mercoledì 13 aprile 2011

Boris, Boris, Boris-->Boris il film!

Vi siete mai domandati perchè il 90% del cinema italiano che riempie le grandi sale è pressochè inguardabile e soprattutto estremamente volgare e ridondante?

Vi siete mai domandati perchè in Italia a Natale ci sono sempre e solo cinepanettoni, che da qualche hanno si sono anche messi il costume per occupare anche i cartelloni estivi?

Vi siete mai domandati perchè in Italia le commedie sono "all'italiana" nel senso che ogni tre inquadrature salta fuori una velina-schedina-gieffina-oca-valletta in costume estremamente succinto?

Vi siete mai domandati perchè in Italia i grandi divi non sanno più recitare, oppure si limitano a girare in mutande per mezza pellicola, o a gridare lungo tutto il film?

Vi siete mai domandati perchè in Italia dobbiamo continuare a sorbirci questo cinema?

La risposta a tutte queste domande la trovate nel nuovo prodotto del cinema italiano: BORIS.

Tratto dall'omonima serie televisiva prodotta dalla Fox, perchè era estremamente intelligente per reti come Rai e Mediaset che si concentrano su fiction come Un medico in famiglia (che smonterò prossimamente in un post) o Carabinieri, sbarca finalmente al cinema per criticare il cinema stesso.
In pochi avrebbero scommesso che il passaggio dal piccolo al grande schermo sarebbe riuscito così bene!
Boris però ce l'ha fatta mettendo in scena una critica intelligente del cinema Italiano, dei suoi "grandi attori" e dei suoi cinepanettoni. Riproponendo quello che succede nelle case di produzione che puntano a "fare gli artisti" quando di arte-cinema non ne sanno nulla. 

La storia, come già nella sitcom,  ruota intorno a Renè che, stanco delle solite fiction all'italiana dopo aver minacciato un suo passaggio alla concorrenza (pressochè inesistente sottolinea il suo produttore), decide di passare al cinema accettando di realizzare un film tratto da un libro, realmente esistente: La Casta.
Renè non è tipo da cinepanettoni e volgarità da "commedia all'italiana", da subito vuole fare un film impegnato, un film "alla Gomorra"; casualmente egli si ritrova a rimpiazzare proprio il regista di Gomorra, che ha lasciato ai produttori delle "pagine" importantissime per la realizzazione del film: una serie di schizzi in cui non si capisce assolutamente nulla e da cui subito balzano all'occhio disegni piuttosto volgari. Garrone come Fellini? No, di Fellini oggi non ce ne sono! Infatti le "pagine guida" entrano ed escono immediatamente dallo schermo per lasciare campo libero a Renè.
Dopo aver trovato una casa di produzione disposta ad investire su un film impegnato, Renè abbandona  la cara e vecchia troupe televisiva, perchè inadatta al grande schermo e inizia a collaborare con scenografi isterici e direttori della fotografia che si credono grandi artisti. Renè però capisce subito che il cinema impegnato non è semplice da fare! Nonostante gli abbiano procurato uno dei migliori direttori della fotografia e una diva famosissima (una simpatica imitazione di Margherita Bui) decide di mandare tutto all'artia e di richiamare i suoi vecchi amici della troupe televisiva. A questo punto però il film impegnato...non si riesce più a fare...e quindi? Quindi, purtroppo, si ripiega su altro...

La pellicola, della durata di 108' scorre senza intoppi, regalandoci momendi di delirio cinematografico-artistico, misti a pesanti critiche nei confronti del cinema italiano. I produttori di Medusa, o meglio il quinto di Medusa, è una scimmia, i registi abbandonano il set e si fanno sostituire dai colleghi tanto "basta solo dire motore-azione-stop e il film è fatto", gli attori vanno in paranoia perchè non si sentono nel personaggio, altri vengono sottoposti a ridicoli trucchetti per recitare meglio la parte. Insomma il cinema che Boris ci racconta è purtroppo il nostro cinema; minuto dopo minuto, personaggio dopo personaggio veniamo trasportati nel mondo infernale delle case di produzione italiane in cui il cinepanettone "vende" e tutti lo vogliono fare, mentre il film impegnato causa molti dubbi. Un mondo cinematografico  crudele in cui gli sceneggiatori sfruttano i ragazzi per scrivere la sceneggiatura e Piovani si gioca a poker l'oscar, un mondo in cui la macchina del cinema non si ferma nemmeno di fronte ad un funerale.

Boris ci dice che in Italia si vive troppo con l'idea del Principe di Salina: "Bisogna che tutto cambi affinchè nulla cambi". I titoli dei cinepanettoni cambiano, cambiano i luoghi geografici in cui vengono ambientati, ma le storie restano le stesse, le scene...anche!
Il cinema italiano deve cambiare, devono cambiare anche gli spettatori! Devono chiedere di più dalle pellicole che vanno a vedere! Devono chiedere film di cui possano essere orgogliosi! I mezzi umani in Italia ci sono, ci sono anche le idee, ne sono certa! Basterebbe solo qualche soldo in meno ai cinepanettoni e qualcuno in più al cinema impegnato. Anni e anni fa si producevano film comici per guadagnare i soldi per le grandi produzioni, oggi si producono cinepanettoni per incassare i soldi per spostarsi, l'anno successivo, in località ancora più strampalate...e realizzare un nuovo, volgarissimo ed inutile cinepanettone... che tristezza.
Beati i tempi in cui al nome de Sica si riconducevano solo i grandi capolavori del cinema italiano! 

VOTO


1 commento:

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