sabato 29 ottobre 2011

La danza macabra di Lars

Mercoledì sera sono andata al cinema con un'amica Torinese (Ida) e abbiamo optato per Melancholia.
Raramente guardo le critiche e le recensioni prima di andare al cinema, solitamente le leggo il giorno dopo, solo dopo aver provato a riflettere sulla pellicola utilizzando il mio cervellino. Questo film mi ha un po' disarmata. Innanzi tutto è da catalogare tra i film indefinibili, quelli che non puoi consigliare o meno, quelli che non puoi definire belli o brutti. E' un prodotto di Lars Von Trier, un perfetto puzzle fotografico-musicale-retorico-poetico-scientifico-religioso....il tutto alla Lars Von Trier. Non c'è niente che sia lasciato al caso. Ogni scena, ogni oggetto, ogni frase è pensato e strutturato per dare delle emozioni, per decidere se lo spettatore si angoscerà, tratterrà la lacrimuccia, si fermerà a pensare. Direi che questi tre ingredienti sono perfettamente parte del mega impasto di Lars (chiamiamolo così, in amicizia). 
La fine del mondo. 12/12/2012, ormai questa data ha influenzato tutto, quando la Barilla finirà le scatole dei 150 anni dell'Unità d'Italia, sfodererà quelle della fine del mondo con decorazioni in stile Maya. Barilla a parte, forse anche Lars ha voluto dire la sua sulla fine del mondo, Maya e profezie apocalittiche a prescindere. L'uomo da millenni si domanda, ahimè retoricamente: Esiste una fine del mondo? Come finirà il mondo?
Lars ha provato ad ipotizzare questo ma non dando una risposta, bensì ponendo una nuova domanda, molto sottile a mio parere: se sapessimo che stiamo per vivere il nostro ultimo giorno, come lo vivremmo? Con chi trascorreremmo queste ultime ore sulla Terra?
Le risposte possono essere ovvie, oppure folli; ognuno di fronte alle catastrofi reagisce in modo differente. Lars, per rispondere, parte da un dualismo, un doppio, Justine e Claire (che sono anche i due capitoli del film), due sorelle in conflitto. Claire sposata con John, presumibilmente scienziato, madre di Leo, donna apparentemente perfetta e solida come una roccia, ma incline ad attacchi di ansia. Justine, donna bellissima e apparentemente felice, in realtà ha seri disturbi psicologici, è vittima di una specie di depressione che la porta a trascorrere lunghe giornate a letto. Nonostante questo, Leo la chiama "Zietta spezz'acciaio", epiteto che sicuramente vuole raccontarci qualcosa sul suo carattere, ma che per quasi tutto il film percepiamo come ossimorico rispetto alle caratteristiche della donna.
La storia comincia con il matrimonio di Justine e Michael, un matrimonio in cui c'è una continua voglia di assentarsi da parte della sposa, un matrimonio con un ricevimento organizzato da altri a cui gli sposi arrivano in ritardo, un matrimonio non accettato dalla madre di Justine, la quale non crede in questa istituzione.
Matrimonio che purtroppo finisce ancora prima di cominciare a crescere a causa di Justine, incapace, a quanto sembra, di gestire le situazioni, di gestire la propria vita e le proprie scelte.
La malattia è uno dei protagonisti di questo film che si contrappone alla ragione della scienza che è incarnata dal marito di Claire, John; John sa che Melancholia, il pianeta che sta passando vicino al nostro, non colpirà mai la Terra, i calcoli lo dimostrano, gli scienziati lo sanno. Egli cerca di tranquillizzare la moglie attraverso le sue teorie, Claire è molto preoccupata per la minaccia di Melancholia e quello che dice il marito non le basta per calmarsi.
Melancholia, grande protagonista indiscusso di questa storia, è colui che detta le regole dell'intera vicenda, comparendo in modo quasi impercettibile al matrimonio di Justine, sarà lui a decidere le sorti dei nostri personaggi, quasi come se fosse una cattiva stella, un influsso in grado di modificare la psiche delle persone ma anche degli animali. Nessuno è immune, anche John, che come abbiamo detto, incarna la ragione, ad un certo punto vacillerà. Melancholia è la depressione, è la presenza/assenza della malattia nella psiche, quella che pesa dentro di noi come un pianeta, un macigno, ci colpisce, a volte sembra si allontani, ma spesso torna indietro e la seconda volta è più difficile scappare. La depressione è la malattia che ti porta alla morte, così come Melancholia, in caso di collisione con la Terra, distruggerà tutto.
Melancholia però ha anche il suo fascino, la sua luce blu intensa richiama Justine durante la notte che, denutatasi completamente, si stende sulla riva del fiume come se si trovasse al mare, il tutto sotto lo sguardo della sorella che rimane esterefatta da questo gesto, da questa volontà della sorella di accettare l'influsso del pianeta.
Una danza macabra che porta lo spettatore a grandi riflessioni.

Nessun commento:

Posta un commento

Se hai piacere, lascia un segno del tuo passaggio su Life in Technicolor! Grazie in anticipo!

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...