giovedì 3 maggio 2012

Il principio di Jules Verne

Sapete quanto io sia rimasta folgorata da Londra, sapete quanto io ami questa città fin dall'età di 12 anni quando per caso rimasi intrappolata nel mondo magico di Harry Potter. Dopo esserci stata ormai più di un anno fa, sento di aver intrecciato con questa città un legame indissolubile. Come si può restare immuni al fascino della City? Penso sia impossibile.
Mi piacerebbe tornarci, ma attualmente non posso autofinanziarmi, visto che ho dirottato i miei risparmi su altro, quindi ho deciso di mettere in atto quello che io definisco: "Il principio di Jules Verne" l'uomo che scrisse "Il giro del mondo in 80 giorni" documentandosi non solo sulla base di esperienze personali, ma anche su molte ricerche effettuate nelle biblioteche, su libri, atlanti geografici e quant'altro.
Oggi l'atlante non va più di moda, ma quando ero piccola le maestre e poi i professori consigliavano di acquistare un buon atlante aggiornato in cui non c'era la Cecoslovacchia, ma c'erano la Repubblica Cieca e la Slovacchia e in cui L'URSS non era un mega colosso giallo (come sulla cartina che avevo appesa in classe alle elementari) ma era un agglomerato di stati perfettamente distinguibili dai colori e dai netti confini geografici. 
Oggi se voglio sapere dove si trovi Bangkok basta che accendo il pc, vado su google, digito Bangkok e subito ecco apparire centinaia di migliaia di risultati, seleziono google maps e posso vedere Bangkok in tutto il suo splendore, grazie alle fotografie che ti permettono di "camminare" per strada.
Ecco un buon modo per fare il giro del mondo in un click, per andare a Londra a camminare sulla Oxford Street, a guardare i leoni a Trafalgar Square, la cattedrale di Saint Paul e Westminster, per poi saltare sulla Walk of Fame e arrampicarsi sul monte Rushmor, finire in mezzo alle cascate del Niagara senza bagnarsi, osservare gli Champes-élysées nel loro intero splendore, Versaille, il Don, Santa Sofia e i suoi minareti, le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, il tempio di Buddah, la grande muraglia cinese e Tokyo con le sue architetture, le Red Rocks e la Sydney Opera House, Broadway e i suoi teatri, il grattacielo della Crysler, il Cristo con le braccia spalancate a Rio, il Colosseo, la Torre di Pisa, i templi Indù, il parco Kruger...insomma, Google Maps ha reso il mondo visibile a molti, non a tutti perché per accedervi è sempre necessario possedere un qualcosa che ti permetta di collegarti a Internet. 
Penso che se Verne fosse vissuto ai nostri giorni, probabilmente sarebbe impallidito nel vedere quanto poco da immaginare era rimasto di questi luoghi, bello e brutto allo stesso tempo, come tutto.
Certo, a tutto ciò mancano le sensazioni legati agli altri quattro sensi: non si può toccare, sentire, gustare, annusare nulla di queste foto, si può soltanto vedere, ma...si può sempre sognare o rivivere. Sognare di poter un giorno visitare quel posto, rivivere luoghi visitati tempo prima e ricordare quanto era bello passeggiare lungo la Senna o il Tamigi, osservare un tramonto sulla riva dell'oceano a Sydney o in California. 
Comunque sia, in tempo di crisi...ci si può anche rifare gli occhi così no?

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