N.B. Quella che state per leggere non è propriamente una recensione, forse dovrebbe essere etichettata come riflessione, ma poiché le parole qui spese potrebbero divenire un mezzo per farvi o meno vedere questo film, ho scelto di etichettarlo come recensione. Spero di non aver leso la sensibilità di nessuno, o comunque sia di coloro i quali cercavano una recensione vera e propria di questo film.
Si sa che durante il periodo estivo vengono riesumati i migliori film che hanno fatto la storia del cinema-che-non-vede-nessuno, o del cinema-che-vedono-le-casalinghe. Ieri sera su RaiMovie c'era Kate e Leopold.
Premesso che io non ho una grande ammirazione per Meg Ryan, adoro invece (e come si può non adorarlo?) il bellissimo e versatilissimo Hugh Jackman.
Kate e Leopold è un film un po' datato (del 2001), ottimo appunto per la programmazione estiva, eppure nel riguardarlo mi sono detta: "Ma tu guarda!".
Dato che guardo film altamente culturali (ma quando mai?) mi sono resa conto di come Kate e Leopold abbia influenzato qualche film successivo...è impossibile non rivedere questo film in alcune scene di Come d'Incanto, oppure non rivedere citazioni da L'uomo che viaggiò nel futuro o Ritorno al Futuro in Kate e Leopold, oltre alla solita storia d'amore di base che è il filone principale del film.
Non è una pellicola imperdibile, la presenza di Hugh rappresenta sicuramente un valore aggiunto, eppure ci sono quelle due o tre perle, servite al momento giusto che fanno riflettere. A parte i riferimenti e le influenze cinematografiche, Kate e Leopold è l'ennesima riflessione sull'amore, su come sia cambiato, su come siano cambiati gli uomini. Ed è qui che ha origine la mia riflessione. Leopold dirà ad un certo punto, dopo aver scoperto come funziona il mondo pubblicitario: "Avete ogni agiatezza ma non avete tempo per l'integrità!". Di-a-mi-ne! Scusate il gergo, ma caspita, questo film del 2001 mi fa proprio esclamare: "Hai ragione!".
Insomma, guardiamoci intorno! Abbiamo pc, smartphone, tablet, notebook, netbook, ereader, millemila oggetti che iniziano con I e seguono con phone, pad, pod e piripicchio e piripacchio, eppure...eppure non sappiamo più cosa sono i sentimenti, non riusciamo a capire quale sia la vita vera e quale quella cibernetica, non riusciamo a stringere legami solidi, siamo incapaci di fidarci delle persone, siamo disposti a tutto pur di avere quei dannati cinque minuti di celebrità. Kate è una così, vende margarina scadente perché nella vita bisogna anche lavorare per i cattivi, bisogna fare cose che non piacciono, insomma...si deve scendere a compromessi se si vuole fare carriera.
Questa teoria ce la siamo creata noi uomini giorno dopo giorno, vaffa** dopo vaffa**, non era scritto nel regolamento della vita! Come al solito gli uomini sono stati bravissimi a prendere ogni giorno in mano un badile e a scavarsi la fossa. Possiamo sentire un amico che abita in Giappone nel giro di pochi secondi, ma fatichiamo a parlare con il vicino di casa. Anzi, a volte non lo salutiamo nemmeno.
Abito in appartamento a Torino da gennaio e...quanto è difficile farsi salutare! Non voglio dire di essere perfetta, ma il mio carattere mi porta a parlare anche con i muri, raramente faccio un giro in centro e non mi fermo a parlare con nessuno. Avrò dei problemi? Non so. So solo che dove abito non tutti hanno la sana abitudine di salutare. Alcuni a volte si prendono male se gli dico: "Buongiorno!" oppure: "Buonasera!". Non è che bisogna essere come Truman, però...non fa parte dell'educazione "salutare le persone"?
Poi se usi lo stratagemma saluto+sorriso...la giornata prende tutta un'altra piega.
Ma torniamo alla frase di Leopold.
L'integrità. Mamma mia, bisognerebbe scrivere una Treccani su questa parola. Cos'è oggi e soprattutto dov'è finita?
E' difficile darne una definizione, si potrebbe partire dal "parcheggiare dentro le righe", al "non tradire il ragazzo/la ragazza", fino a "non venderti in cambio di un posto di lavoro", e su quest'ultimo punto, le parole da spendere sarebbero molte.
L'integrità poi passa anche dai blog. E forse su questo punto potrei soffermarmi un po' di più. Non copiare, non scopiazzare, non insultare, non vendersi per un libro...ma, un momento: non è che l'integrità abbia a che fare anche con il rispetto degli altri?
Da una massima di Leopold ecco che giungo ad altre due massime:
La mia libertà finisce dove comincia la vostra (M.L.King)
Non sono d'accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee. (Voltaire)
Caspita! Questo sì che è rispettare gli altri! Troppo spesso ci troviamo a coltivare solo il nostro piccolo orticello, senza curarci del vicino, senza preoccuparci degli altri. Forse dovremmo alzare la testa, guardare oltre il nostro naso, dimenticarci a volte del nostro orto oppure unirlo a quello degli altri, unire le forze. Qualche giorno fa ho pubblicato un post che tra le varie cose nominava la crisi. Beh, la mancanza di integrità non aiuta di certo ad uscire dalla crisi! Anzi!
E allora, nella ricetta per sopravvivere, oltre al coraggio, servono degli occhiali che ci facciano vedere gli altri e i loro bisogni e poi l'integrità. Mi sorprende che un film apparentemente poco importante, racchiuda in sé un messaggio così forte. Certo, non sempre è semplice scegliere a favore dell'integrità, ma una scelta c'è sempre. La domanda, che poi è la stessa che spinge Kate nel film, è: cosa sei disposto a perdere?
Nessun commento:
Posta un commento
Se hai piacere, lascia un segno del tuo passaggio su Life in Technicolor! Grazie in anticipo!