venerdì 25 febbraio 2011

Il discorso del re

Riprendo a scrivere sul blog dopo la kermesse sanremese per ritornare alle origini, a uno degli argomenti principali di questa pagina: il cinema.
Ho scelto di tornare a parlare del grande schermo grazie ad un film, che credo entrerà presto dei miei 100 film preferiti! So che dico questa cosa per la maggior parte dei film che vedo - tant'è vero che la lista dovrebbe diventare di 200 film e più - però credetemi, è davvero una pellicola di grande impatto per lo spettatore.
Il film in questione è nelle sale cinematografiche proprio in questi giorni e i suoi protagonisti, in particolare il suo protagonista è sulle bocche di tutti i critici, nel bene e nel male. Sto parlando, come avrete notato sia dal titolo di questo post che dalla locandina, de Il discorso del re.
Tratto da una storia vera e aggiungerei singolare, Il discorso del re è un film interessante non solo a livello narrativo, ma anche a livello registico.
La storia narrata potrebbe essere riassunta in queste poche righe: il figlio secondogenito del re Britannico dopo la morte del padre e la successiva abdicazione del fratello primogenito diviene re;  ha solo un problema è balbuziente.
Con una storia del genere, le possibilità di intrattenere il pubblico per 111 minuti sono assai scarse! Se fosse stato girato in Italia, probabilmente a metà film o saltava fuori una porno star, che per l'occasione sarebbe stata una escort di Buckingam, oppure un trentenne depresso. Fortunatamente parla della monarchia britannica ed è una produzione anglo-australiana, quindi niente Moccia o Muccini vari come sceneggiatori. Solo David Saidler, noto per film come Tucker, un uomo e il suo sogno, il cartoon La spada magica - Alla ricerca di Camelot e altri film che probabilmente noi italiani non vedremo mai (N.B. Conoscendo il mercato nazionale, probabilmente in caso di vittoria agli Oscar verrà riproposta tutta la filmografia dello sceneggiatore; a noi italiani piace saltare sul carro dei vincitori!). Numerosi i riferimenti a Shakespeare e alla cultura londinese dell'epoca, nella scena in cui il re racconta la storia del pinguino alle figlie si comprende dal dialogo che la moglie stava leggendo loro la fiaba di Peter Pan. Brillante anche la metafora del pinguino, che nella storiella è lo stesso re, con il suo andamento incerto, quasi balbuziente, ricorda "l'andamento incerto" del balbuziente re.

Tom Hooper, il regista, riesce a raccontarci attraverso sapienti inquadrature la soggezione e l'ansia che può avere un balbuziente nel momento in cui si ritrovi costretto a parlare in pubblico. I gradini che lo separano dal podio per il discorso iniziale, la bocca che si contorce senza produrre suoni, il senso di "piccolezza" di fronte al parlamento intero sono elementi ben collocati per suggerire allo spettatore le sensazioni provate dal re. Splendide sono anche le riprese degli interni dei palazzi che spesso ci restituiscono l'idea dell'inscatolamento, dell'oppressione di chi a palazzo ci nasce e ci deve crescere e vivere, in quegli stessi palazzi che spesso tutti sognano, ma che in realtà non ospitano famiglie, ma "imprese a conduzione famigliare".

Vi assicuro che sono 111 minuti da vedere, da vivere, che si lasciano vedere e che si lasciano vivere. Lo spettatore viene trascinato attraverso palazzi, registrazioni radio, smoking, sigarette, vedute londinesi, auto londinesi, sorrisi, pianti, isterismi. Simpatiche e di grande effetto le scene del training con il logopedista Lionel Logue, dove il balbuziente viene quasi sottoposto ad un corso di teatro - di cui Lionel stesso si dimostra grande esperto ed amatore - che in alcuni momenti sfocia in danze e canti quasi da musical.
Re Giorgio VI viene presentato come un uomo molto irascibile, ma anche molto sensibile e non del tutto convinto di meritarsi il trono. E' un uomo che sa piangere, sa ridere, sa amare la moglie, le figlie e la nazione, un uomo che sa stare anche con quelli che non sono ricchi, un uomo che sa scendere in mezzo al popolo. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la regina Elisabetta, figlia di Giorgio VI, di questo ritratto del padre.

Due parole anche sulla recitazione sono assolutamente da spendere: fantastico Colin Firth e fantastici tutti gli altri attori, tutti grandi nomi del mondo attoriale che qualche critico si è subito precipitato a definire "un esercito pronto a ricevere statuette". Di certo Il discorso del re di premi ne ha già vinti molti, senza calcolare le 12 nomination all'oscar, ma il merito non è solo degli attori: è sicuramente un buon film sotto ogni aspetto!
E' d'obbligo vederlo in lingua originale per apprezzare maggiormente la recitazione.
Qui sotto il video con la registrazione originale del discorso fatto da re Giorgio VI.



VOTO




2 commenti:

  1. brava fra! bellissimo film!
    ps critichi tanto e invece hai apprezzato il discorso originale di Giorgio VI :PP

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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