My Week with Marilyn di Simon Curtis, esordiente al cinema, tratto dall'omonimo libro di Colin Klark racconta come Colin abbia conosciuto Marilyn durante la sua permanenza a Londra per le riprese del film Il principe e la ballerina di Laurence Olivier, con lo stesso Olivier.
Siamo nel periodo di vita in cui Marilyn sta avvicinandosi all'Actors Studio e al metodo di recitazione Stanislavskij, che avrebbe dovuto aiutare l'attrice a interpretare meglio e con maggior pathos i suoi ruoli. Metodo che secondo alcuni rovinava la spontaneità propria di Marilyn, caratteristica che la rendeva unica e a quanto pare invidiabile anche da gente come Laurence Olivier.
La batteria di attori reclutata per questa pellicola è a dir poco eccezionale: Kenneth Branagh nei panni di Laurence Olivier, Emma Thompson (un po' meno eccezionale, perché di strada deve ancora farne) nei panni della costumista, Herry Redmayne che interpreta Colin, Judi Dench, celebre capo dell'MI6, qui è Dame Sybil Thorndike...
A prestare voce, volto e corpo a Marilyn è Michelle Williams, un ruolo tutt'altro che semplice, ma che a mio parere viene reso piuttosto bene dall'attrice che ne ha fatta di strada da quando recitava in Dawson's Creek, ma si sa...gli attori americani sono molto versatili, quasi mostruosamente camaleontici.
Che sia vera o meno la storia scoppiata tra Marilyn e Colin onestamente non ci interessa, è interessante osservare come è stata riportata in vita un'icona come Marilyn, una donna che ha segnato indelebilmente il mondo del cinema e la femminilità delle donne.
Durante i miei anni universitari ho avuto la fortuna di approfondire maggiormente la storia dell'attrice-donna Marilyn e ho trovato molto interessante riuscire a vedere oltre la sua apparenza di bomba sexy, vedere la sua umanità, la sua psicologia.
Tutto questo viene ripreso nel film che ritrae una Marilyn fragile, intenta nel tentativo di riscattarsi da quella figura di donna tutta curve e niente cervello, vuole dimostrare di essere davvero un'attrice, di essere davvero brava oltre che bella.
Laurence Olivier però dice che lei è brava, lei è luminosa, lei incanta semplicemente essendo lei.
Il lavoro attoriale che la Williams ha dovuto compiere per far rivivere questa icona non è stata cosa da poco, nella sua gestualità, nella sua espressività si intravede la vera Marilyn e a parere mio non è solo una questione di trucco ben fatto, ma si vede che c'è uno studio dietro, si vede che le cose non sono lasciate al caso. Marilyn canta, piange, ama, è seria e sciocca, recita, è preoccupata...è una Marilyn vera che è vittima della sua infanzia, cresciuta con una zia molto puritana che ha segnato indelebilmente la sua vita, una bambina a cui è stata negata l'infanzia, che non ha mai giocato con le bambole.
La ricostruzione poi è stata molto accurata anche a livello di costumi, come potete notare dalle foto qui sotto.
Non sarà il capolavoro del secolo, ma My Week with Marilyn merita di essere visto.
E questi sono Marilyn e Arthur Miller quelli del film e quelli originali: beh...niente male come somiglianza!
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