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martedì 18 settembre 2012

Vidi: Il giardino delle bestie di Erik Larson


Chi non ha adorato e amato The Artist?
Hazanavicious, il regista di The Artist torna al cinema con un adattamento de Il giardino delle Bestie, libro che in Italia è pubblicato da Neri Pozza.
Leggiamo il comunicato stampa! 

Un cast d'eccezione per l'addattamento de Il Giardino delle Bestie di Erik Larson, pubblicato da Neri Pozza nel 2012: Tom Hanks (che produrrà il progetto con Gary Goetzman) e Natalie Portman saranno i protagonisti, il regista sarà invece il Premio Oscar Michel Hazanavicious (The Artist) andrà invece dietro la macchina da presa.

IL LIBRO 
 
Questo libro narra della storia vera di William E. Dodd e di sua figlia Martha, un padre e una giovane donna americani che si ritrovano improvvisamente trapiantati dalla loro accogliente casa di Chicago nel cuore della Berlino nazista del 1934.Sessantaquattro anni, snello, gli occhi grigio-azzurri e i capelli castano chiaro, nel 1933 William E. Dodd è un rispettabile professore di storia all’università di Chicago, con una certa notorietà per i suoi scritti sul Sud degli Stati Uniti e la sua biografia di Woodrow Wilson.
Fervente democratico jeffersoniano, a suo agio soltanto negli ambienti frugali della sua piccola fattoria di campagna, Dodd ha una moglie, Mattie, e due figli: William Jr – Bill – e Martha, la prediletta. Ventiquattro anni, i capelli biondi, gli occhi azzurri e un sorriso radioso, Martha ha un’immaginazione venata di romanticismo e un atteggiamento cosí civettuolo, da avere già acceso la passione in molti uomini.
La vita di questa famiglia americana, a detta di tutti felice e unita, muta radicalmente nel giugno del 1933. Mentre siede alla sua scrivania all’università, Dodd riceve una telefonata da Franklin Delano Roosvelt, il presidente degli Stati Uniti, che gli annuncia la sua intenzione di nominarlo a capo della rappresentanza diplomatica americana a Berlino.
Dodd è tutto fuorché il candidato modello per un simile incarico. Non è ricco, non è politicamente influente e non appartiene nemmeno alla cerchia degli amici di Roosvelt. Certo, ha conseguito un dottorato a Lipsia e conosce il tedesco, ma nulla piú.
Tuttavia, per Roosvelt è un ambasciatore perfetto per un paese che, tra la crisi economica dilagante e un altro rovinoso anno di siccità, rappresenta per l’America soltanto una seccatura: la seccatura di un miliardo e duecentomila dollari, debito che Berlino ha contratto con gli Stati Uniti, e che Hitler si mostra sempre meno propenso a voler saldare.
Ed è cosí che, al loro arrivo, William e Martha Dodd si ritrovano ad attraversare una città addobbata di immensi stendardi rossi, bianchi e neri; a sedere negli stessi caffè all’aperto frequentati dalle SS in uniforme nera; a passare davanti a case con balconi traboccanti di gerani rossi; a fare acquisti nei giganteschi empori della città, a organizzare tè, aspirare le fragranze primaverili del Tiergarten, il parco principale di Berlino; ad avere rapporti sociali con Goebbels e Göring, in compagnia dei quali cenare, danzare e divertirsi allegramente; finché, alla fine del 1934, accade un evento che smaschera la vera natura di Hitler e del potere a Berlino, la grande e nobile città che agli occhi di padre e figlia si svela per la prima volta come un immenso Tiergarten, un giardino delle bestie.
 
 
«Il Giardino delle Bestie è appassionante, stupefacente […] Larson è davvero bravo a scovare e ricostruire singolari e significativi episodi storici con piglio narrativo».
Susanna Nirenstein - La Repubblica
 
«La forza di una narrazione asciutta e al tempo stesso venata di romanticismo. Erik Larson traccia la lucida e agghiacciante genesi di un disastro. Del disastro. Una ridda di personaggi storici popola queste pagine, animando una vicenda di sentimenti e trame che una semplice ricostruzione non sarebbe riuscita a fornirci».
Rock Reynolds - L'Unità

«Larson trasforma la storia personale dei Dodd in una struggente discesa all'inferno. Perchè il principio del Male non è improvviso, nè dotato di evidenza. Al contrario, è lento e suadente, quasi impercettibile. Ed è così difficile per chi viene da fuori capire che le persone educate incontrate alle feste in realtà hanno le mani lorde di sangue...»
Matteo Sacchi - Il Giornale

«Il lavoro documentario di Larson è eccezionale, ma lo è anche l'abilità narrativa con cui ricostruisce la Berlino di quegli anni»
Lara Crinò - Il Venerdì  -  la Repubblica


L'AUTORE


Erik Larson è nato a Freeport, Long Island, nel 1954. Collaboratore diTimeNew YorkerAtlantic MonthlyHarper’s e altre prestigiose riviste americane, ha scritto numerose opere, tra le quali si segnalano Isaac’s Storm (1999) e The Devil in the White City: Murder, Magic and Madness at the Fair That Changed America (2003), libro vincitore dell’Edgar Award in the Best Fact Crime 2004, di prossima pubblicazione presso Neri Pozza. Erik Larson vive a Seattle con la moglie e tre figlie.

mercoledì 25 gennaio 2012

Oscar 2012

Oggi proprio voglia zero di studiare...uff, l'esame si avvicina e la voglia, ahimè, si allontana. Tra le migliaia di pause fatte in giornata mi sono documentata sulle nomiation degli oscar che sono uscite ufficialmente ieri. Eccovi brevemente i candidati che ammetto di non aver elencato io, ma di averle rubate da cineblog.it per motivi di tempo. I film qui elencati non sono arrivati tutti in Italia, ma vi assicuro che quelli nominati come miglior film sono da vedere assolutamente, i trailer promettono molto, molto, molto bene!!!
Una piccola nota riguardo le nomination per i film di animazione che vedono tra i candidati "Il gatto con gli stivali". Come al solito quelli dell'Accademy devono aver fumato pesante, perchè nonostante non mi sia strapiaciuto, ma ritengo che Tin Tin sia nettamente superiore rispetto al Gatto, prima di tutto per la storia, poi per l'animazione.
MIGLIOR FILM
The Artist
The Descendants
Molto Forte, incredibilmente vicino
The Help
Hugo
Midnight in Paris
Moneyball
The Tree of Life
War Horse 

MIGLIOR REGIA
The Artist - Michel Hazanavicius
The Descendants - Alexander Payne
Hugo - Martin Scorsese
Midnight in Paris - Woody Allen
The Tree of Life - Terrence Malick

ATTORE PROTAGONISTA
Demián bichir - A Better Life
George Clooney - The Descendants
Jean Dujardin - The Artist
Gary Oldman - Tinker, Taylor, Soldier, Spy
Brad Pitt - Moneyball

ATTORE NON PROTAGONISTA
Kenneth Branagh - My Week with Marilyn
Jonah Hill - Moneyball
Nick Nolte - Warrior
Christopher Plummer - Beginners
Max von Sydow - Extremely Loud & Incredibly Close

ATTRICE PROTAGONISTA
Glenn Close - Albert Nobbs
Viola Davis - The Help
Rooney Mara - The Girl with the Dragon Tattoo
Meryl Streep - The Iron Lady
Michelle Williams - My Week with Marilyn

ATTRICE NON PROTAGONISTA
Bérénice Bejo - The Artist
Jessica Chastain - The Help
Melissa McCarthy - Bridesmaids
Janet McTeer - Albert Nobbs
Octavia Spencer - The Help

MIGLIOR FILM STRANIERO
Bullhead - Belgium
Footnote - Israele
In Darkness - Polonia
Monsieur Lazhar - Canada
A Separation - Iran

FILM D’ANIMAZIONE
A Cat in Paris
Chico & Rita
Kung Fu Panda 2
Il gatto con gli stivali
Rango 

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
Man or Puppet - The Muppet
Real in Rio - Rio

mercoledì 21 settembre 2011

Robin NON Hood

Salve miei prodi lettori, avete guardato anche voi Miss Italia su Rai 1? Io no. Ho preferito dare altro cibo ai miei neuroni. Cibo magari non ottimo, ma culturalmente più elevato di Miss Italia. Certo, anche un disegno di un bimbo della scuola dell'infanzia è culturalmente più elevato di Miss Italia...lo sappiamo. Sta di fatto che il mio cibo-per-i-neuroni è stato un film. Robin Hood, quello con Russel diretto da Ridley Scott.
Non lo avevo ancora visto, perchè forse ero legata a quello con Kevin Kostner che aveva profondamente segnato la mia adolescenza, non lo avevo ancora visto perchè il fumetto alla fine di Ciak in occasione dell'uscita di questo film aveva smontato la performance di Russel.
Che cosa ne penso?
Dunque, premesso che non ho mai letto nessun romanzo su Robin Hood e che il mio Robin ha la faccia o di una volpe o di Kevin, mi sono trovata un po' a barcollare nel buio di fronte alla storia messa in scena da Ridley Scott (che io amo a causa di Blade Runner). Mi spiego meglio. Essendo una fan convinta del Robin Hood con Kevin Kostner, mi aspettavo che codesto Robin di Loxsley si chiamasse di nascita Robin di Loxsley e soprattutto fosse Ser Robin, invece è un popolano qualsiasi che "ruba" il titolo ad un Sir morto in battaglia, tale Sir è appunto quel Robin di Loxsley. Insomma, Russel si chiama Robin ma è Robin Longstride. Detta così sembra la duecentomilionesima puntata di Beautiful e, credetemi, Robin Hood di Ridley dà un po' questa impressione. 
La storia appunto ruota tutta intorno a questo Robin Fortunello che sa semplice arcere si ritrova con moglie e terre, diventa esponente dei sindacati anonimi dei baroni del nord e inizia a riprofessare quello che diceva il padre, originariamente dimenticato, ma poi ricordato grazie al padre dell'altro Robin, Sir Walter. In questo modo cercherà di riappacificare re e baroni proponendo al re di firmare la carta dei diritti, che suona come la Bill of Rights del 1689, ma questa era decisamente un'altra cosa. 
Sintetizzando, via con la listra dei pro e dei contro. 
I PRO(sciutti)
- Bella la fotografia
- Belli i paesaggi

I CONTRO(corrente) [NB: Con Robin NON Hood si intende Russel]
- Russel ormai può fare solo film in costume.
- Russel è un tantino vecchio per il ruolo.
- Ma che boiata è quella che lui ricorda improvvisamente il suo passato toccando l'elsa della spada?
- Secondo il mio modestissimo parere è impossibile che un arciere, quale Robin NON Hood, potesse saper leggere in quel periodo storico.
- Hanno finito le attrici donna? Possibile che dovevano prendere Cate Blanchett per il ruolo di Marian? Ha la faccia da regina Elisabetta ormai!
- Dialoghi pessimi! Robin NON Hood probabilmente lavorava per l'ufficio del telegrafo. 
- Scene di azione statiche per il caro Russel...
- Schizzi di sangue gratuiti, boiata imane la cicatrice gocciolante su Marian.
- Marian, oh cara Marian...ma tu mi devi andare a mungere le mucche? Ma sei o non sei la moglie del figlio di un barone del Nord?
- Sta spada...allora...Sir Walter l'aveva presa al padre di Robin NON Hood e poi l'aveva data a suo figlio il vero Robin di Loxsly, che dopo essere stato colpito in un'imboscata l'aveva affidata a Robin NON Hood chiedendogli di riportarla a casa. Robin NON Hood ritorna a casa e eredita la spada in quanto a Sir Walter fa comodo riavere un figlio per assicurare alla nuora le terre. Nel caso in cui la nuora fosse rimasta vedova, avrebbe perso le terre. Ma sta spada...........si illumina di blu se vede gli orchi? Ma l'arma di Robin HOOD, quello vero, non era un arco? Ah già, questo è Robin NON Hood....
- Il cavallo bianco è del re...ma poi non si capisce se se lo tiene o è un altro...
- Belle le corone che variano a seconda dell'esigenza...
- Varie ed eventuali....

VOTO: 5
DA VEDERE: soltanto se c'è Miss Italia o il GF in tele.

ATTESE, SPERANZE, POSSIBILITA'...: spero vivamente che non ci sia un seguito, ma il finale mi ha dato questa impressione...save me! Russel avrà 10 anni in più....

PICCOLA POSTILLA SULLA MUSICA: Ma avete presente qual è la celeberrima canzone del Robin Hood con Kevin Kostner? Everything I do...Bryan Adams. Parliamone! Solo per la frase "Everything Ido, I do it for you doveva vincere un Emmy, un Oscar, un Tony Awards e pure un Pulitzer....questo Robin NON Hood invece...oh, che tristezza!

mercoledì 29 giugno 2011

The Three Musketeers in 3D

Il 3D ormai sta cercando di invadere sempre più gli schermi cinematografici contaminando un medium che effettivamente è già nato in 3D e che teoricamente non necessita di occhialini e tecnologie varie per essere di fatto rilanciato nelle sale. Ebbene sì, il 3D arriva al cinema quando le sale si svuotano, è fruibile, ma ormai si può dire era, solo nelle sale cinematografiche e quindi la gente era costretta a pagare un biglietto per vedere le pellicole. Oggi con la nuova tecnologia lo si può vedere anche in salotto comodamente seduti sul divano, anche se la sensazione sarà nettamente differente rispetto alla sala cinematografica, così come lo è per qualsiasi altra pellicola.
Non è però il 3D tout-court l'argomento di questo post, ma una delle ultime produzioni realizzata con questa tecnica: The Three Musketeers che verrà italianizzato con il celeberrimo titolo I tre moschettieri. Nemmeno Dumas padre si è sottratto al supplizio del tridimensionale.
Attualmente sono visibili solo i trailer in 3D che vi ripropongo qui sotto, direttamente dal canale Film is now di youtube.
Dal box info leggiamo che: The Three Musketeers 3D è diretto da Paul Anderson, questo reebot in 3D del famoso romanzo di Alexandre Dumas ha un cast davvero eccezionale: il premio oscar Christoph Waltz da il volto al cardinale Richeliu, affiancato da grandi star come Orlando Bloom, Milla Jovovich, Luke Evans e dall'idolo delle teenager, Logan Lerman. Il film uscirà nelle sale americane il 14 ottobre 2011.
 








La prossima opera letteraria trasposta in 3D sarà Il grande Gatsby diretto da Baz Luhrman. 
We stay tuned and you?

mercoledì 1 giugno 2011

THE TREE OF LIFE

Volevo fare un post sul film vincitore della palma d'oro a Cannes, The Tree of Life di Malick, visto che è da una settimana ormai che l'ho visto, ma dopo aver letto le recensioni dal sito GLI SPIETATI mi è venuto un attacco di "oh cielo non sono in grado di dire cose così spettacolari su questo film" e quindi ho chiuso blogger.
Successivamente ho chiuso il sito degli Spietati e ho fatto un attimo mente locale sul film e ho deciso di scrivere ugualmente un post che preannuncio sarà noioso, sciocco, pieno di luoghi comuni e praticamente inutile. Lo scrivo solo per mettere un nuovo post sul blog in modo che la gente passi a trovarmi.... ceeeeerto!
Scherzi a parte, tornando al film in questione e rimuovendo momentaneamente quello che ho letto su di esso, devo dire che la prima sensazione quando sono uscita dalla sala è stata piuttosto...ZEN. 
Probabilmente ero l'unica a pensarla così visto che dopo mezz'ora di film due persone si sono alzate e al termine, quando ancora scorrevano i titoli di testa, i miei vicini hanno iniziato a sbuffare e qualcuno nelle file posteriori classificava il film come un'immensa cagata (piccoli sosia di Fantozzi che recensiscono i lontani parenti della Corazzata Potemkin!). Ora, visto che mi trovavo al Cinema Massimo di Torino, speravo che il pubblico presente in sala fosse cosciente che: non è un cinema qualsiasi che ospita pellicole qualsiasi, ma forse non lo sapevano.
Certo, non è un film per tutti, è un film che fa riflettere, mette dubbi, scruta nel profondo, mette in gioco fede e ragione, famiglia, affetti, rispetto, sentimenti, crescita, creazione, mondo, città, periferia, grattacieli, foresta... è un film costruito su contrapposizioni, modi di essere, modi di vivere, modi di credere, modi di agire.
E' un film che vuole farsi guardare, vuole parlare attraverso le immagini. E' un film che torna all'essenza del cinema e prova a raccontare stati d'animo, pensieri e sensazioni attraverso le inquadrature, attraverso i luoghi, attraverso immagini sensazionali che ci raccontano la creazione del mondo.Visto che non è del tutto sensato raccontare la storia del film, provo a rendervi l'idea attraverso l'alfabeto e chiedo scusa se sparerò delle boiate, ma questo è quanto ho percepito dopo la prima visione.

ACQUA: sono moltissimi i momenti in cui questo elemento viene raccontato ed utilizzato nel film. Esso rappresenta l'origine di tutto: della vita, nel momento della creazione e anche nel momento della nascita, ma è anche elemento di morte, quando muore l'amico dei tre ragazzi. Esso sembra quasi un elemento da cui tutto nasce a cui tutto torna. Pensiamo anche all'immagine finale del film, dove i nostri attori camminano sulla spiaggia, bagnata da questo mare infinito.

BAMBINI: sono tre i protagonisti di questo film, figli dei coniugi O'Brien, sono la gioia della mamma e l''orgoglio del papà. 

CASA: essa ci racconta molto della famiglia, è un luogo sicuro, un punto a cui tornare, un luogo anche da curare, da pulire. Un punto di ritrovo segno di unione della famiglia.

DIO: spesso viene chiamato in causa, non solo con le parole, ma anche con le inquadrature. Sono numerosi i momenti di controluce, incentrati principalmente quando al centro dell'inquadratura troviamo la mamma: alle sue spalle vediamo spesso, soprattutto quando si tratta di esterne, il sole che ci rimanda fortemente a Dio. Dio è anche l'essere che abita in cielo, quante volte la mdp scruta il cielo azzurro arrampicandosi lungo gli alberi o lungo le superfici riflettenti dei grattacieli.

EDUCAZIONE: il papà tiene molto all'educazione dei suoi tre figli, tanto da imporre in casa un clima quasi da caserma, dove nessuno può parlare se non è interpellato da lui. Il mondo è crudele e quest'educazione insegnerà ai figli come si sta al mondo e come ci si fa rispettare.

FAMIGLIA: il film fondamentalmente è la storia di una famiglia, con i suoi alti e bassi, con le sue sconfitte e le sue vittorie. E' una storia di amore ed odio di un figlio nei confronti del padre.

GRATTACIELI: hanno fortemente preso il posto delle piante su cui si arrampicavano a mani nude da piccoli, come se volessero quasi raggiungere il cielo, quel cielo dove abita Dio. Ora il più grande dei fratelli si "arrampica" sui grattacieli grazie a degli ascensori. "Fammi vedere quello che tu vedi" dice Jack, Sean Penn. Forse quell'arrampicarsi, quel salire in alto, ti porta a vivere il mondo da un'altra prospettiva, che ricorda un po' quella di Dio, che vede dall'alto.

HOUSTON: è la città dove il figlio grande lavora e vive. Gli alberi alti che circondavano la sua casa ora sono i grattacieli che

INSIEME: è questo il concetto del film, il ritrovarsi ancora insieme alla fine. Alla fine di tutto, nonostante tutto. 

LAVORO: è la causa della prima sconfitta subita dal padre. Egli lungo tutto il film ci sembra una roccia, il self made man capace di resistere a qualsiasi intemperia, la pianta ben radicata che non si fa abbattere da nulla. Eppure anche lui ad un certo punto viene colpito e a causa del suo lavoro la famiglia è costretta ad abbandonare la casa per trasferirsi da un'altra parte. 

MORTE: come la vita è molto presente nel film, uno dei fratelli muore dopo poco e la sua morte è al centro dei pochi dialoghi dei personaggi. Muore un amico dei ragazzi, vediamo che c'è stato un funerale. E' difficile da accettare, ma è anche un passaggio fondamentale che permetterà a tutta la famiglia di riunirsi e di tornare insieme.

NIENTE: niente, nemmeno la morte riuscirà mai a dividere questa famiglia.

ODIO: è il sentimento che i figli provano nei confronti di questo padre severo e molto cattivo che anche quando manifesta i suoi sentimenti di amore verso i figli lo fa manifestando una certa violenza fisica di abbracci eccessivamente veementi e ricchi di forza brutale.

PIANTE: sono numerosissime quelle che si vedono in questo film, una pianta viene anche piantata dal padre e dal primogenito dopo la nascita del secondo figlio. Le piante sono radicate al terreno, quella terra che per loro è madre, è vita, è casa. Uomini come piante sembra quasi suggerire il film.

QUALSIASI: qualsiasi cosa accada, in qualsiasi luogo tu ti trovi, è impossibile dimenticare quelle radici che ti tengono fortemente legato alla tua famiglia.

RELIGIONE: il tema religioso è fortemente presente nel film, a parte le scene di messa, preghiera o visite alla chiesa, Dio, come ho già detto, viene citato spesso e con lui anche tutti i dogmi e gli insegnamenti che la signora O'Brien, la madre, ha ricevuto da bambina dalle suore.

SILENZIO: non è un film molto parlato. Le battute di dialogo sono poche e concise. Il silenzio ci accompagna per buona parte del film, non un silenzio totale, ma accompagnato da musiche che trasportano lo spettatore in una fase riflessiva che lo porta a domandarsi il significato di quello che sta vedendo.

TERRA: madre generatrice, come l'acqua.

UNIONE: è fortissimo il legame che nonostante tutto esiste tra i membri di questa famiglia.

VITA: è lei la grande protagonista di questo film, vita del mondo, vita del singolo. Già la locandina (che ho inserito sopra) ci lancia un messaggio di vita: Brad Pitt, il signor O'Brien, è incantato nel vedere il piede del suo bimbo appena nato, il suo primogenito. La vita poi è anche citata nel titolo stesso del film.

ZEN: (utilizzo impropriamente questa parola solo perchè le parole con la Z sono difficili da trovare) è un po' questo quello che mi ha trasmesso il film. Spiego: quando sono uscita dalla sala non sono stata subito in grado di esprimere al completo un'opinione quello che avevo appena visto. Una signora dietro di me si è messa a sparare di tutto e di più sul regista, smontando ogni inquadratura. Io ho ascoltato e nel tragitto cinema-collegio ho chiacchierato un po' con la mia amica che era al cinema con me e sono giunta a queste conclusioni: secondo me un buon modo per guardare questo film è lasciarsi trasportare e soprattutto non aver paura di riflettere e di cercare significati in quello che si vede. Non è tutto dato in modo superficiale, anzi, il regista chiede molto a noi, chiede uno sforzo allo spettatore, chiede molta pazienza, ci chiede quasi di scavare per raggiungere le origini delle radici di questo film.
Apprezzo i film di questo genere perchè sono quelle pellicole che non si fermano alla sala cinematografica, ma ti accompagnano e dopo giorni ti rilasciano ancora delle piccole sensazioni.
Non me la sento di dare un voto da 1 a 10 a questo film, ma di certo vi consiglio di vederlo e rivederlo. Secondo me ad una seconda visione trasmette ancora di più!

Se volete opinioni più serie riguardo la pellicola, vi consiglio il sito de "Gli Spietati", ma vi invito anche a lasciare qui sotto i vostri commenti, i vostri insulti ecc. Grazie!


VOTO




venerdì 27 maggio 2011

FASHION VICTIM.....

Lo so che ho parlato poco tempo fa di moda, ma non posso non fare una breve (spero!) riflessione sul look della signora Beckam, la FASHION VICTIM.
Come ormai voi tutti saprete, l'ex Spice è in dolce attesa, partorirà in estate e già sappiamo che è la femmina che attendevano da tempo. Fino a qui non c'è niente di male, è una donna come tante, un po' più ricca di tante, che sta insieme ad un calciatore singolare e che ha una vita che la porta ad essere sempre sulle prime pagine di tutte le riviste di gossip e moda. 
Il problema principale è che spesso moda e premaman non vanno a braccetto, o per lo meno non vanno a braccetto per tutte le mamme del mondo che di solito nell'acquisto di abiti premaman prediligono scarpe basse e comode a trampoli da giocoliere del circo russo. 
Victoria no. Victoria sa essere alla moda anche quando è in dolce attesa. Ve la ricordate su che trampoli si è presentata al matrimonio di Will&Kate? Eccovi un'immagine per schiarirvi la memoria.


Belle le BALLERINE vero?
Tacco 16 e plateau 6, ovvero tacc 10, consigliato dai migliori dottori internazionali!!! 
Il problema è che siamo noi a non capire niente! Sono LOBOUTIN! Anche Maria e i suoi amici vorrebbero averle ai piedi! Poi sono di una finezza inaudita, oltre la comodità che si può immaginare!!!!  Che poi, detta bene, la scarpa era la cosa MENO STRANA che Victoria ha raccimolato quella mattina nella sua cabina armadio.

Insomma, la nostra Victoria è palesemente una vittima della moda, probabilmente andrà in sala parto con le ciabattine con il tacco (12) della Jimmy Choo realizzate apposta per lei, calcolando che a spasso con i figli sfoggia questi look!



Il futuro della pargola in arrivo è già segnato, ne vedremo delle belle!!
Un'altra Fashion Victim è Katy Holmes; la signora Cruise ha già messo in riga la sua Suri insegnandole fin da piccola l'importanza di saper camminare sui tacchi e a quale sia la differenza tra blush, fard, mascara, correttore, ombretto etc...






E' proprio vero che per i figli delle star avere un'infanzia normale è pressochè impossibile!!!
Che indecenza!!!



venerdì 20 maggio 2011

Che cos'ha fatto Lars?

Seguendo come procedono le vicende di Cannes, ieri dalla Croisette sono giunte notizie di dichiarazioni poco piacevoli da parte del ben noto Lars Von Trier.
Dopo una rapida ricerca tra i principali siti di notizie, pare che la dichiarazione fatta dal regista durante la conferenza stampa sia la seguente: 

"Per lungo tempo ho pensato di essere ebreo ed ero felice di esserlo. Poi ho conosciuto Susanne Bier e non ero così contento. Ma dopo ho scoperto che in realtà ero un nazista. La mia famiglia era tedesca. E questo mi fa anche piacere. Cosa posso dire? Capisco Hitler…simpatizzo un po’ per lui“ ha affermato Von Trier e poi ha aggiunto: “Adesso come esco da questa frase? Ok, sono un nazista“.

Immediatamente il presidente Gilles Jacob e il direttore artistico Thierry Fremaux hanno radiato Von Trier dal festival definendolo "persona non gradita". A distanza di qualche ora Lars ha quindi rilasciato le seguenti dichiarazioni (trascritte direttamente da La Stampa on line):


La domanda che tutti si pongono ora è: ma il suo film avrà possibilità di vincere qualcosa dopo questa dichiarazione? Che dire, staremo a vedere! Di certo sarà un'impresa, dichiarazioni del genere non si perdonano tanto facilmente!



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