domenica 15 gennaio 2012

Claudio Magris

Giovedì scorso, 12 gennaio 2012, nel mio Collegio c'è stata una serata revival, è tornato infatti a "casa" un uomo che in collegio ha trascorso i suoi cinque anni di studi Torinesi: Claudio Magris.
E' stato bello vedere e ascoltare come egli, Triestino, ha deciso di studiare a Torino, ha scelto lettere piuttosto che cinema a Roma e poi ha seguito la strada delle letterature germaniche.
E' stato bello sentir parlare della Torino che fu...quando negli anni 60 si andava al cinema a vedere Fino all'ultimo respiro di Godard, ci si arrabbiava di fronte a coste scontate, si fondavano riviste, i giovani avevano maggiore fiducia nel futuro, non si parlava così tanto di fughe di cervelli all'estero.Laureatosi a Torino in letterature germaniche con una tesi intitolata: Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna, ha ottenuto quindi, dopo tutto il percorso richiesto dal caso, titolare della cattedra di letterature germaniche prima a Torino, poi a Trieste. Nel 2007 è stato anche nominato come possibile vincitore del Nobel per la letteratura.
Io e le altre mie amiche presenti in sala al sentire questo racconto, essendo tutte iscritte a facoltà umanistiche (lettere, filosofia e dams cinema) ci siamo domandate se quella Torino esiste ancora. La domanda è stata fatta anche a Magris: quella Torino non esiste più, ma nessuna città italiana ha preso il suo posto, perchè Torino è diventata quella Torino solo in virtù di ciò che ha vissuto. 
Torino certo non ha l'importanza di Milano, eppure di storie ne ha da raccontare anche lei, storie di sogni realizzati, storie che hanno rivoluzionato il pensiero e le ideologie politiche italiane. 
Magris ama Torino e le sue parole lo fanno capire senza dubbio. Quando scriveva andava da Fiorio, in via Po, aveva il suo tavolo, amava scrivere in mezzo alla gente, certo non doveva esserci troppa confusione, ma il bello di lavorare nei bar è che subito capisci l'interesse che la gente ha per le persone che scrivono: nessuna. Insomma, diventa una palestra di vita. E ha ragione, cavolo!
Ora abita a Trieste, ma non può fare a meno di tornare nella sua Torino ogni tanto, per salutare i vecchi amici, per rivedere i vecchi luoghi. 
Un personaggio molto interessante, molto colto ma allo stesso tempo di un'umiltà incredibile, quasi spiazzante che sicuramente dovrebbe insegnare molto agli studenti di oggi. 

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