mercoledì 12 ottobre 2011

Carnage

Se siete fan di Polanski non potete di certo perdervi il suo ultimo film. 
Tratto da Il dio del massacro, opera teatrale di Yasmina Reza, Carnage inizia con una scena che dà il via all'intera vicenda: Zach colpisce Ethan al volto con un bastone, in seguito a questo incidente i rispettivi genitori decidono di incontrarsi per risolvere la situazione dei figli. 
I genitori di Ethan, il ragazzo colpito, sembrano la coppia perfetta. Madre, Penelope, scrittrice, ma che non vuole dire che lavoro fa, padre, Michael, venditore di oggetti per la casa sembrano aver educato il loro figlioletto secondo i principi della pace tra gli uomini. Penelope nel tempo libero cucina dolci, modificando anche le ricette dettate dalla suocera, Michael sembra il padre modello che tutti vorrebbero diventare. La spada di Damocle però che pende sulla sua testa e che inizia a far traballare la sua maschera, è rappresentata dal criceto, animale domestico della figlia, che egli abbandona per strada poichè è un animale fastidioso, che dorme di giorno e disturba di notte non facendo dormire la famiglia.
I genitori di Zach invece sono sicuramente parte della classe più ricca, quella degli uomini perennemente incollati al blackberry, come Alan, e delle donne manager, Nancy, costrette ad intraprendere da sole il ruolo di educatrice nei confronti dei figli. 
Dopo un primo incontro tra le due coppie, in cui vengono chiaramente messe in evidenza le loro posizioni, mentre stanno dialogando sulla porta di casa, Alan e Nancy vengono fatti rientrare per bere un caffè ed assaggiare una fetta della famosissima e squisita torta di Penelope. 
La porta del salotto è quasi una linea di demarcazione, un punto che quando viene sorpassato tende a ribaltare i ruoli delle coppie, ecco che quindi a turno salgono sul banco degli imputati e vengono messi in evidenza i loro difetti.
I primi ad essere accusati sono Alan e Nancy: vengono tampinati di domande da Penelope che sembra voler sottolineare che non hanno saputo educare bene il proprio figlio.  Alan riconosce di avere un figlio testone e a parere suo è impossibile dettargli legge, ma Nancy non vuole saperne, non è assolutamente vero. Alan sembra essere un padre perennemente assente, troppo preso con il lavoro presso le case farmaceutiche non ha tempo per crescere il figlio, non se ne occupa minimamente. Nel momento in cui la moglie getta il suo cellulare nel vaso di tulipani, egli si dispera, quasi come se avesse perso un figlio.
Nancy sembra  capace di reagire solo attraverso il vomito e quindi il rigetto verso questa situazione. Il vomito di Nancy va ad intaccare i libri di arte di Penelope che sono disposti sul tavolino, sono libri rari, uno è un catalogo del 1957, introvabile. Dopo una prima reazione scontrosa al danno involontario arrecato da Nancy, Penelope sembra scusarla, quasi cercando di rimettere a posto i cocci della sua maschera di mamma perfetta. La sua schizofrenia però non è oscura allo spettatore che la vede più volte lamentarsi con una donna, probabilmente quella delle pulizie, che mette in frigor la torta e nel mobiletto la cocacola, che sposta i secchi delle pulizie. La domanda però sorge spontanea: ma questa donna delle pulizie esiste veramente o è solo frutto della sua immaginazione o di uno sdoppiamento della personalità? Quando accompagna Alan in bagno notiamo che il letto matrimoniale non è ancora stato rifatto, segno che la signora delle pulizie non è ancora passata quella mattina, oppure lei stessa, Penelope non ha fatto i lavori di casa. 
Michael viene accusato di essere stato crudele con il criceto, infatti secondo Nancy, ma anche secondo Penelope è stato assurdo abbandonare quell'esserino per strada, un piccolo esserino indifeso che Michael ha rovesciato dalla scatola perchè schifato all'idea di doverlo toccare.
Ecco quindi che la maschera di perfezione di Penelope e Michael comincia a vacillare e si rompe completamente nel momento in cui entra in gioco una bottiglia di Scotch scozzese. Nessuno si rifiuta di bere e pian piano tutti i lati peggiori dei quattro personaggi vengono messi in evidenza, Penelope abbandona la sua perfezione e fa sospettare addirittura di essere alcolista, Michael non è il padre fantastico che tutti vorrebbero avere, Nancy è una madre sola e attaccata ai beni materiali, la borsetta con i trucchi, così come il marito Alan ama il suo cellulare.
Dei genitori decadenti insomma, incapaci di essere adulti ed incapaci quindi di educare i propri figli, genitori che si ubriacano nella prima parte della giornata, probabilmente al mattino, genitori che non sono in grado di accordarsi su quello che è accaduto ai propri figli. Vengono spesso ripetute le parole "vittima" e "carnefice", spesso a sproposito, spesso con scarsa obbiettività. Alla fine la vicenda resta non risolta, non sappiamo se Zach si sia effettivamente pentito del gesto e se si sia recato a casa di Ethan per scusarsi, sicuramente lo spettatore è cosciente del fatto che entrambi i ragazzini sono vittime, non l'uno dell'altro, ma vittime di genitori che non sono stati in grado di crescerli e di responsabilizzarli. 
La scena si svolge tutta nel salotto della casa di Penelope e Michael, salotto che diventa quasi un ring, una scatola, a tratti anche labirintica.

Nessun commento:

Posta un commento

Se hai piacere, lascia un segno del tuo passaggio su Life in Technicolor! Grazie in anticipo!

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...