venerdì 5 luglio 2013

L'uomo d'acciaio - Man of Steel: recensione!

Una parola: delusione. Sì, credo sia questa l'espressione più adatta per descrivere il mio stato d'animo post visione del nuovo Superman, oh scusate, L'uomo d'acciaio.
Speravo nel filmone DC che mi avrebbe appassionata a questo personaggio.
Speravo di
trovare una storia avvincente.
Speravo.
Poi l'ho guardato.
Comincia con un parto, la madre naturale di Kal-El lo sta mettendo al mondo, i bambini su Krypton non nascono in modo naturale da anni e anni. Quel bambino nasce in un momento tragico, sono gli ultimi giorni di Krypton, ecco perché una madre un padre si vedono costretti ad allontanarlo da loro e a mandarlo sulla Terra. Fino a qui niente di nuovo. I cattivi-super-cattivi capitanati da Zod ci sono, si fanno il loro millennio (?) sabbatico in un buco nero e poi risbucano sulla terra quando Superman ha 33 anni. E già qui casca l'asino. Anzi, il supereroe.
33 anni. Chi altro si immolava a 33 anni? Ora, non voglio scandalizzare i cattolici benpensanti, perché io per prima sono credente, ma non è la mia fede ad avermi fatto fare quest'associazione. Un sacco di critici lo hanno detto e scritto. 
Insomma: Superman diventa Superman a 33 anni. Molto bene. 
Incontra il padre in una navicella nascosta sotto una montagna ben 20.000 anni fa. Il tutto era ovviamente stato scoperto dall'esercito americano che aveva già messo il luogo sotto isolamento e ri-ovviamente nello stesso luogo c'è anche Lois. Molto bene. Dopo parliamo di Lois. 
Torniamo alla navicella.
Sta cosa nascosta sotto la montagna nasconde il fantasma di Jor-El il babbo di Kal-El-che-bel! (Scusatemi!). Insomma il fantasma, che è ovviamente (abuserò di questa parola, sappiatelo) più figo di quello del babbo di Amleto, è lì grazie a una fantastica penna usb, o un suo prototipo kryptoniano su cui c'è stampata la S, Clark/Kal conosce così suo padre e conosce il suo simbolo: la famosa S che significa SPERANZA. Perché su Krypton la parola speranza comincia con S, come in Italia, figo no? No, perché quella simpaticona di Lois, che onestamente temevo si mettesse a cantare qualcosa in stile Enchanted, gli fa notare che sulla Terra quella è una S: "Da noi è una esse!". Bravissima, nobel al dialoghista per questa battuta.
Insomma Superman trova simbolo, costume e spasimante da salvare, si perché Lois in tutto il film è buona solo a fare danni e a farsi salvare all'ultimo da Superman. Ovviamente.
La storia prosegue, c'è una bella dose di flashback dove scopriamo che Kevin Kostner è il padre putativo di Kal-el e ha chiamato il figlio Clark che di cognome fa Kent e abitano tutti insieme appassionatamente in una fattoria nel Kansas, hanno un cane di nome Pippo e quando c'è l'arcobaleno cantano "Somewhere over the rainbow..." e ovviamente odiano i tornado.
(Tagliate il pezzo di Somewhere...)
I tornado  Anzi, il tornado e il cane, che non si chiama Pippo. Scena: la famiglia Kent è sul tipico mezzo di trasporto del Kansas (pickup) e mentre sono in coda (famoso traffico della campagna del Kansas) arriva un tornado. E fino a qui, cioè fino al tornado, ci crediamo pure noi. Cosa succede a questo punto?
Ovviamente tutti fuggono dalle loro auto e si mettono al riparo 3 metri prima dove c'è un ponte, che prima non c'era. Però...il cane! Il povero, piccolo cane rimane in macchina. Ora va bene che ci spiace che gli animali soffrano, ma sta scena è penosa. Mr Kent va a prendere il cane, ovviamente sulla macchina è caduto un catorcio trasportato dal tornado e non è la casa di Dorothy, la macchina si "smaciulla", ma è il padre di Clark, salva il cane, esce e...fissa il figlio. Non corre, no, gli dice che non vuole essere salvato, deve lasciare che gli eventi abbiano il loro corso. Tre minuti in cui tu dici: "Cavolo, corri e salvati!". No. In tre minuti Clark capisce il perché della sua esistenza, mentre lo spettatore manda a stendere gli sceneggiatori. Ovviamente sono scelte.
La storia prosegue, i cattivoni ormai hanno trovato la retta via e sono usciti dal buco nero, si sono decongelati e vogliono Kal-El-quanto-sei-bel!
Sono disposti a tutto perché dentro di lui Lui-Jo ha depositato gli schizzi per la nuova collezione moda estate 2014.....oh no, scusate Jor-El ha codificato il DNA di tutti gli abitanti di Krypton (fotogramma di globuli rossi...). Kal-El doveva essere il tramite tra le due razze: i kryptoniani e gli umani: cheffigata!
Zod-il-cattivo, che vuole ovviamente conquistare il mondo e farne quello che vuole lui, vuole prendere Superman per questo benedetto DNA. Superman però tra un salvataggio della madre, della fidanzata cretina, una distruzione di mezza città e di una industria che sembrava la cugina di una centrale nucleare, ha capito come risolvere la situazione. Aggiungerei: ovviamente!
Dimenticavo, in mezzo al caos ovviamente era stato coinvolto anche l'esercito americano.
Per farla breve (che sennò sto post diventa un poema) Superman esclama una cosa tipo: "la navetta con cui sono arrivato utilizza la propulsione fantasma che è la stessa che usa il nostro super nemico, quindi se noi mettiamo una navetta contro l'altra, generiamo un buco nero dove far finire dentro quei cattivoni dei kryptoniani e io vinco!" E tu non fai in tempo a dire: "Da dove gli è uscita?" che il militare-capo accetta la proposta e lui ammiccante dice a Lois di allontanarsi un "pochino" perché deve alzarsi in volo. Ovviamente.
Da qui in avanti, gli ultimi 30 minuti di film sono la fiera delle battute.
Tra le tante è bene ricordare:

Lois: "Sai, dicono che dopo il primo bacio è tutto in discesa"

ClarkSuperman: "Sicuramente vale solo quando baci un umano" 

Le esperienze di Clark!


E ancora:
Clark/Superman: "Tu sei un mostro Zod!"
Che prosegue con un "E io ti fermerò!"
Per concludere con:
Zod: "Può finire solo in due modi Kal, o con la mia morte o con la tua!" 
Ovviamente.
La fiera dell'ovvio.
Insomma, tra battute ovvie e ovviamente vari si arriva alla fine quando Zod ovviamente perde, la città viene ovviamente demolita, gusto autodistruttivo degli americani, e ovviamente Superman si allea con l'esercito americano.
Finalmente dulcis in FINDUS dopo 130 minuti di ovviamente...Clark torna con la madre sulla tomba del padre. Ovviamente in questi luoghi si svolgono i discorsi della vita.
"Cosa farai ora?" domanda in soldoni la madre.
"Un lavoro che mi permetta di tenere le orecchie ben aperte" risponde Superman.
Ovvero?
Cioè lo so che fa il giornalista, ma con un movimento di camera studiato ad hoc arriviamo in ufficio al Daily Planet, vediamo il viscido collega di Lois provarci con lei e poi Clark in giacca, cravatta e occhiali. Ovviamente ci sarà un sequel e forse si cambierà nella cabina telefonica.
L'unica cosa che ha capito Superman in questo film...è che le mutande deve metterle sotto il costume.
Ovviamente non mi è piaciuto molto. Spero che a voi sia andata meglio.
Ovviamente siete liberi di commentare, nel bene e nel male.
Scusate la mia ovvia prolissità e ovviamente ci si dà appuntamento al prossimo post.


P.S. So che Clark Kent abita nel Kansas, non vorrei mai che qualcuno mi prenda per pazza. Solo che potevano fare un bel film, invece hanno preso un pacchetto di stereotipi e lo hanno riversato in una sceneggiatura e quindi in un film. Tutto sommato mi spiace. Solo che...è davvero difficile dire che sia un buon lavoro. Per lo meno...dal mio punto di vista, ovviamente! 

2 commenti:

  1. Ovviamente anche a me ha fatto pena.
    A parte un amore che NON SI SA quando sia scoccato (sarà stato il merdaviglioso naso di Amy Adams, forse?), un prototipo di penna usb veramente figo e dei direttori del doppiaggio che evidentemente hanno sentito come parlano i miei fratellini, il problema più grande del film è IL FINALE.
    Che poi, non è un finale. La supermegabattagliacoicontrocazzi mi ha nauseata. Seriamente, ero l'unica che all'ennesima autobotte che finisce nel palazzo voleva alzarsi e andarsene? Va bene che siamo in America, ma porca miseria, BASTA distruzioni.

    Era stato lodato, innalzato come "ll nuovo Batman", ma, diciamocelo in faccia, come Nolan e la trilogia del Cavaliere Oscuro non c'è niente. Soprattutto, non c'è questo.
    Il mood scuro, dai colori malati... si addice di più a Batman che al fighissimo, multicolor Superman! Andiamo, uno che ha un costume rosso, blu e giallo non può essere triste, pieno di insicurezze, perennemente perseguitato da se stesso come QUESTO Superman. Non ci siamo.
    Che poi, IL COSTUME! L'ultima moda del pitonato.

    Niente, posso dire che la scena che mi è piaciuta di più è stata quando Lois (chi? Ah, sì, quell'essere insignificante ai fini della storia!) si è fatta quasi ammazzare dal guardiano della navicella. Aaah, che bel momento.

    Si ringrazia comunque l'affascinante presenza di Clark Kent/Superman e il superbo magnetismo di Russel Crowe, che salva capra e cavoli.

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