lunedì 23 luglio 2012

Poeti a voce 2: Ora d'aria

Venerdì 13 luglio sono stata invitata da una mia amica a vedere lo spettacolo del Teatro delle Selve, conosco da qualche anno questa realtà teatrale ma non avevo mai visto nessuna sua produzione, quindi ho accettato subito la proposta visto che finalmente ero libera da impegni vari ed eventuali.
Il Teatro delle Selve è noto per i teatri andanti e onestamente, non avendo mai partecipato a spettacoli di questo genere non sapevo bene cosa aspettarmi, non essendo poi nemmeno un'esperta di teatro avevo poche idee e ben confuse.
Indecise riguardo il luogo della messa in scena, a causa di un tempo più indeciso di me e della mia amica abbiamo provato a vedere se per caso fosse al chiuso allo spazio musei di Armeno come segnalato sulla locandina, invece nonostante le goccioline che cadevano dal cielo, gli attori del Teatro delle Selve hanno sfidato tutto per mettere in scena lo spettacolo nei luoghi originali: presso casa Locati, sede del Teatro delle Selve.
Devo ammettere che visto al chiuso uno spettacolo di questo tipo avrebbe reso molto meno, non che ci fossero scelte sceniche eccessivamente incidenti, ma è l'iniziare lo spettacolo in un luogo e terminarlo in un altro che rende tutto questo unico.
Appena arrivate a Casa Locati Franco Acquaviva ci ha indicato di raggiungere una piazzetta da cui appunto sarebbe cominciata l'avventura o meglio, la mise en scène, là ci ha raggiunti la moglie, Anna Olivero che ha dato il via alle danze introducendo lo spettacolo che avremmo visto di lì a pochi minuti. Come recitava il titolo, avremmo avuto a che fare con testi scritti da poeti, Fausta Squartiti e altri suoi amici si erano dilettati a scrivere questo copione.
Siamo partiti al seguito di Anna attraverso le piccole viuzze ciotolate di Vacciago (Ameno), luoghi meravigliosi che abbracciano il magico Lago D'Orta e che a mio parere dovrebbero essere rivalutati. In pochi minuti siamo tornati a Casa Locati, sulla balconata sopra l'androne della casa, alla quale pendeva una bandiera italiana con tanto di stemma sulla parte bianca, ci attendeva il primo attore che dopo un discorso d'introduzione ci ha accolti e fatti entrare con un "Trasite!".
Siamo così giunti nel cortile della casa dove ci attendevano delle sedie e in mezzo al cortile di fronte al pubblico su un'alta pedana c'era seduto un uomo intento a scartare cioccolatini e a leggere le frasi contenuti in esse. Li scartava per il puro gusto di scartarli, ne mangiava uno ogni tanto: era chiaro che non fosse il cioccolato il suo primo interesse. Alle sue spalle c'era una maschera molto particolare.
Dopo esserci accomodati, dai quattro angoli del cortile sono entrati in scena i quattro attori, i volti coperti dalle maschere, gli abiti neri, ognuno era in cerca di qualcosa, di qualcuno. Hanno preso il loro posto due da una parte e due dall'altra del primo individuo mangiatore di cioccolatini. Ognuno di loro ha iniziato a prendere la parola: c'era chi cercava i genitori nella tivù, chi cercava la patria, chi era in cerca della madre e chi cercava l'amore. Erano pensieri, che si incrociavano a volte si toccavano, altre si allontanavano. 
I dialoghi erano scanditi da frasi fatte, retoriche, lette dalle carte dei cioccolatini.
Uno spettacolo molto interessante che ha fatto riflettere molto, legato all'attuale società e in particolare ai suoi difetti, ai suoi affetti e valori a volte vuoti o privi di fondamenti. Era un'Ora d'aria, come recita il titolo dello spettacolo, un ora in cui ognuno di loro poteva urlare i propri sgomenti, le proprie paure, le proprie vicissitudini. 
Mi complimento con i poeti che hanno scritto il testo, ma anche con gli attori che hanno prestato voci e corpi a questi personaggi. 

Ora d'aria

scherzo teatrale a più voci di Gaetano Delli Santi, Mariella De Santis, Valerio Fantinel, Anthony Robbins, Evelina Schatz, Fausta Squatriti. Con F. Acquaviva, A. Olivero, G. Delli Santi, V. Fantinel, E. Locatelli, E. Schatz, F. Squatriti. Coordinamento: F. Acquaviva. Le maschere di scena sono un’opera originale di Fausta Squatriti.

Sinossi

Uno “scherzo” teatrale a più voci scritto per l’occasione e presentato in esclusiva  a TEATRI ANDANTI. “Ora d’aria” è il momento in cui sei personaggi alla ricerca di qualcosa - dell’amore, della propria madre, dei genitori, della patria – s’incontrano in uno spazio che dà loro la libertà, per un’ora, di dare sfogo a speranze, disperazioni, racconti, tic, manie. E’ solo un momento però, trascorso il quale tutti i personaggi torneranno nelle “celle” della loro quotidiana inanità.

I poeti che hanno scritto insieme questo testo sono anche amici tra loro; sono parte di un ideale gruppo amicale in grado di assicurare  il pubblico che, qualsiasi sia il risultato del  lavoro proposto, questo è stato creato divertendosi, ma con rigore. Un esperimento, sulla scia dei maestri dadaisti e surrealisti, che ha rivelato esiti imprevisti,  guidati con la logica legge dell’assurdo, che tutto ricompone in una storia ordinaria.

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