mercoledì 14 marzo 2012

Voglio scrivere per Vanity Fair

Ebbene sì, dopo soli due giorni, ho terminato il libro di Emma Travet (al secolo Emma Vagliengo). Insomma, non sono riuscita a staccarmi, l'ho letto fino a notte fonda, dovevo sapere come andava a finire, mi mancavano 10 pagine: come si fa a lasciare un libro fermo per otto ore quando manca così poco alla fine?
Beh, ho resistito e ho spento la luce un po' più tardi del solito e credetemi: ho fatto benissimo!

Questi due giorni, trascorsi in compagnia di Emma, sono stati a dir poco piacevoli e spero di rendere merito al libro attraverso questa recensione.
Andiamo con ordine.

Emma Travet è una giornalista precaria, che viene pagata 699€ al mese. Sogna, fin da piccola, di lavorare nel mondo del giornalismo, in particolare di scrivere su Vanity Fair, ma si sa che in questo paese, l'Italia, la strada per il successo è costellata da gente che ti passa davanti perché figlio di, amico di, cugino di, fratello di, oppure è stata/è stato con. Quindi in attesa di tempi migliori, Emma si ritrova a lavorare per il meno famoso La Voce del Monviso alle dipendenze del famigerato Mr. Vintage come pubblicista. 
I fili con cui Erica ha tessuto la trama di questo libro ci portano inevitabilmente a pensare ad altri due libri americani: in primis Il diavolo veste Prada di Lauren Weisberger e poi tutta la saga di I love shopping di Sophie Kinsella. Certo, la moda è centrale in Voglio scrivere per Vanity Fair, ma l'ingrediente che rende questa vicenda diversa dalle sorelle d'oltreoceano è il precariato
Emma ha uno di quei disgraziatissimi contratti co.co.pro., per questo è pagata una miseria, Andrea de Il diavolo veste Prada è schiavizzata, ma il suo lavoro viene definito: "Per pagare l'affitto" cosa che, per vivere a New York, significa guadagnare un bel gruzzoletto di soldi anche per la stanza più schifida del mondo, inoltre il suo periodo di prigione presso Runway è sicuramente un ottimo trampolino di lancio per diventare poi giornalista. E' una cattività che di sicuro porterà a qualcosa, mentre Emma non sa cosa l'attende e soprattutto se esiste un futuro oltre il suo attuale impiego.
L'altra fashionista, Rebecca Bloomwood, tutto sommato, tra una spesa eccessiva e l'altra alla fine riesce sempre a salvare capra e cavoli grazie a un fidanzato ricco e ad altri stratagemmi. Emma ha un marito, ma non è ricco, è precario quanto lei, fa due lavori per guadagnare a fine mese 1100 euro. 
La storia di Emma può essere quella di Sara, Lucia, Maria, Lorenzo, Marco, è la storia dei giovani Italiani, è un percorso di presa di coscienza che fa capire che dall'attuale sistema lavorativo italiano non ci si può aspettare nulla: bisogna solo avere il coraggio di rimboccarsi le maniche e cercare di tirare a fine mese, arrivando a volte anche a compromessi e a inventarsi i lavori. Già perché quello che di certo non manca a Emma è proprio questo: la fantasia.
Altro punto che la differenzia dalle due sorelle americane, è il "dove e come" è nata Emma. Dalle numerose interviste fatte ad Erica sappiamo infatti che Emma è sbarcata prima di tutto su Myspace e poi in un blog su style.it, che potete leggere a questo indirizzo: CLICCA!
Emma Travet quindi, prima di finire in un libro, è diventata molto popolare sul web, Erica ha creato una vera e propria campagna di Self Marketing che dice davvero molto riguardo le sue abilità dimostrando di conoscere molto bene le potenzialità legate al mondo del web e in particolare dei tanto criticati social network, che nonostante tutto sono gratis e se sfruttati bene ti fanno tanta pubblicità.
Sempre parte di questa sua campagna sono gli adesivi che Erica regala alle presentazioni dei suoi libri e che mi ha gentilmente inviato con il libro insieme al magazine free press di Erica: LookoutMag, un interessante rivista di cui potete avere un'anteprima on line qui: CLICCA!
Sulla fascetta che avvolge il libro mi ha fatto sorridere il commento di Silvia Nucini per Vanity Fair: "Una piccola storia consigliata al ministro Brunetta per rivedere la sua teoria sui bamboccioni", ora abbiamo un governo tecnico e fortunatamente per il momento il ministro più alto del mondo sembra aver finito di sparare sentenze, ma mi domando, gli domando, come è possibile non essere bamboccioni con 699€ al mese, quando per abitare da soli in città almeno 300/350€ per una stanza te li chiedono, quando vai a fare spesa e minimo sono 50€ la settimana. Certo, si può risparmiare,  fino a quando uno è da solo i sacrifici li fa anche, ma se si vuole creare una famiglia? Cosa fai con 699 euro al mese più 1100 euro del marito? Fai la fame. Ecco la risposta! E allora perché investire tutto lo stipendio per casa e cibo, quando i tuoi genitori non ti buttano fuori casa e ti danno vitto e alloggio? Purtroppo la vita costa e uno deve fare le sue scelte in base anche ai soldi che guadagna, certo, alcuni hanno il coraggio di osare, altri no. Sinceramente non gliene farei una colpa. 
Emma però ha una marcia in più: non si arrende, niente la abbatte, anche se il perfido e puzzolente capo, Mr. Vintage è ottuso e insensibile verso le esigenze delle nuove generazioni, lei è sempre propositiva, alla ricerca di argomentazioni per i nuovi pezzi.
Voglio scrivere per Vanity Fair è un libro da leggere assolutamente perché è la voce di una generazione (se andiamo avanti di questo passo), è una storia vera, non fermatevi al titolo, nella vita non si può leggere solo Guerra e Pace, ogni tanto buttate un occhio sugli scrittori contemporanei, perché anche loro hanno molte cose da dire. 
E' un libro da leggere in particolar modo se siete di Torino o avete vissuto in questa città, perché nonostante tutto Emma non dice mai di voler scappare all'estero, amici che lavorano in altre nazioni ne ha un sacco, ma lei vuole fare la giornalista in Italia. Ama la sua città e la racconta nei migliore dei modi. 
Speriamo esca presto la seconda puntata!

Terminato il libro mi è rimasta in testa una domanda: ma Vanity Fair ha mai contattato Erica per proporle una collaborazione? Spero prima o poi di poterglielo domandare! 


6 commenti:

  1. Bellissima recensione mi è venuta voglia di leggerlo!! Ma lo trovo in librerie come la Feltrinelli/Fnac? Poi volevo dirti che non so se conosci un sito (www.goodreads.com) dove puoi recensire i libri che leggi e tenervi traccia. Da poco ha lanciato la 2012 reading challenge e se ti interessa leggi di più qui:
    http://chiaradoesscouting.blogspot.com/2012/03/sito-goodreads-novita.html

    C:

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    1. Guarda io ho girato Feltrinelli, Fnac, Mondadori e Coop e non l'ho trovato. Allora ho scritto all'autrice Emma Travet su facebook, ci siamo accordate e me l'ha spedito. Poi ho scoperto che su IBS lo vendono.... =) grazie per la dritta su goodreads!! =)

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  2. Ma davvero non si trova in libreria? Ma che peccato!!! Mi hai fatto venire voglia di leggerlo

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    1. Guarda..purtroppo è poco reperibile e sinceramente non so se questa casa editrice distribuisce o meno in tutta Italia. Nel caso ti consiglio di chiedere informazioni all'autrice tramite facebook (Emma Travet), ti risponde tranquillamente. Probabilmente con l'uscita del secondo libro, verrà ristampato il primo...
      Se vuoi essere certa di trovarlo, vedo che è disponibile in 2 giorni lavorativi su IBS... =)

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  3. Ciao a tutte e 2.
    Risposta: la Memori distribuisce in tutta Italia, ma, essendo un libro pubblicato 2 anni fa e più, si fa fatica a trovarlo, anche se qualche libreria ce l'ha ancora- ho verificato di persona- Ma, come ha detto Francesca, no problem, chiedetemi e vi sarà spedito, con dedica e sticker emmat.
    Thanx Francesca per l'appassionante recensione, che ha avuto molti consensi in rete.
    emmat
    www.emmatravet.it

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    Risposte
    1. Grazie, grazie, grazie ancora...e grazie anche per la dritta alle mie lettrici! =)

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