Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto
poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che
sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio. Prosperiamo grazie
alle recensioni negative che sono uno spasso da scrivere e da leggere.
Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande
disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del
nostro giudizio che la definisce tale. Ma ci sono occasioni in cui un
critico qualcosa rischia davvero. Ad esempio, nello scoprire e difendere
il nuovo. Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove
creazioni: al nuovo servono sostenitori! Ieri sera mi sono imbattuto in
qualcosa di nuovo, un pasto straordinario di provenienza assolutamente
imprevedibile. Affermare che sia la cucina, sia il suo artefice abbiano
messo in crisi le mie convinzioni sull'alta cucina, è a dir poco
riduttivo: hanno scosso le fondamenta stesse del mio essere! In passato
non ho fatto mistero del mio sdegno per il famoso motto dello chef
Gusteau "Chiunque può cucinare!", ma ora, soltanto ora, comprendo
appieno ciò che egli intendesse dire: non tutti possono diventare dei
grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque. È
difficile immaginare origini più umili di quelle del genio che ora guida
il ristorante Gusteau's e che secondo l'opinione di chi scrive, è
niente di meno che il miglior chef di tutta la Francia! Tornerò presto
al ristorante Gusteau's, di cui non sarò mai sazio.
Anton Ego
N.B. Questo post sarà sempre visualizzabile nella sezione "Il critico".
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