Terzo appuntamento nel cineforum borgomanerese, terzo foro sulla tesserina, foro questa volta più a cuor leggero rispetto all'appuntamento della settimana scorsa che era Diaz - non pulire questo sangue.
martedì sera hanno proiettato E ora dove andiamo? di Nadine Labaki. Devo essere onesta, sono partita da casa un po' demotivata riguardo questo film perché la trama su wikipedia era spaventosamente penosa.
In realtà una volta in sala mi sono resa conto che: il tizio che ha scritto la trama su Wikipedia dovrebbe essere punito. E' un film meraviglioso, costruito in modo magistrale, che riesce a portare sulla scena con il giusto equilibrio tra gravità e leggerezza una storia tutt'altro che semplice: l'eterno conflitto tra cristiani e musulmani.
In uno sperduto e desolato paesino del Libano convivono pacificamente Cristiani e Musulmani, pacificamente più o meno, perché gli uomini sono subito pronti a scattare e a cominciare una guerra di religione e allora: come tenerli impegnati? Le donne si inventano un modo, anzi, diversi modi per mantenere la pace, boicottano i giornali e la televisione, invitano ballerine ucraine e addirittura impasteranno dolcetti a base di hascisc per tenerli calmi e per non farli litigare tra loro.
I momenti drammatici di certo non mancano, ogni giorno è un piccolo dramma, un giorno in più in cui queste donne vanno a dormire nella pace, in quella loro piccola isola felice che sono disposte a difendere in ogni modo e, come detto poco sopra, con ogni mezzo.
Una storia che fa davvero pensare, che ci fa comprendere che fondamentalmente che si preghi Dio o Allah o chi altro, non ha senso farsi guerra, siamo tutti umani, tutti uguali. Un film che potrebbe essere letto in vari modi, ma che sicuramente dietro alle risate e ai divertimenti non manca di ricordare i drammi e le guerre che gli uomini si costruiscono e intessono quotidianamente, rovinando quella pace, quella quiete che a volte è così difficile da mantenere.
Le vere vincitrici qui sono le donne, mogli, madri, vedove, tutte vestite a lutto perché c'è chi ha perso un figlio, chi il marito, donne che hanno capito che quella guerra farà solo morti e nient'altro, gli uomini sono un branco di pecoroni che non hanno imparato niente dagli errori del passato e che vogliono annientare chi è diverso anche se fino a cinque minuti prima stavano bevendo con lui un caffè al bar.
La convivenza non è impossibile, bisogna solo avere il coraggio di cercarla, di costruirla e di difenderla ogni giorno. L'odio è un sentimento semplice, a distruggere si fa in fretta, ma chi costruisce, salva le vite, le relazioni, crea quella pace che è indice anche di intelligenza e di capacità a comprendere che anche se l'altro è diverso, è pur sempre uno di noi.
Un film che farei vedere nelle scuole, che farei vedere ai potenti della terra, che regalerei a ogni persona, perché tutti dovrebbero vederlo!
Qui non ci sono cristiani buoni e musulmani cattivi oppure cristiani cattivi e musulmani buoni: qui si parla di umanità, che viene prima di tutte le religioni, l'uomo e la difesa della vita devono essere alla base di ogni principio quotidiano, siate voi appartenenti a qualsiasi religione.
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