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giovedì 20 settembre 2012

Libraccio mon amour

E' arrivato: il mio nuovo ordine su Libraccio.it
Okay, non avevo esigenza di acquistare dei libri, ma...avevo un po' di titoli nella lista dei desideri, la  ricaricabile carica...e quindi ho detto: investiamo!
Ed ecco qui il bottino in ordine di visione:
- Il caffè delle donne di Widad Tamimi
- Non buttiamoci giù di Nick Hornby
- Lo Hobbit di Tolkien
- I Mestieri del libro di Oliviero Ponte di Pino
- La ragazza con l'orecchino di perla di Tracy Chevalier
- American Gods di Neil Gaiman


Iniziamo subito con la galleria di scatti per dimostrare ancora una volta la validità dell'usato su Libraccio.it


Tutti i libri, come potete notare sono integri, all'interno sono perfettamente puliti, le copertine sono perfette, le coste non hanno pieghe, come se i proprietari li avessero acquistati solo per esporli e non per leggerli. Per carità, non è che se uno legge un libro deve distruggerlo, ma questi si aprono a fatica...come se fossero proprio NUOVI!




Finiamo la carrellata di scatti con i PREZZI!
Che si leggono poco...ma se vi fidate tutti i libri sono al 50% 

lunedì 28 novembre 2011

Lo straniero - Albert Camus

Mentre attendo l'inizio dello show di Fiorello, vi lascio un consiglio per la lettura: "Lo Straniero" di Albert Camus. Un libro unico, inimitabile, in grado di raccontarvi e farvi percepire chiaramente quello che sta provando il protagonista. Una storia densa, che vi lascerà perplessi ma che vi farà anche riflettere moltissimo, un libro da leggere assolutamente e da amare.
Una scrittura semplice, essenziale in grado di dirvi in maniera diretta quello che passa nella mente del protagonista, senza mezze misure e giri di parole inutili. Essenziale.
Vi assicuro che è un libro che può essere letto tranquillamente tutto d'un fiato, è difficile staccarsene eppure resta in voi e quando lo richiuderete penserete alle parole, alla loro efficacia, alle scelte fatte. Immagino che leggerlo in lingua originale sia doppiamente importante, non solo per non snaturare la sua natura, ma anche per vedere proprio come e cosa Camus ha scelto a livello lessicale per costruire la vicenda.
Sinceramente non mi sarei mai aspettata una simile storia e un simile stile. Il personaggio è costruito divinamente, il lettore è in grado di seguire quello che accade nella sua mente, è in grado di percepire la sua apatia e ne resta a tratti disarmato per quanto essa sia toccante e raccontata in maniera così veritiera.
Esiste anche il film tratto dal libro realizzato da Visconti. Ancora non l'ho visto, ma appena riuscirò vi dirò qualcosa! Sono un po' scettica sull'eventuale trasposizione cinematografica, credo che il passaggio da un medium all'altro sia normalmente difficoltoso, ma in questo caso lo è ancora di più. Unica nota positiva è che la transmediazione è stata seguita da Visconti, un uomo che non lasciava niente al caso.
Detto questo se avete letto o leggerete questo libro, fatemi sapere cosa ne pensate, anche se avete visto il film mi piacerebbe sapere una vostra opinione.
Scusate il post rapidissimo, ma inizia lo show!! A presto!

martedì 6 settembre 2011

Storia della mia gente

La settimana passata è stata un pullulare di letture, tutti romanzi brevi, certo, però tutti degni di nota e tutti di generi alquanto differenti. 
Il primo che ho divorato è stato Accabadora di Michela Murgia, di cui vi ho già parlato in un post precedente, a quello è seguito Storia della mia gente, di Edoardo Nesi e poi Boy di Roald Dahl.
In questo post darò spazio a Nesi e prossimamente al caro Roald.
Storia della mia gente non è un romanzo simpatico dal punto di vista dei contenuti, è una storia nuda e cruda dell'Italia tessile, di quell'Italia che nel giro di pochi anni ha perso tutto quello che i suoi nonni avevano costruito, quell'Italia che, a causa di scelte politiche errate, come spiega Nesi nel suo libro, è stata costretta a lasciarsi invadere dal mercato cinese che si è espanso in maniera tale da distruggere moltre industrie italiane.
Il settore tessile, di cui Nesi è nipote e figlio, è stato uno dei primi ad essere colpito da questa crisi, ma è un settore che purtroppo è sempre stato sottovalutato, è colui che crea il tessuto, la stoffa che andrà poi consegnata ai sarti che la disegneranno, la taglieranno e la faranno diventare capi di abbigliamento che verrano poi marchiati con i nomi del grande Made in Italy italiano. Un tempo era così, oggi sono sempre più gli imprenditori che investono oltreoceano o nell'est europeo e oltre pur di ridurre i costi della produzione, sfruttando a volte gli operai facendoli lavorare in condizioni precarie e con orari massacranti, pagandoli una miseria per produrre capi che magari costeranno quanto il loro stipendio di una vita intera.
Questo è diventato il settore tessile da qalche anno, non è tutto così, per carità, ma leggendo Edoardo Nesi ci rendiamo conto che il suo è un viaggio, è la storia di come la sua gente da protagonista è diventata spettatrice di un mercato che si è espanso altrove oppure è rimasto nelle mani di pochi, pochissimi. Quei telai che avevano risollevato Prato dopo la Seconda Guerra mondiale oggi non risollevano più nessuno, sono rottami abbandonati in fabbriche chiuse oppure messi in moto da mani diverse, da gente che parla lingue diverse.
Nessuno viene risparmiato in questo libro di denuncia, una parola è spesa anche a sfavore degli stilisti che tiravano il prezzo dei tessuti per poi rivenderli sotto forma di cappotti a quattro volte il valore effettivo.
Un libro, ripeto, duro che non si limita ad urlare contro chi ha visto e non ha fatto nulla, un libro però che prende in considerazione anche gli operai, non solo gli imprenditori, un libro che trasuda amore per Prato, per i Pratesi, ma amore per la nostra cara e vecchia Italia, patria tanto amata quanto odiata da molti. Un libro che guarda caso vince il premio Strega in un periodo di crisi, nell'anno dei 150 anni. 
All'inizio pensavo di non leggerlo perchè temevo fosse troppo saggistico, invece è importante leggerlo perchè fa riflettere, ci fa pensare, ricorda quello che eravamo e che non possiamo più essere.
Leggetelo e quando leggerete sulle etichette delle grandi marche "Made in China" vi arrabbierete ancora di più!

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