"La mia patria
sta dove sta il mio cuore
e dove ho riposto le mie speranze."
Antonia-Mirella Ioly
Il mondo della letteratura è pieno di saghe famigliari, dalle più note alle meno note, da quelle in cui il tempo sembra non avanzare mai, a quelle in cui ci si perde in mezzo ai nomi dei personaggi. Quando ho cominciato a leggere Antonia di Mirella Ioly mi sono subito resa conto che non avrei avuto a che fare solo con Antonia, la protagonista, ma avrei incontrato attraverso i suoi ricordi la sua famiglia, i suoi famigliari, quel suo passato che l'ha portata a essere quello che è ora.
Un romanzo oceanico, come recita bene la sinossi, una storia veramente notevole, corposa ma scritta con grande cura e attenzione. Narrata completamente in prima persona, la storia di Antonia ci viene racconta attraverso la sua verità, il suo sguardo. Sono numerosi i personaggi che compaiono nel romanzo, eppure la bravura di Mirella Ioly sta proprio nel gestirli a pieno, nulla le sfugge di mano, il lettore riesce perfettamente a ricordare la storia di ognuno di essi perché sono caratterizzati davvero con grande attenzione. Sono personaggi credibili e, come dico spesso nel mio blog, non mi stupirei una volta chiuso il libro di incontrarli davvero per strada questi uomini e queste donne, con i loro vizi, i loro pregi, i loro difetti: umani realmente umani.
Antonia è quindi la storia di una vita di una donna, una scrittrice Cilena, nata a Coquimbo, che si è trasferita in Canada; attraverso i suoi racconti, che si snodano dalla sua infanzia 1954 fino al 2012, accanto alla storia di una famiglia, conosciamo anche quella di un paese. La Storia non è solo di cornice alle vicende di Antonia, la sua vita è determinata dai grandi fatti storici del Cile, il golpe di Pinochet, Allende sono nomi ricorrenti nei suoi ricordi.
Attraverso le parole di Antonia conosciamo quindi una famiglia con delle relazioni complesse, una famiglia matriarcale, dove le figure femminili sono sicuramente molto forti e spesso prendono il ruolo del marito. I maschi non sono personaggi molto convincenti in questo libro, fatta eccezione per il fratello Carlo, attivista convinto che si schiera contro la politica del paese, motivo per cui viene costretto a lasciare il Cile, gli altri spesso non sono in grado di vivere a pieno i loro ruoli. Josè Antonio, il padre di Antonia, non è in grado di mantenere la famiglia e cerca di scappare dal suo ruolo, il fratello in Australia, Josè Manuel, vive in un mondo tutto suo, è un ipocrita e non aiuta facilmente gli altri fratelli. Sembra quasi sia fuggito in Australia per scappare dalla sua famiglia perfettamente imperfetta per ricrearne un'altra uguale con le stesse problematiche.
Antonia, grazie al lettino del dott. Ray, psicanalista, ripercorre il suo passato, è costretta a ricordare e non sempre i ricordi sono piacevoli. Mentre si trova a fronteggiare il suo passato, deve anche continuare a vivere nel suo presente dove ha una figlia, Manuela, avuta dal primo marito Ricardo e una nipote Paloma. Altre due donne abbandonate da un uomo, padre di Paloma, che permane senza nome.
La vicenda prosegue tra salti nel passato e vita del presente, scontri generazionali, leggende di una terra magica, quale il Cile, fantasmi e addirittura una bambina veggente.
Devo essere sincera, quando ho letto la trama di Antonia non sapevo cosa aspettarmi, temevo fosse un romanzo molto lento e soprattutto denso, una lettura poco piacevole insomma, invece ho apprezzato moltissimo lo stile di questa neo scrittrice, Mirella Ioly, e fatico a credere che sia il suo primo romanzo. Esordire con una storia di questo genere non è da tutti!
Ringrazio Francesca Chiappa di Hacca che mi ha regalato questo libro al Salone del Libro 2013, è stato davvero una lettura graditissima e lo consiglio caldamente a quanti vogliano lasciarsi coinvolgere in una storia ricca di segreti e colpi di scena, tra Cile, Canada e Europa, con una (graditissima!) parentesi italiana a Urbino. Una storia per niente scontata, un diario, oserei dire, un'esperienza di vita vissuta a pieno, un racconto di una vita gestito in modo singolare e magistrale.
Un libro consigliato anche a chi si è appassionato al Cile proprio in occasione del Salone del Libro 2013, dove era paese ospite.
Solitamente non lo faccio mai, ma avendone appena parlato su ArtInTime, consiglierei magari prima di leggere questo libro di vedere il film No-I giorni dell'arcobaleno per capire un po' la Storia del Cile, anche se il film racconta solo alcune briciole della Storia presente nel libro, ma potrebbe essere un piccolo aiuto.
VOTO:
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