giovedì 21 febbraio 2013

Ricatto d'amore: recensione!

Ogni tanto un film un po' più leggero non guasta, anzi.
Ieri sera facendo un po' di zapping mentre ero spaparanzata sul divano mi sono imbattuta nel film su Rai 1, Ricatto d'amore. Trattasi di una di quelle pellicole che di fatto sai già come vanno a finire, ma sei sei una sentimentalona romantica come me le guardi ugualmente, metti da parte il tuo snobbismo cinematografico imparato in cinque anni universitari (sto scherzando eh) e lo guardi. Ti concedi quelle scarse due orette con una commediola poco impegnativa che però ti fa sorridere.
Che poi, onestamente, sarà sempre la stessa roba trita e ritrita, ma ogni tanto le cose cambiano.
Iniziamo con la sinossi.

SINOSSI
New York le aspirazioni di un ragazzo, Andrew Paxton, che sogna un futuro nell'editoria, magari anche da scrittore, si infrangono contro le infinite vessazioni del suo capo, la classica donna tutto lavoro e niente divertimento. Il giorno in cui però il capo, Margareth Tate, rischia di essere deportato nel natio Canada per problemi di visto si presenta l'occasione per un matrimonio di interesse, operazione di certo rischiosa ma potenzialmente foriera della sospirata promozione. L'unico problema sarà tenere in piedi la rappresentazione senza che nessuno, nemmeno l'immigrazione, se ne accorga.
La commedia matrimoniale newyorchese, un vero e proprio genere a sè, va in trasferta in Alaska, dove risiedono i genitori dello sposo e dove si svolgerà gran parte del film (dopo l'opportuna introduzione cittadina). Retaggi indiani all'acqua di rose, beghe familiari di poco conto e un'evoluzione dei personaggi ai minimi storici tuttavia non inficiano eccessivamente la godibilità di un film diretto con gusto, ritmo e qualche guizzo.

Come avrete notato, niente di nuovo sotto il sole e nel panorama cinematografico, a parte questa storiella degli uffici della casa editoriale che rendono la questione leggermente diversa, ma sempre di ambiente lavorativo si tratta.
Onestamente apprezzo molto la Bullock come attrice, è effettivamente molto brava e anche Ryan Reynolds è apprezzabile e pure molto bello, in questo film sono ben assortiti come coppia e anche se in un primo momento sembrano estremamente agli antipodi, pian piano, ovviamente, riusciranno a trovare un modo per comunicare tra loro.
A fare da corona ai due, una pazza famiglia, dell'Alaska, i Paxton, capitanati da una nonna novantenne che sembra essere più in forze del nipote e della sua finta-fidanzata. Un personaggio interessante che darà un po' di brio alla storia e varierà un po' la trama che altrimenti risulterebbe troppo scontata e monotona. 
Margaret poi è la tipica donna in carriera che necessita di uno psicanalista, ha perso i genitori quando era sedicenne e non sa più cosa voglia dire avere una famiglia e avere qualcuno che ti vuole bene, la sua acidità sembra dettata da questo, infatti la gita a casa Paxton le servirà proprio per riscoprire se stessa e risistemare i conti con il passato.
Andrew, ovviamente, non va d'accordo con il padre, ma la nonna tutto fare riuscirà a sistemare anche questa cosa, insomma, la novantenne sembra un perfetto deus ex machina, che abbia scritto lei la sceneggiatura? Scherzi a parte, se avete voglia di una pellicola poco impegnativa, se non urlate di fronte alle cose già viste e riviste, se volete staccare un attimo il cervello, vi consiglio di guardare questo film.
Se vi reputate troppo seri e volete guardare solo pellicole impegnate, non necessariamente film muti giapponesi, ma semplicemente pellicole di un certo spessore: non guardatelo.
E poi non ditemi che non vi avevo avvisati.

VOTO:


P.S. Tre Chaplin è un buon voto, 
onestamente fa anche ridere come commedia, 
quindi scorre bene. 
Dai si può sopravvivere,
 ho sinceramente visto di peggio di questo genere!

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