giovedì 3 novembre 2011

Rewind-->King Kong

Studiando cinema, è praticamente all'ordine del giorno ripercorrere i tempi passati alla scoperta di pellicole che hanno fortemente segnato la storia del cinema. Alcune sono straconosciute e straviste, come Casablanca, Via col vento o Ben Hur. Altre un po' meno, oppure sono solo conosciute "di nome, ma non di fatto".
Oggi vi voglio parlare di un film che scommetto non sia passato inosservato ai più, ma molti probabilmente lo hanno solo sentito nominare o citare da altri.
King Kong è un film di  Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack del 1933 ci racconta la storia di un regista, Carl Denham, noto per i suoi documentari di stampo naturalistico, ad un certo punto della sua vita decide di girare un film su un'isola apparentemente inesistente sulle mappe geografiche.
Prima di partire è necessario fare il casting, l'agente di teatro però non sembra in grado di trovare la prima attrice per il film, nonostante di donne a New York ne esistano molte. Il problema è convincere una donna a partecipare ad un film di Carl Denham, noto per non aver mai avuto un'attrice femmina nei suoi film.
Il regista decide quindi di cercarsela da solo, la produzione gliel'ha imposta, nel suo nuovo film dovrà esserci per forza una donna. Dopo aver vagato per i luoghi di New York frequentati dalle donne, Carl Denham trova la sua attrice: Ann. Si parte quindi verso l'isola misteriosa abitata da una divinità molto nota: Kong.
Un film molto interessante non solo a livello produttivo e per gli effetti speciali, ma proprio per l'epoca in cui si colloca, siamo nell'America della Grande Depressione. Nel 1929 è crollata Wall Street e il popolo americano è in ginocchio. Nonostante questo il cinema cerca di andare avanti e diventa per i cittadini un momento di svago, un tempo in cui si deve staccare la spina e si deve dimenticare quello che accade tutti i giorni. Si entra in sala per sognare, per viaggiare con la fantasia, lo spettatore vuole vedere pellicole divertenti, che lo intrattengano. 
King Kong è intrattenimento ma non perde l'occasione per raccontarci la storia dell'america di quel periodo, vediamo donne in coda per un pasto alla mensa sociale, l'atrice quando viene trovata sembra stia rubando della verdura.
Poi, simbolo della rinascita, dell'america che vuole andare avanti dopo la nuova depressione è l'Empire state building che viene scalato da King Kong ed è il luogo dove lo scimmione verrà ucciso, segno che nessuno potrà mai sottomettere il potere americano. 
Vedere oggi un film del 1933 è sicuramente raro e se non si è appassionati di cinema o studiosi di quest'arte è raro imbattersi in opere di questo genere. Molti potrebbero non capirlo oppure non accettare scelte produttive dettate dall'epoca, per non parlare degli effetti speciali. Lo scimmione del 1933 infatti veniva mosso attraverso la stop motion, tecnica oggi riservata principalmente per i cartoon dei bambini realizzati in plastilina oppure per realizzare pubblicità o ancora per chi pratica la videoarte. Un film che merita comunque di essere visto, rivisto e analizzato. Un film che fa riflettere.
King Kong non si è fermato alla versione del 1933, esistono molte versioni successive, è quasi diventato una serie cinematografica. Ultimo prodotto con lo scimmione come protagonista è stato realizzato da Peter Jackson nel 2008 ed è un remake di quello del 1933.

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