martedì 20 dicembre 2011

The Artist

Quando racconto che alla triennale ho scritto una Tesi di Laurea riguardante una casa cinematografica del cinema muto, nello specifico la United Artist, la maggior parte della gente sorride, altri mi dicono simpaticamente che ormai al cinema va "di moda" il sonoro, altri ancora mi ricordano che esiste il 3D.
Simpatici!
Da una settimana a questa parte però, o meglio ancora dal festival di Cannes di quest'anno il cinema Muto è tornato in mezzo a noi. Ebbene sì, Hazanavicious ha realizzato una pellicola interamente muta intitolata The Artist, ambientata a partire dal 1927 nella Hollywood che fu.
Diatribe tra muto, sonoro e 3D dei nostri tempi è interessante notare come Hazanavicius ci racconta il 27 e cosa sceglie di raccontarci di quell'epoca, che già altri film hanno cercato di mostrarci come ad esempio il ben noto Cantando sotto la pioggia. 
Innanzi tutto sceglie di fare un film muto a partire dal 1927, è noto che da quell'anno i film muti iniziano via via a scomparire perchè ritenuti vecchi, eppure Hazanavicius usa la lingua delle espressioni e dei segni per dire quello che in quegli anni si diceva solo con il sonoro. 
La storia raccontata forse è banale, ma quello che non la rende affatto scontata è il contesto, i volti, le scene.
Mi risulta difficile scrivere una recensione nuovamente su questo film perchè rischio di ripetere le cose che ho già detto nel post per il sito Virgole nelle Virgole. CLICCA QUI PER LEGGERLA!!!
Posso solo continuare a ripetere alla nausea che The Artist è un film geniale, una dichiarazione d'amore al cinema muto, Hazanavicius è riuscito a giocare con l'estetica degli anni 20 senza snaturarla, senza strafare. Tutto è costruito attentamente, ogni cosa sulla scena ha un suo perchè ed è lì per parlare, per raccontare, come accadeva nell'epoca del muto.
Mi sento di dire, da studentessa di cinema, che non bisogna spaventarsi davanti alla visione dei film muti, anzi! Bisogna sedersi e ammirarli, come quando andate al Louvre a vedere la Gioconda. Dovete scrutarli, fermarli, scomporli e pensare: "Come facevano in quegli anni a fare tutto ciò?".
Non dobbiamo percepirli come se fossero alieni, anzi, essi ci raccontano epoche, storie, sono parte delle fondamenta degli attuali film che vediamo nelle sale, il cinema muto non è lontano da noi!
Siamo una società bombardata da suoni e immagini. Ogni film deve essere in dolby, lo spettatore deve sentirsi in mezzo alla scena, le esplosioni vengono intensificate, spesso a discapito dell'immagine. Il cinema è immagine in movimento, quindi prima di tutto è da vedere, poi certo è da sentire. I registi bravi non sono quelli che dicono tutto con i dialoghi, ma sono quelli che scrivono con la macchina da presa, con le scenografie, gli allestimenti, i volti degli attori, i vestiti. Il sonoro a volte è superfluo, proviamo a metterci i tappi e a guardare la realtà, tutto potrebbe sembrarci molto diverso. 



2 commenti:

  1. fantastico commento!
    Pienamente d'accordo con quello che hai scritto..
    Sto seriamente pensando di fare la mia tesi di laurea (frequento il DAMS) su questo film.
    Davvero GENIALE!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da Damsiana uscente, ti dico che potrebbe essere davvero una bella tesi di laurea! =)

      Elimina

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