mercoledì 7 dicembre 2011

Tutti al Teatro la Scala

Il 7 dicembre per i Milanesi è il giorno X, come tutti gli anni ha luogo la celeberrima apertura della stagione del teatro più famoso d'Italia: La Scala.
Quest'anno l'opera scelta per aprire le danze era il don Giovanni di Mozart. Come al solito per partecipare ad un evento del genere bisogna sempre fare un investimento, non solo in biglietti, ma anche in abbigliamento. Sono molti i volti noti e i portafogli strabordanti, che continuano a strabordare nonostante la crisi, che percorrono il red carpet per recarsi nei palchi del teatro.
Questa sera, come tutti gli anni il Tg ha fatto la solita carrellata di nomi noti: Napolitano, Monti, Umberto Eco, Roberto Bolle....e Valeria Marini. No dico, Valeria Marini. Scommetto che avrà scritto sulla sua agenda: Mercoledì 7 dicembre 2011--> apertura teatro lascala. Opera Don Giovanni (ma chi è sto prete?).
Ecco, la Marini era a sculettare nell'atrio della Scala e gente che meritava più di lei...era a casa a vederla sculettare alla tele. Mentre mi crucciavo con domande varie, improvvisamente EUREKA, la risposta: semplice Fra, lei è la CULTURA ITALIANA: la cultura sculettante!
Lei vende!
Lei fa ascolti!
Lei piace!
Lei ha i soldi!
Che poi, qualche anno fa in un'intervista ha raccontato di aver fatto il liceo classico e tra una smorfia a canotto e l'altra diceva anche di essere brava in greco e latino. Si, sappiamo tutti da cosa dipendeva la sua bravura.
Valeria Marini a parte, come avrete intuito, ho sempre sognato di andare all'apertura della stagione teatrale, ma sarebbe bellissimo poter tornare indietro nel tempo e vedere la coda di carrozze che sostavano in coda ben allineate per raggiungere il portico. Là sotto si fermavano, un signore con indosso una livrea porpora bordata in oro apriva la porta della carrozza e accoglieva i signori con le dame al seguito. Le dame con i loro fruscianti vestiti di tessuti preziosi, realizzate da sarti che spendevano mesi per creare quel modello, dame che avevano con sè il loro ventaglio e il loro binocolo. Dame che tra un atto e l'altro si ritrovavano a chiacchierare nei salottini riservati alle donne, complimentandosi o storcendo il naso alla vista dei vestiti delle amiche, mentre gli uomini fumavano allegramente nel salotto accanto.
Scrivo queste righe mentre ripenso a Senso, di Luchino Visconti. Certo, là il teatro era La Fenice di Venezia e l'Italia stava attraversando un periodo un po' difficile, ma più o meno anche alla Scala di Milano succedeva così, penso.
Se così non fosse, prendete quanto avete letto qui sopra come un racconto dai toni ingialliti.
Nella speranza di avervi fatto sognare, Valeriona a parte, vi saluto e alla prossima!



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