mercoledì 1 giugno 2011

THE TREE OF LIFE

Volevo fare un post sul film vincitore della palma d'oro a Cannes, The Tree of Life di Malick, visto che è da una settimana ormai che l'ho visto, ma dopo aver letto le recensioni dal sito GLI SPIETATI mi è venuto un attacco di "oh cielo non sono in grado di dire cose così spettacolari su questo film" e quindi ho chiuso blogger.
Successivamente ho chiuso il sito degli Spietati e ho fatto un attimo mente locale sul film e ho deciso di scrivere ugualmente un post che preannuncio sarà noioso, sciocco, pieno di luoghi comuni e praticamente inutile. Lo scrivo solo per mettere un nuovo post sul blog in modo che la gente passi a trovarmi.... ceeeeerto!
Scherzi a parte, tornando al film in questione e rimuovendo momentaneamente quello che ho letto su di esso, devo dire che la prima sensazione quando sono uscita dalla sala è stata piuttosto...ZEN. 
Probabilmente ero l'unica a pensarla così visto che dopo mezz'ora di film due persone si sono alzate e al termine, quando ancora scorrevano i titoli di testa, i miei vicini hanno iniziato a sbuffare e qualcuno nelle file posteriori classificava il film come un'immensa cagata (piccoli sosia di Fantozzi che recensiscono i lontani parenti della Corazzata Potemkin!). Ora, visto che mi trovavo al Cinema Massimo di Torino, speravo che il pubblico presente in sala fosse cosciente che: non è un cinema qualsiasi che ospita pellicole qualsiasi, ma forse non lo sapevano.
Certo, non è un film per tutti, è un film che fa riflettere, mette dubbi, scruta nel profondo, mette in gioco fede e ragione, famiglia, affetti, rispetto, sentimenti, crescita, creazione, mondo, città, periferia, grattacieli, foresta... è un film costruito su contrapposizioni, modi di essere, modi di vivere, modi di credere, modi di agire.
E' un film che vuole farsi guardare, vuole parlare attraverso le immagini. E' un film che torna all'essenza del cinema e prova a raccontare stati d'animo, pensieri e sensazioni attraverso le inquadrature, attraverso i luoghi, attraverso immagini sensazionali che ci raccontano la creazione del mondo.Visto che non è del tutto sensato raccontare la storia del film, provo a rendervi l'idea attraverso l'alfabeto e chiedo scusa se sparerò delle boiate, ma questo è quanto ho percepito dopo la prima visione.

ACQUA: sono moltissimi i momenti in cui questo elemento viene raccontato ed utilizzato nel film. Esso rappresenta l'origine di tutto: della vita, nel momento della creazione e anche nel momento della nascita, ma è anche elemento di morte, quando muore l'amico dei tre ragazzi. Esso sembra quasi un elemento da cui tutto nasce a cui tutto torna. Pensiamo anche all'immagine finale del film, dove i nostri attori camminano sulla spiaggia, bagnata da questo mare infinito.

BAMBINI: sono tre i protagonisti di questo film, figli dei coniugi O'Brien, sono la gioia della mamma e l''orgoglio del papà. 

CASA: essa ci racconta molto della famiglia, è un luogo sicuro, un punto a cui tornare, un luogo anche da curare, da pulire. Un punto di ritrovo segno di unione della famiglia.

DIO: spesso viene chiamato in causa, non solo con le parole, ma anche con le inquadrature. Sono numerosi i momenti di controluce, incentrati principalmente quando al centro dell'inquadratura troviamo la mamma: alle sue spalle vediamo spesso, soprattutto quando si tratta di esterne, il sole che ci rimanda fortemente a Dio. Dio è anche l'essere che abita in cielo, quante volte la mdp scruta il cielo azzurro arrampicandosi lungo gli alberi o lungo le superfici riflettenti dei grattacieli.

EDUCAZIONE: il papà tiene molto all'educazione dei suoi tre figli, tanto da imporre in casa un clima quasi da caserma, dove nessuno può parlare se non è interpellato da lui. Il mondo è crudele e quest'educazione insegnerà ai figli come si sta al mondo e come ci si fa rispettare.

FAMIGLIA: il film fondamentalmente è la storia di una famiglia, con i suoi alti e bassi, con le sue sconfitte e le sue vittorie. E' una storia di amore ed odio di un figlio nei confronti del padre.

GRATTACIELI: hanno fortemente preso il posto delle piante su cui si arrampicavano a mani nude da piccoli, come se volessero quasi raggiungere il cielo, quel cielo dove abita Dio. Ora il più grande dei fratelli si "arrampica" sui grattacieli grazie a degli ascensori. "Fammi vedere quello che tu vedi" dice Jack, Sean Penn. Forse quell'arrampicarsi, quel salire in alto, ti porta a vivere il mondo da un'altra prospettiva, che ricorda un po' quella di Dio, che vede dall'alto.

HOUSTON: è la città dove il figlio grande lavora e vive. Gli alberi alti che circondavano la sua casa ora sono i grattacieli che

INSIEME: è questo il concetto del film, il ritrovarsi ancora insieme alla fine. Alla fine di tutto, nonostante tutto. 

LAVORO: è la causa della prima sconfitta subita dal padre. Egli lungo tutto il film ci sembra una roccia, il self made man capace di resistere a qualsiasi intemperia, la pianta ben radicata che non si fa abbattere da nulla. Eppure anche lui ad un certo punto viene colpito e a causa del suo lavoro la famiglia è costretta ad abbandonare la casa per trasferirsi da un'altra parte. 

MORTE: come la vita è molto presente nel film, uno dei fratelli muore dopo poco e la sua morte è al centro dei pochi dialoghi dei personaggi. Muore un amico dei ragazzi, vediamo che c'è stato un funerale. E' difficile da accettare, ma è anche un passaggio fondamentale che permetterà a tutta la famiglia di riunirsi e di tornare insieme.

NIENTE: niente, nemmeno la morte riuscirà mai a dividere questa famiglia.

ODIO: è il sentimento che i figli provano nei confronti di questo padre severo e molto cattivo che anche quando manifesta i suoi sentimenti di amore verso i figli lo fa manifestando una certa violenza fisica di abbracci eccessivamente veementi e ricchi di forza brutale.

PIANTE: sono numerosissime quelle che si vedono in questo film, una pianta viene anche piantata dal padre e dal primogenito dopo la nascita del secondo figlio. Le piante sono radicate al terreno, quella terra che per loro è madre, è vita, è casa. Uomini come piante sembra quasi suggerire il film.

QUALSIASI: qualsiasi cosa accada, in qualsiasi luogo tu ti trovi, è impossibile dimenticare quelle radici che ti tengono fortemente legato alla tua famiglia.

RELIGIONE: il tema religioso è fortemente presente nel film, a parte le scene di messa, preghiera o visite alla chiesa, Dio, come ho già detto, viene citato spesso e con lui anche tutti i dogmi e gli insegnamenti che la signora O'Brien, la madre, ha ricevuto da bambina dalle suore.

SILENZIO: non è un film molto parlato. Le battute di dialogo sono poche e concise. Il silenzio ci accompagna per buona parte del film, non un silenzio totale, ma accompagnato da musiche che trasportano lo spettatore in una fase riflessiva che lo porta a domandarsi il significato di quello che sta vedendo.

TERRA: madre generatrice, come l'acqua.

UNIONE: è fortissimo il legame che nonostante tutto esiste tra i membri di questa famiglia.

VITA: è lei la grande protagonista di questo film, vita del mondo, vita del singolo. Già la locandina (che ho inserito sopra) ci lancia un messaggio di vita: Brad Pitt, il signor O'Brien, è incantato nel vedere il piede del suo bimbo appena nato, il suo primogenito. La vita poi è anche citata nel titolo stesso del film.

ZEN: (utilizzo impropriamente questa parola solo perchè le parole con la Z sono difficili da trovare) è un po' questo quello che mi ha trasmesso il film. Spiego: quando sono uscita dalla sala non sono stata subito in grado di esprimere al completo un'opinione quello che avevo appena visto. Una signora dietro di me si è messa a sparare di tutto e di più sul regista, smontando ogni inquadratura. Io ho ascoltato e nel tragitto cinema-collegio ho chiacchierato un po' con la mia amica che era al cinema con me e sono giunta a queste conclusioni: secondo me un buon modo per guardare questo film è lasciarsi trasportare e soprattutto non aver paura di riflettere e di cercare significati in quello che si vede. Non è tutto dato in modo superficiale, anzi, il regista chiede molto a noi, chiede uno sforzo allo spettatore, chiede molta pazienza, ci chiede quasi di scavare per raggiungere le origini delle radici di questo film.
Apprezzo i film di questo genere perchè sono quelle pellicole che non si fermano alla sala cinematografica, ma ti accompagnano e dopo giorni ti rilasciano ancora delle piccole sensazioni.
Non me la sento di dare un voto da 1 a 10 a questo film, ma di certo vi consiglio di vederlo e rivederlo. Secondo me ad una seconda visione trasmette ancora di più!

Se volete opinioni più serie riguardo la pellicola, vi consiglio il sito de "Gli Spietati", ma vi invito anche a lasciare qui sotto i vostri commenti, i vostri insulti ecc. Grazie!


VOTO




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