvabile. Dopo una prima reazione scontrosa al danno involontario arrecato da Nancy, Penelope sembra scusarla, quasi cercando di rimettere a posto i cocci della sua maschera di mamma perfetta. La sua schizofrenia però non è oscura allo spettatore che la vede più volte lamentarsi con una donna, probabilmente quella delle pulizie, che mette in frigor la torta e nel mobiletto la cocacola, che sposta i secchi delle pulizie. La domanda però sorge spontanea: ma questa donna delle pulizie esiste veramente o è solo frutto della sua immaginazione o di uno sdoppiamento della personalità? Quando accompagna Alan in bagno notiamo che il letto matrimoniale non è ancora stato rifatto, segno che la signora delle pulizie non è ancora passata quella mattina, oppure lei stessa, Penelope non ha fatto i lavori di casa. 
Michael viene accusato di essere stato crudele con il criceto, infatti secondo Nancy, ma anche secondo Penelope è stato assurdo abbandonare quell'esserino per strada, un piccolo esserino indifeso che Michael ha rovesciato dalla scatola perchè schifato all'idea di doverlo toccare.
Ecco quindi che la maschera di perfezione di Penelope e Michael comincia a vacillare e si rompe completamente nel momento in cui entra in gioco una bottiglia di Scotch scozzese. Nessuno si rifiuta di bere e pian piano tutti i lati peggiori dei quattro personaggi vengono messi in evidenza, Penelope abbandona la sua perfezione e fa sospettare addirittura di essere alcolista, Michael non è il padre fantastico che tutti vorrebbero avere, Nancy è una madre sola e attaccata ai beni materiali, la borsetta con i trucchi, così come il marito Alan ama il suo cellulare.
Dei genitori decadenti insomma, incapaci di essere adulti ed incapaci quindi di educare i propri figli, genitori che si ubriacano nella prima parte della giornata, probabilmente al mattino, genitori che non sono in grado di accordarsi su quello che è accaduto ai propri figli. Vengono spesso ripetute le parole "vittima" e "carnefice", spesso a sproposito, spesso con scarsa obbiettività. Alla fine la vicenda resta non risolta, non sappiamo se Zach si sia effettivamente pentito del gesto e se si sia recato a casa di Ethan per scusarsi, sicuramente lo spettatore è cosciente del fatto che entrambi i ragazzini sono vittime, non l'uno dell'altro, ma vittime di genitori che non sono stati in grado di crescerli e di responsabilizzarli. 
La scena si svolge tutta nel salotto della casa di Penelope e Michael, salotto che diventa quasi un ring, una scatola, a tratti anche labirintica.

venerdì 7 ottobre 2011

Notre Dame de Paris

Sono passati ormai 10 anni da quando per la prima volta il primo Gringoire ha intonato sui palchi più importanti di tutta Italia il celeberrimo "Tempo delle cattedrali", 10 anni ricchi di grandi successi per Riccardo Cocciante che prima con Notre Dame de Paris e poi con Giulietta e Romeo ha contagiato tutti con le sue note. 
Naturalmente non è solo la musica a colpire di questo spettacolo, ma è l'impianto scenico che per noi Italiani è qualcosa di "mai visto prima".
Cocciante però non li chiama Musical, ma Opere Popolari.
Venerdì 30 settembre, dopo 10 anni di attesa, ho avuto la fortuna di vedere finalmente dal vivo Notre Dame de Paris: penso non ci siano parole degne che possano raccontare lo splendore, la maestosità di questo spettacolo e della macchina scenica.
Scrivere l'ennesima recensione su questo spettacolo potrebbe essere rischioso, molto probabilmente si dice qualcosa di già sentito oppure si dice altro che magari la maggior parte del pubblico non apprezza. Penso non sia da mettere in discussione la genialità di Cocciante e del suo librettista Luc Plamondon sono obiettivamente senza pari in Italia, dove da anni non esistono produzioni made in Italy che possano reggere il confronto con i loro prodotti.
Fin dalle prime note si viene trasportati in un mondo meraviglioso in cui ti viene voglia di cantare e di ballare, si rimane con il fiato sospeso sia quando cantano i cantanti, sia quando gli acrobati danno il meglio di sè regalandoci numeri quasi circensi.
Non ci sono più i ben noti Lola Ponce e Giò di Tonno, ma il secondo Cast non è di certo una seconda scelta, anzi, in alcuni casi si tende a preferire le tibriche di questi attori rispetto ai precedenti interpreti. Certo, se si finisce sotto le grinfie di Cocciante e del suo staff, bisogna davvero essere bravi, bisogna essere delle macchine da palcoscenico, precisi fino ai minimi dettagli.
Purtroppo mi è impossibile fare un confronto tra la prima e la seconda edizione dal momento che ho assistito solamente alla seconda dal vivo, mentre l'altra l'ho vista in televisione, ma credo che bene o male le cose cambiate siano pochissime e comunque poco rilevanti rispetto alla struttura complessiva dello spettacolo.
Apice della serata, a parere mio, è il numero in cui vengono introdotte sul palco le campane, credo sia impossibile descriverlo in modo da spiegarvi quello che si prova, però vedere tre campane, ondeggiare sospese nel vuoto, con gli acrobati che si esibiscono in piedi su di esse...è qualcosa di magico!
Negli anni in molti hanno provato ad affibiare ai prodotti di Cocciante l'etichetta musical, ma, lui si è sempre risentito, a causa della diversa impostazione di base che hanno le sue opere rispetto a quelle della West End o di Broadway. Si tratta di Opera Popolare, prossimamente vi spiegherò anche il suo significato, o per lo meno come la interpreto io. 
Un ultimo appunto riguardo il teatro in cui ho visto lo spettacolo. Originariamente il "tributo" doveva andare in scena a fine giugno a San Siro, la data è stata posticipata a settembre presso il Teatro Arcimboldi, che per capirci velocemente è dove registrano Zelig, situato in zona Bicocca a Milano. Penso che la visione di questo spettacolo all'aperto, sia un'esperienza unica, ma la produzione riteneva poco adatto uno stadio vista la ricorrenza. Letta tra le righe: non avevano venduto tutti i biglietti, cosa che si è dimostrata vera dal momento che venerdì sera c'erano molti posti vuoti! 
Per il resto vi saluto e vi chiedo scusa per aver impiegato una settimana a scrivere questo brevissimo post.

martedì 5 luglio 2011

The Wizard of Oz

Andrew Lloyd Webber ha partorito un'altra chicca del musical: The Wizard of Oz. Partendo dalle musiche ben note del celeberrimo film del 39 che ha lanciato la celeberrima Judy Garland, ha realizzato un fantastico musical che, a parer mio, è destinato a solcare i palcoscenici di tutto il mondo per diversi anni! Non sarebbe una cosa nuova per il compositore che vede uno dei suoi musical, The Phantom of the Opera, in continua rappresentazione dal 1986.
La scelta della Judy Garland della West End è stata affidata a delle selezioni televisive e la vincitrice è stata: Danielle Hope.
Dai filmati comparsi su youtube è possibile avere già delle anticipazioni sullo spettacolo, a meno che non abbiate già preso il primo volo per Londra per vederlo da vivo. Sinceramente spero di poterlo vedere perchè, dopo l'esperienza di Wicked, spero di avere altre occasioni nella mia vita per volare a Londra e vedermi qualche spettacolo: certo, costano...ma sono soldi ben spesi! Credetemi!
Calcolando che in Italia non si sa quando arriverà, se mai arriverà...potrebbe essere l'unico modo per vederlo!
Se pensate che io sia un'invasata, beh, potreste anche avere ragione. Di certo non apprezzo il musical italiano che ci hanno fatto vedere in questi anni, fortuna che la stage, a cominciare con la produzione de La Bella e la Bestia, ha iniziato a portare un po' della West End e di Broadway in Italia! Speriamo che la moda del musical all'inglese attecchisca presto nel nostro paese! 
Se ancora non siete convinti della netta superiorità del musical inglese rispetto al resto del mondo Musical, vi invito ad un simpatico confronto tra Somewhere Over the Rainbow del 1939 e quello del 2011. Che dire....GENIALE!!!




 

 Potete avere tutte le info che cercate direttamente sul sito del musical: The Wizard of Oz



mercoledì 15 giugno 2011

FrankensteinMusical (così dicono...)

Quale gioia vedere che anche in Italia vengono prodotti dei musical... Se avete creduto a questa affermazione, e se volete campare con questa certezza, non leggete questo post. Se invece volete capire perchè dico così...proseguite nella lettura, ma attenzione, potreste seriamente cambiare opinione sul mio conto!
Questa riflessione nasce in seguito alla visione di un musical italiano: Frankensteinmusical.
Era meglio se studiavo quella sera!!! Perchè? Beh, vi accompagno passo passo in questo esperimento che porterà alla distruzione totale dello spettacolo! 
Sarà un viaggio di purificazione che attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso vi porterà a dire: gli Italiani non sanno fare musical. Accompagnati dalla guida spirituale di Andrew Lloyd Webber vi ritroverete coinvolti in un viaggio entusiasmante, ai limiti del reale. Incontrerete gente che passò su questa terra e che lasciò su di essa un segno indelebile, vi soffermerete ad osservar cose che voi umani non avreste mai potuto immaginare. Viaggeremo ai limiti dello spazio, verso l'infinito ed oltre, ma alla fine potremo dire anche noi in coro: e uscimmo a riveder le stelle!

Presi male? Ma no, dai! Su che si parte.

SCHEDA DEL MUSICAL
titolo Frankensteinmusical
di Antonello Dose, Marco Presta,Tullio Solenghi
musiche di Daniele Silvestri
con Susanna Marcomeni, Carmen Onorati, Donatello Falchi
scene e costumi Gianfranco Padovani
movimenti coreografici Patrizia Cerroni
luci ed effetti Flavio Antoccia
regia teatrale Gianni Fenzi

Iniziamo dal titolo. La pretesa di definire tale spettacolo MUSICAL è a dir poco azzardata dal momento che la parte musicale è riducibile ad un 20% dell'opera; il resto infatti è costituito da performance di tipo esclusivamente recitativo con testi a dir poco indecenti che pur di far ridere scadono nel volgare appellandosi ai tipici luoghi comuni che nemmeno nella Commedia dell'Arte erano inseriti in tale quantità!
Non usiamo quindi termini a sproposito: non è assolutamente un Musical, o per lo meno non lo è nell'ottica degli spettacoli che a Broadway chiamano Musical. A Broadway, secondo me gli italiani non potrebbero nemmeno lustrare le scarpe agli attori dei veri Musical!
Escluso quindi che si tratta di musical, potremmo quasi azzardarci a dire che non si tratta nemmeno di Frankenstein, eccetto il servo-amico gobbo, il lavoro di dottore (che nel nostro caso diventa, ahimè, un chirurgo estetico dal nome Frank), il castello, cavi, cavetti e macchinari pseudo scientifici, l'immancabile barella con un corpo nascosto da un telo e poi il celeberrimo temporale. 
Andiamo con ordine, vi avevo promesso un viaggio...e viaggio sia! Di certo la visione vi fa purgare quanto ha purgato Dante, quindi...SI PROSEGUE!

INFERNO
La strumentazione iniziale fa accaponare la pelle. Suoni di organo misti a trombe e ottoni vari suscitano nello spettatore l'idea di trovarsi di fronte ad un grande spettacolo, dopo pochi istanti però ci si rende subito conto che c'è qualcosa che non quadra: forse l'orchestra ha smarrito gli spartiti? Ma ancora voi volete fidarvi degli autori e di Tullio Solenghi che ammiccante vi compare sulla scena.

La scena si apre su una sala operatoria, il dottore sta lavorando con la sua assistente a un qualcosa, che molto probabilmente è il famoso mostro nato dalla Fantasia di Mary Shelley. MA MAGARI! E' solo una simpatica vecchietta che ha deciso di rifarsi naso, occhi, labbra, guance, orecchi...molto triste!
Nel giro di pochi minuti il meglio dell'indecenza italiana salta fuori: scenografie da teatro che nemmeno negli spettacoli dell'oratorio si vedono, costumi assurdi, troppo moderni o fuori luogo, una cozzaglia di luoghi comuni e stereotipi, un minestrone di idee. Viene chiamato in causa il pubblico con l'escamotage del cellulare, pessima dimostrazione della rottura della quarta parete! La comicità è da operetta di basso rango che strappa il riso di un pubblico che tende a staccare il cervello e guardare passivamente lo spettacolo. L'orchestrina pseudo jazz che sembra sappia suonare, ma, credetemi, si è venduta davvero per poco, irrompe nelle scene comparendo dietro tulle che rivestono alcune pseudo finestre della pseudo scenografia di questo pseudomusical.

ANCORA INFERNO
Proseguendo la narrazione ci ritroviamo immersi in questa parodia assurda della nota opera dove qualsiasi luogo comune italiano diventa utile per strappare risate alla gente: ma cosa cavolo ridete! C'era da mettersi le mani nei capelli! Il commercialista parla napoletano e fa la spia infiltrata, sua figlia si veste come Cenerentola (perchè è il vestito preferito della mamma!!!!!) e alla fine si innamora del mostro, il mostro lavora in televisione e diventa un grande divo. La fidanzatina di Frank sembra Liza Minelli in versione BRUTTA....

ENTRANDO IN PURGATORIO...STO SPETTACOLO E' VERAMENTE UNA PURGA!
Complimenti per la recitazione, niente male. In quanto a dizione in Italia siamo impeccabili...già! Ma l'interpretazione? L'adattamento? Che fine hanno fatto? Ma il romanzo lo hanno letto? Io avrei chiesto il rimborso del biglietto!!


RICADENDO VERSO L'INFERNO
Peccare in purgatorio era difficile...ma qui ce l'hanno fatta.
Insomma, parliamoci chiaro: se vogliamo fare un musical che porti il titolo Frankenstein, cerchiamo almeno di non deturpare, imbruttire, depredare, ridicolizzare l'opera. Se poi il tentativo è parodico, spiegatelo perchè credetemi così non si capisce proprio!
Il mostro, che se non sbaglio è abbastanza centrale nel romanzo, compare sul palco a metà spettacolo e ha la faccia del dottore, o meglio: Tullio Solenghi interpreta entrambi, tanto che, quando sono presenti contemporaneamente sul palco, uno dei due è in formato video, l'altro è in carne e ossa. Ma dove siamo finiti?
Per non parlare dei tentativi di citare la cultura italiana...o perlomeno la nuova cultura italiana: l'orchestra si tramuta nella copia dei Cugini di Campagna, viene citato Albano, il mostro veste come Elvis. Poi c'è una cosa che non tollero: è l'irruzione, a parer mio inutile, del medium televisivo. Trasmissioni, interviste, momenti di concerto e, ciliegina sulla torta, c'è anche uno spot con il messaggio promozionale: Assorbente Nuvola Rosa.
Ma dovevate proprio scegliere di pubblicizzare un assorbente? Ma con tutto quello che esiste al mondo...

E USCIMMO A RIVEDER....LE STALLE!
Altro che stelle!
Ma neanche nel corridoio di casa mia si può fare la Walk of Fame per questi tizi!!! Uno spettacolo devastante, irritante, inguardabile, triste! TRISTE!
La tipica morte della cultura. 

E ora si va ai voti:
titolo: 0
musiche: 3
recitazione: 4
scene e costumi: 3
movimenti coreografici: 3
luci ed effetti: 3
regia teatrale: 3 


MEDIA TOTALE:1,28
Manco negli scarti della Guida Michelin!

E uscimmo a riveder le stelle? No, era proprio meglio star fuori a guardarle!!!

ULTIME COSE CATTIVE: Allora, permettetemi due parole ancora, giusto per distruggere anche quelle due schifezzine che forse ho salvato: ho visto spettacoli amatoriali molto, ma molto più belli! La prossima volta affittate il copione a una scimmia dattilografa, di sicuro può produrre storie più sensate! Fidatevi!!! Poi, sinceramente, smettiamola di incensare qualsiasi tentativo di produzione di Musical in Italia!!!! Chiamiamoli spettacoli musicali, non Musical!

La definizione che Wikipedia inglese dà di Musical è la seguente: Musical theatre is a form of theatre combining songs, spoken dialogue and dance.

Wikipedia italiana invece dice: Il musical è un genere di rappresentazione teatrale e cinematografica, nato e sviluppatosi negli USA tra l'800 ed il 900. Un suo corrispondente in Italia è la commedia musicale, con cui condivide l'uso di più tecniche espressive e comunicative insieme.

Concludendo, se le cose non le sai...SALLE! Penso che come musical su Frankenstein andrò a vedere questo: 



giovedì 26 maggio 2011

Festival delle Colline Torinesi

Questa settimana Torino è stata invasa da cartoline e flyers come questo qui sotto. Mi sono chiesta cosa fosse e dopo una rapida ricerca sono giunta alla conclusione: è la pubblicità del Festival delle Colline Torinesi. 
Un festival incentrato principalmente sul teatro. Per saperne di più vi consiglio di consultare il sito ufficiale dove è già presente il programma di questa edizione!

Una vetrina di novità teatrali firmate dai protagonisti della creazione contemporanea italiana e internazionale. Ogni anno a giugno nelle sale storiche e in luoghi inediti di Torino e dintorni.  (tratto dalla pagina ufficiale di facebook)

Per info--> Sito ufficiale: CLICK!


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...