giovedì 13 giugno 2013

Reality di Matteo Garrone: recensione!

So che non è appena uscito, so perfettamente che questo film avrei dovuto vederlo tempo fa, ma purtroppo me lo sono perso per strada. Sono finalmente riuscita a rimediare!
Reality è film intelligente, che mi fa dire: Questa è l'Italia che mi piace! Attenzione, non mi piace assolutamente l'Italia che racconta, ma apprezzo moltissimo il modo scelto da Garrone per raccontare quel che non è bello nel nostro paese. 
L'intera storia è incentrata su Luciano, pescivendolo di professione e truffatore nel tempo libero. Sposato con tre figli, è un po' il comico della famiglia e proprio questo suo modo di fare lo fa diventare un personaggio nel suo quartiere. Tutti i suoi parenti glielo dicono: "Tu dovresti fare il Grande Fratello!". Ridendo e scherzando i provini del Grande Fratello arrivano nel centro commerciale, la figlia più piccola di Luciano telefona al padre e gli chiede di raggiungerla per fare un provino. Luciano arriva tardi, ormai i provini sono finiti, ma il divo del Grande Fratello, conosciuto precedentemente a un matrimonio, lo aiuta e riesce comunque a farglielo ottenere. 
Da qui in avanti la vita di Luciano cambia e viene vissuta tutta in funzione di questo provino, la sua vita diviene un Grande Fratello, crede che gli organizzatori del programma inizino a seguirlo, a controllarlo per vedere la sua condotta.

Una storia davvero notevole, ma dal gusto tremendamente amaro, una storia ahimè specchio della nostra Piccola Grande Italia. Fin dalle prime scene ci rendiamo conto quanto sia importante l'apparenza per queste famiglie. Si comincia con un matrimonio sfarzoso in una tenuta da sogno, gli abiti sono ricchi di lustrini, hanno dei toni molto accesi, al termine della giornata la famiglia torna a casa, in un labirintico rudere su più piani, dove il disabile deve essere portato in spalla fino al piano dove abita, dove le camere sono fatiscenti e stridono con gli abiti del matrimonio. Smessi quelli la bellezza svanisce, si torna alla quotidianità, si smette la maschera. Proprio la tematica della maschera viene portata in scena dallo stesso Luciano, al matrimonio infatti si traveste da donna e impersona così una Drag Queen, il suo volto è irriconoscibile, nascosto da strati di cerone. Tutto il film poi è una maschera, la vita di Luciano viene influenzata da questo Grande Fratello, cerca di modificare i comportamenti, arriva a regalare i mobili ai più poveri pur di farsi, secondo i suoi ragionamenti, notare dalla produzione. 

Il Grande Fratello sembra l'unica ragione di vita non solo per Luciano, ma anche per chi gli sta attorno, sono i figli e i parenti a spingerlo a fare il provino, il paese intero lo deride quando non viene richiamato dopo il provino di Roma, sembra che una persona sia da giudicare in base alla sua notorietà e al suo conto in banca. Chi è stato al Grande Fratello è un eroe, è un punto di riferimento, una persona con la quale scattare le foto, una persona da rincorrere per fargli fare una foto con la figlia. Eppure Enzo, l'uomo che è stato nella casa del Grande Fratello, è palesemente un grande cafone, passatemi il termine. Incontra Luciano in più occasioni e ogni volta il pescivendolo deve ricordargli chi è perché Enzo non si ricorda di lui. 

Interessante anche la scelta del finale, ora non voglio rovinarvelo, ma ho trovato molto interessante come Garrone ha scelto di raccontarcelo. Luciano va a Roma in occasione della via Crucis con il Papa, ad un certo punto scappa e raggiunge la casa del Grande Fratello, entra negli studi indisturbato, gira e guarda le stanze e i protagonisti da dietro il vetro, sembra quasi un bambino in visita a un acquario. Nessuno si accorge di lui, tanto che a me è venuto spontaneo domandarmi: ma Luciano è veramente lì o stiamo vivendo un'immagine della sua mente? Magari la casa è solo frutto della sua ossessione-immaginazione, ha visto giorno e notte il Grande Fratello, si è ricostruito un confessionale nello sgabuzzino di casa sua, ha addirittura litigato con la moglie, non si starà immaginando tutto?

Garrone non ce lo dice, il finale resta aperto, sta allo spettatore darsi delle risposte, o meglio...farsi delle domande. Onestamente è inevitabile non farsele. Quello che Garrone racconta è uno spaccato dell'Italia davvero realistico, l'ossessione Grande Fratello esiste veramente, alla gente piace guardare quattro cretini che entrano e escono dalle piscine, hanno rapporti sessuali più o meno espliciti, si tirano i capelli, fumano... Alla gente piace staccare il cervello e lasciarsi vivere. Già perché guardando il Grande Fratello si finisce a vivere le vite degli altri, ma non come quando si legge che ci si appassiona e si vive un'avventura con il protagonista, o come quando si guarda un film e ci si fa trasportare dalla narrazione (in caso di libri e film degni di essere chiamati tali!!), il Grande Fratello ammazza i neuroni! Non si capisce se siano più fuori di testa quelli dentro la casa, o quelli fuori. 
Reality è sicuramente un film da guardare e mi spiace essere riuscita a recuperarlo così tardi. 

VOTO: 





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