lunedì 18 aprile 2011

Di fiction in fiction

La televisione di stato, chiamata notoriamente Rai, in questi ultimi anni si sta fortemente impegnando per occuparci tutte le domeniche sera e anche qualche giorno della settimana con i suoi fantastici prodotti. In particolar modo sto parlando di Rai 1 e di tutte le nuove serie televisive, che in Italia si chiamano Fiction, oppure le mini fiction della durata di quattro puntate al massimo.
Siamo ad Aprile eppure la Rai quest'anno, grazie anche alla fortissima collaborazione con il cineporto di Torino e la Torino Film Commission, ha sfornato già diversi tele-panettoni o polpettoni che vantano sceneggiature imbarazzanti che nemmeno l'ultimo degli sceneggiatori di Beautiful può scrivere.

Le fiction di cui vi voglio parlare in questo post sono state girate un po' ovunque in Italia, alcune non le ho nemmeno viste interamente, altre le ho abbandonate per l'eccessiva prevedibilità della storia.
Faccio una piccola premessa, forse alla mia età dovrei aver più o meno capito il livello culturale della televisione italiana, eppure...spero sempre che dietro l'angolo ci sia qualche prodotto migliore rispetto alle sfornate precedenti. Purtroppo...non è proprio così!

Inizio parlando di: Paura d'amare.
Andata in onda  a fine dicembre 2010, avevo snobbato le prime puntate per dedicarmi al più ben noto NCIS su Rai2, che purtroppo terminava alle ore 22.30 e quindi per tirare notte, passatemi il gergo, cambiavo canale e capitolavo su Rai 1. Così mi sono imbattuta nelle vicende sentimentali di Mr Stefano Loi (Chiiii?????), il tipico uomo-vedovo, protagonista dell'80% delle fiction Rai, che si innamora, dopo varie vicissitudini, della tata dei figli. Non c'era un film, che era pure un musical, che aveva una trama simile? Qualcosa che in Italiano era stato tradotto con Tutti insieme appassionatamente? Oppure quella simpatica serie televisiva americana che si chiamava La Tata? Dejavu a parte, la fiction era quasi interamente (trasferimenti per vacanze a parte) ambientata a Torino, città che io amo, ma che diventava solo uno sfondo inutile alla storia. Non che per forza una città debba diventare protagonista di una fiction, però...vabbè, Torino a parte, è interessante notare il genio creativo che ha speso del tempo per scrivere quella storia. [minuto di silenzio]E qui mi fermo e non vado oltre...

Altro prodotto Rai che mi sono sorbita è stato Fuoriclasse, oltre al retroscena torinese, ero parecchio entusiasta di vedere due personaggi come la Litizzetto e Neri Marcorè impegnati in una fiction. Questa volta la storia reggeva di più, ma c'era un romanzo alle spalle, due addirittura! Quindi, se la narrazione non stava in piedi nemmeno in questo caso...[minuto di silenzio]! Non che avesse davvero a che vedere con la scuola di oggi, ma almeno c'era un po' più di genio creativo, intendiamoci: non troppo!!!

Prodotto che ci sta accompagnando ormai da anni e anni è il ben noto Un medico in famiglia, dove la storia originale è stata presa, ridotta a brandelli, bruciata e poi le ceneri sono state sparse al vento, anzi, alla Bora di Trieste. Quindi la Rai ha assunto delle scimmie ubriache che hanno provato a portare avanti la trama distruggendo, appunto, tutte le premesse delle prime stagioni, creando nello spettatore un forte senso di smarrimento (??) che a mio parere è da ricondurre principalmente al numero eccessivo di gente che entra e esce da quella casa-porto di mare. 
Come mai? Beh, ma è molto semplice. Non ne sono certa al 100% ma credo che le puntate delle prime stagioni fossero praticamente la trascrizione italiana del format spagnolo, poi, quando gli Spagnoli non hanno più scritto nulla, perchè diciamocelo, ad un certo punto non c'era più nulla da scrivere, l'Italia  ha pensato bene di portare avanti la storia. Ha fatto sposare e risposare Lele, facendolo diventare un Berlusconi del piccolo schermo (si può dire??) con tanti figli quanto una squadra di calcetto. "Eh, i Martini...." Si, il Martini mi sa che se lo sono bevuto a litri gli sceneggiatori!!!!! 
Ora siamo alla settima stagione, per quanto ce la meneranno ancora? Che poi, da quando hanno fatto morire Guido, al secolo Pietro Sermonti, perchè non era disponibile per la  settima stagione, che senso ha guardarlo ancora? Per non parlare della banalità dei dialoghi, delle situazioni imbarazzanti e pressochè prevedibili che costruiscono...e ripeto: serve un tom tom per capire chi è figlio di chi, fidanzato con chi, cornuto perchè, nonno di chi, parente di chi, zio di chi...


Ultimo prodotto Rai di cui vi voglio parlare oggi è quello che sta occupando da due settimane le nostre domeniche sera: il cugino montagnino di Don Matteo! Il titolo della fiction in questione è Un passo dal cielo. Detta così sul subito pensavo fosse una fiction su un santo, ma ben presto mi sono resa conto di aver sbagliato di grosso. Siceramente ho visto solo una puntata, quindi non voglio essere troppo carogna in merito. Posso solo dire che ho amato talmente tanto Terence Hill per i suoi film con Bud Spencer che ho fatto fatica anni fa ad immaginarmelo con la cotta da prete; quando iniziavo ad abituarmi al personaggio-Don Matteo (quella fiction a me piaceva e piace ancora!!!), la Rai ha pensato bene di vestirlo da boscaiolo, scusate, da uomo-della-forestale, che scendeva da cavallo e non da una bici e che alla fine di ogni episodio lanciava lo stesso pistolotto-messaggio in stile don Matteo. Probabilmente tra sette anni riuscirò ad accettarlo come uomo-della-forestale,  ma momentaneamente per me rimane sempre...don Matteo, così come Giulio Scarpati è Lele Martini... e tanti altri! Un attore involontariamente si porta sempre dietro i suoi trascorsi cinematografici! 
Due note ancora su questa fiction: una l'ambientazione a dir poco meravigliosa che ci porta a vedere il Trentino e le Dolomiti, e la scelta di inserire marche note all'interno della pellicola con fini pubblicitari. La famosa pubblicità indetta che in America se non sbaglio esiste da quando l'abbiamo scoperta, ma che in Italia è vietata dalla legge. Eh, i nostri politici non vogliono farci crescere in un piccolo "The Truman Show", che teneri!!!

Mi è piaciuta parecchio la fiction Atelier Fontana, ben fatta (nei limiti delle possibilità italiane) e sicuramente DA SOGNO, ringraziamo Micol Fontana per aver prestato alla Rai la sua vita interessante, perchè altrimenti sarebbe stato un fiasco! Scherzi a parte, l'ho apprezzata molto perchè non conoscevo questo atelier e sicuramente nell'anno dei 150 anni della nostra Patria è giusto ricordare chi ha fatto volare alto il nome dell'Italia, non solo in casa, ma soprattutto all'estero!

Concludendo, salvando un po' capre e cavoli, non è che tutti i prodotti della Rai facciano schifo, è che ad un certo punto bisognerebbe avere il coraggio di dire che Lele Martini ha fatto il suo tempo ed è ora che finisca la serie. Bisogna produrre nuove fiction più accattivanti e più giovani. 
Nonostante questo post sia "cattivello" nei confronti della televisione italiana, continuerò sempre a guardare la nostra fiction, perchè ho sempre dentro di me quella speranza di accendere la scatola nera e trovarmi un prodotto bello, simpatico e innovativo! Prendiamo ad esempio la sitcom Boris, è un prodotto italiano! In Italia le cose le sappiamo fare, è solo che c'è poca possibilità di farle! Passatemi il gergo poco aulico, ma è così!





1 commento:

  1. Ahahahah che ridere!Tra la bora di Trieste e il Martini bevuto tutto d'un fiato...nel mezzo c'è la nostra fiction e c'è veramente da ridere, per non piangere! Ahimè! Aggiungerei che noi paghiamo anche un canone che inspiegabilmente con gli anni lievita e contemporaneamente in modo inversamente proporzionale diminuisce il livello dei prodotti che ci propinano...Eccezione unica per Le sorelle Fontana, ma sono loro il sogno, la fiction si limita solo a rappresentarlo!
    Condivido se non si era capito:-D

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