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sabato 1 dicembre 2012

Quando meno te lo aspetti...compri un'agenda!

Questo è un post della serie: 
pochi libri, pochi film...tanti cavoli miei! 
Se non vi va, 
spero di rifarmi con il prossimo! 

Sono un po' latitante in questo ultimo periodo perché sto terminando di scrivere la mia tesi di laurea magistrale e quindi cerco di dedicare la mia scrittura a quella, nella speranza di produrre qualcosa di decente e leggibile. Non ho intenzione di abbandonare il blog, perché ormai è diventato un punto fisso e anche se non riesco più ad aggiornarlo così spesso come facevo qualche mese fa, se avrete un po' di pazienza cercherò di raccontarvi il più possibile le mie letture e le mie visioni cinematografiche.
Purtroppo sto guardando davvero pochi film e sto leggendo pochissimo, mi dispiace perché sto accumulando un sacco di libri sul comodino e il tempo è sempre meno, in più questa settimana.... sorpresa! 
Una notizia inaspettata mi ha "sconvolto" piacevolmente i piani. Altolà, non sto per sposarmi, non sono incinta, ma semplicemente ho ricevuto un'offerta di lavoro che mi richiederà il trasferimento a Torino.

Non voglio dilungarmi troppo e anticipare perché è tutto ufficioso e sulla via per ufficializzarsi, siccome ancora non ci credo...non vedo davvero l'ora di vedere il tutto scritto nero su bianco. L'idea di tornare a Torino, come immaginerete, se mi seguite da più tempo, mi affascina un sacco e mi rende tremendamente felice, soprattutto perché sarò in appartamento, insomma una casa! Io che ho sempre vissuto in collegio...beh, vuol dire tanto! E' un cambiamento abnorme!

Inoltre non sarò da sola, ma sarà con me un'amica che nomino spesso da queste parti, ma anche di questo vi racconterò strada facendo, soprattutto quando avrò una casa, un tetto sulla testa...eccetera eccetera. Magari poi vi faccio una foto? Non so... (Sono euforica!)
Insomma, aria di novità e sconvolgimenti piacevoli. Si preannuncia un 2013 torinese e ancora non ci credo e soprattutto non sto nella pelle!
Penso che se mi dovessero telefonare e dirmi: "Era uno scherzo!" beh..potrebbe essere una delusione allucinante, un trauma ineguagliabile.
Scusate se vi ho anticipato le cose un po' alla "più o meno", ma non posso dilungarmi troppo, ma prometto che appena tutto sarà più chiaro e sarò certa al 100% (cosa che accadrà solo dopo il primo giorno di lavoro) perché davvero, stento a crederci, vi farò un mega post per raccontarvi tutto.
A questo punto vi chiederete, ma le foto dell'agenda?
Beh, la storia è lunga e coinvolge due amiche (nessuna delle due sarà la coinquilina) Barbara e Ida. Entrambe hanno acquistato già da qualche mese, io mi sono detta e ho detto a entrambe che non avrei preso l'agenda quest'anno...tanto essendo a casa, poi con l'ipad, non mi sarebbe servita.
A quanto pare...non sarò proprio a casa, quindi giovedì tra un appartamento e l'altro sono andata alla libreriacoop di Torino con la coinquilina (oh, ma chi sarà mai?) e l'ho acquistata, anche perché scarrozzarsi ogni giorno l'ipad...dato che qualche settimana fa mi è cascato ammaccandosi...ma funziona eh!  

Ora vi saluto.
A presto, cari lettori e...abbiate pazienza! Ve pregoooo! 




giovedì 2 agosto 2012

Vidi: I libri ti cambiano la vita

Sul sito di Repubblica ho trovato, giusto qualche minuto fa, questo interessantissimo articolo (CLICCA) che racconta di come Romano Montroni abbia deciso di radunare un'equipe di scrittori al fine di invogliare gli Italiani a leggere, o comunque sia ad insegnargli perché è così importante leggere.
Se siete capitati su Life in Technicolor probabilmente tutti voi avrete una risposta a questa domanda, ognuno di voi avrà un suo motivo per leggere e soprattutto saprete ritagliarvi quella mezz'oretta o oretta al giorno da dedicare completamente alla lettura.
Molti fuggono dai libri perché troppo presi da altro, perché non hanno tempo da dedicare alla lettura, eppure leggere è importante, leggere cambia davvero la vita. Questo libro mi incuriosisce molto perché è sempre bello vedere come gli scrittori si approcciano alla lettura, prima di essere scrittori si è sempre, in qualsiasi caso lettori e quelli che questo libro vuole raccogliere sono i libri che hanno cambiato la vita a questa rosa di scrittori scelti.
Ne varrà la pena?
Spero di riuscire a leggerlo prima o poi, credo sia anche un regalo carino per qualche vostro amico lettore compulsivo e non. Mi sento di raccomandarlo a prescindere visto che parte da obiettivi nobili e, come leggerete dall'articolo di Repubblica, anche gli scrittori intervistati non sono proprio gli ultimi arrivati in materia!

TRAMA
La letteratura è una lanterna magica, un caleidoscopio di segni e di sogni: i più si dissolvono immediatamente; altri vivono una breve esistenza fatalmente destinata all'oblio; altri ancora, pochissimi, vivono per sempre. Questo libro ne è un'appassionata testimonianza. Oltre cento autori - scrittori, giornalisti, gente di spettacolo - raccontano in queste pagine l'incontro con un libro che in un certo momento della loro vita ha segnato un punto di non ritorno. Tutti, come dice il curatore Romano Montroni, un uomo che dei libri ha fatto una delle ragioni di vita, si sono messi in gioco, "con generosità hanno accettato di condividere emozioni, sensazioni e pensieri nati dalla lettura". Ci sono quasi tutti, i giganti: Omero, Dante, Cervantes, Manzoni, Dostoevskij, Tolstoj, Proust, Kafka. Ma ci sono altri nomi spesso sorprendenti, solo in apparenza figli di un dio minore, che hanno scandito in modo indelebile i giorni e le ore di molti lettori. E se poi, come in questo caso, parlare di un libro significa anche contribuire alla ricostruzione di un santuario della lettura profanato dagli elementi come la Biblioteca Comunale di Aulla, allora forse è vero che i libri possono cambiare non solo la vita ma anche un po' il mondo.

martedì 31 luglio 2012

Storia del fuoco sacro di Olimpia e del braciere deambulante


Ieri, lunedì 30 luglio, è sorta la polemica del braciere, collocato al centro dello stadio è stato spento e spostato all'esterno. Subito tutti i benpensanti si sono alzati e hanno additato la scelta londinese come scandalosa e non conforme alle regole olimpiche.
Ora, gente del mondo intero, non avete pensato che magari il comitato olimpico sia stato consultato da Boyle riguardo la collocazione e lo spostamento del braciere? Non avete pensato che il Sacro fuoco di Olimpia sia stato prelevato e poi ricollocato sul braciere?
Credo che lanciare accuse senza riflettere minimamente sui fatti sia da veri imbeccilli! Ieri sulla fanpage di Repubblica numerose persone insultavano Boyle e gli inglesi per questa scelta. Per non parlare poi di quanti definiscano una spesa inutile i giochi olimpici soprattutto visto il periodo economico che stiamo attraversando. L'Olimpiade si è fermata solo in caso di Guerre Mondiali, lo stadio Olimpico di Roma è uno degli avanzi della mancata Olimpiade del 1940 ad esempio, diciamo che solitamente nell'antichità erano le guerre a fermarsi per l'Olimpiade. A parte questo, credo che a livello economico, è triste pensarlo, ma per certa gente è il caso di farlo notare, le Olimpiadi siano sì un investimento, ma allo stesso tempo c'è un grande guadagno economico per la nazione e anche di strutture, ricordiamo che a Londra è stato rivalutato un intero quartiere che era praticamente il bronx londinese, scusate se è poco! Ricordiamo, già che ci siamo, la grande fortuna che è stata Torino 2006 per la città di Torino.
Certo che se nel mondo mettiamo ogni cosa sul lato economico, allora cominciando dalle piccole cose per esempio io non dovrei minimamente scrivere questo blog che ad oggi [31 luglio 2012] non è per me fonte di guadagno, molti dovrebbero smettere di fare volontariato perché alla fine non viene in tasca nulla se non "i sorrisi delle persone aiutate". Ci lamentiamo di sentir solo parlare di titoli, borsa e altro...e poi siamo i primi ad attaccarci all'economia in momenti in cui la cara e vecchia signora può, grazie al cielo, passare in secondo piano. 
So che i soldi fanno la differenza, ma so anche che a volte per guadagnare bisogna prima di tutto spendere. Legge dell'economia pure questa, se non lo sapevate!
Tornando al nostro braciere, credo sia bellissima e geniale l'idea di Boyle di crearlo con dei petali portati da ogni nazione, perché quel braciere arde per tutte le nazioni, quello è il Sacro Fuoco di Olimpia dea delle Olimpiadi, quindi ripeto, e ne sono convinta, che Boyle avrà preso tutte le precauzioni del caso di comune accordo con il comitato olimpico. Non stiamo parlando dell'organizzazione del compleanno di un bambino di tre anni, sono le Olimpiadi! 


London 2012

Le Olimpiadi sono iniziate e per la terza volta nella storia dell'Olimpiade moderna si svolgono a Londra, città magica e multietnica, città che adoro.
Venerdì 27 si è svolta la cerimonia di inaugurazione, diretta da David Boyle il regista di Trainspotting e The Millionaire ha saputo dar voce alla storia britannica esaltandone la sua forza, la sua bellezza e la sua internazionalità. Dai verdi prati della campagna inglese siamo finiti ne pieno della rivoluzione industriale con uno splendido Kenneth Branagh che ha recitato alcuni versi de La tempesta, poi è stato il momento della cultura, centinaia di letti a ricordo del Grate Ormond Street Hospital, ospedale a cui Barrie ha devoluto tutti i diritti del suo celebre Peter Pan, è stato il momento di Voldemort, del Children Catcher e di Mary Poppins, capitolo sulla letteratura per l'infanzia aperto dalle prime righe di Peter Pan letto da Johanne Kathleen Rowling. Momento comicitá con tanto di James Bond che recupera la regina a Buchingam Palace e la scorta allo stadio olimpico e poi Mr. Bean con il suo Chairots of Fire, per noi Italiani Momenti di Gloria.
Poi c'è stata la musica: Queen, Beatles e altri, intervallati da soap opera e televisione, il tutto è culminato in una parata di 10000 atleti a cui è seguita l'accensione del braciere olimpico, nascosto al centro del campo.
Una cerimonia spettacolare, magica, Inglese. Ho letto molte critiche riguardo l'eccessiva autocelebrazione del Regno Unito, gente che preferiva Pechino, altri che denunciavano la struttura troppo sconclusionata.
Non so che cerimonia abbiano visto queste persone.
Certo, era lunga, io ammetto di non aver retto fino alla fine, ma parliamo della storia dell'auto celebrazione: cosa dovevano are per tre ore e mezza? Invitare la Merkel a fare un monologo? Inserire uno streep tease di Victoria Beckam? Oppure infilarci una sfilata di moda? Non so... Certe volte di fronte a certe critiche resto sconvolta, soprattutto quanto mi trovo davanti a giudizi infondati o espressi spesso senza motivazione.
Penso che ieri sera Danny Boyle abbia portato a casa il suo oro olimpico mettendo in mostra le bellezze dell'Inghilterra, ricordando che nella west End ci sono più musical che a Broadway, dimostrando che la cara Elisabetta non è così fredda e inespressiva come sembra, anzi, si è prestata bene al gioco. Ha dimostrato che gli inglesi non hanno paura di sfoderare Mr Bean e di ricreare su di lui la scena madre di uno dei film che ha consacrato agli Oscar la cinematografia inglese, oserei, post Hitchcock! Ha dimostrato che se prendo Kenneth Banagh posso fargli recitare Shakespeare in mezzo a un Prato, poi ci metto la Rowling, una scrittrice, a leggere Peter Pan, un attore che si finge James Bond...insomma, io quando vedo queste cose penso: cos'avremmo fatto noi in Italia? 
Poi però ripenso alla cerimonia di Torino 2006 e mi dico: no dai, siamo capaci di esaltare il nostro bel paese, nonostante tutto. Forse è il periodo storico che mi fa cadere le braccia, purtroppo si vedono sempre i soliti incapaci sorpassare chi vale e queste cose fanno venire il nervoso. Sapete, credo che noi Italiano siamo bravi a svenderci all'estero e a non credere minimamente nelle nostre possibilità. Potremmo essere una delle nazioni più invidiate eppure...ci perdiamo in un bicchiere d'acqua. 
La cerimonia olimpica serve forse da campanello di richiamo per dire alla nazione: ehi, non vedi quello che sei? Non ti accorgi di quello che hai, della tua gente, della tua ricchezza che non si misura in titoli, ma in persone?
Il Regno Unito forse è più patriottico dell'Italia, noi no, siamo un po' esterofili! Forse dovremmo rivederci quella cerimonia di Torino 2006, forse dovremmo provare ad andare in libreria e prenderci un libro di Pavese, di Verga, di Bassani, di Calvino, di Levi, della Morante, di Moravia...dovremmo prenotare una vacanza a Firenze, a Roma, a Venezia, a Napoli, a Palermo....dovremmo mangiare una pizza in più. Ma sto divagando.
Tornando alla tanto dibattuta cerimonia: Boyle ha fatto bene a fare queste scelte, se proprio vogliamo trovargli una pecca allora io gli domanderei dove sia finito Sherlock Holmes, ma onestamente a fronte dello splendore e del genio messo in atto ieri sera, sono disposta a chiudere un occhio. Ha esaltato il Regno Unito, ha fatto quello che doveva.
Il prossimo che mi parla di cerimonia troppo autocelebrativa mi deve spiegare cos'avrebbe fatto al suo posto, perchè davvero, sono curiosa. A tal proposito dimenticavo che noi Italiani diventiamo allenatori, registi, scrittori on demand: siamo opinionisti nel sangue, o meglio, siamo come i signori che si ritrovano in piazza, a Borgomanero il venerdì quando c'è mercato. Questi signori si trovano lì, sotto la statua della Madonna e iniziano a dibattere sui problemi della settimana e diventano economisti, allenatori, designer, stilisti...fanno quei bei discorsi da bar. Anche su questo punto noi Italiani dovremmo crescere un pochettino, al bar si possono anche fare discorsi più furbi eh!
Basta, mi sono dilungata troppo. A me la cerimonia è piaciuta, tanto di cappello a Boyle, al Regno Unito e alla bellissima cultura inglese, nota non solo in Inghilterra, ma conosciuta a livello Internazionale. 
Spulciando qua e là su internet ho trovato due articoli interessanti che parlano della cerimonia olimpica, a quanto pare ai Britannici non è dispiaciuta poi tanto.


lunedì 30 luglio 2012

State ascoltando: Web Radio Station!

Inizia una nuova settimana e si comincia con una collaborazione!
Qualche giorno fa tramite giri vari ed eventuali (di cui vi spiegherò prossimamente) sono entrata in contatto con una web radio: Web Radio Station, che mi ha proposto di inserire il suo plugin nel blog. Era da un po' di tempo, sinceramente, che volevo inserire la musica in Life in Technicolor, perché senza la musica la vita avrebbe meno colore. 
Quindi appena mi si è presentata questa opportunità ho subito accettato, a dire il vero ero un po' preoccupata riguardo le mie conoscenze di html perché quando ho dovuto inserire il modulo di facebook ho penato parecchio... Appena mi è arrivato il codice sono corsa a inserirlo sul blog e...sentite il sottofondo? Bello eh? 
E non appesantisce nemmeno il caricamento della pagina! Cosa, a mio parere, fondamentale! Mi snerva parecchio visitare blog superaccessoriati che ci mettono mesi per caricare tutto e poi magari hanno un sottofondo musicale monotematico che invece di invogliarti a sfogliare altre pagine ti fa venire l'orticaria...
Insomma, se non l'avete ancora capito, sono tremendamente felice di questa new entry su Life in Technicolor, se penso a come avevo cominciato e a come sono cambiate le cose ad oggi (dopo quasi due anni) beh, sono molto felice! 
Un grazie speciale però è per tutti voi che mi seguite, che leggete e condividete i miei post, a chi commenta e a chi preferisce restare in disparte, ma è comunque un assiduo lettore.
Grazie a tutti, grazie a Web Radio Station per l'opportunità....e alla prossima!
Stay Tuned!

martedì 24 luglio 2012

Dark Shadows di Lara Parker: recensione!

Speravo di riuscire a fare un raffronto tra libro Dark Shadows, La maledizone di Angelique di Lara Parker e film Dark Shadows di Tim Burton, ma ahimè non sono riuscita perché purtroppo ho perso il film al cinema.
Mi concentrerò quindi sul libro che, vi avverto, non mi è piaciuto molto.
Ho fatto fatica ad entrare nelle pagine della Parker e a lasciarmi trasportare dalla narrazione. Probabilmente non ero in vena di leggere questo libro e una volta terminato ci ho messo anche un po' a decidermi riguardo cosa scrivere nella recensione, però davvero, ogni volta che termini una pagina preghi che nella successiva accada qualcosa...
Mi sono avvicinata alla lettura di Dark Shadows un po' spinta dal fascino delle strege, come la protagonista Angelique, e dalla vicenda che sembra interessante...e ripeto: non è così e poi dal film di Tim Burton che era in sala.
E' bene precisare che la storia non è opera della fantasia della Parker, ma trascrizione della soap, credo che i personaggi risultino poco approfonditi, troppo fisici e poco psicologici insomma, poco realistici. Okay, stiamo parlando di vampiri e affini, ma la mia logica è sempre la stessa: se costruisci un buon personaggio, il lettore, nel momento in cui chiuderà il libro e tornerà nel mondo reale, crederà di aver incontrato davvero colui che tu hai creato. Tanto per farvi un esempio che faccio sempre, un ottimo creatore contemporaneo di personaggi è David Nicholls.
Riguardo il resto, che dire...spero che il film abbia preso le parti più carine di questo libro e le abbia impastate e servite a puntino per accattivarsi lo spettatore, anche se ho letto che il film si concentra sulla serie televisiva piuttosto che sul libro. Ma poi sto libro, fatemi capire, è saltato fuori quando? Solo quando Tim Burton ha detto che avrebbe fatto il film?
Anche perché lei è l'attrice che interpretava Angelique nella serie televisiva, quindi lei non è nemmeno una scrittrice (e si vede! aggiungerei).
Un altro punto, forse un po' sciocco, che mi ha ostacolato, cosa mai accaduta prima, sono i nomi dei protagonisti: Barnabas e Angelique. Ostici! Cioè non sono musicali, scorrevoli, dolci e piacevoli che si addicono a due protagonisti, Angelique è anche difficile da pronunciare a meno che non si sia francofoni o ammiratori del francese e questo non è il mio caso. E' vero, questa è una motivazione sciocca e per altro sapevo già i nomi dei protagonisti ancora prima di cominciare il libro, ma probabilmente l'ho proprio preso di punta...non so.
Leggendo delle recensioni qua e là mi sono resa conto che non sono l'unica a non essere caduta sotto l'incantesimo di Angelique e Barnabas (aggiungerei), alcuni hanno anche criticato i dialoghi eccessivamente da operetta mancata, che dire, non hanno tutti i torti! Però calcolando che potrebbe essere una "trascrizione" della serie tv...

Da leggere?
Mah, ammetto che potrebbe anche piacervi, anzi, se a qualcuno è piaciuto mi esprima i suoi pareri, magari riesce a farmelo rivalutare e apprezzare. 

Trovate la presentazione del libro QUI.

VOTO


lunedì 23 luglio 2012

Vidi: Il mercante di zucchero

Nei miei vari tentativi di spulciaggio qua e là, qualche giorno fa mi sono imbattuta nel sito della casa editrice Scrittura&Scritture, piccola realtà editoriale di Napoli. Tra i libri in catalogo sono rimasta incuriosita dalla trama di Il mercante di zucchero di Adriana Assini.

TRAMA

«Forza compari, di questi infami non dovrà rimanere neppure la semenza!».
Palermo, 1516. Sotto la Loggia dei Pisani, lo Squarcialupo incita i mercanti, oppressi dalle tasse e dalle ingiustizie del viceré, a contrastare le prepotenze della dominazione spagnola.
Il carismatico Gian Luca Squarcialupo, mercante di cannamele e giurato della Conceria, s'è messo, infatti, a capo della rivolta contando sull'appoggio incondizionato di Cristoforo De Benedetto, compagno di mille avventure, e sull'aiuto di parte della baronia locale.
Ma per il focoso ambasciatore delle istanze popolari, si apre un altro fronte di battaglia: sebbene conteso da amanti e concubine, vuole a tutti i costi Francesca Campo. La donna, però, è già promessa a un ricco notaio e Gian Luca pur di averla è pronto a stringere un patto persino col demonio.
Intanto, un'oscura e malvagia confraternita di sette membri, sette come i peccati capitali, incappucciati e armati di stiletto, sta cospirando contro di lui…
«È un tipo scaltro ma per nostra fortuna piuttosto avventato» disse con falsa noncuranza il capo della confraternita. «Fa un uso spregiudicato delle armi eppure, nonostante questo, è uno generoso e, dunque, vulnerabile. Dettaglio che potrebbe essergli fatale.» 


L'AUTRICE

Alla domanda “la verità è in un sogno solo o in molti sogni?" Adriana Assini risponde “in molti sogni”, che alla fine ne fanno uno solo: aver vissuto intensamente il proprio tempo, in un mondo a colori, dove contino i sentimenti, si insegua il sapere, non manchino i viaggi. La scrittura: solido veliero che la porta dove vuole, attraverso mari e secoli, per raccontare ad altri tante vecchie storie osservate con occhi nuovi. Di conoscere il giorno esatto in cui Cesare conquistò la Gallia, ad Adriana Assini importa poco, le interessa invece sapere, per esempio, chi e quando ha trapiantato gli esotici tulipani nella nordica Olanda.
A caccia di odori e sapori lontani, sulla scia di passioni perdute, gesta dimenticate, vite fuori dal comune, Adriana Assini guarda al passato per capire meglio il presente e con quel che vede ci costruisce un romanzo, una piccola finestra aperta sul mondo di ieri. Dipinge. Soltanto acquarelli. E anche quando scrive si ha l’impressione che dalla sua penna, oltre alle parole, escano le ocre rosse, gli azzurri oltremare, i luccicanti vermigli in cui intinge i suoi pennelli.


Contatti:
www.adrianaassini.it


Poeti a voce 2: Ora d'aria

Venerdì 13 luglio sono stata invitata da una mia amica a vedere lo spettacolo del Teatro delle Selve, conosco da qualche anno questa realtà teatrale ma non avevo mai visto nessuna sua produzione, quindi ho accettato subito la proposta visto che finalmente ero libera da impegni vari ed eventuali.
Il Teatro delle Selve è noto per i teatri andanti e onestamente, non avendo mai partecipato a spettacoli di questo genere non sapevo bene cosa aspettarmi, non essendo poi nemmeno un'esperta di teatro avevo poche idee e ben confuse.
Indecise riguardo il luogo della messa in scena, a causa di un tempo più indeciso di me e della mia amica abbiamo provato a vedere se per caso fosse al chiuso allo spazio musei di Armeno come segnalato sulla locandina, invece nonostante le goccioline che cadevano dal cielo, gli attori del Teatro delle Selve hanno sfidato tutto per mettere in scena lo spettacolo nei luoghi originali: presso casa Locati, sede del Teatro delle Selve.
Devo ammettere che visto al chiuso uno spettacolo di questo tipo avrebbe reso molto meno, non che ci fossero scelte sceniche eccessivamente incidenti, ma è l'iniziare lo spettacolo in un luogo e terminarlo in un altro che rende tutto questo unico.
Appena arrivate a Casa Locati Franco Acquaviva ci ha indicato di raggiungere una piazzetta da cui appunto sarebbe cominciata l'avventura o meglio, la mise en scène, là ci ha raggiunti la moglie, Anna Olivero che ha dato il via alle danze introducendo lo spettacolo che avremmo visto di lì a pochi minuti. Come recitava il titolo, avremmo avuto a che fare con testi scritti da poeti, Fausta Squartiti e altri suoi amici si erano dilettati a scrivere questo copione.
Siamo partiti al seguito di Anna attraverso le piccole viuzze ciotolate di Vacciago (Ameno), luoghi meravigliosi che abbracciano il magico Lago D'Orta e che a mio parere dovrebbero essere rivalutati. In pochi minuti siamo tornati a Casa Locati, sulla balconata sopra l'androne della casa, alla quale pendeva una bandiera italiana con tanto di stemma sulla parte bianca, ci attendeva il primo attore che dopo un discorso d'introduzione ci ha accolti e fatti entrare con un "Trasite!".
Siamo così giunti nel cortile della casa dove ci attendevano delle sedie e in mezzo al cortile di fronte al pubblico su un'alta pedana c'era seduto un uomo intento a scartare cioccolatini e a leggere le frasi contenuti in esse. Li scartava per il puro gusto di scartarli, ne mangiava uno ogni tanto: era chiaro che non fosse il cioccolato il suo primo interesse. Alle sue spalle c'era una maschera molto particolare.
Dopo esserci accomodati, dai quattro angoli del cortile sono entrati in scena i quattro attori, i volti coperti dalle maschere, gli abiti neri, ognuno era in cerca di qualcosa, di qualcuno. Hanno preso il loro posto due da una parte e due dall'altra del primo individuo mangiatore di cioccolatini. Ognuno di loro ha iniziato a prendere la parola: c'era chi cercava i genitori nella tivù, chi cercava la patria, chi era in cerca della madre e chi cercava l'amore. Erano pensieri, che si incrociavano a volte si toccavano, altre si allontanavano. 
I dialoghi erano scanditi da frasi fatte, retoriche, lette dalle carte dei cioccolatini.
Uno spettacolo molto interessante che ha fatto riflettere molto, legato all'attuale società e in particolare ai suoi difetti, ai suoi affetti e valori a volte vuoti o privi di fondamenti. Era un'Ora d'aria, come recita il titolo dello spettacolo, un ora in cui ognuno di loro poteva urlare i propri sgomenti, le proprie paure, le proprie vicissitudini. 
Mi complimento con i poeti che hanno scritto il testo, ma anche con gli attori che hanno prestato voci e corpi a questi personaggi. 

Ora d'aria

scherzo teatrale a più voci di Gaetano Delli Santi, Mariella De Santis, Valerio Fantinel, Anthony Robbins, Evelina Schatz, Fausta Squatriti. Con F. Acquaviva, A. Olivero, G. Delli Santi, V. Fantinel, E. Locatelli, E. Schatz, F. Squatriti. Coordinamento: F. Acquaviva. Le maschere di scena sono un’opera originale di Fausta Squatriti.

Sinossi

Uno “scherzo” teatrale a più voci scritto per l’occasione e presentato in esclusiva  a TEATRI ANDANTI. “Ora d’aria” è il momento in cui sei personaggi alla ricerca di qualcosa - dell’amore, della propria madre, dei genitori, della patria – s’incontrano in uno spazio che dà loro la libertà, per un’ora, di dare sfogo a speranze, disperazioni, racconti, tic, manie. E’ solo un momento però, trascorso il quale tutti i personaggi torneranno nelle “celle” della loro quotidiana inanità.

I poeti che hanno scritto insieme questo testo sono anche amici tra loro; sono parte di un ideale gruppo amicale in grado di assicurare  il pubblico che, qualsiasi sia il risultato del  lavoro proposto, questo è stato creato divertendosi, ma con rigore. Un esperimento, sulla scia dei maestri dadaisti e surrealisti, che ha rivelato esiti imprevisti,  guidati con la logica legge dell’assurdo, che tutto ricompone in una storia ordinaria.

venerdì 29 giugno 2012

Enzo Miccio scriverà un romanzo!

Ebbene sì, da quanto si dice e da quanto conferma lo stesso Miccio ad affaritaliani.it la sua prossima fatica sarebbe letteraria: l'uomo noto per "Ma come ti vesti?" e "Wedding planners" sbarca nella sezione romanzi delle librerie di tutt'Italia. Dopo due manuali uno legato appunto all'abbigliamento, scritto con Carla Gozzi, e l'altro sul matrimonio, ora Enzo ha deciso di diventare romanziere. Tranquilli, sembra solo un caso, ma a settembre il suo libro arriverà in libreria edito da Rizzoli e allora: apriti cielo, prevedo già un successone. 
Dai siti sembra esserci già una bozza di trama, che non promette la storia del secolo, ma che nonostante tutto sembra abbastanza interessante. 
TITOLO: Cercando Grace

TRAMA
"Virginia è una donna ricca, di grande fascino e gusto. Ma l'agiatezza le è utile soprattutto per dimenticare la sottile tristezza del cuore. Quando in un mercatino provenzale scopre il diario segreto della principessa Grace, comincia ad acquistare tutto ciò che in circolazione trova di suo. In questa maniacale ricerca di cimeli si imbatte in un sito che vende online parecchi, forse troppi, oggetti appartenuti alla principessa. Virginia vuole capire chi sta dietro a quella strana collezione e scoprirà anche che il suo cuore può ricominciare a sorridere. Dopo averlo incontrato per caso proprio in un mercatino', decide di confidarsi con Enzo. In un romanzo dolce e romantico come l'amore, al racconto di Virginia si intrecciano le pagine del diario della principessa Grace, che ne ripercorrono la vita".


Se sia vera o meno non si sa, ma Enzo ha pubblicato sulla pagina facebook il link dove era riportata anche questa, quindi ci sono buone possibilità che non sia un fake.
Per ora, dalle sue dichiarazioni, sembra non sia ancora stato scritto il finale della storia: ebbene, Rizzoli pubblica a scatola chiusa, infondo Enzo ha un nome, quindi di sicuro qualche centinaia di migliaia di copie le venderà!
Protagonista, a quanto sembra, di questa avventura è la Principessa Grace Kelly, donna elegantissima e bellissima, attrice, principessa e madre, tragicamente scomparsa in un incidente d'auto.
Sinceramente sono curiosa di leggerlo, lo ammetto, principalmente perché appunto c'è Grace Kelly che mi attrae molto come figura, so già che butterò via tempo e soldi e che molti di voi staranno scuotendo la testa in questo momento...scusate! Mi incuriosisce anche sapere come scrive Enzo Miccio, un conto è redarre un manuale, un altro è raccontare una storia, magari poi ha pure il ghost writer perché il tempo per scrivere non so dove lo trovi... 
Comunque sappiate che nel caso in cui io decida o riesca a dedicargli del tempo, ve lo recensirò assolutamente, così potrete decidere se è o meno una lettura da fare. Tanto lo sapete che io e le Kinsellate andiamo molto d'accordo e poi ricordiamoci sempre che è bene avere una conoscenza ampia degli autori che le case editrici decidono di pubblicare, in modo da analizzare perché la gente decide di spendere i soldi per leggere i loro libri. 
Ovviamente so che potrei vivere senza questo libro, ma...mi intriga!
Miccio comunque non sembra essere preoccupato del giudizio della critica e qui viene proprio da dire: "Tanto vendi comunque, critica o non critica!". Sarà il caso editoriale dell'anno dopo Cinquanta sfumature di grigio e declinazioni di colore varie, venderà talmente tante copie che Moccia probabilmente sarà costretto a scrivere altre tre o quattro avventure dei suoi "giooooovvani" (Baby, Step e i nipoti, perché i primi due avranno 80 anni). Poveretto, ora che è sindaco avrà anche meno tempo. Dovrò leggerlo poi per una persona, una mia amica lettrice, Chiara, che si è subito affrettata a postarmi il link in bacheca per avvisarmi sulla nuova news di Miccio. Chiara, tranquilla, lo leggo anche solo per te! 




Einaudi pubblicherà il vincitore del Premio Calvino 2012


Notizia fresca fresca delle ultime ore, Einaudi pubblicherà il vincitore del Premio Calvino 2012 A viso coperto di Riccardo Gazzaniga
Il libro uscirà a febbraio 2013 nella collana StileLibero: iniziamo a metterlo in lista! 

Eccovi il comunicato stampa di Einaudi


Sarà Einaudi Stile libero, battendo sulla volata una decina di editori italiani, a pubblicare, nel febbraio 2013, il romanzo vincitore del XXV Premio Calvino di quest’anno: A viso coperto, di Riccardo Gazzaniga.
Il trentaseienne genovese si è guadagnato infatti il prestigioso premio che ha lanciato Mariapia Veladiano, proprio grazie alla sua “capacità di coinvolgere il lettore” – come recita il comunicato della Giuria composta da Barilli, Carlotto, Geda, Mazzucco e Vasta – facendolo penetrare negli universi paralleli delle forze dell’ordine e degli ultrà, illustrandoli con una complessa macchina narrativa caratterizzata dalla molteplicità dei punti di vista e da una scrittura asciutta e scorrevole… non rifuggendo, coraggiosamente, dal mostrare luci e ombre di entrambi gli universi”.
Una storia al cardiopalma, concentrata in undici giorni di gennaio, che riesce a unire tenerezza e crudeltà, sentimenti e durezza estrema. Una vicenda che, oltre al tema della violenza, mette in luce quello della lealtà. Lealtà al gruppo e alle sue regole inviolabili, esasperata fino all’omertà o vinta dal tradimento: ognuno dovrà scegliere se restare fedele alle sue scelte o tradire sè stesso, gli affetti, il gruppo.
È un tema di portata vastissima, non certo ristretto al mondo di ultrà e poliziotti.
Un mondo che però Riccardo Gazzaniga conosce bene, perchè da quindici anni fa il poliziotto. Oggi lavora nella caserma di Bolzaneto e presta servizio di ordine pubblico in piazza e negli stadi.
Quando la vocazione autentica di scrittore e l’esperienza vissuta in strada si uniscono, nasce una miscela esplosiva capace di illuminare ogni lettore.
Non a caso il giornalista Carlo Bonini, autore del bestseller Acab, da cui è nato l’omonimo film di Stefano Sollima, ha dichiarato: “Sono felice della vittoria al Calvino di questo romanzo. Vuol dire che il tema aggredito daAcab è vivo e c’è ancora molto da raccontare”.
Quanto sia terribilmente, febbrilmente vero, lo scopriranno i lettori a febbraio 2013.

(Ufficio stampa Einaudi)


giovedì 28 giugno 2012

20lin.es: intervista!

Conoscete 20lin.es? Avete mai sentito parlare di questo fantastico progetto?
Sedetevi comodi, prendetevi un bel gelato (viste le temperature di questi giorni) e preparatevi a un bel post lungo, lungo, lungo, con tanto di intervista allo staff!

Prima di passare all'intervista, cos'è 20lines?
Quando ho scoperto questo sito ho esclamato "Wow, geniali!", si tratta di un sito di che unisce scrittura collettiva e lettura interattiva, praticamente, previa iscrizione, potete decidere se
- iniziare una storia ex novo pubblicando un incipit di 20 righe (che resterà attivo per 20 giorni)
- proseguire una storia già iniziata, riscrivendone anche alcune parti
- commentare una storia
- condividerla sui social 
e...alla fine dei 6 passaggi di scrittura (ognuno rigorosamente di 20 righe) lo scritto più apprezzato verrà selezionato e pubblicato, così si diventa ufficialmente scrittori!
Il dominio del sito è stato registrato in Spagna per giocare sul .es che compone la parola lines. www.20lin.es
Io mi sono già iscritta e ho pubblicato i miei primi due incipit, ho ricevuto qualche like...e vediamo se qualcuno li continuerà!
Ora passiamo all'intervista, ringrazio Fabio che ha fatto da tramite tra me e tutti i componenti di 20 lines, grazie davvero per la disponibilità e per le foto che sono state scattate al Salone del Libro.


Ciao ragazzi, prima di cominciare le domande sul progetto, che ne dite di fare una vostra breve e rapida presentazione?

Siamo un gruppo di dieci ragazzi, tutti tra i 24 e i 26 anni, con esperienze e competenze eterogenee  ma accomunati dalla passione per la lettura. Nella vita alcuni di noi stanno concludendo gli studi, altri lavorano e contribuiscono a 20lines nel tempo libero, altri ancora hanno lasciato il proprio lavoro per dedicarsi ora interamente allo sviluppo di questa iniziativa.

Avendo background differenti ciascuno ha contribuito a 20lines in base alla propria esperienza: ad esempio gli sviluppatori lavorano su sito e apps per mobile e tablet, mentre chi ha studiato marketing si occupa della comunicazione e promozione del progetto. C'è poi chi cura lo sviluppo e la strategia del business, chi il lato legale, la grafica, l'editor si occupa del contenuto, e così via. Per lo sviluppo grafico lavoriamo inoltre con l'agenzia Factorio.us.


I vostri libri preferiti?
Difficile rispondere a questa domanda, abbiamo gusti molto diversi. Personalmente un libro che ho letto di recente e mi è molto piaciuto è stato "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn.

Come nasce il progetto?
Come spesso succede, l'idea di 20lines nasce quasi per caso, dalla constatazione di una necessità.
Una sera all´inizio del 2012 Alessandro Biggi, tra i fondatori di 20lines, tornando a casa tardi dal lavoro presso Boston Consulting ebbe voglia di leggere qualcosa di breve prima di addormentarsi, senza riuscire a trovare su internet quello che cercava.
La necessità di leggere qualcosa di fresco e diverso dal solito è quindi alla base di 20lines, cui si aggiunge il desiderio, comune a moltissime persone, di esprimere il mondo che hanno dentro di sé attraverso la scrittura. Purtroppo il più delle volte tale desiderio rimane irrealizzato, mancando il tempo, il coraggio, oppure i contatti necessari per scrivere e farsi pubblicare un libro. A maggio nasce quindi 20lines, che permette a chiunque di cimentarsi nella scrittura e diventare autore. Ci si collega al sito, si scrivono le proprie 20 righe e si creano dei racconti insieme a persone mai conosciute prima. Il risultato è fantastico, siamo rimasti affascinati da alcuni dei racconti che sono nati in queste prime settimane di vita del progetto!

Ho visto che alcuni scrittori contemporanei hanno partecipato a questa bellissima iniziativa! A quale o a quali scrittori che hanno fatto la storia della letteratura chiedereste di scrivere un incipit per 20lines?
C'è l'imbarazzo della scelta! Ad esempio sarebbe molto interessante leggere e continuare una storia scritta su 20lines da Edgar Allan Poe, maestro nel creare un'atmosfera unica in poche righe e capace di lasciare spazio alla fantasia del lettore. Non a caso una volta disse: "terrore e suspense si addicono alla brevità del racconto".

Voi creatori di 20lines avete pubblicato sul sito un vostro incipit?
Sì, molti di noi sognavano di scrivere qualcosa un giorno, quindi abbiamo colto al volo l'occasione per cimentarci. Alcuni di noi hanno usato il proprio nome, altri hanno scelto uno pseudonimo, proprio come hanno fatto in passato tanti grandi autori. Abbiamo così scoperto che scrivere 20 righe alla volta dà quasi dipendenza, si migliora molto nella scrittura di volta in volta e se da un lato c´é la voglia di creare qualcosa di bello che prima non esisteva, dall´altro é estremamente divertente vedere come qualcun altro prende spunto dalle nostre 20 righe per continuare il racconto, spesso in direzioni che non avevamo immaginato.

Siete soddisfatti dell'affluenza di questi mesi?
Decisamente sì. L'idea è piaciuta subito ed ha attecchito più in fretta di quanto ci aspettassimo, in queste prime settimane abbiamo ricevuto più di 9.000 righe e molti racconti sono nati, si sono sviluppati e sono giunti a conclusione con successo.

Il progetto è stato lanciato al Salone del Libro: com'è stato accolto? Avete avuto contatti da qualche casa editrice?
L'iniziativa di 20lines è stata accolta molto bene durante il Salone Internazionale del Libro di Torino. Anche grazie ad uno stand interattivo che si è distinto dai circostanti e ha attirato la curiosità dei visitatori. Il Salone ci ha dato quindi l'opportunità unica di incontrare appassionati di lettura, scrittori più o meno conosciuti e ovviamente anche addetti ai lavori del mondo dell'editoria.

Progetti, speranze: quale sarà il futuro di 20lines secondo voi?
Il nostro obiettivo di breve termine è creare una community numerosa e attiva, i cui membri (da noi affettuosamente soprannominati 20liners) si divertano leggendo, scrivendo e interagendo. A questo proposito stiamo lavorando per migliorare continuamente il sito, anche sulla base dei suggerimenti degli utenti stessi. In aggiunta al classico formato di 20lines, dove i racconti si compongono di sei "nodi" da 20 righe ciascuno, in futuro vorremmo dare agli autori più talentuosi la possibilità di mostrare anche altre loro produzioni, magari più lunghe ed elaborate, magari nate attraverso l'interazione con i lettori e la community.

Grazie ragazzi per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto!

E tu che stai leggendo, cos'aspetti? Vai su www.20lin.es e divertiti a leggere, a creare e a immaginare! 





lunedì 25 giugno 2012

Liber, libris et segnalibris!

Passatemi il titolo in latinorum maccheronico, ma oggi mi è arrivata una mail su facebook da parte di un follower che mi domandava diverse cose che vi elenco qui sotto:
- usi segnalibri?
- sottolinei i libri?
- come li tratti in generale?
Devo dire che queste domande mi fanno sorridere perché capitano proprio nelle mani di una che addirittura fodera i libri e che li tratta come reliquie, che si segna i nomi delle persone a cui li presta e che li sigla tutti con nome e cognome. Sono malata, lo so, ma i libri sono tanti piccoli mondi e mi dispiace quando presto un libro e torna a casa traumatizzato! Per carità non ho mai ucciso nessuno, ma credo che prevenire, sia meglio che curare.
Procediamo con ordine e vediamo di rispondere alle domande.

- usi segnalibri?
Allora, io non solo li uso! Fino a qualche anno fa li collezionavo, la libreria che c'è dove abito io ne regalava uno per ogni libro acquistato e quindi avevo una collezione, tutti ordinati in un porta penne senza penne. Poi è arrivato il segnalibro di Harry Potter che mi ha accompagnato in numerose letture e che ora ho tristemente smarrito, temo....in contemporanea ho avuto il segnalibro di Fabriano del museo della Carta con tanto di iniziale del mio nome e anche costui non so in quale libro sia finito.
Già perché a volte, quando inizio una lettura che magari non mi prende, lascio sempre il segnalibro per indicare il punto in cui sono arrivata, sia mai che di lì a poco non mi venga voglia di riprenderlo, con questa tecnica smarrisco diversi segnalibri perché, ahimè, ho anche molti libri e sulla percentuale diversi sono fermi da tempo... Un'altra causa dello smarrimento è il disordine, spesso li appoggio sui libri e si infilano inevitabilmente dietro sul fondo della libreria o in mezzo agli stessi, insomma, quando faccio pulizia è un piacere, ritrovo cose date per disperse da tempo!

- sottolinei i libri?
Dunque, sottolineo i libri che studio, quindi quelli dell'università, veri e propri campi di battaglia, o di patate, esempi di arte astratta che tende dal color grafite al giallo evidenziatore, passando per le declinazioni dei pastelli: insomma, sono incivile con i libri su cui studio! Oltretutto appiccico post it ovunque, devo dire che l'industria dei post it dovrebbe ringraziarmi per averla mantenuta nel corso degli anni universitari!!!!! 
I libri che leggo sono rigorosamente INTONSI! Ne avrò tre sottolineati, ma tre di numero, davvero! Forse è dovuto alla mia memoria fotografica che mi permette di ricordare più o meno dove si trovano le scene che preferisco oppure i momenti chiave, ma c'è anche da dire che raramente riprendo il libro per rileggere un pezzo, solitamente lo rileggo tutto! 

- come li tratti in generale?
Credo di averlo già detto, aggiungo solo che raramente ci faccio orecchie (solo se non trovo un segnalibro), li lancio o li butto a terra, ultimamente mi è presa la fissa di togliere la sovracopertina per non graffiarla...sono folle! Inoltre aggiungo che li ho catalogati tutti in un quadernetto, a parte gli ultimi a dire il vero, ma provvederò quest'estate, in realtà registro solo il titolo per tenere il conto dei volumi accumulati in camera: attualmente sono in crisi perché non ho più spazio! Aiuto!

Sperando di aver risposto a questi simpatici quesiti, ora giro A VOI le domande, che ne dite di rispondere qui sotto? 
Attendo i vostri commenti!


Aggiungo in coda una domanda di Chiara Guadagnini: 
- ti è mai capitato di venedere-rivendere uno dei tuoi libri? se sì qual era e perchè!
Non mi è mai capitato di vendere-rivendere uno dei miei libri, ma ammetto di avere una lista di possibili libri da vendere:
Tre metri sopra al cielo (e qui i perché si sprecano...)
La bussola d'Oro (che non mi è piaciuto, ma mi sa che cercherò di rileggerlo)
Twilight (mai terminato, non mi piace proprio...)
ma di fatto...non so se li venderò!! 




Henri Cartier Bresson: Photographe

Da qualche mese è a Torino presso Palazzo Reale la mostra su Henri Cartier Bresson intitolata Photographe organizzata da Silvana Editoriale in collaborazione con la fondazione Henri Cartier Bresson e con la Magnum Photos. Doveva terminare il 24 giugno, ma hanno deciso di prorogarla fino al 9 settembre, quindi mi sono detta: perché non consigliarla ai miei follower e a tutti quelli che passeranno di qui?
Quindi venerdì mi sono avventurata nello splendido Palazzo Reale, in Piazza Castello a Torino. Dopo aver fatto il biglietto sono salita al primo piano e sono arrivata alla mostra. 
Prima di concentrarsi su Cartier Bresson vorrei spendere due parole a proposito di Palazzo Reale...STUPENDO! Si, credo ne basti una. Come tutte le residenze reali sparse per Torino merita di essere visitato, è meraviglioso, decorato con stucchi, affreschi meravigliosi. Mentre mi avvicinavo attraverso la piazzetta reale cercavo di immaginarmi quante carrozze avessero percorso quel viale, quanti piedi illustri avessero calpestato i lastroni, poi i gradini e quanti occhi avessero visto quelle stanze. 
Forse è assurdo immaginarsi queste cose, però mi capita spesso di fare questi "giochi di immaginazione" quando visito qualche palazzo storico, ma anche solo camminando per strada, sedendosi a bere una cioccolata da Fiorio...
Tornando alla mostra, che dire: Henri Cartier Bresson è stato definito il fotografo di un'epoca. Ha girato il mondo immortalando volti, corpi, momenti storici, luoghi, momenti di vita quotidiana. Egli era uno dei tanti fotografi della Magnum Photos e fondatore della stessa insieme a Robert Capa e David Seymour. Non è la prima mostra che visito fatta da fotografi di questo gruppo, a settembre infatti sempre a Torino, ma questa volta presso la mole antonelliana, ho visitato la mostra dei fotografi Magnum sul set, costituita da foto scattate nei dietro le quinte o sulle scene dei set di alcuni tra i più importanti film della storia del cinema. 
La struttura della mostra di Cartier Bresson non mi è piaciuta moltissimo, dopo i pannelli illustrativi all'ingresso che spiegavano velocemente chi fosse il fotografo, cosa fosse la Magnum Photos, chi fossero gli sponsor eccetera, le foto erano collocate su entrambe i lati di tre stanze-corridoio. Non hanno un ordine cronologico e nemmeno tematico, onestamente avrei preferito un ordine del primo tipo in modo da vedere appunto l'evoluzione delle persone. Infondo è un fotografo che ha immortalato momenti indimenticabili, quindi dare un'impostazione cronologica non sarebbe stato sbagliato. Sono 130 in tutto le foto esposte, tutte in bianco e nero, sotto vetro che a me non piace molto perché tende a riflettere...
Dopo aver terminato il giro di ogni stanza passeggiavo avanti e indietro cercando di ricordare cos'avessi visto, per fissare ancora di più nella memoria gli istanti raccolti da Henri Cartier Bresson, e prima di uscire ho deciso di "portare con me" questi che vi voglio incollare qui sotto. 

L'Aquila 1952
Ho scelto questa foto perché prima di tutto è stata scattata in Italia, in secondo luogo mi sono domandata cosa esiste ancora di questo scatto di Henri Cartier Bresson dopo il terremoto.

Matisse 1944
Vi siete mai chiesti come vive un pittore? Beh, questa foto sembra un backstage della vita di Henri Matisse. 

Children Playing in the Ruins Seville,1933
Sembra uno scatto rubato questo che ritrae questi bambini che giocano tra le materie: il furto e il dramma. 

Behind the Gare Saint-Lazar Paris 1932
Foto emblema della mostra, il personaggio che corre sull'acqua è stato riprodotto sulle borse. Credi sia un gioco di luci, ombre e riflessi meraviglioso e magico. Sembra quasi che il tempo si ferma e il nostro personaggio-ombra rimanga sospeso correndo sull'acqua.

William Faulkner, Oxford, Mississipi, 1947
Un nome un uomo, una foto quasi casuale, presa nella quotidianità dello scrittore insieme ai suoi cagnolini, colti oserei dire di sorpresa dalla macchina fotografica.

Coronation of King George VI, London 1937
Non potevo non restare impressionata da una foto di Londra, anche se qui la City non si vede, ma si vedono i Londinesi che guardano l'incoronazione di re Giorgio, padre della regina Elisabetta II.
Colpisce molto a mio parere l'uomo che è caduto dalla folla e sembra giaccia morto sui giornali. Non capiamo se fosse già lì prima o se sia un barbone che dorme sui giornali. Uno scatto semplice, ma pieno di interrogativi. 



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