lunedì 7 febbraio 2011

ACCIAIO di Silvia Avallone

Mercoledì 2 febbraio, presso il Circolo dei Lettori di Torino, era ospite Silvia Avallone.
Il nome forse ai più è sconosciuto, ma per chi è un accanito lettore è semplice identificare la scrittrice con una dei finalisti del premio Strega 2010, vinto da Antonio Pennacchi con Canale Mussolini.
Finalista del premio Strega con il suo primo romanzo Acciaio. Molti forse hanno visto riproporsi in questa finale, quello che era accaduto nel 2008 quando tra i finalisti del premio Strega c'era un altro giovane scrittore: Paolo Giordano, con La solitudine dei numeri primi, ma questa volta non è stato un giovane ad aggiudicarselo.
Nonostante non abbia vinto il premio Strega (per soli quattro voti), ha avuto altri importanti riconoscimenti:
  • Vincitrice del Premio Campiello 2010, categoria Opera Prima.
  • Vincitrice del Premio Flaiano 2010, sezione letteraria.
  • Vincitrice del Premio Fregene 2010.
L'AUTRICE: Silvia Avallone
L'autrice è nata nel 1984 a Biella, in Piemonte, e si è laureata in Filosofia a Bologna.
Prima di scrivere Acciaio componeva poesie; nel 2008 ha vinto il premio Alfonso Gatto con Il libro dei vent'anni. Ha recentemente collaborato alla creazione di un cofanetto su Anna Magnani.

TRAMA [in breve da IBS]
Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata al pattinodromo, o avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere basti lottare, ma la vita è feroce e non si piega, scorre immobile senza vie d'uscita. Poi un giorno arriva l'amore, però arriva male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l'amicizia invincibile tra Anna e Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male. Silvia Avallone racconta un'Italia in cerca d'identità e di voce, apre uno squarcio su un'inedita periferia operaia nel tempo in cui, si dice, la classe operaia non esiste più.


E' da leggere perchè:
- l'autrice è molto giovane eppure riesce a delineare perfettamente tutti i personaggi che inserisce nella storia, per essere un primo romanzo dimostra una grande abilità narrativa e descrittiva.
- la storia è più vicina a noi di quanto possiamo immaginare.
- nonostante gli abitanti di Piombino non si siano dimostrati molto felici di questo romanzo, in realtà la vicenda narrata è collocabile in qualsiasi città di provincia, sorta all'ombra di una grande industria.
- è scritto in modo molto coinvolgente e, credetemi, una pagina tira l'altra!
- è in lavorazione il film tratto dal romanzo.

Che dire...Buona lettura!!!

VOTO




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