The Words racconta la storia di Rory (Bradley Cooper) che vuole diventare scrittore. Purtroppo si sa che per sfondare in questo campo bisogna avere idee geniali e cercare di scrivere qualcosa che non sia mai stato scritto. Rory non riesce facilmente a trovare la sua voce, inizia quindi per motivi economici a lavorare in una casa editrice e quando sembra di essere sul punto di pubblicare il suo libro la risposta che arriva dall'editore è che è un buon prodotto ma troppo eccessivo.
Rory crede di non avere speranze, quando nella cartellina acquistata in un negozio di cose vecchie a Parigi, trova un manoscritto. Si tratta di un romanzo. Lo legge e capisce le sue potenzialità, capisce che è tutto quello che vorrebbe essere lui, ma che non sarà mai; una sera non riuscendo a dormire si sveglia, va alla sua scrivania e comincia a trascriverlo per fare sue quelle parole. Un giorno la moglie per caso lo trova, lo legge e ne rimane colpita. Gli chiede di pubblicarlo ed effettivamente l'editore lo apprezza molto e diviene così un immenso successo editoriale.
Ma si sa che le bugie hanno le gambe corte e un giorno per caso si fa vivo il vero autore del libro.
Questa è la trama principale, ma a fare da cornice a questa, secondo un sistema di scatole cinesi, abbiamo il filone narrativo che ci fa capire che Rory è di fatto un personaggio di un romanzo scritto dal celeberrimo autore Clayton Hammond. Ulteriore passo narrativo è la storia all'interno della storia di Rory, quella del vero autore del romanzo che spiegherà come è nata quella storia.
The Words ha quindi un sistema a scatole cinesi, a Matriosca in cui una storia si intreccia con l'altra, si riversa nell'altra.
E' un film davvero piacevole che però onestamente mi aspettavo un po' più macabro, magari con qualche punizione fisica nei confronti di Rory da parte del vero autore del manoscritto. Non voglio sembrare tragica, o forse troppo kighiana, ma ci potrebbe tranquillamente stare uno scrittore che rapisce l'uomo che gli ha sottratto il libro e lo sottopone a dei giorni di prigionia.
Però in questo caso dovrebbe essere uno psicopatico...e non ha proprio niente a che vedere con il personaggio di The Words.
Unica pecca è il finale, che onestamente mi sarei aspettata un po' differente, forse anche alla luce dei pensieri che mi ero originariamente fatta sul film. Probabilmente però a molti di voi piacerà la scelta fatta dal regista.
Osservando The Words nel suo complesso, è sicuramente un film con molto potenziale, che porta lo spettatore a riflettere, che tocca tematiche importanti e che per l'ennesima volta fa capire che se uno vuole diventare uno scrittore deve andare a Parigi (questa è un po' una fissa!). Molto elaborato e ben scritto a livelli di sceneggiatura anche se amplierei la parte con l'autore Clayton Hammond, troppo marginale e allo stesso tempo densa di contenuti.
E voi? Lo avete visto?
Cosa ne pensate?
Ho visto che l'hanno criticato in tantissimi, ma a me è piaciuto! Molto bravo Cooper e interessante la sovrapposizione delle storie :)
RispondiEliminaCooper è bravissimo (e bellissimo!) =) Qualche scivolone sulla narrazione, come dice Nico qui sotto...
EliminaMolto buona la parte iniziale e il gioco di scatole cinesi, ma nel complesso manca un elemento forte nella storia...
RispondiEliminaDiciamo che è un po' affrettata la conclusione...per il resto la struttura è ben fatta, è una buona idea, ma ecco, mi ripeto, serviva un ruolo più forte per lo scrittore-voce narrante. L'ho trovato un po'...buttato lì...anche la storia con la ragazza. Mah...
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