venerdì 7 ottobre 2011

Notre Dame de Paris

Sono passati ormai 10 anni da quando per la prima volta il primo Gringoire ha intonato sui palchi più importanti di tutta Italia il celeberrimo "Tempo delle cattedrali", 10 anni ricchi di grandi successi per Riccardo Cocciante che prima con Notre Dame de Paris e poi con Giulietta e Romeo ha contagiato tutti con le sue note. 
Naturalmente non è solo la musica a colpire di questo spettacolo, ma è l'impianto scenico che per noi Italiani è qualcosa di "mai visto prima".
Cocciante però non li chiama Musical, ma Opere Popolari.
Venerdì 30 settembre, dopo 10 anni di attesa, ho avuto la fortuna di vedere finalmente dal vivo Notre Dame de Paris: penso non ci siano parole degne che possano raccontare lo splendore, la maestosità di questo spettacolo e della macchina scenica.
Scrivere l'ennesima recensione su questo spettacolo potrebbe essere rischioso, molto probabilmente si dice qualcosa di già sentito oppure si dice altro che magari la maggior parte del pubblico non apprezza. Penso non sia da mettere in discussione la genialità di Cocciante e del suo librettista Luc Plamondon sono obiettivamente senza pari in Italia, dove da anni non esistono produzioni made in Italy che possano reggere il confronto con i loro prodotti.
Fin dalle prime note si viene trasportati in un mondo meraviglioso in cui ti viene voglia di cantare e di ballare, si rimane con il fiato sospeso sia quando cantano i cantanti, sia quando gli acrobati danno il meglio di sè regalandoci numeri quasi circensi.
Non ci sono più i ben noti Lola Ponce e Giò di Tonno, ma il secondo Cast non è di certo una seconda scelta, anzi, in alcuni casi si tende a preferire le tibriche di questi attori rispetto ai precedenti interpreti. Certo, se si finisce sotto le grinfie di Cocciante e del suo staff, bisogna davvero essere bravi, bisogna essere delle macchine da palcoscenico, precisi fino ai minimi dettagli.
Purtroppo mi è impossibile fare un confronto tra la prima e la seconda edizione dal momento che ho assistito solamente alla seconda dal vivo, mentre l'altra l'ho vista in televisione, ma credo che bene o male le cose cambiate siano pochissime e comunque poco rilevanti rispetto alla struttura complessiva dello spettacolo.
Apice della serata, a parere mio, è il numero in cui vengono introdotte sul palco le campane, credo sia impossibile descriverlo in modo da spiegarvi quello che si prova, però vedere tre campane, ondeggiare sospese nel vuoto, con gli acrobati che si esibiscono in piedi su di esse...è qualcosa di magico!
Negli anni in molti hanno provato ad affibiare ai prodotti di Cocciante l'etichetta musical, ma, lui si è sempre risentito, a causa della diversa impostazione di base che hanno le sue opere rispetto a quelle della West End o di Broadway. Si tratta di Opera Popolare, prossimamente vi spiegherò anche il suo significato, o per lo meno come la interpreto io. 
Un ultimo appunto riguardo il teatro in cui ho visto lo spettacolo. Originariamente il "tributo" doveva andare in scena a fine giugno a San Siro, la data è stata posticipata a settembre presso il Teatro Arcimboldi, che per capirci velocemente è dove registrano Zelig, situato in zona Bicocca a Milano. Penso che la visione di questo spettacolo all'aperto, sia un'esperienza unica, ma la produzione riteneva poco adatto uno stadio vista la ricorrenza. Letta tra le righe: non avevano venduto tutti i biglietti, cosa che si è dimostrata vera dal momento che venerdì sera c'erano molti posti vuoti! 
Per il resto vi saluto e vi chiedo scusa per aver impiegato una settimana a scrivere questo brevissimo post.

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