Se avevo divorato in un giorno La Solitudine dei numeri primi, questo nuovo libro di Paolo Giordano, Il corpo umano, mi sta occupando più tempo del previsto.
Per carità, è scritto bene, la storia ha un suo perché, è ben articolata, si vede che lui ha svolto ricerche sul campo, ma...manca di grip. O per lo meno, fino a dove sono arrivata a leggere non trovo nulla che mi costringa ad andare avanti se non il fatto che voglio terminarlo. Spero non si trasformi in uno scheletro nell'armadio, spero vivamente di riuscire a terminarlo! Credo molto in questo scrittore, lo apprezzo davvero tanto e quando avevo letto i vari articoli di presentazione di questo libro ero incuriosita, perché è un libro sofferto, sudato, non è un libro scritto così, senza riflessioni.
Ho sempre pensato che fosse un libro che meritava di essere letto, invece mi sono arenata. Forse non è il momento giusto, non so.
Diciamo che mi trovo anche in un periodo in cui faccio particolarmente fatica a leggere perché mi perdo a guardare film, a sistemare la tesi, a fare millemila altre cose. E' un libro che merita tempo e attenzioni, non è di certo da leggere a cuor leggero. Non che la Solitudine lo fosse, tutt'altro, ma questo lo è ancora di più.
Magari qualcuno di voi lo ha letto?
Fatemi sapere, perché fino ad ora ho sentito pareri molto discordanti e so che diversi lo hanno abbandonato.
Io cercherò di stringere i denti, ma non vi prometto nulla.
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