martedì 3 settembre 2013

Sabato di Ian McEwan: recensione!

Non ho ancora capito se mi sia piaciuto o meno Sabato di Ian McEwan.
Temo che lo capirò forse quando metterò l'ultimo punto a questo post. O forse no.
L'ho terminato ieri sera, a pochi minuti dalla mezzanotte. Ho chiuso il libro e mi sono detta: Ian, sei riuscito di nuovo a stupirmi, non capivo dove volevi andare a finire con questa storia.
Fondamentalmente Sabato racconta il sabato di una persona, un medico di nome Henry Perowne, un cognome a dir poco impronunciabile, per questo ringrazio di avere un blog e non un canale video. Sabato quindi parla del sabato di Perowne, da quando si sveglia nella notte a quando va a dormire la sera. Detta così la maggior parte di voi dirà: che libro noioso! E invece qui vi sbagliate.
Se lo scrivesse uno scrittore di scarsa qualità probabilmente si risolverebbe in una cosa: "Bob si alza, va in bagno, si lava i denti, fa colazione, si rilava i denti, bacia la moglie prima di uscire di casa, va a fare jogging, torna a casa, fa una doccia, mangia un'insalata a pranzo, esce a fare una passeggiata con la moglie che nella vita fa solo a maglia, torna a casa, prepara la cena, cenano, una cena iper salutista con protagonista un'insalata, si siedono sul divano, guardano un film, terminato il film vanno a dormire." Fidatevi, non è così!
Hitchcock diceva che il cinema è vita con le parti noiose tagliate, Sabato di McEwan è questo.
E' una cronaca di una giornata, ma non è una giornata come tutte le altre. Comincia infatti con Perowne che si sveglia nella notte, guarda fuori dalla finestra e vede un aereo che sta precipitando, inizia a domandarsi se per caso sia opera di qualche terrorista e si chiede in quale caos verteranno di lì a poco i Pronto Soccorso dei vari ospedali. Di lì a poco scoprirà essere un aereo russo che non ha niente a che vedere con il mondo arabo e islamico. Quello stesso giorno poi, durante la cena, ci sarà una riunione di famiglia, la figlia Daisy tornerà da Parigi, ci sarà anche il suocero Grammaticus, poeta di grande fama, questa sembra essere l'attesa più grande di Henry, il suo traguardo della giornata, ma prima di arrivarci ci sono molti e molti step.
Dalla partita a squash, la visita alla madre nel ricovero per anziani, il tour per acquistare il necessario per la cena, ogni momento però non è piatto e noioso, forse non è nemmeno eccessivamente brillante e pieno di azione, eppure sono tutte gocce, piccoli attimi che compongono la giornata di Henry e che ci portano gradualmente verso quella cena che rappresenta un po' la resa dei conti, il momento in cui tutti si mettono in gioco, in cui riemerge il senso della famiglia, della squadra.
Come al solito non scenderò troppo nei dettagli, per non rovinarvi la storia, ma credo davvero che McEwan sia riuscito nuovamente a dimostrare che è un grande narratore, un ottimo scrittore. Il personaggio i Henry è veramente costruito nel dettaglio, nel momento in cui è al lavoro nella sala operatoria, lo scrittore si sofferma a lungo a descrivere l'operazione, come se fosse egli stesso un medico, nei momenti di dibattito tra Perowne e la figlia riguardo la guerra in Iraq analizza molto attentamente le due voci dei personaggi, riesce a costruire uno scontro credibile e personalmente non sono riuscita a cogliere da che parte lo stesso Ian si sia schierato.
Un romanzo figlio del suo tempo, che risente molto l'influsso della guerra, del terrorismo, delle armi chimiche, un romanzo che mi ha fatto un po' effetto leggere proprio in questo periodo dove le parole guerra e armi chimiche sono all'ordine del giorno.
Sabato è sicuramente un libro che merita di essere letto e che mi invoglia a proseguire la mia avventura alla scoperta di McEwan. Credo che farò una pausa ora con Bianchini, Instant Love, per tornare a livelli più divertenti, ma presto mi ritufferò nel mondo dell'Inventore di Sogni, perché per me McEwan è questo, un sognatore che riesce a dare forma ai suoi sogni attraverso le parole, un visionario, un creativo, un demiurgo che riesce magistralmente a forgiare dalla terra i suoi personaggi, le sue storie. I suoi sono racconti di persone vere, di vite vere, alle quali sono state tolte le parti noiose, ma senza per questo essere lontani dal quotidiano.
Ecco, forse ho capito cosa penso di Sabato, mi è piaciuto, è palese. L'ho elogiato in tutti i modi. Mi resta solo una cosa da dire: leggetelo e fatemi sapere cosa ne pensate, se poi avete già avuto il piacere di gustarlo, lasciatemi un commento qui sotto.

VOTO:


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