sabato 25 maggio 2013

Il metodo della bomba atomica di Noemi Cuffia: recensione!

Appena ho saputo che Noemi Cuffia, alias Tazzina di Caffè, avrebbe pubblicato un libro, mi sono detta: devo assolutamente leggerlo
Seguo da diverso tempo il suo blog Tazzina di Caffè e apprezzo molto il suo stile e il suo modo di porsi nei confronti dei libri. Letture e tazzine di caffè sono gli ingredienti base del suo blog e sono due cose che personalmente adoro. 
Prima di andare al Salone del Libro ho saputo che il libro di Noemi sarebbe stato presentato lì per la prima volta, in quello stesso Salone per il quale lei era blogger ufficiale. In men che non si dica avevo già la mia scaletta di cose da fare in mente:
- acquistare il libro
- conoscere Noemi
- farmi autografare il libro
- partecipare alla presentazione.

A Salone concluso posso essere orgogliosa di me stessa perché sono riuscita a fare tutte le cose che avevo messo sulla lista. 
Conoscere Noemi è stata la prima di queste, mi ha colpito la sua semplicità, la sua spontaneità e anche la sua timidezza. Ho acquistato il libro in una piovosa e temporalosa domenica pomeriggio presso lo stand della casa editrice: LiberAria, che (voglio dirlo!) al salone effettuava lo sconto del 10%. (Parentesi polemica: viva i piccoli editori, che nonostante tutto fanno un po' di sconto sui loro libri!) 
Alla presentazione ho avuto modo di farmi rapire dalla storia, prima ancora di cominciare a leggere il libro, mi sono emozionata nel vedere Noemi emozionata, proprio nel momento in cui mandava nel mondo il suo libro, lo raccontava al pubblico per la prima volta. 
Il momento dell'autografo poi non lo scorderò mai, credo di aver avuto la fortuna di partecipare a una sessione di autografo itinerante. Noemi ha iniziato a scrivermi la dedica nello spazio incontri, purtroppo stavamo sforando dai minuti a disposizione, quindi i ragazzi addetti alla sala ci hanno gentilmente chiesto di uscire per poter procedere con gli appuntamenti in scaletta. Noemi si è alzata e, con i fan al seguito (credetemi, eravamo parecchi!!!), ci ha portati allo stand di LiberAria e ha terminato la dedica sul mio libro. 
Terminato il salone sono tornata a casa e dopo un paio di giorni ho cominciato Il metodo della bomba atomica

Ho apprezzato moltissimo lo stile usato da Noemi, la scrittura molto dinamica e ricca di azione, che trasporta il lettore nel mondo di Celeste regalandogli pagina dopo pagina numerosi colpi di scena. Non vorrei scendere troppo nei particolari per evitare di farvi anticipazioni, cercherò quindi di raccontarvelo senza raccontarlo (chiaro no?).

Celeste e Leone sono i due protagonisti del libro, sono innamorati, corrono attraverso i parchi di Torino, questa città che però è solo una cornice di poco conto nella storia. Certo, Noemi ci nomina dei luoghi e delle vie precise, ma per il resto è una città come tante altre. La storia si sofferma principalmente sui personaggi, su Celeste e il suo blog di fiori, sulla sua tachicardia, i battiti del cuore che raccontano i suoi stati d'animo, le sue  piccole manie che costringono Leone ad inventarsi "il metodo della bomba atomica" pur di smuovere questa ragazza da casa. Se Celeste è tachicardica, Leone è bradicardico, due opposti che riescono ad incontrarsi solo nella corsa, il momento durante il quale i due cuori battono insieme. Durante la presentazione Noemi ha voluto specificare il perché di questa scelta, la corsa rappresenta il momento dell'amore, quando Celeste e Leone corrono sono vicini e i loro cuori appunto battono contemporaneamente allo stesso ritmo, come se stessero facendo l'amore.

Celeste è un personaggio davvero affascinante, è difficile comprenderla interamente fino a quando non si arriva all'ultima pagina del libro, è bello lasciarsi stupire dai suoi pensieri, restare, oserei dire, turbati di fronte alle sue scelte, costringersi a giustificare i suoi comportamenti che probabilmente sono tali a causa di fatti che hanno segnato fortemente la sua vita. Celeste è una pianta delicata all'apparenza, ma è tremendamente complessa. Vorrei essere un'esperta di fiori per dirvi a quale pianta assomiglia, ma non ho il pollice verde e fino ad ora posso vantarmi solo di aver mantenuto in vita un ciclamino da gennaio ad oggi.  

Una storia ben costruita con una trama molto ben studiata e raccontata, personalmente ho apprezzato moltissimo la scelta di inserire i battiti del cuore, credo sia un modo molto diretto per comunicare al lettore come effettivamente si stia sentendo Celeste e con lei gli altri personaggi. Il cuore è il muscolo centrale del corpo ed è lo specchio dei nostri stati d'animo, amore, paura, preoccupazione vengono introiettati dal cuore e si trasformano in un diverso ritmo cardiaco. 

Tra una corsa e l'altra e un ritmo cardiaco che sale e scende, si arriva verso il finale di questo libro che, fidatevi, vi stupirà. Il metodo della bomba atomica è davvero un ottimo esordio per Noemi, spero di poter leggere presto un suo nuovo libro. Nell'attesa mi dovrò accontentare dei post sul blog.

VOTO:


mercoledì 22 maggio 2013

Salone del libro 2013

Se dovessi raccontarvi completamente il mio Salone del libro 2013, credo non basterebbe l'intera mole dell'enciclopedia Treccani. Fortuna che siamo nel web e che gli spazi diventino in breve tempo utopistici. 
Procederò quindi con ordine e cercando di essere il più concisa possibile. Chiedo venia in anticipo per eventuali scivoloni. Un intervento simile e più serio sarà pubblicato anche sul numero di giugno di ArtInTime. Pazientate e ve lo linkerò appena esce. LEGGI ARTINTIME DI GIUGNO (link attivo a breve).
Il Salone del Libro significava per me: promuovere assolutamente ArtInTime. Armate di cartoline, la mia coinquilina ed io, ci siamo aggirate per i padiglioni del Lingotto distribuendo carta a destra e a manca, dando e ricevendo contatti di ogni genere. 
Un'esperienza indimenticabile che nel giorno di sabato ci ha portate a questo (io sono quella delle tazzine):



Dispersa poi tra le bancarelle dei piccoli editori ho conosciuto Clara di Reader's Bench che mi ha regalato tantissimi loro segnalibri e mi ha fatto conoscere le "menti diaboliche" che si nascondono dietro la casa editrice BookSalad, della quale mi sono già appuntata un titolo di un libro da leggere assolutamente: Fegato e Cuore di Alessandro Marchi.
Ho avuto poi la fortuna di conoscere dal vivo Cristiano Carriero, autore di DomaniNo (clicca per la recensione) e la sua Casa editrice, in particolare lo staff composto da sole donne: mitiche e simpaticissime!!! E poi ho conosciuto...le blogger! 
Sonia, Francesca, Camilla, Federica, Chiara, La leggivendola, La contorsionista di parole...insomma un sacco di gente, con le quali ho passeggiato per il Salone, ho parlato di libri (ovviamente), di case editrici e di scrittori.
Ho conosciuto Noemi Cuffia, alias Tazzina di Caffè, ho comprato il suo libro, sono andata alla presentazione e me lo sono fatta autografare. Mi incuriosisce moltissimo, spero di cominciarlo presto e soprattutto di potervelo recensire.
Insomma ogni giorno è stata una bellissima sorpresa.
A Salone terminato mi sono ritrovata questo sul tavolo:


Tra acquistati e regalati mi sa che ne avrò per un po'. Il problema ora è: da dove cominciare.
Avevo promesso di essere breve e lo sono stata. E ora qualche foto con commento.


Questo è lo stato della scrivania della mia camera la domenica sera. Le cose sono ovunque e il Salone del Libro ha invaso completamente la mia stanza.


Giovedì pomeriggio camminando per i corridoi, mi sono imbattuta in Paolo Giordano. Ho apprezzato moltissimo il suo libro, il secondo sto avendo serie difficoltà a leggerlo.


C'era poi un piccolo angolo che strideva fortemente con il clima di quei giorni. Fuori diluviava, dentro c'era uno spazio con la sabbia e le sedie a sdraio e quelle da regista, tipicamente da mare.
Effettivamente alcuni stand erano talmente illuminati che ci si poteva abbronzare.




giovedì 16 maggio 2013

Salone del Libro 2013

Prometto che tornerò presto da queste parti!
Intanto in questi giorni sto facendo una full immersion al Salone del Libro.
E voi ci andrete?


lunedì 13 maggio 2013

ArtInTime presents ArtInTime!




ArtInTime presents… ArtInTime!

Dall’università al mondo del lavoro: le idee, il progetto, l’entusiasmo e i primi incoraggianti risultati. Ecco come nasce una piccola giovane impresa che scommette su giornalismo e cultura. Un’utopia? Forse no.

Torino, 13 maggio 2013.

Un’idea che unisce in un sol colpo giornalismo e cultura, un progetto di giovani che dà spazio ai giovani, il frutto di percorsi di studio differenti che guardano con passione ma al contempo concretezza al mondo del lavoro: un sogno? A giudicare dai risultati si direbbe proprio di no. Il progetto è un web magazine sfogliabile e, nel mese di giugno, compierà il suo primo anno di vita; ArtInTime, questo il suo nome giovane e frizzante, è interamente inventato, pensato e realizzato da un gruppo di laureate dell’Università di Torino che giovedì 30 maggio alle ore 15.00 lo presenteranno ufficialmente per la prima volta al Laboratorio Guido Quazza di Palazzo Nuovo.

“ArtInTime è un sito, un magazine online, ma soprattutto un progetto nato dall’idea di quattro amiche davanti a una tazza di gianduia, in una gelida sera del dicembre 2011 – spiegano le fondatrici -  Unire le abilità e le passioni di ciascuna per ottenere qualcosa di finito, ricco nei contenuti, bello da vedere e ovviamente anche utile è stata la molla che ha portato a pensare al progetto”. Arte nel tempo, questo il significato del titolo: uno spazio per le forme d’arte che popolano il contemporaneo. Uno spazio che fin dall’inizio si modella sugli interessi delle creatrici, a partire dalla grafica e design, passando per il cinema, per la musica, planando sulle pagine dei libri e accogliendo via via teatro, eventi, televisione, notizie da Londra.

L’intento di base di ArtInTime è quello di farsi voce di giovani e artisti emergenti per proporre qualcosa di nuovo, fresco, ancora non visto. Ma c’è anche la voglia di sfruttare al meglio uno spazio creato e gestito dagli stessi giovani di cui si parla: è per questo che spesso alle proposte si affiancano analisi e commenti critici di opere celebrate dai mezzi di comunicazione, con il fondamentale scopo di fornire al letture una visione nuova e critica dei fenomeni mediatici che affollano il quotidiano. “L’università che ci ospita per questo evento è il luogo da cui proveniamo, in cui ci siamo formate – sottolineano le ideatrici – ArtInTime è diventato la piattaforma dove i nostri diversi percorsi di studio possono incontrarsi e dialogare, lo spazio sul quale mettere alla prova le abilità critiche acquisiste, senza per questo abbandonare le rispettive passioni, gli interessi personali di ciascuna”.

La provenienza dall’ambito accademico è ciò che caratterizza la natura di ArtInTime: la passione per le arti, per il mondo dei media e della comunicazione, come: “il progetto si origina dall’interesse che ogni redattrice ha sviluppato per la materia della rubrica che tratta. L’attenzione ai dettagli è volutamente elevata: siamo convinte che l’unico modo per differenziarsi, con un prodotto del genere, sia quello di mantenere saldo il principio della qualità, che deve essere elevata, per quanto possibile a un gruppo di non professioniste”.

Non solo contenuti, però: ArtInTime è attento all’evolvere del panorama giornalistico. Non ancora testata registrata, il magazine si muove agilmente sul web: è presente online con una versione sfogliabile e un sito (www.artintime.it), ha una pagina Facebook, un profilo Twitter ed è registrato su Linkedin, ma non si fermerà certo qui, come fanno intendere le ideatrici, attente al mondo delle app e del mobile e alla loro evoluzione.

Utopia o impresa possibile dunque? Venitelo a scoprire, a discuterne e a proporre nuove idee giovedì 30 maggio insieme alla redazione ad ArtInTime presents… ArtInTime!  Con l’occasione saranno presentati in anteprima i contenuti del numero di giugno in preparazione, che celebrerà il primo compleanno del magazine: artisti esordienti, tante novità e uno speciale tutto dedicato al  prossimo Salone del Libro di Torino!

L’evento è realizzato in collaborazione con il Laboratorio Multimediale Guido Quazza e il Dams di Torino. Si ringraziano per la disponibilità e la collaborazione la professoressa Giulia Carluccio e Nello Rassu, direttore del Laboratorio. 

mercoledì 1 maggio 2013

45 mq - La misura di un sogno di Sara Lorenzini. recensione!

Ho deciso di leggere questo libro perché sembrava avesse minimamente a che fare con questo periodo della mia vita, il vivere fuori sede, il recente trasloco in un appartamento da 50 mq (!) condiviso con un'amica, per evitare di finire a vivere con chissà chi, sono tutti gli ingredienti che mi hanno portata a cliccare il tasto acquista su Amazon. 
La storia di Neve, dei soldi ereditati dal nonno, della sua amica Marta fidanzata con Gianfi, di Omar e di quella stronza di Viola sono tutte cose che mi hanno creato una vera e propria dipendenza dal libro. Ho apprezzato moltissimo lo stile di Sara Lorenzini, la sua scrittura fresca e brillante, tipica di una under 30, la voce di Neve è credibile, le storie sono vere.
Geniale la trovata della stagista-stragista, nella quale mi sono rivista parzialmente, visto che io sono una tirocinante in questo periodo della mia vita.
Insomma molti ingredienti buoni, ma a metà è successo qualcosa che mi ha un po' bloccata. E questo qualcosa è la figura di Pietro
Premessa: da qui in avanti partiranno molti spoiler. Non ditemi che non vi avevo avvisati! 
Dunque: si capisce che Neve e Pietro si metteranno insieme, eccome se si capisce! La scelta di far riportare il coupon a lei mentre si trova dal dentista è alquanto assurda e fa capire cosa accadrà dopo. 
Sto ragazzo che si trova sotto il sedere il coupon e senza sapere come si chiami lei, glielo porta dal dentista, dopo che si sono visti tre nanosecondi al parco. Allora è bellissima come storia, qualsiasi ragazza vorrebbe un uomo come Pietro, ma ahimè è proprio roba da libro, non è per niente reale questo e soprattutto ci fa capire molto riguardo lo sviluppo della storia, il tutto quando si è a metà libro. Roba da prenderlo e buttarlo dalla finestra. Ci sono lettori che abbandonano il campo per molto meno.
Detto questo, per il resto il libro mi è piaciuto molto, le scene di vita quotidiana a casa di Neve, l'idea della famiglia che si è ricreata a Roma attraverso gli amici, le relazioni che intercorrono tra loro, sono tutte cose molto ben costruite, molto interessanti. Pietro ahimè è un po' poco credibile in quel contesto di vita vera.
Ora magari l'intento della scrittrice era proprio questo, però...Pietro mente ai suoi proprietari della casa dicendo di non venderla ma di aspettare perché la voleva comprare la sua futura sposa, alias Neve che non sa nemmeno da che parte è girata, è appena fuggita da Roma per raggiungere i suoi in Molise e soprattutto non è mai uscita con Pietro. Pietro le spiega di aver usato questo escamotage per bloccare la casa e infondo, lei non lo sa ancora, ma si sposeranno, perché lui se lo sente.
Su questa cosa di dire a una ragazza: SPOSAMI al primo appuntamento o comunque quando ancora non la si conosce troppo bene, gli sceneggiatori americani ci hanno creato un personaggio Ted di How I Met Your Mother, tenero, adorabile, ma non puoi dire SPOSAMI a una ragazza dopo poco che l'hai conosciuta. Non sta in piedi. 
Certo, sarebbe bellissimo, poetico, romantico, ma ahimè è finto. 
Probabilmente sono cinica, ho perso il romanticismo per strada o non so cosa...ma ecco, un libro che mi stava piacendo molto, è stato rovinato da questo piccolo neo. 
Tutto sommato l'intero pacchetto merita, ma magari potevano studiarsi meglio con l'editor la figura di Pietro.
Un'ultima cosa: il finale resta aperto, ci sarà un seguito? Per ora è possibile scaricarsi un ebook gratuito che è un manuale di sopravvivenza scritto dalla protagonista del libro. 
Ho già anche quello, appena avrò tempo vi dirò qualcosa.
Alla prossima e scusatemi se ultimamente sono latitante, ma la mia vita è leggermente cambiata in questi ultimi mesi, quindi devo imparare a riorganizzare il mio tempo.

VOTO:






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